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APPROFONDIMENTI

2. L’assistenza sanitaria nei principali CCNL

La presente indagine intende inserirsi quindi nell’ambito di tale dibattito sulle opportunità e le potenziali criticità legate all’espansione dei piani sanitari occupazionali, con una prospet-tiva di relazioni industriali, attraverso una mappatura dei prin-cipali fondi contrattuali sviluppati nel nostro Paese attraverso la contrattazione collettiva. Un percorso dinamico, che pone l’attenzione, in primo luogo, sulle strategie negoziali delle parti sociali per incentivare le adesioni ai fondi sanitari, individuando i contratti nazionali maggiormente applicati nel nostro Paese e i meccanismi attraverso i quali vengono promosse e gestite le iscrizioni dei lavoratori. Il lavoro proseguirà poi con un’analisi volta a delineare le principali prestazioni garantite dagli stessi fondi, ponendo particolare attenzione ad alcuni nodi problema-tici, legati allo sviluppo di lungo periodo dell’attività degli stessi fondi. In questa direzione, sarà presentato, nello specifico, il ruolo, attuale e potenziale, dei principali fondi nel garantire pre-stazioni legate alla non autosufficienza. Un tema tradizional-mente trascurato dai fondi negoziali, come testim oniato da nu-merose indagini portate avanti negli anni scorsi ( Pavolini et al., 2013; Neri, 2012; Squeglia, 2014), che tuttavia assume una sem-pre maggiore centralità, non solo per il crescente interesse delle parti sociali, ma anche per le nuove sfide, post e anche per il secondo pilastro, dalla legge di bilancio 2022 sul tema della long term care.

come definiti dai codici Ateco. Il dato della diffusa e maggiore applicazione di alcuni contratti collettivi nazionali di lavoro ri-spetto ad altri è stato ricavato dal database costruito, congiun-tamente, dall’Inps e dal Cnel, alla luce delle dichiarazioni Unie-mens. Si tratta della stessa scelta metodologica operata nell’ At-lante della rappresentanza di ADAPT del 2021 (Armaroli et al., 2021).

In questo lavoro, mantenendo fermo tale criterio di selezione dei contratti, si intende compiere un passo ulteriore: entrar e nel merito delle scelte economico-normative degli attori delle rela-zioni industriali attraverso la contrattazione in uno dei campi maggiormente valorizzati negli anni, ossia le politiche sanitarie nell’ambito del welfare contrattuale. Si tratta di un pas saggio che permette, come si vedrà, di approfondire dinamiche com-plesse, che superano una mera logica di settore e risultano pro-fondamente legate ai diversi sistemi di relazioni industriali e alle scelte politico-istituzionali dei loro attori.

2.1. La valorizzazione dei fondi settoriali e intersettoriali attraverso i meccanismi di adesione obbligatoria Un primo elemento che emerge dall’analisi trasversale delle pre-visioni contrattuali nazionali è la generale valorizzazione, da parte dei CCNL, dei fondi settoriali e intersettoriali di assi-stenza sanitaria, ritenuti dalle parti più adeguati, rispetto ai fondi aziendali e di gruppo, per gestire la sempre più ampia gamma di prestazioni richieste dai lavoratori (§ 3) e i relativi costi.

Un caso emblematico sotto questo aspetto è quello del CCNL industria metalmeccanica e installazione di impianti. Con il rin-novo del 2016, è stato introdotto a decorrere dal 1° ottobre 2017 l’obbligo per tutte le aziende che applichino il contratto di iscrivere tutti i lavoratori in forza alla medesima data a Mè-tasalute, il fondo di assistenza sanitaria d i settore. A partire dalla stessa data è stato previsto che le aziende dovranno ver-sare, a proprio carico, una contribuzione pari a 156 euro annui

(suddivisi in 12 quote mensili da 13 euro l’una) per ogni lavora-tore, comprensiva delle coperture per i famil iari fiscalmente a carico.

Per i lavoratori è stata comunque fatta salva la facoltà di eser-citare espressa rinuncia scritta. Allo stesso tempo le aziende po-tranno comunque prevedere, in alternativa, forme di assistenza sanitaria autonome, a condizione di garantire, in ogni caso, un contributo minimo di 156 euro per ogni lavoratore.

Tabella 25 – Misure sull’assistenza sanitaria integrativa previste dal CCNL industria metalmeccanica e installazione di impianti

CCNL Fondo di riferimento Disposizione Modalità di adesione CCNL industria

metalmeccanica e installazione di impianti

Mètasalute – Fondo di assi-stenza sanitaria integrativa per i lavoratori dell’industria metal-meccanica e dell’installazione di impianti e per i lavoratori del comparto orafo e argentiero

Sez. quarta, titolo

IV, art. 16 Obbligatoria

Fonte: elaborazione ADAPT

Si è trattato di una precisa scelta di campo delle associazioni di rappresentanza delle imprese e delle federazioni sindacali dei lavoratori, che ha portato numerose aziende del settore, in ra-gione della convenienza dal punto di vista economico, a sosti-tuire le previgenti forme di assistenza sanitaria integrativa aziendali in favore di Mètasalute, come presentato nella seconda edizione del presente Rapporto.

È chiaro che, in questo caso, un ruolo fondamentale è stato giocato dalla fissazione di un livello minimo di contribuzione che le aziende sono tenute a garantire per l’assistenza sanitaria dei propri dipendenti, nonché dal meccanismo che prevede l’iscrizione obbligatoria ed automatica dei lavoratori, in assenza di alternative di almeno pari livello.

Del resto, l’introduzione di clausole che stabiliscono l’obbliga-torietà di adesione ai fondi di assistenza sanitaria emerge come la scelta prevalente delle pa rti sociali nei sistemi contrattuali considerati (43 su 56, pari al 77% del totale), nell’ottica di va-lorizzare specifici fondi, selezionati dalle parti sociali, che hanno un campo di applicazione ulteriore rispetto ai perimetri delle singole aziende che vi contribuiscono.

Il panorama delle soluzioni di questo tipo è molto ampio e tocca un campo trasversale di settori, che fanno riferimento a sistemi di relazioni industriali differenti. In questi termini, può essere utile segnalare alcuni elementi, che ai utano a comprendere nel concreto quali “logiche” sono seguite da associazioni e federa-zioni di settore nelle politiche contrattuali sul tema.

In primo luogo, nel macrosettore terziario, si nota come le parti abbiano inteso valorizzare, negli anni, i fondi intersettoriali di riferimento, Est e Aster, che fanno capo rispettivamente ai si-stemi contrattuali di Confcommercio e Confesercenti.

I fondi coprono un campo di applicazione molto ampio che si estende anche alle realtà del settore turistico e dei pubbli ci eser-cizi (fatta eccezione per il fondo Fast, che opera nell’ambito del CCNL turismo Federalberghi) e sono valorizzati attraverso meccanismi che fissano la quota di adesione per tutti i lavoratori in forza alle aziende. Si tratta di meccanismi che sono s tati og-getto di un importante dibattito, a livello dottrinale, giurispru-denziale e di prassi amministrative, sulla scia di quanto già af-frontato in merito alla contribuzione agli enti bilaterali. Proprio con riferimento al fondo Est, nel 2013 è intervenuto con un’im-portante sentenza il Tribunale di Torino, condannando un’azienda, pur non aderente a Confcommercio, a iscrivere i propri dipendenti al fondo sanitario contrattuale del CCNL ter-ziario, distribuzione e servizi (il fondo Est), in quanto «le quote e i contributi per il finanziamento del fondo di assistenza sani-taria integrativa fanno parte del trattamento economico com-plessivo spettante al lavoratore».