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L’educazione in età adulta

2. L’epoca moderna

2.3. L’educazione in età adulta

L’educazione della vita adulta è costituita secondo Duccio Demetrio da tre diverse dimensioni intrecciate fra di loro che fanno riferimento ad un concetto di educazione inteso come «esperienza spontanea, casuale o progettata, nel corso della quale, o dopo la quale, si avverta di aver appreso nozioni, metodi, modalità cognitive, comportamenti, significati prima sconosciuti o conosciuti non direttamente o per approssimazione, connessa a processi cognitivi e compitamente affettivi»43; queste tre

macrodimensioni sono l’Educazione permanente, l’Educazione degli adulti e l’Educazione in età adulta.

L’Educazione permanente è la dimensione teoretica e speculativa, l’Educazione degli adulti è la dimensione intenzionale e istituzionale mentre l’Educazione in età adulta è la dimensione fenomenologica ed esistenziale.

Il livello fenomenologico ed esistenziale ha come oggetto di ricerca la storia di formazione dell’individuo, Demetrio sottolinea come questo livello abbia carattere autoeducativo, esso infatti è accessibile nella misura in cui «la donna o l’uomo prendano coscienza, con progressiva profondità

43 Duccio Demetrio, Manuale di educazione degli adulti, Editori Laterza, Roma-Bari 2003, p.

e finezza, della loro identità ma anche dell’intrinseca problematicità del loro essere venuti al mondo»44.

Abbiamo già visto nel secondo paragrafo come sia complessa la situazione dell’adultità già a livello di una sua definizione seppure provvisoria, questo è rappresentativo delle problematiche che l’adulto incontra quando decida di intraprendere, o si trovi in, un percorso di conoscenza personale. Percorrere questa via è infatti una condizione necessaria per chiarire e ordinare la propria storia di formazione. Come avremo modo di vedere meglio negli ultimi due capitoli, questo non avviene per una fortunata coincidenza, si tratta invece di una strada che risulta percorribile solo a seguito di una precisa scelta dell’individuo stesso. Tutto ciò implica la possibilità di cambiamento, come osserva Laura Formenti infatti «l’educabilità dell’adutlo può essere ricondotta […] alla possibilità di ri-scoprirsi soggetto in formazione, di ri-appropriarsi della capacità di auto-trasformazione, per così dire dall’”interno”» ed è grazie alla costitutiva neotenia dell’individuo che questi può pensarsi come soggetto “in formazione”.45

In questo contesto è importante mettere in rilievo il carattere autoreferenziale dell’Educazione in età adulta, in essa «dove tutto diviene soggettivo e dove tutto si scopre e rende protagonista di un’azione educativa autodiretta, automediata, autocondizionata, il cambiamento diventerà scopo e occasione di analisi retrospettiva e autobiografica in merito ai cambiamenti vissuti nel corso di un’intera esistenza e coincidenti con altrettanti momenti focali […] così salienti dal dover e poter essere ricordati. Ed è dalla rivisitazione di essi, dalla riscoperta che grazie ad essi si è intrapreso un percorso, una traiettoria di vita, non lineare di certo, che sorgerà il desiderio di comunicare a se stessi e ad altri il racconto di sé, di

44 Ivi, p. 6.

45 Laura Formenti, La formazione autobiografica. Confronti tra modelli e riflessioni tra teoria e prassi, Edizioni Angelo Guerini e Associati, Milano 1998 (2° ed. 2005), p. 15.

lasciare testimonianze del proprio passaggio, di affidare – con opere e scritti – la memoria di ciò che si è saputo o non saputo, o potuto, fare»46.

L’apprendimento autodiretto richiede un’assunzione di

responsabilità e un atto di disponibilità; come suggerisce Knowles47, gli

adulti si autodirigono quando decidono da sé di imparare qualche cosa, la disponibilità ad apprendere è legata pertanto a ciò che gli adulti hanno bisogno di sapere per affrontare nel miglior modo possibile le loro situazioni di vita reale, e mai come oggi emerge nell’individuo l’esigenza di sapersi condurre, un bisogno questo che non a caso caratterizza i nostri tempi: Bauman sottolinea infatti che «in nessun’altra epoca […] la necessità di compiere scelte è stata avvertita in modo così profondo. In nessun’altra epoca come nell’attuale l’atto di scegliere è stato tanto acutamente consapevole di sé, ed è stato mai compiuto in simili condizioni di dolorosa e insanabile incertezza, sotto la costante minaccia di ‘restare indietro’ e di essere esclusi irrevocabilmente dal gioco per non aver tenuto testa alle nuove esigenze»48.

L’autoreferenzialità tuttavia non è sinonimo di un percorso realizzato in solitudine ma fa riferimento a quello che Demetrio definisce come «l’irriducibile cammino di crescita di chi continua a crescere attraverso procedure che attivano l’individuazione di sé, la ricerca personale, la chiarificazione del proprio essere al mondo e con altri»49 che non può che

far riferimento a quel particolare adulto che sta percorrendo quella particolare via; l’irriducibilità a cui fa riferimento Demetrio mette in evidenza l’indispensabile partecipazione diretta dell’adulto che sta effettuando il proprio percorso non solo dal punto di vista della

46 Duccio Demetrio, Manuale di educazione degli adulti, Editori Laterza, Roma-Bari 2003, p.

14.

47 Malcolm S. Knowles, (1989) La formazione degli adulti come autobiografia, Tr. it. di Laura

Formenti, Raffaello Cortina Editore, Milano 1996, p. 83.

48 Zygmunt Bauman, (2005) Vita liquida, Tr. it. di Marco Cupellaro, Laterza, Roma-Bari

2007, p. 134.

49 Duccio Demetrio, Manuale di educazione degli adulti, Editori Laterza, Roma-Bari 2003, p.

descrizione ma anche da quello della progettazione, quest’ultima infatti non potrà essere organizzata nei minimi particolari ma richiederà un’apertura ad imprevisti. L’imprevedibilità che ci costringe all’apertura verso l’ignoto è determinata dalla presenza degli altri che, di fatto, partecipano e risentono della nostra presenza così come noi partecipiamo e risentiamo della loro.

L’assunzione di responsabilità rappresenta oggi un compito di cui l’individuo si deve far carico, accompagna infatti il percorso dell’individuo stesso e richiede la consapevolezza del proprio agire e delle conseguenze che questo produce nel contesto in cui agisce; non può infatti affidarsi a modelli vincenti e sicuri. Sottolinea Bauman «Ciò che distingue l’attuale sofferenza nello scegliere dai disagi che hanno sempre tormentato l’homo eligens è la scoperta, o forse il sospetto, che non esistano regole preordinate né obiettivi universalmente approvati che possano essere perseguiti fermamente, qualsiasi cosa accada, sollevando così chi compie tale scelta dalla responsabilità di qualsiasi conseguenza avversa»50.

L’assunzione di responsabilità rispetto alla propria condizione e quindi al proprio comportamento, al proprio pensiero e alla propria libertà è alla base della cura di sé, ma ciò avviene solo in un confronto aperto in cui le parti siano autenticamente presenti, come avremo modo di vedere.