città di Torino — negli anni della sua formazione, sviluppo e consolidamento come città industriale — è affidata ad alcuni provvedimenti di piano: il piano regolatore del 1908, il nuovo piano re-golatore del 1959, il cui iter può essere seguito dalle proposte del concorso per il piano nel 1946, alle discussioni attor-no alle varianti 13 e 17 del piaattor-no e ai provvedimenti successivi. Tali stru-menti di piano, sono risultati insufficien-ti e inefficaci nel controllo dei modi del-lo sviluppo urbano, nelle sue diverse fasi.
Pur all'interno di questa valutazione complessiva, sviluppata nella bibliogra-fia specifica20, e riscontrabile nella real-tà delle disfunzioni della citreal-tà attuale, interessa qui riprendere e mettere a con-fronto le diverse indicazioni di piano riguardo al tema specifico dell'organiz-zazione del paesaggio fluviale urbano. Come vedremo, questo confronto darà evidenza a due osservazioni principali, che rimangono problematicamente col-legabili alla situazione attuale.
La prima indica che una certa continui-tà della proposta di destinazione a verde delle sponde dei fiumi, si svolge, pur con riduzioni e accentuazioni diverse, attraverso le successive proposte di re-golamentazione dello sviluppo urbano. La seconda indica che a questa linea di proposta, è mancata quasi totalmente la fase realizzativa, il che ha portato ad una staticità propositiva nel progetto ur-bano di destinazione pubblica delle sponde dei fiumi; e non casualmente questa viene a abbinarsi ad una crescen-te compromissione del suolo.
Le indicazioni di piano che qui svolge-remo sono infatti da leggersi tenendo presenti le parallele condizioni dello svi-luppo urbano, che si possono seguire anche nella documentazione cartografica dell'ultimo settore di questa ricerca.
IL PAESAGGIO FLUVIALE SECONDO L'ORGANIZZAZIONE DEL PIANO REGOLATORE - 1 9 0 8
Il piano regolatore della città approva-to nel 1908, e seguiapprova-to da successive mo-difiche, non introduce alcuna nuova im-postazione urbanistica al disegno d'am-pliamento urbano ottocentesco che non sia il consolidamento e il prolungamen-to del reticolo viario del tessuprolungamen-to esisten-te entro l'area d'influenza urbana, rac-chiusa dalla perimetrazione della cinta daziaria, eseguita poi nel 1912.
Questa delimitazione porta ad escludere ogni provvedimento riguardante le aree esterne, che risultano essere quelle gra-vitanti sul Sangone e sulla Stura, che non hanno quindi — nell'impianto ur-bano proposto — alcuna relazione con la città. Il piano traccia invece la linea di organizzazione del paesaggio fluviale lungo il Po e la Dora (vedi fig. 6); e sono qui riconoscibili i soli elementi in-novativi di rilievo proposti dal piano. Si tratta delle due aree a verde pubbli-co della Pellerina e di Millefonti (e Pi-lonetto) inserite lungo i due fiumi Dora e Po, nei loro tratti terminali, al confine con la perimetrazione urbana adottata dal piano.
Esito del più ampio dibattito di quegli anni sulla funzione igienica del verde urbano, queste localizzazioni periferi-che a verde risultano marginali alla cit-tà; in un rapporto quindi non molto di-verso da, quello che si realizzerebbe — oggi — tra la situazione urbana attuale e le destinazioni a parco delle aree fluviali della cintura torinese, non ancora inse-rite nel piano regionale dei parchi. La conferma a verde di queste aree agri-cole lungo il margine urbano non è sen-za interesse nella proposta di piano, che non introduce, peraltro, alcuna ipotesi
di controllo sul rapporto città/campa-gna; cosi come non è senza interesse lo stesso dimensionamento delle aree a par-co proposte in rapporto allo sviluppo ur-bano previsto; sono d'altronde introdotti alcuni primi riferimenti per una inser-zione tipologica a verde pubblico. L'allineamento tra destinazione a verde pubblico e percorsi fluviali risulta tutta-via una ripresa del modello del parco ottocentesco attuato col Valentino, an-che se si propone una zonizzazione di piano, piuttosto che una operazione pro-gettuale di integrazione di nuove parti urbane, attraverso la creazione di queste zone verdi lungo i fiumi.
Senza alcun altro riferimento tipologi-co, inoltre, le aree verdi (vedi i partico-lari per le due aree lungo la Dora e il Po in fig. 6), conservano lo stesso di-segno della rete viaria adottata per la parte costruita: si prolungano all'inter-no del parco tutti gli assi stradali, col-legandoli con tratti di percorsi curvili-nei.
I due parchi previsti riguardano, tutti e due, l'attrezzatura a verde di una sola sponda dei corsi d'acqua; mancano qui le preoccupazioni, che erano state inve-ce presenti nelle discussioni del progetto per il Valentino, nel senso di portare ad una integrazione di destinazione d'uso tra due sponde; del resto, nessun proget-to successivo sviluppò a livello di preci-sazione esecutiva, queste indicazioni di piano, che sono rimaste tali per quasi oltre un cinquantennio.
Ritornando invece ad una valutazione delle proposte di piano in scala urbana, si può notare come la Dora, che registra già allora diverse rettificazioni dell'al-veo, venga considerata potenzialmente a verde solo nel tratto iniziale, corrispon-dente alla Pellerina.
La confluenza al Po è risolta invece con la destinazione residenziale, per l'ansa 42
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Fig. 6. ii sistema dei verde e le sponde Fig. 7. Il sistema dei verde dei fiumi secondo ii P. Reg. 1908: e le sponde dei fiumi la proposta per ia Dora. secondo ii P. Reg. 1959.
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in zona Vanchiglia, e con la localizza-zione del porto fluviale, nella zona del-la cascina Airale, dietro all'area acqui-sita dal Comune per il Cimitero Gene-rale. Viene cosi confermata la caratte-rizzazione di questo torrente quale ca-nale urbano; e proprio nell'attraversa-mento di zone industriali e densamente abitate, viene esclusa una più incisiva ipotesi di inserzione a verde lungo il corso d'acqua e lungo i collegamenti tra
questo e i quartieri attraversati21.
Lun-go i tratti urbani dei due fiumi conside-rati, l'unico asse verde prefigurato rima-ne quindi quello in sponda sinistra del Po, nella parte sud della città, che, oltre il Valentino, si sviluppa poi sulla spon-da opposta sino al ponte di Corso Re-gina, consolidando quindi il disegno ur-bano preesistente, nella parte centrale della città e nelle sue immediate adia-cenze.
Nota sulla demanialità delle aree lungo le sponde
Regolamentato da questo schema urba-nistico, e dalle sue successive modificazio-ni, lo sviluppo urbano sino agli anni '50 non supera di fatto la perimetrazione pre-fissata dal piano del 1908, ma si realizza in funzione di scelte politiche d'uso del suolo orientate ad obiettivi unilaterali. È indice della perdita del controllo sui modi della crescita urbana da parte del-l'Amministrazione Comunale anche la vi-cenda delle aree di proprietà demaniale. Tale proprietà, per le progressive acquisi-zioni alla città di aree urbane, a seguito delle operazioni condotte precedentemen-te, raggiunge una consistenza rilevante so-prattutto nelle aree di margine all'area edificata 22.
Sarebbero, in tal modo, rese attuabili le indicazioni di piano per le aree a parco della Pellerina e di Millefonti. Successi-vamente, tra la disponibilità del suolo e la previsione di piano si registrerà un di-vario crescente che vanificherà ogni ipo-tesi di piano per le aree di sponda. Infatti l'assenza di una valida politica di regolamentazione del suolo confermerà perdenti — come l'aspetto più irrilevante dei servizi pubblici —'proprio le scelte per il verde urbano: in un precedente lavoro sul verde urbano, è stata appunto pub-blicata una mappa che illustrando lo sta-to di avanzamensta-to per il sistema a verde
della sponda dei fiumi a Torino, secondo il P. Reg. (di cui parleremo nel prossimo paràgrafo), indica la scarsa estensione del-le aree di sponda acquisite alla città, e quindi la scarsa operabilità del progetto, come un concreto termine di confronto delle ipotesi di piano23.
La disponibilità delle aree pur tenendo presente il quadro legislativo attuale, ri-mane un problema alla base di ogni ipo-tesi per una reale ripresa del progetto — fiumi nell'area torinese.
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Successivamente, nuove proposte per la regolamentazione dello sviluppo urbano, segnato dalle distruzioni della guerra e conseguente al rinnovato ruolo econo-mico produttivo della città, vengono ela-borate in occasione del concorso per il nuovo Piano Regolatore del 1948.
In questi schemi proposti24 si
potreb-bero seguire le diverse soluzioni date ai parametri relativi alle zonizzazioni in-dustriale, residenziale, agricola e a ver-de, e al sistema della viabilità, per pre-figurare un nuovo modello urbano; al-l'interno del quale l'impostazione del progetto del verde risulta una variabile ben individuata da tutti i progetti; non a caso, le localizzazioni previste sono state confermate successivamente nelle loro linee essenziali.
È infatti significativo notare che, per quanto Sangone e Stura risultino ancora corsi d'acqua esterni alla città e quindi definiti come parti integranti dell'area agricola della cintura urbana, per i nodi di confluenza, alle Vallere e a Sassi, ven-ga proposta la destinazione a verde, che collega, oltre ai limiti urbani, i vari trat-ti di paesaggio fluviale.
La proposta a verde delle sponde, che recupera anche lungo la Dora molte aree, avanzata in questa occasione — 30 anni fa, per una popolazione equiva-lente alla metà di quella attuale — non può non essere considerata un termine di confronto emblematico ed esplicito nella vicenda dei mancati sviluppi suc-cessivi di questo tema.
Il piano regolatore, che viene appro-vato nel 1959, rappresenta l'esito con-clusivo della discussione sulle linee di sviluppo urbano, che dagli anni del corso era venuto ad assumere altre con-notazioni sul piano politico e sul piano tecnico. Le proposte del Piano Regola-tore, negli anni in cui si impostano i rapporti tra centro urbano e aree di in-fluenza metropolitana, mediano nelle destinazioni d'uso del suolo, scelte e condizionamenti che vanificheranno la portata dello strumento urbanistico, so-prattutto nella sua attuazione negli anni successivi.
Nella proposta di piano — vedi fig. 7 — l'individuazione del sistema fluviale in relazione all'organizzazione del verde urbano è sufficientemente identificata, anche se sono riconoscibili le modifica-zioni intercorse tra la stesura iniziale e quella definitiva di piano
Modificazioni che sono risultate inciden-ti, soprattutto, nel senso della riduzione del programma per le aree verdi e nel senso del rapporto determinato tra lo-calizzazioni industriali e assi fluviali, che rese problematica una corretta relazio-ne tra aree residenziali e sponde fluviali, come di fatto verifichiamo oggi.
Tuttavia, ciò non toglie evidenza alla costatazione che il piano regolatore ap-pare come riproposta di un programma in larga massima preesistente.
Inoltre a quasi 20 anni di distanza dalla sua approvazione, per il divario tra pre-visione e attuazione, il Piano Regolato-re rappRegolato-resenta ancora un progetto che non ha trovato reale misura di realizza-zione, e che — ove la situazione non si sia nel frattempo compromessa — non può quindi ammettere reali superamen-ti; come conferma l'elenco che qui se-gue, da confrontare da un lato con le tavole di piano e dall'altro con il
Tabella 3. Gli interventi attuali realizzarlo previsioni di piano 1908.
Destinazione di Piano Regolatore 1959 in P. Reg. 1908 Già destinati Realizzazioni
Le aree intorno al Cimitero Generale, già vinco-late dal vecchio piano regolatore e che attendono una sistemazione definitiva.
Le due fasce lungo la Stura pure esse già vin-colate dal vecchio piano regolatore e pure esse attrezzate completamente in quanto oggi sono in parte agricole e in massima parte a gerbido non coltivato.
L'area occupata attualmente dagli ospedali Ame-deo di Savoia e Birago di Vische — trasferiti in zona più idonea — parco di nuovo impianto. Il grande complesso del Parco della Pellerina, già vincolato dal vecchio piano regolatore ma che deve ancora essere in gran parte sistemato. La prosecuzione del parco del Valentino ai lati della radiale per Moncalieri e sulle sponde del Po, parco già vincolato dal vecchio piano e an-cora da attrezzare.
La fascia lungo la sponda nord del Sangone, pure essa vincolata dal vecchio piano ma ancora da attrezzare2 5. Parziale attuazione (Parco Colletta) In corso di attuazione In parziale corso di attuazione Italia '61
LA PROPOSTA PER « LA SISTEMAZIONE URBANISTICA DELLE SPONDE
DEI FIUMI NEL TERRITORIO DEL C O M U N E » - 1967-68
Per quanto riguarda il sistema delle aree di sponda e delle principali zonizzazio-ni a verde urbano il programma del piano regolatore non poteva quindi che essere confermato nei provvedimenti successivi, coi quali si propose l'ade-guamento del piano ad una situazione urbana che di fatto lo richiedeva per le sue stesse condizioni di inabitabilità. A meno di dieci anni di distanza dal-l'approvazione del piano, infatti, la pro-posta di « variante organica », impro-postata nel periodo dell'esperienza e della ge-stione politico-amministrativa del centro sinistra26, misura la insufficienza del Piano Regolatore a rispondere propositi-vamente a quei problemi di organizza-zione territoriale che si ponevano in mo-do sempre più grave.
Tra le variabili da riconsiderare per una ristrutturazione urbana veniva indicata anche la risistemazione d'insieme delle sponde dei corsi d'acqua, considerati co-me eleco-menti portanti di un efficace si-stema del verde urbano.
Si presentava cosi la possibilità di pro-porre il tema del paesaggio fluviale ur-bano, non tanto e non solo come prov-vedimento settoriale, ma riconsiderato nelle sue connessioni alla forma e alla condizione urbana.
L'incarico, affidato all'arch. Mario Deor-sola, arch. Giuseppe Maggiora, Prof. Arch. Edoardo Vittoria e Prof. Pierlui-gi Ghisleni, riguardava la « sistemazio-ne urbanistica delle sponde dei fiumi sistemazio-nel territorio del Comune »; ed avrebbe do-vuto essere finalizzato a fornire elemen-ti specifici per la revisione del PRG e per la formazione di piani particolareg-giati esecutivi.
I collegamenti necessari con gli altri pro-blemi individuati per l'articolazione del-la variante nel programma generale per la pianificazione urbanistica, dovevano venir predisposti e facilitati dal lavoro collegiale della Commissione Scientifica e di Coordinamento.
La convenzione d'incarico per il « pia-no (che) avrà per oggetto la sistemazio-ne delle sponde del Po, del Sangosistemazio-ne, della Dora e della Stura, per la forma-zione di parchi urbani, di aree per il tempo libero » richiedeva i seguenti ela-borati:
— Studio d'assieme alla scala 1:5.000
— Studi particolari alla scala opportu-na
— Relazione
Si conoscono le difficoltà politiche che resero successivamente inoperanti il la-voro della commissione e la proposta di revisione del piano; tuttavia all'inter-no di questa situazione generale la vi-cenda del progetto per la sistemazione
delle sponde dei fiumi ha avuto un se-guito anomalo rispetto a quello degli al-tri settori considerati. Diversamente da-gli altri problemi, che infatti sono stati successivamente ripresi sino alla conclu-sione operativa in piani particolareggiati esecutivi (vedi ad esempio i lavori per il centro storico) questo problema è rima-sto di fatto « fossilizzato » a questa fase iniziale.
Del resto la proposta presentata, che certamente, come vedremo, rimaneva nei limiti di una prima introduzione al problema, è risultata addirittura « inesi-stente », in quanto non è mai stata di-vulgata né tantomeno discussa; al punto di non essere neppure recuperabile co-me docuco-mentazione nelle classificazioni archivistiche degli atti d'ufficio comu-nali.
L'unica pubblicizzazione del lavoro, so-lamente annunciato nella relazione fina-le della Commissione di Coordinamen-to2 6, è stata infatti la segnalazione nel successivo lavoro affidato a Deorsola, limitatamente alla risistemazione delle sponde del Po, che, come vedremo, lo indica quale termine di riferimento ge-nerale in tema di paesaggio fluviale to-rinese.
È quindi utile e abbastanza significativa l'informazione documentata che qui possiamo svolgere, essendo stato appo-sitamente autorizzato il recupero e la pubblicazione degli elaborati di piano allora presentati.
Tuttavia non risultano disponibili insie-me coi disegni che qui di seguito, in parte, pubblichiamo né la relazione di piano né la documentazione fotografica della situazione di fatto, che avrebbe potuto costituire un indicativo termine di confronto, con quella oggi registra-bile.
Accanto ad una lettura dello stato di fatto comprensivo delle indicazioni di
Fig. 8. Figg. 8-14. « La sistemazione
urbanistica delle sponde dei fiumi nel territorio del comune di Torino » 1967-68: in figg. 8, 9. 11
gli elaborati che descrivono lo stato di fatto e le previsioni di piano vigenti;
in figg. 10. 12. 13. 14 gli elaborati di progetto per Sangone, Po, Dora e Stura.
non.»
L E G E N D A figg. 9-10. 1 Moncalieri 2 To Gl 3 Ponte Molinette 4 Valentino 5 Cappuccini O Ponte Vittorio V Giardini Reali 8 Parco Michelotti 9 Ponte Belgio 1 0 Cimitero 1 1 Regio Parco 1 2 Sassi 1 3 Ponte diga 1 4 La Barca 1 5 Basse di Stura I O Borgaro 1 7 Ferriere 1 8 Parco Carrara 1 9 Basse di Dora 2 0 Ex aeroporto 2 1 Stupinigi
In fig. 9 sono riportati in A i riferimenti fotografici.
P o
S T I R A
D O R A
Fig. 12.
P. Reg. (vedi figg. 8, 9, e 11) per l'at-trezzatura a verde delle sponde dei fiu-mi, la proposta sviluppa l'ipotesi del « parco lineare » che dovrebbe collegare tutto il sistema delle sponde lungo il Po e i suoi tre affluenti nell'area urbana. In questo sistema, che riprende e inte-gra le precedenti indicazioni del Piano Regolatore, la relazione studiata tra cor-si d'acqua e sponde attrezzate a verde, risolve — uniformemente — il rapporto tra fiume e città; secondo questa stessa ottica lo schema collega al sistema urba-no fluviale anche le più prossime e or-ganizzate aree a parco riportate dal Pia-no Intercomunale.
Ne deriva, come si può leggere in fig. 10 e in figg. 12, 13, 14 più dettagliate, un disegno per l'insieme delle spon-de spon-dei corsi d'acqua che trova i suoi punti di riferimento nell'organizzazio-ne, lungo il Po, delle aree delle Valle-re — dove è proposta la formazione di un lago per sport nautico — e di Sassi dove è proposto il percorso in galleria della grande viabilità di attraversamen-to; e, lungo gli affluenti, nel collegamen-to di questi alle aree verdi del Campo di Mirafiori e di Stupinigi, per il San-gone, alle aree verdi alla confluenza e alla Pellerina per la Dora, e per la Stu-ra, alle aree tra Villaretto e Venaria, ol-tre la tangenziale prevista.
Come schema urbanistico metaproget-tuale, l'organizzazione prevista con que-sta propoque-sta risulta quindi riassuntiva e conclusiva nella serie delle successive ipotesi che si erano susseguite per la strutturazione del paesaggio fluviale ur-bano. Come programma di piano, inve-ce, la proposta presenta una certa gra-tuità risolutiva, in quanto non sono evi-dentemente superabili, con semplici ela-borazioni grafiche, le carenze di una in-dagine più approfondita e più precisata al riguardo delle relazioni tra il paesag-gio fluviale e il contesto urbano, e al riguardo di tutte le componenti del pae-saggio fluviale stesso (dalla sistemazione idraulica all'analisi della vegetazione: quest'ultima, ad esempio, non certo ri-solta con le indicazioni paradigmatiche della tavola n. 10 di progetto).
Quindi questo schema riporta e conclu-de, quasi in modo emblematico, una li-nea propositiva per il paesaggio fluviale urbano, che conserva una dimensione
Jì» .
:
8.
» 15 10
Fig. 13.
tanto più « utopica » quanto più cre-scono i tempi della non attuazione di un disegno oramai fissato nelle sue indica-zioni essenziali.
11 modo di opporre una tale linea propo-sitiva — opportunamente rimeditata e verificata — alla realtà attuale del pae-saggio fluviale, che si è venuto degra-dando anche attraverso una ormai soli-dificata astensione progettuale, rappre-senta il nodo del problema da affrontare oggi, nelle sue articolazioni operative.
N O T E
20 Per la cronistoria di piano cfr. G. B O F F A ,
Introduzione, in Città di Torino, Piano Regolatore
Generale, Variante 17, 1976. Inoltre vedi
Contri-buti di analisi, urbanistica sull'area metropolitana torinese, 1972, op. cit.
21 Vedi, come verifica indicativa, lo schema
pub-blicato in Riv. T 0 / 1 9 3 0 per le aree di influenza del verde urbano; oltre alla valutazione nella si-tuazione attuale.
22 Cfr. uno studio che documenta questo
proces-so, in relazione alla costruzione urbana, sino agli