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2.5 L’offensiva finale contro Lon Nol, i Khmer Rossi emergono dalla macchia

3.1.2 I Khmer Rossi al potere, 1975-1979

Come già accennato, il reperire informazioni rilevanti riguardo al triennio di dominazione di Pol Pot è reso complicatissimo, tra le altre cose, dal taglio netto che la Kampuchea Democratica compì nei confronti del resto del mondo.

Ciò che è palese è che, disilludendo sia Pechino sia i pochi moderati all’interno del movimento, il regno della Cambogia fosse finito9. Dai tempi dell’impero del Siam, dal re di Survanhamai, la Cambogia era sempre stata una monarchia. Agli occhi degli abitanti il re non era solamente il Capo dello Stato, ma il terminale ultimo di una stirpe divina. L’esclusione di Sihanouk dalla vita politica del Paese non deve essere pertanto sottostimata. A tutti gli effetti si comprende, attraverso questa recisione netta, sebbene a fasi alterne, l’attitudine che i Khmer Rossi avrebbero tenuto durante tutto il loro governo. Nel 1748 Montesquieu avrebbe dato espressione ad uno dei teoremi fondanti della democrazia. Nell’Esprit de Loix avrebbe fatto cardine dello stato legittimo il principio del popolo sovrano. Principio che in tutti i regimi dittatoriali, Khmer Rossi inclusi, sarebbe stato calpestato.

Tuttavia un ritorno del re, indesiderato da ambo le parti, sarebbe avvenuto il nove settembre 1975, a distanza di quattro mesi dalla presa di Phnom Penh. Questo ritorno, caldeggiato da Zhou Enlai, non segnò l’auspicato ritorno del re alla scena politica cambogiana. Da parte sua Sihanouk non approvava per nulla i metodi, e gli obiettivi, della neo istaurata democrazia rossa. Pol Pot, dalla sua, non poteva che vedere sospettosamente la presenza del re, che era in aperto contrasto con la sua teoria rivoluzionaria. La grande popolarità di cui godeva il sovrano, soprattutto nelle zone rurali del paese, era sia un grande deterrente ad una possibile riconciliazione, sia una caratteristica cui era difficile rinunciare. Il governo presentato dai Khmer Rossi, una

9 I ruoli politici che Sihanouk avrebbe ricoperto successivamente, fino al 1979,

sarebbero stati solamente di rappresentanza, occupando posizioni di potere meramente formali.

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volta reintegrato, solo formalmente Sihanouk nella vita politica del Paese, rispondeva al nome di Governo Reale dell’Unione Nazionale della Cambogia(GRUNC).

Se la sua popolarità interna era un problema per il nuovo governo, la sua credibilità internazionale fu il motivo per cui, inizialmente, fu trattato con tutti gli onori. In quel settembre infatti, dall’arrivo a Pochentong, benchè privato di qualunque reale incarico, gli fu consentito di girare più o meno liberamente per la capitale e perfino di partecipare, solo come spettatore, a qualche incontro di governo.

Questa inaspettata cordialità era finalizzata all’ultimo compito che i Khmer Rossi avevano riservato al re, il tentativo di dare credibilità internazionale al nuovo regime. Due viaggi del re furono particolarmente rilevanti. Il primo, verso Pechino, fu un successo. Innanzitutto il re godeva della stima di Mao e di Zhou Enlai, e questo era un grosso vantaggio.

Il secondo fu fondamentale. Il re volò a New York, stavolta sì, per denunciare gli Stati Uniti riguardo ai bombardamenti degli anni precedenti. Interrogato sulla situazione in Cambogia, si limitò a dare risposte molto elusive. Riguardo ai presunti massacri rispose

“ Io non c’ero, ma non credo siano avvenuti. […], i combattimenti esistono solo nelle menti di quei cambogiani che combattono dai loro nightclub a Parigi o a Bangkok.”10

Lo stesso socialismo, un tempo disprezzato apertamente, ora era giustificabile. Nelle melliflue parole del re, in fin dei conti, “Buddha stesso era stato un socialista”11.

Lo scopo principale del viaggio non era tuttavia il giustificare o meno la nuova rotta del Paese. Il Vietnam del nord, infatti, chiese un formale risarcimento per i danni subiti durante la guerra. Sihanouk si rifiutò sdegnatamente sostenendo

“[…] Il nostro sangue non è commerciabile, non gli diamo un prezzo. Gli Stati Uniti pagheranno per i loro crimini nelle pagine della Storia.”12.

La protezione cinese era stata sottovalutata dal re e quando, nel febbraio 1976, Zhou Enlai morì, la carriera del re alla corte dei Khmer Rossi era finita. Nello stesso tempo, Khieu Samphan lo soppiantò come Capo dello Stato, al re fu assegnata una pensione di ottomila dollari all’anno. In Cambogia, curiosamente, non circolava moneta da sei mesi circa.

10 SHAWCROSS William (1979), op.cit, pg.379 11 Ibidem

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Fino al 1977 del re non si sarebbe saputo più nulla. Il che attirò l’indesiderata internazionale. Perfino Tito, conosciuto ai tempi del movimento dei non allineati, fece pressioni su Phnom Penh per avere notizie del re. Si vocifera che il re abbia passato quell’anno ad Hanoi.

Per fare il pari con l’emergente “Banda dei Quattro” cinese, in Cambogia il governo era conosciuto anche come la “Banda dei Sei”13. Tuttavia, l’Organizzazione, che sovrintendeva tutta la vita sociale del Paese, trascendeva le personalità. Mentre molte dittature, asiatiche e non, sono caratterizzate dal culto della personalità, quella cambogiana, almeno inizialmente, fece dell’anonimato il suo tratto distintivo. Secondo Shawcross Pol Pot sarebbe divenuto famoso, tra la sua stessa gente, soltanto dopo le purghe del 1977, prima le personalità che guidavano l’Angkar, una decina probabilmente, erano avvolte da mistero.

A chiarire parzialmente la scena ci pensò Pol Pot stesso, in un celebre discorso nel settembre 1977. Per la prima volta si parlò apertamente di marxismo nei dettami dell’autorità di governo dei Khmer Rossi, larghe parti del discorso, durato più di cinque ore, furono prese direttamente dal libretto rosso di Mao, nel tentativo di ingraziarsi la Cina. I confronti coi vietnamiti, che pur tenevano banco nelle discussioni interne al PCK, al momento non erano esternati. Se l’obiettivo era la patrocinazione cinese infatti, sarebbe stato sciocco ammettere apertamente un conflitto col Vietnam che stava vincendo la guerra con la nazione capitalista per antonomasia.

Ad un anno dall’uscita di scena di Norodom Sihanouk, Pol Pot, denunciò la violenza con cui Lon Nol, ed il re indirettamente, si scagliarono contro i movimenti reazionari degli anni Sessanta.

I tempi della macchia erano tutt’altro che dimenticati quindi, nella mente dei leader Khmer Rossi. Un altro esempio del risentimento covato è la selezione dei posti da occupare al governo. Oltre all’educazione francese e gli ideali reazionari, ai membri di governo era, solitamente, richiesta la partecipazione alle agitazioni durante le prime guerre civili. Membri eccellenti del partito come Hu Nim e Hou Yuon, per esempio, secondo fonti vietnamite, furono eliminati l’anno successivo. Lo stesso Khieu Samphan, che era tornato in Cambogia solamente nel 1967, ricopriva l’incarico che era toccato a Sihanouk, una posizione di rilevanza limitata14.

13 SHAWCROSS William (1979), op.cit, pg.375 14 Ibidem

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