• Non ci sono risultati.

Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 326, f. 78rv (www.e-codices.ch)

IG XIV 1085; IGUR I 62 (PH187695) ἀρχιερεῖ Ἀλεξανδρείας καὶ Αἰγύ- πτου πάσης Λευκίωι Ἰουλίωι Οὐηστί- νωι καὶ ἐπιστάτηι τοῦ Μουσείου καὶ ἐπὶ τῶν ἐν Ῥώµηι βιβλιοθηκῶν Ῥωµαι- 5 κῶν τε καὶ Ἑλληνικῶν καὶ ἐπὶ τῆς παι- δείας Ἁδριανοῦ τοῦ Αὐτοκράτορος καὶ ἐπι- στολεῖ τοῦ αὐτοῦ Αὐτοκράτορος [— — —] Walser 1987, pp. 129-130 nr. 73. 404 Nº iscrizione silloge di Einsiedeln Luogo

iscrizione Pagina manoscritto Edizione Database Autopsia IG/IGUR Esistente oggi

73. Via Ostiense 78rv IG XIV 1085;

Sulla strada che porta a Ostia, l’Anonimo vede e trascrive un’iscrizione greca ancora visibile nei primi anni del Rinascimento, ma poi andata persa . Essa parla di una nota personalità 405

romana, il grammatico Lucio Giulio Vestino, direttore del museo di Alessandria e quindi procurator a studiis, a bibliothecis e ab epistulis sotto Adriano. Egli discendeva da un’importante famiglia della Gallia Narbonense, a stretto contatto con la cerchia imperiale sin dalla metà del I secolo. Un omonimo Lucio Giulio Vestino , infatti, era stato lodato 406

inter paucos equestris ordinis ornamentum nell’Oratio Claudii de iure honorum Gallis dando e sotto Nerone era stato prefetto dell’Egitto ; Marco Vestino fu, molto 407 408

probabilmente figlio di quest’ultimo , divenne console nel 65, per poi morire suicida una 409

volta perso il favore di Nerone . Il testo trasmesso dalla silloge percorre il cursus honorum 410

di Lucio Giulio Vestino e pare essere incompleto. Non si leggono dall’iscrizione rimandi cronologici alla carriera di Vestino: Pflaum ritiene sia stato prima procuratore in Egitto circa nel 130 e quindi funzionario a Roma nel 138 , mentre Birley circoscrive la carica ab 411

epistulis al 120, subito dopo Svetonio . Vi è una sola altra evidenza epigrafica che 412

menziona Vestino, il titulus funerario del suo liberto Niconio . 413

Per il resto, la maggiore fonte riguardo la vita del nostro è il lessico di Suda, che lo cita tanto nell’introduzione - come responsabile della redazione di un’epitoma delle glosse di Panfilo, utilizzata come fonte nella compilazione del lessico - quanto nella sua voce specifica, dove viene detto σοφιστής prevalentemente impegnato nel settore lessicografico e con un certo interesse per il dialetto attico, come testimoniano le redazioni di ecloghe a Tucidide e ad altri autori ateniesi. Il suo nome, talvolta trascritto in maniera errata, viene trasmesso anche in

PIR IV, 623. 405 PIR IV, 622. 406 CIL XIII 1668. 407 Geraci 1990, p. 97. 408 PIR IV, 624. 409 Tac. ann. 15, 68-69. 410 Pflaum 1960, nr. 105. 411 Birley 1997. 412 CIL VI 9520. 413

altri lessici ed opere, tutte di carattere letterario , e lo stesso romanzo Memorie di Adriano 414

di Marguerite Yourcenar ne fa menzione . 415

Si può affermare con moderata certezza che la parte di testo letta e trascritta dall’Anonimo appartenesse al monumento funebre di Vestino e che il testo, che ricordiamo essere mutilo, fosse in origine anche iscritto in latino. Non ci è dato sapere se il redattore della silloge fosse a conoscenza di chi Vestino fosse, né tantomeno che sia riuscito a coglierne l’importanza dalla lettura del testo greco, ma resta che, come per gli altri monumenti funebri riportati nella silloge, l'impatto visivo fosse l’unica effettiva ragione di copia. Ed effettivamente, data l’importanza di Vestino, è più che credibile la sua sepoltura fosse ben visibile e decorata. Tuttavia, visto il notevole lasso di tempo tra la morte di Vestino - sconosciuta, ma da datarsi al II secolo d.C. - e le ultime attestazioni dell’epitaffio in età rinascimentale, non ci è possibile utilizzare questa suggestiva iscrizione per la circoscrizione temporale della redazione della silloge di Einsiedeln.

Per un prospetto generale ed un elenco dettagliato delle fonti menzionanti Vestino si veda Ippolito

414

2015.

Yourcenar 1951: “Giulio Vestino, prefetto agli studi, m'invia il suo rapporto sull'apertura di

415

76, 77, 78, 79, 80. Iscrizioni di Pavia

76-78 Iscrizioni dell’arco augusteo di Pavia 416

Einsiedeln Stiftsbibliothek, Codex 326, f. 78v-79r (www.e-codices.ch)

Walser 1987, pp. 133-140 nn. 76-78; SupplIt 9, pp. 232-233; SupplIt 22, p. 256; Scuderi 2013, pp.

416 421-423; Maggi 2014, pp. 59-65. Nº iscrizione silloge di Einsiedeln Luogo

iscrizione Pagina manoscritto Edizione Database Autopsia CIL Esistente oggi

76. Arco Augusteo di Pavia 78v-79r CIL V 6416 EDR070617 No No 77. Arco Augusteo di Pavia 78v-79r CIL V 6416 EDR070618 No No 78. Arco Augusteo di Pavia 78v-79r CIL V 6416 EDR070619 No No

Le prime tre voci dell’ultima parte della silloge - quella comprendente tituli trascritti a Pavia - riportano in maniera confusa una serie di iscrizioni della domus Augusta lette dall’Anonimo su di un arco a tre fornici con gruppo statuario in onore della famiglia imperiale posto sulla porta di Ticinum.

L’effettiva attribuzione del complesso a Pavia è stata discussa da Charles Brian Rose negli ultimi anni del secolo scorso . Lo storico americano ha affermato infatti che il monumento 417

fosse da attribuire alla porta Appia di Roma per due motivi: il primo è che non sono noti resti di archi di età romana a Pavia, il secondo che la trascrizione del testo segue di poco una sezione della silloge in cui si propone parte di uno degli itinerari inclusi nella sezione successiva del codice di Einsiedeln. Secondo la sua opinione, dunque, il complesso sarebbe stato visto lungo il percorso riportato nel codice. Questa lettura, appoggiata da qualche altro studioso , ma generalmente rifiutata , pare erronea per le seguenti ragioni: il solo fatto 418 419

che non siano stati rinvenuti resti di un arco a Pavia non implica che questo fosse a Roma, dato che anche lì mancano segni di una sua antica presenza; il testo precede altri testi di Pavia, e la stessa indicazione in porta Papia, quest’ultimo nome medievale del sito, non pare lasciare spazio ad altre interpretazioni; lo storico fa riferimento alla silloge come sicuro originale di primo pugno di IX secolo, quando invero non pare essere né l’uno né l’altro; le sezioni della silloge in cui vengono trascritte sezioni degli itinerari paiono invero contenere errori di copiatura, come si proverà a spiegare nel secondo capitolo.

Già Muratori, nel Novus thesaurus, aveva assegnato a Roma, in una fantomatica porta Papia, la seconda e la terza voce della silloge . Si tratta in realtà di un errore di congettura 420

da parte dello storico settecentesco: il suo lavoro, già di per sé poco preciso, in questo caso si basa sulla prima edizione del codice a cura di Mabilion, che invero non aveva proposto letture diverse da quelle letterali della silloge. In generale, che ci fosse un rapporto speciale tra la famiglia imperiale e Pavia lo sappiamo da fonti storiche, che ci raccontano di come Augusto e la moglie Livia si trovassero proprio a Ticinum quando Druso subì il mortale incidente in Germania nel 9 a.C.

Rose 1986, p. 189; Rose 1990.

417

Kleiner 1990, p. 513, nota 13; Böschung 1993, p. 53, nota 73; Böschung 1993, p. 102, nota 519.

418

Gabba 1987, pp. 9-18; Gabba 1990, pp, 515-517; Billanovich 1992, pp. 225-226; Saletti 1993, p.

419

279; Hausmann 1996, pp. 150-151. Si veda Fasolini 2006, pp. 33-34, nota 149. Muratori 1739, p. 220, nr. 2; p. 227, nr. 2.

Giusta quindi la lettura già effettuata da Mommsen, che attribuisce alla città del nord Italia l’arco ed era riuscito a separare ed interpretare i testi, che, uniti in tre lemmi diversi nella silloge, erano stati trascritti “in lungo”, trascrivendo di seguito le righe di ciascun fornice. Si può credere che il redattore sia stato confuso dall’assenza nel monumento delle statue, probabilmente andate perdute, che gli avrebbero potuto offrire quantomeno un indizio visivo di come dovevano essere lette le parole poi copiate. Altrimenti, e più probabile, il copiatore non fu in grado di comprendere l’andamento dei testi come riportato nella silloge originari, da cui l’epitome così errata. Il pastiche epigrafico è stato in ogni caso risolto grazie all’acume del curatore del CIL, che restituisce ciascuna delle tre voci come segue:

- 76 = CIL V 6416 1-4

CIL V 6416, 1-4.


1: iscrizione di Nerone, figlio di Germanico;