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IL SALONE DELL'AUTOMOBILE '78

Nel documento Cronache Economiche. N.007-008, Anno 1978 (pagine 85-89)

Alberto Vigna

Un Salone dell'automobile tutto da ve-dere, tutto da sognare. Si entra persuasi di volersi documentare su quanto di più aderente alla realtà di oggi l'industria ha realizzato e poi invece si lasciano i ragionamenti, si trascurano le cifre, si dimenticano le curiosità sulle ricerche tecniche e ci si abbandona al sogno. L'automobile sovente per l'uomo mo-derno ha un potere di richiamo che è composto di desiderio della cosa e di un oscuro senso di sentimento possessi-vo con sfumature di gelosia. È facile rendersene conto guardando i giovani che affollano il Salone quasi con una prepotenza possessiva, fatta di impa-zienza che li fa appoggiare le mani sulle curve dei parafanghi come se fossero al-tre e più morbide rotondità. Cinquan-tasettesimo della serie il Salone si è aperto il 20 aprile ed è durato sino al primo maggio. Le giornate festive hanno convogliato al Valentino visitatori a de-cina di migliaia, con un afflusso regola-re e costante per tutta la giornata; molti, moltissimi provenivano da città lontane ed anche da altri Paesi.

Potere di attrazione ha avuto anche la data; dopo oltre venti anni di cadenza autunnale la rassegna si è di nuovo svol-ta in primavera, in una ssvol-tagione che si ritiene commercialmente più propizia e più invogliante all'acquisto di un'auto-mobile e quindi alla frequenza del pub-blico nei grandi padiglioni di Torino Esposizioni e delle Mostre collaterali. Si temeva in un certo momento che la coin-cidenza, almeno parziale, di data con la Fiera di Milano determinasse una dimi-nuzione dei visitatori; non è stato cosi, anzi proprio l'opposto avendone convo-gliati di nuovi essenzialmente tra gli stranieri.

Nel passato sullo sviluppo dell'automo-bilismo, accusato di essere preferenzia-to in rapporpreferenzia-to ad altre correnti di pro-duzioni, si sono avute polemiche. Si de-ve ora riconoscere che l'automobile ha portato costantemente un saldo attivo alla nostra bilancia commerciale, ha in-dotto mediante la realizzazione di una moderna rete autostradale allo sviluppo del turismo fonte di determinanti in-troiti per la bilancia dei pagamenti. Di molte di quelle polemiche si è fatta giu-stizia perché è chiaro che, lo si voglia

o meno, il turista straniero viene volen-tieri in Italia in auto sapendo che il viaggio gli sarà agevole.

Dopo la guerra del Kippur, quando sem-brava dovesse mettersi la parola fine ad un'epoca, si sono infittiti gli attacchi al-l'automobile come se la sua produzione fosse un settore da abbandonare ai pae-si che pae-si stanno industrializzando per indirizzarsi invece verso settori di avan-guardia, cosiddetti nobili per l'altissimo contenuto tecnologico. Queste previsio-ni sono state smentite e si deve ricono-scere ancora e di nuovo all'industria automobilistica il suo ritmo traente. Di questa verità si è fatto portavoce Gio-vanni Agnelli alla vigilia della apertura del Salone quando ha detto: « L'auto-mobile per il futuro resta ancora un af-fare delle economie occidentali avanza-te. Lo spazio di scelta si restringe tra America, Europa e Giappone. Per l'Eu-ropa l'epoca dei grandi matrimoni fra imprese, o delle illusioni di grandi ma-trimoni, è tramontata. Quella che si apre è sopra tutto un'epoca di collabo-razione sui componenti ». Queste paro-le hanno trovato il consenso anche di altri grandi della industria automobili-stica europea. Nella competizione che si avrà tra Europa, America e Giappone c'è da ritenere che essa sarà vinta da chi riuscirà a fare gli investimenti più importanti, ad organizzarsi meglio ed a sfruttare meglio la forza di penetrazio-ne sui nuovi mercati che si vanno apren-do in diverse parti del monapren-do.

Il Salone quest'anno si è presentato con una veste rinnovata ed ampliata (larga partecipazione dei carrozzieri con inte-ressanti proposte e studi come quelli di Pininfarina), con nuovi settori merceo-logici, con una gamma veramente com-pleta di tutta l'industria automobilistica, con modelli in prima mondiale e nuove proposte di carrozzerie. È stata anche allestita una sezione riservata alle vet-ture da competizione delle macchine di Formula I (anche per Rallies) mentre per la prima volta si è vista una sezione riservata ai fuori strada, ai minibus ed ai campers. Motivo di molto interesse e richiamo è stata la Mostra professionale di attrezzature per officine, garages, offi-cine mobili, nell'area espositiva di Ita-lia 61 collegata con il Salone mediante

un servizio gratuito di autobus navetta. In concomitanza è stata inaugurata la Mostra della carrozzeria che ha avuto una più lunga durata fino al 18 maggio. Una rassegna che per la prima volta ha rievocato la storia ed affrontato la realtà presente e futura mettendo in rilievo il contributo dato dai carrozzieri e dagli stilisti italiani alla evoluzione dell'auto-mobile. Presieduta dall'ing. Dante Gia-cosa, firma assai nota nell'automobili-smo, questa mostra specializzata si è svolta nella palazzina della Promotrice di Belle Arti al Valentino e dopo si è spostata in altre città italiane ed anche all'estero in Europa ed oltre oceano. In tal modo il Salone ha completato ed am-pliato il cerchio degli interessi che pro-pone al visitatore divenendo veramente un motivo di grande richiamo per tutti i tecnici e in generale per masse sem-pre maggiori di visitatori.

Le riviste tecniche specializzate, i gior-nali sportivi ed economici hanno dato

relazioni complete sul Salone, essen-zialmente per quanto riguarda la parte tecnica. Ma una informazione a vo-lo di uccelvo-lo, come in una grande pa-noramica sul materiale esposto, è pos-sibile farla ed è doveroso iniziarla par-tendo dalla Fiat che ha presentato la più importante novità e cioè la Ritmo. Im-portante per diverse ragioni, una delle quali è la continuazione pratica della strategia Fiat che ha abituato il pubbli-co all'uscita di un modello nuovo al-l'anno. Inoltre la Ritmo è stata offerta a Torino in anteprima mondiale ed è stato proprio Giovanni Agnelli ad illu-strarla a ben seicento giornalisti giunti da ogni parte. In un certo senso si è trattato di un regalo della grande indu-stria al Salone ed un omaggio alla città. Naturale quindi che la curiosità più viva si sia indirizzata appunto sulla Ritmo di cui il lettore oramai può già avere un'idea; il nuovo modello è stato foto-grafatissimo e se ne è a lungo parlato. La vettura è una « due volumi » (cioè con coda con corpo unico col padiglio-ne) con motore anteriore trasversale, carrozzeria a tre oppure cinque porte e viene offerta con tre diverse motorizza-zioni e cioè: « Ritmo 60 » (1100 ce, 60 CV-Din ossia effettivi di potenza) « 65 » (1300 ce 65 CV-Din) « 75 » (1500 ce

Salone dell'Automobile: la Ritmo presentata allo stand Fiat.

Giovani ed anziani sostano nel Salone dell'Automobile ammirando i magnifici modelli molti dei quali portano

• illustri firme italiane.

75 CV-Din). Per le prime due il cambio è a quattro marce e a richiesta cinque; per la Ritmo 75 solo cambio automati-co: questo particolare rappresenta un consiglio di avvio e di preferenza verso un tipo di trasmissione comodissima, ve-ramente moderna, ma non ancora ca-pita dall'utenza media italiana. Le velo-cità massime sono rispettivamente di

145, 150 e 160 chilometri ora.

Il centro stile Fiat disegnando la Ritmo ha compiuto un autentico sforzo teso a personalizzare la fisionomia del nuovo tipo. Sforzo tanto più apprezzabile aven-do aven-dovuto superare i condizionamenti imposti dai canoni economico-funzio-nali che il progettista deve subire e a sua volta imporre al disegnatore e allo stilista. Alcuni elementi caratterizzano la Ritmo e in particolare il frontale co-me un solido « balcone » in resina sin-tetica che incorpora la calandra, para-urti e alloggiamento dei fari. Gradevole alla vista il deciso spiovente liscio del cofano anteriore, con una presa di aria a destra, che si collega con il parabrez-za a sua volta fortemente inclinato. In coda si è avuto ugualmente largo im-piego di materiale sintetico che concilia l'estetica con la funzione protettiva. In-telligente l'alloggiamento delle luci. Nel padiglione e nel tetto, che termina in lieve rialzo, si trovano somiglianze con altri modelli. Motivo a sé fanno i dischi ruote; inconsuete le maniglie di dise-gno tondo, mentre i profili del corpo vettura sono delimitati da linee tese. All'interno il progettista ha ritenuto op-portuno contenere le dimensioni del poggiatesta per non limitare la visibilità ai passeggeri del sedile posteriore. Al Salone la presentazione del modello è stata puramente « statica »; quindi il giudizio del consumo e di ogni aspetto del comportamento dinamico è rinviato al momento delle prime consegne che in Italia avvengono all'inizio dell'estate e all'estero in ottobre. La base meccanica della Ritmo proviene dalla 128 ed è quindi già ben nota. La Fiat affida alla nuova macchina un impegno di compe-titività che le consenta di aumentare la quota di presenza nel mercato italiano e di difendere il 7 % che detiene in quello europeo di fronte alla concor-renza estera vivace e qualificata.

Il giorno Accanto a questo nuovo modello della

inaugurazione. Pja t ajt r- ^ ^ ^ jneclitri e cioè la 131 Mirafiori e la 132 con i nuovi motori Diesel, prodotti a Foggia nel modernis-simo stabilimento della Sofim, la società franco-italiana motori fondata quattro anni fa con un apporto Finanziario con-giunto tra Fiat, Alfa Romeo e Saviem (Renault). La validità del motore Diesel è ben riconosciuta ed apprezzata; infatti le uniche critiche che gli si possono muovere in Italia sono di carattere fi-scale, discutendosi se, dato il superbol-lo, sia conveniente o meno comperare una vettura con tale tipo di motore. I tecnici sono del parere che la motoriz-zazione Diesel convenga a chi percorre almeno 30 mila chilometri all'anno; più i chilometri e maggiore la convenienza. Con questi due tipi è stata colmata una lacuna sentita dalla utenza Fiat sia nel settore auto, sia per il trasporto leggero dato che verrà montato ar che sulla « Campagnola ». Degne di nota due ca-ratteristiche: estrema silenziosità di marcia nonostante il tipo di motore e tempi di accelerazione rilevante. L'alle-stimento interno è tra i più lussuosi e confortevoli di tutta la produzione della casa torinese.

La Lancia ha esposto la Beta anche con trasmissione automatica che verrà fab-bricata nel nuovo stabilimento di Ver-rone. Si suppone che in futuro anche le Gamma verranno dotate di tale tipo di trasmissione, però a quattro rapporti. L'Alfa Romeo non ha presentato alcun debutto, ma ha esposto la Giulietta e le Alfasud super. La casa ha lasciato prevedere novità per i primi mesi del '79 e cioè probabilmente una berlina con motore a sei cilindri a V da 2492 cc; la lunghezza sarà di circa metri 4,70, la larghezza 1,69 l'altezza 1,40 e la ve-locità si aggirerà sui 190 chilometri al-l'ora.

L'altra importante novità del Salone è stata la Renault 18, riservata alla mani-festazione torinese in novità assoluta. Destinata a sostituire la R 16 mantiene lo schema della trazione anteriore con carrozzeria leggermente più lunga e la formula « tre volumi »; due motorizza-zioni di 1397 cc oppure 1647 cc. Gli allestimenti di carrozzeria sono due per ogni tipo di motorizzazione.

La Chrysler ha presentato la Horizon una quasi novità con due volumi e mo-tori da 1200 cc e 1300 cc con buone caratteristiche tecniche e di abitabilità. La Horizon si inserisce autorevolmente nella fascia delle « medie ».

Come novità, almeno per l'Italia, la Bmw ha esposto la 323 I, berlina due porte con motore a sei cilindri a inie-zione che sostituirà l'attuale « 320 » a quattro cilindri. La velocità massima sa-rà di 190 k m / h ed il consumo norma-lizzato sarà di 9,5 litri per cento chi-lometri.

La Peugeot ha esposto il suo ultimo pro-dotto la « 305 » assai interessante e la versione 504 coupé e cabriolet con car-rozzeria disegnata da Pininfarina. La novità della Opel era rappresentata dal-la Superekord con motore a iniezione elettronica, velocità di 179 k m / h e mol-ti accessori. Erano presenmol-ti anche le grandi Opel Senator e Monza e la Old-smobile Diesel.

La presenza della Ford è stata caratte-rizzata dalle sue Capri rinnovate dalla Fiesta con motore 1297 cc e dalla Gra-nada 6 cilindri a iniezione che porta la velocità a 194 k m / h .

Queste sono le novità di maggiore rilie-vo delle principali case, ma non si può concludere senza menzionare la Silver Star della Volvo (però già in vetrina) o le belle Station wagon ora disponibili an-che in Italia nelle versioni Diesel. Da ri-cordare la Citroen, la Wolswagen, Audi e Porsche che hanno presentato modelli non inediti, ma con novità di aggiorna-menti che hanno attirato l'attenzione del pubblico.

Il Salone è stato la prova che, malgra-do le polemiche svoltesi attorno all'in-dustria dell'automobile, è chiaro ed evi-dente sia utile all'economia nazionale un accrescimento della produzione per soddisfare il mercato interno, per con-trastare le importazioni ed essere pos-sibilmente esportata in maggior copia. Tutto ciò deve però effettuarsi all'inse-gna della economicità. La produttività dovrà aumentare compensando i costi crescenti. Non è evidentemente accetta-bile che mentre in una fabbrica tedesca di auto nel 1977 si sono lavorate 1650 ore per dipendente, con un fatturato prò capite di 68 milioni, in una fabbrica ita-liana le ore siano state 1356 con un fat-turato di 22 milioni (evitiamo addirit-tura di far confronti con il Giappone). Sarà necessario continuare a portare sul mercato novità per invogliare l'acqui-rente proprio come fanno le fabbriche straniere. Oltre ai dirigenti e tecnici for-se ora gli stessi sindacati hanno com-preso che la produzione dovrà essere svolta con elasticità e quando sarà ne-cessario compiere del lavoro straordina-rio ebbene non ci sarà altro da fare che farfo. L'automobile e la sua industria hanno ancora un avvenire in Italia; po-tranno essere di molto aiuto allo svilup-po della nazione.

LEONE TOLSTOJ

Nel documento Cronache Economiche. N.007-008, Anno 1978 (pagine 85-89)