• Non ci sono risultati.

L’insofferenza interna e la deposizione di Sihanouk

Le tensioni degli anni Sessanta vennero in qualche modo messe in secondo piano dall’escalation incredibile che vide protagonista il vicino Vietnam. In un viaggio che Pol Pot stesso compì tra il 1969 e il 1970, il leader del PCK si rese conto che la tensione tra Cambogia e Vietnam stava, raggiungendo il suo apice. Quello che preoccupava l’élite politica khmer in quel momento era ciò che preoccupava gli americani stessi, ovvero i vietnamiti oltre confine. Come logica conseguenza dell’intensificarsi dei bombardamenti sul Vietnam e del massiccio aumento delle truppe statunitensi in suolo vietnamita, sia Vietcong sia Viet Minh cercavano rifugio nella vicina Cambogia. I primi semplicemente attraversavano il confine sud occidentale del Vietnam, i secondi sfruttavano il celeberrimo sentiero di Ho Chi Minh.

In questo clima di crescente insofferenza antivietnamita, i quadri dirigenti del PCK convennero che fosse necessario trovare in qualche modo una soluzione alla guerra civile che stava sconvolgendo il Paese e quindi, non senza opposizioni interne, cercarono di trovare un accordo di limitata pacificazione con Sihanouk. Quello che non era prevedibile era il cambio di governo violento che sarebbe occorso quella primavera. Nell’idea di molti intellettuali tra i Khmer Rossi, la convivenza e l’eventuale formazione di un governo di coalizione con Sihanouk era ancora possibile e, soprattutto in ottica di legittimazione interna ed internazionale, auspicabile.

Il governo del principe Sihanouk venne rovesciato nel marzo 1970, dal Generale Lon Nol e dal suo stesso cugino, il principe Sirik Matak5. Il re venne a conoscenza del colpo di Stato il diciotto marzo, all’interno dell’auto di Alexei Kosygin mentre il ministro degli Esteri russo lo stava portando all’aeroporto moscovita da dove sarebbe volato su Pechino6. Da allora il coinvolgimento americano nel colpo di stato è stato ampiamente

5 Il principe Sisowath Sirik Matak era l’ultimo esponente della famiglia esautorata

dall’amministrazione francese, per far posto alla famiglia Norodom, di cui Sihanouk era l’ultimo erede.

6SHAWCROSS William (1979), Sideshow, Kissinger, Nixon and the Destruction of

42

discusso ma mai comprovato7. Tuttavia le implicazioni che il gabinetto Nixon possa aver avuto nel rovesciamento di governo non devono mascherare il fatto che, all'interno della Cambogia stessa, la figura del principe divino cominciava a perdere d'autorità e credibilità. Il mito del sovrano onnipotente stava lasciando il posto, nel migliore dei casi, all’immagine di un principe acquiescente della condotta statunitense sul suolo cambogiano. Nel frattempo le bombe fioccavano con crescente violenza e intensità sul suolo della Cambogia.

Fu proprio la deposizione del re che, secondo David Chandler, ispirò in principio l’attività politica di Saloth Sar. Probabilmente la dimostrata umanità del sovrano aveva convinto il giovane Pol Pot che l’attività politica potesse effettivamente produrre effetti sul suo Paese. Di quegli anni infatti è il primo scritto politico attribuibile al Khmer

Daom8 intitolato “Monarchy o Democracy?”9.

L’umore alla Casa bianca sulla questione indocinese tuttavia non era dei migliori. Kissinger, infatti, riteneva che in quel momento gli Stati Uniti non avessero il potere necessario, di combattere una guerra fredda così estesa nel mondo. Nelle parole del vice presidente si riteneva che al momento l’America fosse “overstretched” sul mappamondo e, complice la concomitante crisi finanziaria che la affliggeva, non potesse più permetterselo10.

La stessa CIA, che del rovesciare governi comunisti, protocomunisti o eccessivamente simpatizzanti in tutto il mondo aveva fatto il suo distintivo d’efficienza adesso si trovava a doversi per forza appoggiare a quella classe elitaria urbana e militare, scontenta dell'operato del principe, per poter attuare il suo intento. E' necessario dire che ad oggi non si è trovato un legame effettivo tra il governo degli Stati Uniti con gli usurpatori del trono di Sihanouk. Kissinger e Nixon hanno sempre ostentato choc e sorpresa riguardo al colpo di stato e, anche quando gli obiettivi segreti dell'operazione

7 Nel 1977 addirittura Henry Kissinger avrebbe smentito ogni coinvolgimento nel colpo

di stato che depose Sihanouk. Nelle sue parole gli Stati Uniti avrebbero avuto poco o nulla a che fare con Lon Nol “[…]at least not at the top level”, in Shawcross (1979), op.cit.

8 Khmer daom è lo pseudonimo con cui sono firmati I primi scritti di Pol Pot, risalenti al

periodo parigino. In khmer il termine significa “khmer originale”.

9 CHANDLER David (1999), op.cit., pg.37. Questa breve dissertazione era interamente

scritta a mano in quanto Keng Vannsak doveva ancora inventare la macchina da scrivere in grado di battere I caratteri khmer.

10 LUNDESTAD Geir(2005), The United States and Western Europe since 1945, New York,

43

Menu furono rivelati, e a Sihanouk venne imputato il tacito assenso sugli stessi, si cercò il motivo della mancata protezione statunitense. In quel periodo Sihanouk pensò addirittura al pensionamento anticipato, magari a Pechino. Proprio il governo cinese però lo convinse a desistere, facendo anche leva sugli insulti che i comunisti, dalla macchia, stavano lanciando verso la famiglia reale11.

La testimonianza forse più degna di nota e più autoritaria è quella che Samuel R.Thornton, specialista d'intelligence dal 1968 al 1969 al comando della marina di Saigon, rilascia a Seymour Hersh. Egli sarebbe venuto a conoscenza dei dettagli del piano per sovvertire il governo di Sihanouk già alla fine del 196812, quasi due anni prima dell’effettivo colpo di stato. In quel frangente, racconta Thornton, Lon Nol si avvicinò all'intelligence statunitense affinché questa s’impegnasse a fornirgli il supporto militare, economico e politico necessario per poter realizzare il piano di decapitare il governo cambogiano. A questo punto in realtà i servizi segreti americani erano pronti anche ad andare oltre, fino al punto di assassinare il re. Quest'operazione, il cui nome in codice era Sunshine Park13, fu approvata nel marzo 1969 dal più alto livello del governo degli Stati Uniti, il che significa dal presidente Nixon in persona. Tuttavia Lon Nol si rifiutò di procedere all'assassinio che, secondo il resoconto, avrebbe definito come un' "insanità criminale"14. A Lon Nol, sempre secondo Hersh, furono garantiti l’appoggio e la protezione statunitensi necessari al conseguimento dell’obiettivo.

Sebbene la testimonianza di Thornton resti non confermata, il supporto, o quantomeno l’acquiescenza garantita dal governo americano a Lon Nol rimane evidente nei fatti. Perfino nell’eventualità che il colpo di stato fosse stato progettato e chiaramente portato avanti da membri disillusi del governo di Sihanouk, si può affermare che parte di questa stessa disillusione fosse causata dalla crescente tensione in Vietnam che, come abbiamo già detto, costringeva i soldati vietnamiti a rifugiarsi nella vicina Kampuchea.

A testimonianza oggettiva della presenza sempre più preponderante di azioni militari in Cambogia da parte delle milizie statunitensi c'è da notare che nel 1969 il numero di missioni di ricognizione e piazzamento mine portate avanti dalle Forze Speciali statunitensi sin dai primi anni Sessanta, raddoppiò semplicemente, causando gravi

11SHAWCROSS William (1979), op.cit., pg.125

12KIERNAN Ben (1985), How Pol Pot Came To Power, Colonialism, Nationalism, and

Communism in Cambodia,1930-1975, London, Yale University Press pg.300

13SHAWCROSS William (1979), op.cit., pp.110-113 14 Ibidem, pg.110

44

sofferenze alla popolazione. In una nota di un emissario di Sihanouk in viaggio diplomatico in Australia si può evidenziare la frustrazione per queste missioni che “[…]hanno già ucciso centinaia dei nostri civili”15.

Quello che suona strano nelle affermazioni di sorpresa da parte dei membri del governo Nixon è che, nelle parole di William Shawcross, se la sorpresa ostentata dal governo riguardo alla faccenda fu genuina significa che i membri più influenti dell’amministrazione americana nel 1970, non leggessero i rapporti della loro stessa intelligence16.

Ciò che è certo è che, dopo aver svelato gli obiettivi primari dell’operazione Menu, la stessa operazione risultò un fallimento. Alla fine del 1969 né l'immaginifico Centro Operativo del Sud del Vietnam né i supposti santuari oltre confine furono intaccati. Quello che invece è innegabile è che i sud vietnamiti che galleggiavano sul confine tra Vietnam sud occidentale e la Cambogia, al fine di evitare i bombardamenti si trasferirono sempre più al interno della nazione stessa, costringendo, ove fosse necessario, il bombardamento non più solo sui confini ma in pieno territorio neutrale. Il risvolto più eclatante di questa situazione è stato il fatto che la Cambogia venne risucchiata nolente nella guerra del Vietnam. Oramai era impossibile per uno Stato che concedeva asilo e diritto non petito di transito ai vietnamiti, il mantenersi neutrale. Un’altra conseguenza inevitabile fu il progressivo deteriorarsi dei rapporti tra insorti vietnamiti e autorità cambogiane. I casi riportati di scontri violenti tra vietcong e cambogiani aumentarono esponenzialmente. Nei primi sei mesi del 1969 secondo il quotidiano francese beninformato sui fatti Le Monde, più di centotrenta ribelli furono catturati e centosessanta uccisi o obbligati alla resa17. In due occasioni inoltre i giornali in lingua khmer pubblicarono autonomamente le fotografie di fucili con affianco teste di vietnamiti mozzate. Nella città di Kampot vennero rinvenute diverse teste di ufficiali vietnamiti mozzate nella piazza del mercato18. Nelle speranze del generale Abrahms il conflitto vietno-cambogiano doveva portare ciò che i bombardamenti non riuscirono mai a raggiungere, la progressiva rimozione dei santuari. Nella nuova strategia

15 New York Times (5 novembre 1972), in Kiernan Ben, op.cit.,pg.285 16 SHAWCROSS William (1979), op.cit., pg.113

17 Ibidem pg.115

45

americana infatti, in una malsana interpretazione della “vietnamizzazione”19, i cambogiani, esasperati, sarebbero insorti contro i vietnamiti stessi.

Sihanouk reagì alla rinnovata precarietà della sua posizione con l'istituzione del cosiddetto “Gouvernement de Sauvetage”. Il nuovo ministro della Difesa sarebbe stato quel Lon Nol che, dicotomicamente, condannava sprezzante i comunisti vietnamiti, auspicando un ritorno delle truppe americane sul suolo nazionale, e lucrava sui traffici illeciti, strozzinando le merci d’importazione illegale nell'unico porto dello stato, Kompong Som. All’incirca l’ottanta percento delle risorse per l’esercito vietnamita passavano per il porto Cambogiano ed era per questo, più di ogni cosa, che era fondamentale per i vietnamiti mantenere lo status quo, ovvero Sihanouk al potere. Nelle stime dello stesso Lon Nol nel 1969 tra le trentacinquemila e le quarantamila truppe stazionavano più o meno stabilmente sul suolo cambogiano. Quando il due settembre 1969 il principe Sihanouk si recò ad Hanoi per i funerali di Ho Chi Minh, si lamentò dell’uso ormai intollerabile che i nord vietnamiti facevano delle province nord orientali del Mondolkiri e del Rattanakiri, dove passava il Sentiero di Ho Chi Minh. Le sue lamentele tuttavia, caddero nel silenzio degli ufficiali vietnamiti.

Frattanto nell’autunno del 1969 Lon Nol aveva anche riaperto i canali di comunicazione con un vecchio oppositore di Sihanouk, il nazionalista Son Ngoc Thanh.

Thanh godeva ancora del rispetto della popolazione, e della segreta simpatia dei servizi segreti americani. Solamente nel febbraio dell’anno successivo, Thanh, assicurò al neo Primo ministro il supporto materiale per la rivoluzione che aveva in mente, in altre parole gli assicurò la lealtà delle Forze Speciali Khmer che ancora si trovavano sui libri paga statunitensi20.

Il coprotagonista del futuro colpo di stato era Sirik Matak, il legittimo erede della famiglia Sisowath, cui era stato derubato il trono dai francesi nel 1941, un convinto capitalista. Nel movimento rosso che negli anni Cinquanta caratterizzò tutta la penisola indocinese, egli si stagliò come il più fervente oppositore alle collettivizzazioni promosse da Sihanouk. Col passare del tempo era diventato l'esponente più importante della classe economica capitalista cambogiana. Rimane il dubbio se i suoi interessi con gli americani fossero solamente informali. In un rapporto della Defense Intelligence

19 Con “vietnamizzazione” si intende quel processo implementato alla fine degli anni

Sessanta dall’amministrazione americana, accortasi dell’onerosità dell’impegno vietnamita, per cui i vietnamiti stessi si sarebbero dovuti occupare della Guerra.

46

Agency(DIA) si legge che

“[…]lui[Sirik Matak] è stato un amico dell'occidente e collaboratore degli ufficiali degli Stati Uniti sin dagli anni Cinquanta”21.

Negli anni Settanta gli ufficiali della CIA avevano diretto accesso a lui e a tutto il suo entourage22. Sirik Matak e Lon Nol furono le figure che, opposte al re, caratterizzarono e furono prime promotrici della Seconda guerra civile cambogiana.

Verso la fine del 1969 a causa dei suoi problemi di cuore, Sihanouk volò a Parigi per seguire dei trattamenti medici, una pratica piuttosto comune tra i membri dell'alta società cambogiana, lasciando il ruolo di premier proprio al cugino e futuro usurpatore, Sisowath Sirik Matak.

Le cure di cui Sihanouk necessitava non sembrarono in realtà improrogabili ma probabilmente il re ritenne che la situazione politica interna fosse tutto sommato gestibile. Mai previsione fu più sbagliata. Qualche settimana dopo, mentre il re era a Parigi, il governo fu rovesciato. Ci vollero più di cinque anni perché a Sihanouk fosse consentito un ritorno a Phnom Penh.