Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 326, f. 69rv (www.e-codices.ch)
CIL VI 1130 (EDR110850)
[DD. nn. D]ìocletia[nus et 〚Maximian]us〛 Invìcti Seni[ores Augg. patres Impp. et Ca]ess.(:Caesarum) et DD. nn. Cons[tantius et Maximianus Invicti Augg. et] [Severus et] Ṃax[iminus nobilissimi Caesares]
5 [ther]mas Feli[ces Diocletianas quas]
[Maxi]mianus Aug(ustus) [rediens ex Africa sub] [praesen]tia mai[estatis suae (?) disposuit ac] [fieri iussit e]ṭ [Diocletiani Aug(usti) fratris sui] [nomine consecrav]ịṭ [coemptis aedific]ịịs
10 [pro] t̲a̲[nti ope]ṛịs magnị[tudine omni c]ultu p̲e̲r̲f̲e̲c̲[tas] Romanis sui[s] dedic̣[ave]r̲u̲[nt].
CIL VI 8, 2, pp. 4326-4327; Walser 1987, pp. 16-17, nr. 16; Cicogna - Crimi 2012, pp. 243-256;
123 Crimi 2014, pp. 57-67; Roberto 2019. Nº iscrizione silloge di Einsiedeln Luogo
iscrizione Pagina manoscritto Edizione Database Autopsia CIL Esistente oggi
16. Terme di
Tra i testi della silloge di Einsiedeln, l’iscrizione dedicatoria delle terme di Diocleziano 124
(fig. 7) è uno di quelle con una tradizione più proficua.
Per quanto la trasmissione del testo completo dipenda dalla silloge di Einsiedeln e dalla copia di Poggio, nel corso di tutto il Rinascimento due grandi frammenti dell’iscrizione continuarono ad essere copiati. Il primo (a, vedi fig. 8) sarebbe stato conservato nei pressi della Basilica di Sant’Antonio da Padova all’Esqulino, il secondo (b, vedi fig. 9) in un muro del monastero certosino di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, costruito sui resti delle terme stesse . Sulla base della silloge e delle testimonianze rinascimentali, Mommsen ne 125
ricostruì il testo , poi inserito nella voce del CIL VI. 126
LTUR V, pp. 53-58.
124
Per una più dettagliata prospettiva circa la collocazione delle due lastre si veda Crimi 2014, p. 67,
125
nota 2. Cfr. l’incipit di CIL VI 1130.
Cfr. CIL VI 1130: "Titulum restituit Mommsen archäol. Zeit. 1846 p. 229 et Sitzungsber. der
126
sächs. Gesellsch. 1850 p. 308 (inde Henzen ad Orell. 1056 p. 110)”.
Fig. 7: ricostruzione dell’iscrizione delle terme di Diocleziano, da Crimi 2014, p. 58.
Il testo ci permette di ricostruire la durata dei lavori per l’edificazione del complesso. Essi iniziarono tra l’autunno del 298 e i primi mesi del 299, in concomitanza col ritorno a Roma di Massimiano, il quale aveva finanziato il progetto con una generosa offerta. L’idea iniziale dell’Augusto era quella di consacrare l’edificio al fratello Diocleziano in occasione dei suoi vicennalia, nel 303, ma le terme furono inaugurate solo in un periodo compreso tra il primo maggio del 305, giorno dell’abdicazione di Diocleziano e Massimino in favore di Galerio Massimiano e Costanzo Cloro, e la morte di quest’ultimo, il 25 luglio 306 . 127
Undici piccoli frammentiriconducibili all’iscrizione sono stati rinvenuti, in tempi diversi, ma nella quasi totalità nei pressi delle terme, a partire dalla fine del XIX secolo . Essi 128
sono stati di grande utilità per una ricostruzione ancora più accurata del testo, ma hanno alimentato invero altri dubbi relativi, in particolare, a quante lastre con la stessa iscrizione fossero presenti nel complesso termale: alcuni frammenti, infatti, presentano una stessa parte di testo e al contempo una lavorazione delle superfici e tratti paleografici differenti tra loro, tutti fattori che indicano la certa esistenza di più esemplari del titulus . 129
Roberto 2017, pp. 303-304.
127
CIL VI 31242 1-9; CIL VI 30567 20; l’undicesimo frammento, non incluso nel CIL, è stato edito
128
per la prima volta da Crimi, Cicogna 2012. Crimi 2014, pp. 57-67.
129
Fig. 8: frammento a dell’iscrizione delle terme di Diocleziano, da CIL VI
1130.
Fig. 9: frammento b dell’iscrizione delle terme di Diocleziano, da CIL VI
17, 18, 19. Iscrizioni di Porta Prenestina/Maggiore130
Einsiedeln, Stiftsbibliothek, Codex 326, f. 69v-70r (www.e-codices.ch)
CIL VI 8, 2, p. 4365; Walser 1987, pp. 77-79, nn. 17-18-19; Coates Stephens 2004 36-40.
130
Nº iscrizione silloge di Einsiedeln
Luogo
iscrizione Pagina manoscritto Edizione Database Autopsia CIL Esistente oggi
17. Porta
Maggiore 69r CIL VI 1256 EDR104278 Sì Sì
18. Porta
Maggiore 69r CIL VI 1257 EDR104279 Sì Sì
19. Porta
Fig. 10: facsimile delle tre iscrizioni, lato sud, da Coates Stephens 2004, p. 38.
CIL VI 1256 (EDR104278)
Ti(berius) Claudius Drusi f(ilius) Caisar Augustus Germanicus, pontif(ex) maxim(us), tribunicia potestate X̅I̅I̅, co(n)s(ul) V̅, imperator X̅X̅V̅I̅I̅, pater patriae,
aquas Claudiam ex fontibus, qui vocabantur Caeruleus et Curtius, a milliario XXXXV, item Anienem Novam, a milliario LXII, sua impensa, in urbem perducendas curavit.
CIL VI 1257 (EDR104279)
Imp(erator) Caesar Vespasianus August(us), pontif(ex) max(imus), trib(unicia) pot(estate) I̅I̅, imp(erator) V̅I̅, co(n)s(ul) I̅I̅I̅, desig(natus) I̅I̅I̅I̅, p(ater) p(atriae),
aquas Curtiam et Caeruleam perductas a divo Claudio et postea intermissas dìlapsasque per annos novem sua impensa urbi restituit.
CIL VI 1258 (EDR104280)
Imp(erator) T(itus) Caesar dìvì f(ilius) Vespasianus Augustus, pontifex maximus, tribunic(ia)
potestate X̅, imperator X̅V̅I̅I̅, pater patriae, censor, co(n)sul V̅I̅I̅ aquas Curtiam et Caeruleam perductas a dìvo Claudio et postea
a dìvo Vespasiano, patre suo, urbi restitutas, cum a capite aquarum a solo vetustate dìlapsae essent, nova forma reducendas sua impensa curavit.
Le tre iscrizioni si trovano sull’attico di Porta Maggiore, ripetute su entrambi i lati dell’edificio e oggi visibili e leggibili grazie ad un restauro del 1999 . La porta era stata 131
fatta costruire da Claudio nel 52 come arco monumentale e al contempo componente strutturale dell’aqua Claudia, come dimostrano i canali ancora oggi visibili nella sezione dell’attico.
Il primo testo si trova sul condotto dell’Anius Novus, quello posto più in alto nella porta, ed era stato fatto incidere da Claudio in occasione della sua costruzione; il secondo, nella parte centrale dell’attico, in corrispondenza del condotto dell’Aqua Claudia, menziona un restauro ad opera di Vespasiano nel 71 d.C.; il terzo, sul basamento, un successivo restauro da parte di Tito nell’82 (figg. 10-11).
Coates Stephens 2004, p. 35.
Tutti i testi godono di una tradizione copiosa, lineare e in gran parte autoptica: Poggio stesso li inserì tra le trascrizioni da lui fatte di persona, e Henzen menzionò la loro visione nelle voci del CIL.
L’indicazione topografica della silloge di Einsiedeln, porta Praenestina , si riferisce al 132
nome con cui già dalla costruzione delle Mura aureliane l’arco era conosciuto. Inizialmente indistintamente intercambiabile con porta Lavicana - l’arco infatti separava via Prenestina e via Labicana - in seguito alla fortificazione del complesso murario da parte di Onorio nel 402, i nomi vennero attribuiti a due entrate distinte. L’intero progetto onoriano venne celebrato con l’apposizione di varie iscrizioni lungo le mura, tre delle quali si sarebbero trovate proprio nella zona di Porta Maggiore. Di queste ne sopravvive una, collocata proprio nel fornice labicano , che non venne però trascritta nella silloge di Einsiedeln. 133
Questo probabilmente perché già dal 537 l’entrata Labicana era stata chiusa, venendo riaperta - e quindi distrutta - solo in occasione dei restauri del 1838. Stando infatti al De Bello Gothico di Procopio, i Goti avrebbero posto sei capisaldi tra la porta Flaminia e la Prenestina e, in difesa, Belisario le avrebbe fatte serrare con grandi massi . Si può 134
ipotizzare che l’ingresso ostruito fosse solo uno, mai più riaperto al termine della guerra, e quindi i riferimenti nell’opera al nome Πραινεστίνα potrebbero derivare dal fatto che, essendo stato chiuso e reso inaccessibile il fornice labicano, ai tempi di Procopio si fosse soliti denominare Porta Maggiore col nome dell’ingresso ancora in utilizzo. Un documento del 966 attesta che la porta Labicana fosse bloccata anche nei secoli successivi, specificando come una delle due entrate di Porta Maggiore fosse clausa . Da vari disegni 135
di XVII e XIX secolo che confermano che la viabilità fosse garantita solo da un fornice (figg. 12-13). LTUR III, pp. 310-311. 132 CIL VI 1189. 133 Procopio, Got. 19 1-3, 14-14. 134 Coates-Stephens 2004, p. 113. 135
Fig. 12: Porta Maggiore, lato sud, XVII secolo, da Coates Stephens 2004, p. 98.