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Una ragazzina dai capelli scuri, con indosso un vestito marrone e una gonna in crinolina, siede tranquillamente sul tappeto davanti alla sua classe di bambini dell’asilo; i suoi stivali rosa, punteggiati da brillantini, sono piegati graziosamente sotto le gambe. Impugnando una piccola asta di metallo, la batte su un triangolo musicale. Al segnale acustico, i suoi compagni mettono tutti insieme le mani come a formare una coppa, con il dorso di una mano sul palmo dell’altra, chiudono gli occhi, cade il silenzio e apparentemente continuano a non dire e fare niente.

Passano i minuti. Poi la ragazzina tutta agghindata colpisce il triangolo una seconda volta. I bambini cominciano ad aprire gli occhi e dopo una pausa la ragazzina dice un dolce e acuto “grazie” e ritorna al suo posto tra i compagni.

In questo esercizio, eseguito tre volte al giorno nella classe di Patricia Morris, alla Renfrew Elementary School, a Vancouver, nella Columbia Britannica, i bambini si concentrano sulla loro respirazione, un’attività che non sembra pedagogica. I sostenitori dicono, comunque, che questi incontri affinano la capacità di concentrarsi e rilassarsi, preparando il cervello del bambino all’apprendimento e alla vita. Questi incontri sono parte di un programma chiamato MindUP, ideato dall’attore Goldie Hawn, che lo ha introdotto in questa città diversi anni fa. Oggi il consiglio della scuola di Vancouver lo approva e, alimentato da storie di successi, si sta diffondendo negli Stati Uniti e in altri paesi.

Il programma di Hawn, che include anche lezioni di anatomia del cervello e diverse strategie di psicologia positiva, come la formazione dell’ottimismo, è uno dei numerosi curricula volti a ridisegnare l’educazione. Un numero crescente di ricercatori ed educatori crede che la scuola dovrebbe preparare ad altro oltre che a ricordare e analizzare le informazioni. Dovrebbe, anche, affinare le abilità psicologiche fondamentali, chiamate funzioni esecutive, che

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sono necessarie per progettare e realizzare gli obiettivi. Simile a un sistema di controllo del traffico aereo, che gestisce il viavai di aerei su più piste, queste funzioni cerebrali includono la capacità di tenere e manipolare le informazioni nella mente (la memoria di lavoro), per cambiare i meccanismi mentali e per inibire le risposte non appropriate.

L’abilità di queste manopole mentali è strettamente legata all’intelligenza. Altre ancora costituiscono una miniera d’oro di genialità che ha dimostrato di essere più importante per il successo e il benessere dell’avere particolari livelli del QI. In particolare, il controllo inibitorio, in alcuni contesti chiamato anche autoregolamentazione, sottolinea la capacità di prestare attenzione e di agire in un modo che promuove gli obiettivi anche quando si vuole veramente fare qualcosa di diverso. I problemi dell’apprendimento colpiscono, per esempio, un gran numero di bambini che hanno difficoltà di concentrazione, o nel portare a termine le cose a causa della frustrazione. “Ancora più importante dei risultati delle prove è l’idea secondo la quale se si sbaglia, bisogna provare ancora una volta, che non c’è bisogno dell’aiuto delle persone, che bisognerà insistere nonostante le difficoltà”, dice lo psicologo dello sviluppo Dale Ferran della Vanderbilt University. “Queste idee sono la chiave dei voti che si ottengono a scuola”.

Al di là dei voti, la capacità di gestire le emozioni e di comportarsi in modo appropriato aiuta ad affrontare la vita. Il controllo emotivo protegge i bambini da problemi di salute come ansia e depressione. Aiuta anche a mantenere buoni rapporti con gli altri. “L’autoregolamentazione è un’abilità critica che ha bisogno di concentramento esplicito e intenzionale nel programma scolastico”, dice la psicologa dello sviluppo Kimberly A. Schonert-Reichl dell’Università della Columbia Britannica. “Comporta notevoli implicazioni a lungo termine per lo sviluppo dei bambini”.

I tentativi per insegnare la funzione esecutiva, solitamente espressi dall’apprendimento sociale ed emotivo, negli ultimi anni hanno ottenuto sostegno politico. Il CASEL (The Collaborative for Academic, Social, and

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Emotional Learning), un gruppo di sostegno senza scopo di lucro, quest’anno ha destinato circa 5 milioni di euro per stabilire questo tipo di insegnamento come una parte essenziale dell’educazione. Un membro del Congresso originario dell’Ohio, Tim Ryan, insieme ai rappresentanti Judy Biggert dell’Illinois e Dale E.Kildee del Michigan, ha introdotto l’Academic, Social, and Emotional Learning Act del 2011 per “ampliare la disponibilità di programmi che insegnano le competenze degli studenti come ad esempio la ricerca della soluzione, la risoluzione dei conflitti, le responsabilità decisionali, la creazione di relazioni, fissare obiettivi e l’autodisciplina”, secondo il sito web CASEL. Questa legislazione in sospeso è attualmente in attesa di esame da parte della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti.

Nel frattempo gli insegnanti stanno già arricchendo la giornata scolastica con esercizi di respirazione, misurazione dell’umore, dimostrazioni dell’amigdala in difficoltà, schede sull’espressione del viso, e cose simili, cercando la ricetta essenziale che fortificherà i bambini e farli diventare il tipo di adulti che vogliamo nel mondo. I dati vanno a sostegno di ogni ingrediente e gli studi iniziali di questi programmi aggiuntivi stanno fornendo, per lo più, risultati positivi. Misurare la funzione esecutiva nei bambini, tuttavia, è ancora una tecnica imperfetta, che fornisce risultati difficili da valutare. In aggiunta, gli ingredienti attivi di questo mix di interventi non sono sempre evidenti, portando i ricercatori a fare alcune ipotesi sulla progettazione dei programmi. Eppure molti educatori stanno brindando alla loro promessa, e alla conseguente possibilità di formare il carattere della mente in via di sviluppo.

Non vedo l’ora!

Alla fine del 1960 lo psicologo Walter Mischel, allora alla Stanford University, insieme ai suoi colleghi, ha proposto una scelta ai bambini in età prescolare che frequentavano la Bing Nursery School: potevano scegliere un biscotto o un marshmallow e mangiarlo subito, o se avessero aspettato un po’, avrebbero ottenuto due delizie invece di una. Andando avanti, una volta alla scuola superiore, i bambini che erano riusciti ad aspettare il secondo premio hanno

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ottenuto punteggi più alti agli esami di ammissione. In media, 210 punti hanno separato lo studente di quattro anni che era riuscito ad aspettare 15 minuti da quello che si era trattenuto solo per 30 secondi. I bambini pazienti si sono dimostrati, inoltre, più capaci di prestare attenzione una volta adolescenti; hanno trovato maggiore facilità nel mantenere le amicizie e sono risultati meno soggetti a mostrare problemi a livello comportamentale a scuola e a casa. Mischel ha seguito questo gruppo fino ai 30 anni. Ha constatato che quelli che avevano resistito alla tentazione da bambini sono diventati adulti più magri e con meno probabilità di avere problemi con la droga.

Dall’altra parte del globo, l’anno scorso, la psicologa Terrie E. Moffitt della Duke University, insieme ai suoi colleghi ha registrato, in maniera analoga, una forte connessione tra l’autocontrollo e il successo in 1000 bambini a Dunedin, in Nuova Zelanda. Ogni anno, insegnanti e genitori hanno valutato ogni bambino tra i tre e gli 11 anni sui loro livelli di aggressività, iperattività, mancanza di persistenza, disattenzione e impulsività. Queste valutazioni, insieme a quelle dei bambini stessi, hanno portato ad attribuire a ogni bambino un punteggio di autocontrollo.

A 32 anni i ragazzi e le ragazze che avevano avuto punteggi più bassi erano più poveri, avevano una salute peggiore ed era più probabile che avessero commesso un crimine rispetto a quelli che presentavano più autocontrollo. Le valutazioni più basse erano una forte spia d’allarme dei problemi finanziari rispetto a quello che rappresentava la classe sociale o il QI. In un gruppo separato di 500 coppie di fratelli, i ricercatori hanno constatato che, nonostante dividessero lo stesso background familiare, il fratello con minor autocontrollo era più propenso a fumare, ad assumere comportamenti antisociali e a scontrarsi a scuola.

Questi studi, insieme ad altri, suggeriscono che l’autocontrollo potrebbe essere una caratteristica duratura. Tuttavia la squadra di Moffit ha notato che alcuni bambini di Dunedin hanno migliorato i loro punteggi, come determinato attraverso una valutazione della personalità in età adulta. Mischel, adesso alla

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Columbia University, insieme ai suoi colleghi ha dimostrato che i bambini provenienti da famiglie a basso reddito, nel Bronx, hanno avuto più problemi a attendere la gratificazione rispetto ai bambini più ricchi del Polo Alto, suggerendo che i bambini provenienti da famiglie più ricche possono essere esposti a strategie che favoriscono, più spesso, la pazienza. “L’autocontrollo è malleabile, ma è più facile per alcuni che per altri”, conclude Mischel.

I ricercatori e gli educatori stanno testando diverse strategie per insegnare queste abilità cruciali. MindUP, una delle iniziative più promettenti, è stato prodotto dall’attrazione di Hawn per la scienza del cervello come un veicolo per l’automiglioramento. Mentre viveva a Vancouver nel 2002, i suoi pensieri erano rivolti ai bambini. Ha invitato psicologi, neuroscienziati e insegnanti formativi per creare un nuovo programma con un collegamento sulla scienza del cervello che si concentra sull’apprendimento sociale ed emotivo. Oggi MindUP è stato diffuso in più di 75 scuole degli Stati Uniti, in quasi 175 del Canada, in sette della Gran Bretagna, in due dell’Australia e in una del Venezuela.

Respirare

“Cosa fa la respirazione?”, Morris chiede alla sua classe. “Calma l’amigdala”, propone un bambino.

“Renderà più intelligente la corteccia prefrontale!”, dice un altro.

I risultati di Morris sono diventati autorità in miniatura sull’anatomia del cervello. L’amigdala, al centro del cervello, è un nucleo di reazioni emotive, diranno. La corteccia prefrontale, che ricopre parte della superficie del cervello appena dietro la fronte, è la sede della funzione esecutiva. Regola le nostre emozioni, i pensieri e le azioni. Le due regioni sono collegate e il loro collegamento è profondo. Una tempesta di emozioni che imperversano nella amigdala può indebolire la corteccia prefrontale, ostacolando la nostra capacità di pensare e di imparare. I bambini sotto stress emotivo, una condizione più diffusa nelle famiglie a basso reddito, sono peggiori a scuola perché lo stress stesso danneggia la funzione esecutiva.

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La respirazione, come riportano i bambini, calma la tempesta emotiva, riportando il sereno per imparare. Focalizzando l’attenzione sul loro respiro, i bambini imparano a prestare attenzione all’esperienza attimo per attimo, senza giudicare o pensare troppo a fondo. Questo tipo di concentramento oggettivo sul presente, chiamato consapevolezza, aiuta ad allontanare lo stress che deriva dal “viaggio nel tempo” nel passato ricordato, portando alla riflessione, o al futuro immaginato, generando ansia. “E mi aiuta come insegnante, perché ho una classe più calma e io sono più tranquilla”, dice Maianne Prins, un’esperta e affabile insegnante di 26 anni che insegna MindUP in terza elementare alla Sir William Van Horne, anch’essa a Vancouver.

Una grande quantità di dati mostra che la formazione della consapevolezza aiuta, negli adulti, a ridurre le malattie legate allo stress. Nei bambini, un’infarinatura di studi pilota indica che calma i bambini sani e, negli studenti nervosi, riduce l’ansia o l’ansia correlata alle difficoltà scolastiche. In uno studio del 2009 il neuroscienziato Kirk Warren Brown della Virginia Commonwealth University insieme ai suoi colleghi ha allenato adolescenti in una struttura psichiatrica ambulatoriale a impegnarsi in varie forme di meditazione (seduti, in piedi e con scansioni del corpo, che implicano sistematicamente la concentrazione e rilassano diverse parti del corpo mentre si è sdraiati). Dopo otto corsi condotti su altrettante settimane, i ragazzi hanno sostenuto di avere in maniera significativa meno ansia, stress, problemi interpersonali e sintomi di depressione rispetto a quelli che non hanno seguito i corsi.

MindUP sembra aver realizzato qualcosa di simile. In uno studio presentato a maggio al meeting Developmental Contemplative Science a Toronto, Schonert- Reichl e la studentessa di dottorato Molly Stewart Lawlor insieme a dei loro colleghi ha misurato i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, di 99 alunni di quarta e quinta elementare, a marzo in quattro scuole locali e di nuovo nel mese di giugno, un mese tumultuoso per gli studenti che concludono i loro corsi annuali. Inizialmente hanno visto uno schema ormonale sano in tutti i bambini:

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il livello di cortisolo ha il suo picco un’ora dopo il risveglio e poi scende ripidamente durante il giorno. Per i bambini che hanno partecipato a MindUP, lo stesso saliscendi è stato registrato nel mese di giugno. Al contrario, i livelli di cortisolo dei bambini nelle aule a confronto erano piatti per tutta la giornata, uno schema indicativo di stress cronico. “La nostra ipotesi è che MindUP allontana i bambini da quello stress di fine anno”, spiega Lawlor.

La respirazione può anche far emergere la funzione esecutiva più direttamente. In questa pratica di meditazione, i bambini imparano a inibire il desiderio di esaminare pensieri e sentimenti che entrano nella coscienza. Lo sforzo li aiuta a risolvere i conflitti mentali causati da stimoli in concorrenza, o obiettivi, una competenza necessaria per stabilire la priorità. Questa osservazione dei conflitti, una capacità legata all’attenzione, è stata collegata a dei risultati migliori in matematica, a un QI più alto e a comportamenti meno antisociali. In uno studio pubblicato nel 2007, lo psicologo Michael Posner dell’Università di Oregon insieme ai suoi collaboratori, ha assegnato a un gruppo di studenti universitari cinesi, scelti a caso, cinque sessioni di 20 minuti di meditazione al giorno. Rispetto a un gruppo a cui è stato insegnato un esercizio che coinvolge il rilassamento di diverse parti del corpo, questi studenti hanno mostrato punteggi significativamente migliori su un test computerizzato di attenzione e di osservazione dei conflitti. Nel 2011 un gruppo guidato dal neuroscienziato Amishi Jha presso l’Università di Miami, ha rilevato miglioramenti simili su questo test, su ragazzi tra i 13 e i 15 anni, in una scuola in India, la quale ha offerto quotidianamente esercizi di meditazione trascendentale da uno a tre anni, mettendoli a confronto con ragazzi in una scuola che non ha offerto questa pratica.

È ruvida?

In un mattino nuvoloso di fine febbraio, Prins getta un cesto di pietre grigie al centro di un cerchio di studenti raccolti sul tappeto. Chiama diversi studenti a scegliere dal mucchio. Dopo che ognuno ha una pietra, Prins insegna agli studenti come esaminarla per la presenza di eventuali segni particolari, a

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chiudere gli occhi e immaginare la pietra, e a strofinarla contro le guance. “È ruvida?”, chiede allegramente. Consapevolezza significa anche prestare estrema attenzione alle qualità sensoriali delle cose, come ad esempio la consistenza, i colori, le cavità e le creste di una pietra. Quando tutti gli studenti hanno rimesso la loro pietra nel mucchio, i minerali sembravano pezzi di ghiaia anonimi. Il lavoro degli studenti: ritrovare la loro pietra. Nella prima fase di questo gioco della pietra i bambini hanno avuto problemi, ma nella seconda fase, ogni studente ha recuperato la pietra che aveva esaminato. La consapevolezza richiede pratica.

In altre sedi, questo genere di esercizi, in combinazione con la respirazione, ha avuto effetti misurabili sulla funzione esecutiva dei bambini. Nel 2010, la genetista comportamentale Susan L. Smalley dell’Università della California, a Los Angeles, insieme ai suoi colleghi ha riferito di aver assegnato l’esercizio alla consapevolezza a 32 studenti di seconda e terza elementare due volte a settimana per otto settimane. L’esercizio comprendeva meditazione da seduti, insieme a giochi e attività che promuovono la consapevolezza sensoriale e la consapevolezza degli altri. Insegnanti e genitori hanno compilato i questionari che valutano le competenze inibitorie dei bambini, il controllo dell’attenzione, la memoria di lavoro e la regolazione emotiva, prima e dopo l’esercizio. I risultati hanno suggerito che l’esercizio alla consapevolezza ha migliorato significativamente queste attitudini nel complesso, in aggiunta a particolari competenze, rispetto ai 32 bambini a cui è stata assegnata la lettura silenziosa. L’esercizio ha dato la spinta più forte a coloro le cui capacità erano inizialmente deboli, un risultato coerente con il lavoro del gruppo di Smalley, suggerendo che potrebbe essere un beneficio per gli adolescenti con disturbo da deficit di attenzione e iperattività.

I bambini che sono naturalmente più consapevoli hanno risultati migliori nei test del controllo inibitorio. In uno studio pubblicato nel 2011, la studentessa di dottorato Eva Oberle dell’Università della Columbia Britannica, insieme a Schonert-Reichl, Lawlor e i loro colleghi, ha chiesto a 99 studenti di quarta e

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quinta elementare di completare un test che pone delle domande che riflettono gli stati irrazionali come: “Faccio lavori o attività automaticamente senza essere consapevole di ciò che sto facendo” e “Faccio uno spuntino senza essere consapevole di quello che sto mangiando.” Più era alto il punteggio di un ragazzo su questo test sull’attenzione e sulla consapevolezza (mindful attention awareness test), più preciso era lui, o lei, su una valutazione computerizzata del controllo inibitorio.

Naturalmente, la scuola ordinaria si serve di centri di controllo esecutivo del cervello. Non è possibile, invece, leggere o fare un problema di matematica senza toccare la memoria di lavoro, la formazione della concentrazione o sopprimere il desiderio di chiacchierare con un amico. Eppure la scuola è simile a una pratica di gruppo che insegna le competenze relative allo sport, ma non massimizza la potenza dei quadricipiti di un atleta o appiana il suo passo di corsa. I programmi come MindUP fungono da allenamento di agilità e velocità per il cervello. “Se si insegnano modi espliciti per autoregolarsi, si allena il muscolo della corteccia prefrontale, e si ha una ripercussione tra gli insegnanti,” dice Schonert-Reichl. Nel suo recente studio i partecipanti a MindUP sono migliorati più nei test computerizzati dell’attenzione e del controllo inibitorio rispetto ai ragazzi che lo hanno fatto nelle classi a confronto. Avevano, inoltre, voti alti in matematica sulle loro pagelle di fine anno.

Questi risultati non sono una novità per gli insegnanti. “Non posso dire quanto questo abbia migliorato il mio insegnamento e le competenze accademiche dei bambini”, dice Morris, che ha iniziato a usare MindUP tre anni fa. Nel 2005, l’anno in cui MindUP ha esordito a Vancouver, sono stati addestrati 17 insegnanti. Quel numero è aumentato a dismisura a 1000. “Una specie di cosa virale”, dice Schonert-Reichl. “Ci sono liste di attesa per l’esercizio. Non ho mai visto niente di simile.”

36 Il verde significa vai

Decenni prima che Hawn si interessasse all’educazione, lo psicologo dell’età evolutiva Mark T. Greenberg, allora all’Università di Washington, ha preso una delle prime iniziative nell’apprendimento socio-emozionale. Greenberg aveva cercato di aiutare le persone sorde con deficit di autoregolamentazione a controllare il comportamento insegnando loro parole per le emozioni. Si è reso conto che le strategie che stava usando, avendo persone che firmano o parlano ad alta voce a se stessi o esponendoli a parole come aiuti visivi, sembravano anche aiutare i bambini udenti a controllare il loro comportamento. “Ero interessato alla lingua come un meccanismo di autoregolamentazione in età prescolare”, ricorda Greenberg.

Nel 1980 Greenberg e la psicologa di Seattle Carol A. Kusche hanno creato Promoting Alternative Thinking Strategies (PATHS), un programma ormai utilizzato in oltre 3000 scuole in più di 30 stati americani e in molti paesi stranieri. In una parte del programma, i bambini ricevono piccole carte in cui sono disegnate facce che esprimono sentimenti diversi. Personalizzano le carte e le utilizzano per comunicare le proprie emozioni durante la giornata. L’autoregolamentazione è insegnata, inoltre, in modo esplicito con l’ausilio di un semaforo. Se gli studenti affrontano una situazione difficile o frustrante, si concentrano sulla luce rossa, che significa “Stop-Calmarsi.” Loro sono tenuti a descrivere il problema e i loro sentimenti su di esso. Segue il giallo, “Vacci piano-Pensa”, cioè, pensare a un piano. Verde significa “Vai-Prova il piano”.

In uno studio pubblicato nel 2010 Greenberg, ora alla Pennsylvania State University, insieme ai suoi colleghi ha testato queste tecniche su 2937 studenti, molti dei quali svantaggiati, mentre avanzavano dalla prima alla terza elementare nelle scuole di Nashville, Seattle e della rurale Pennsylvania. Secondo i giudizi di insegnanti e coetanei, i bambini nelle 190 classi che hanno ricevuto l’insegnamento PATHS sono diventati meno aggressivi e più cooperativi e disponibili, rispetto a quelli nelle 180 classi che non hanno adottato l’insegnamento. I bambini che hanno seguito PATHS erano, inoltre, più

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accademicamente impegnati, mostrando, a detta degli insegnanti, più autocontrollo durante le attività a scuola, rispetto a quelli che ottenevano l’insegnamento come di consueto.