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iStantanee: breVe biografia Di peter mettler

Nel documento 51° Festival dei Popoli (pagine 188-190)

GIONA A. NAZZARO

Nel 1952 i giovani genitori di Peter Mettler abbandonano la Svizzera alla volta del Canada. “Mio padre e mia madre erano molto poveri quando si sono trasferiti in Canada”, ricorderà il regista in più di un’occasione. Sei anni più tardi, nel 1958, Peter Mettler nasce a Toronto. I contatti con la comunità svizzera della periferia residenziale della città permettono al ragazzo di iniziare a sviluppare gli interessi interculturali che successivamente diventeranno una caratteristica fon- dante del suo fare cinema. Cosa cui contribuisce in maniera determinante anche la professione del padre, il quale per motivi di lavoro si reca sovente in India e torna in Svizzera regolarmente per visitare familiari e parenti.

A partire dall’età di cinque anni, Peter inizia a scattare fotografie e a prendere lezioni di pianofor- te che prosegue sino a diciassette anni.

A sedici anni, invece, incomincia a frequentare l’Highschool Filmclub dove prende confidenza con il super-8. Il diploma lo consegue presso il Canadian College di Losanna, in Svizzera e ap- profondisce il suo interesse per la fotografia. Questa permanenza elvetica permette al giovane Mettler di scoprire la sua vocazione nomade. Si reca quindi per la prima volta in Nord Africa. Di ritorno in Canada, si iscrive alla scuola di cinema Ryerson (Ryerson Polytechnical Institute) dove trascorre cinque anni. D’estate ritorna in Svizzera per lavorare allo smistamento bagagli dell’aeroporto di Zurigo. Nel corso di un’interruzione di un anno della sua frequentazione del Ryerson, Peter Mettler si reca come osservatore in una clinica di recupero per tossicodipendenti presso Neuchâtel. Dall’incontro con uno dei pazienti della clinica nasce il suo film di diploma, Scissere che, caso più unico che raro, considerato che si tratta di un film «di scuola», viene selezionato personalmente dalla curatrice Kay Armatage e presentato al Toronto Film Festival nell’ambito della sezione New Directors/New Directions. Tra i numerosi riconoscimenti che il film ottiene, si segnala il prestigioso Norman McLaren Award conferito da Le conservatoire d’art cinématographique Montréal.

Grazie alla notorietà ottenuta con Scissere, il nome di Peter Mettler inizia a girare molto nell’am- bito della nascente nouvelle vague canadese. Richiesto come direttore della fotografia, inizia a lavorare con registi ormai affermati a livello internazionale come Atom Egoyan, Bruce McDonald, Patricia Rozema e Jeremy Podeswa.

Nel 1987, dopo numerosi viaggi in Europa e in Asia, dai quali si sviluppa il film Eastern Avenue, Mettler decide di cimentarsi con la realizzazione di The Top of His Head, film prodotto dalla Rhombus Media e suo primo tentativo di lavorare nel contesto di una relativamente grande pro- duzione cinematografica. Film di finzione a tutti gli effetti, cui il regista tenta di conferire alcune delle sue ossessioni teoriche e formali, l’esperienza risulterà estremamente impegnativa per il regista e la lavorazione complessiva si protrarrà per quattro anni. Dopo questa esperienza che rafforza in lui la convinzione di non potere lavorare all’interno di una macchina che essenzial- mente è al servizio del solo versante economico del film, Mettler si cimenta con la riduzione cinematografica di Tectonic Plates di Robert Lepage. La lavorazione del film si svolge ancora una volta a cavallo di più paesi ed è durante questo periodo che Mettler incontra il meteorologo

svizzero Andreas Züst che gli suggerisce di realizzare un film sulle luci dell’Aurora Boreale così come è possibile vederle a Churchill, una minuscola cittadina artica nel Manitoba. Mettler ac- coglie di buon grado la proposta, ma dichiara subito di non avere intenzione di sprecare tre anni nel tentativo di convincere eventuali finanziatori. Züst dichiara di potersi occupare dell’aspetto produttivo del film e poco dopo, fra il 1991 e 1992, nel corso di due viaggi, vengono effettuate le riprese che risulteranno poi nel film Picture of Light, uno degli esiti maiuscoli del cinema met- tleriano. La lavorazione del montaggio di Picture of Light, durata ben due anni, si svolge nell’iso- lamento del Canton Appenzell. Nello stesso periodo il regista fonda la Grimthorpe, la sua casa di produzione, in collaborazione con Mike Munn, Alexandra Gill e Ingrid Veninger. Per prendere fiato rispetto allo straordinario impegno di Picture of Light, Mettler realizza il cortometraggio Balifilm, nel corso delle cui riprese sperimenta un nuovo tipo di comunione con i luoghi e le persone del film grazie a uno spettacolo di luci e ombre che gli permette di approfondire ulteriormente ciò che lui intende ottenere dal cinema. Dopo una serie di lavori come direttore della fotografia, tra i quali figurano anche Bin ich schön di Doris Dörrie e Krapp’s Last Tape di Atom Egoyan tratto da Samuel Beckett, Peter Mettler s’avventura nella lavorazione di Gambling, Gods and LSD, al momento il lavoro che riassume al meglio sia le sue preoccupazioni estetiche, formali e tecnolo- giche che le relative implicazioni etiche e morali. Ottenuto da una mole impressionante di girato per un totale di circa 55 ore, il regista riesce con grande fatica e attraverso un processo com- plesso che comprende anche una esposizione dei materiali filmati, a ottenere finalmente un film della durata di 180 minuti. Riflessione sulla trascendenza, il film anticipa in maniera inquietante tutte le domande relative alla fede sorte nell’angoscia del dopo 11 settembre. Dopo un’altra se- rie di lavori come direttore della fotografia, Peter Mettler accetta di collaborare con Greenpeace Canada per realizzare un film sulle Tar Sands dell’Alberta. Nasce così Petropolis, vista aerea di un’enorme area devastata dall’escavazione petrolifera che getta una luce terribilmente inquie- tante, soprattutto alla luce della tragedia della Louisiana, sulla nostra civiltà del petrolio.

Petropolis: Aerial Perspectives on the Alberta Tar Sands

Nel documento 51° Festival dei Popoli (pagine 188-190)