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I VIAGGI IN EUROPA DI RICARDO ROJAS

7. L’Europa tra “latinidad” e "barbarie”

Ma intanto nelle Cartas de Europa è nell’ambito della “latinidad” che Rojas esprime, per così dire, la sua identità “internazionalistica”: un’identità che sollecita un confronto apertamente antagonistico con il settore avverso dei paesi dell’asse anglogermanico.

«Dicen que invaden los yankis; que el influjo de los bárbaros se hace sentir desde algún tiempo», avvertiva Darío nella prosa, En París366, che iniziava il

suo giro di corrispondenze dalla Francia dell’Esposizione Universale del 1900. Due anni prima, in quel 1898 in cui la Spagna fu disonorata a Santiago di Cuba e a Cavite, aveva lanciato ne El triunfo de Calibán il suo pesante anatema contro i calibani del nord, «esos bárbaros» «aborrecedores de la sangre latina». «Bárbaros, para mí, son los “extranjeros” del latino»367, scriverà Rojas in Blasón

de plata nelle pagine famose in cui riformulava il famoso binomio sarmientino

nella nuova formula dell’«indianismo/exotismo». E nelle testimonianze del percorso anglo-germanico consegnate alle Cartas de Europa, il campo nemico della «latinidad» si associa ad una simbologia marziale, che palesa per Rojas la

365 Id., La Restauración Nacionalista…, cit., p. 156. Certamente questa definizione va riportata

al suo contesto, quello cioè di una presentazione riassuntiva di una proposta didattica degli studi storici che doveva attraversare quelle che vengono (impropriamente) definite come «tre fases sucesivas» della propria tradizione.

366 R. Darío, Peregrinaciones, op. cit., p. 10. 367 R. Rojas, Blasón de plata…, cit., p. 104.

continuazione della leggendaria statura bellica dei popoli barbari nell’aggressivo bellicismo dei loro forti apparati nazionali.

Attrezzature belliche - «cañones emplezados á la vera» o «inexpugnables fortalezas circulares de piedra y hierro» - costellano la prima visione dal mare della baia su cui sorge la capitale britannica, annunciando così al viaggiatore «la potencia guerrera del pueblo que, desde la heptarquía de los bárbaros originarios, ha llegado á ser la nación más temida sobre los mares»368.

Durante il viaggio che lo deve condurre attraverso il «pórtico maravilloso» delle Alpi in Italia, l’apparizione improvvisa di «uniformes casi marciales», il traffico ordinato di soldati «vestidos á la manera prusiana» osservato durante una sosta ferroviaria, avvertono il viaggiatore che sta transitando nella «provincia cautiva» dell’Alsazia, i cui abitanti, come gli testimonia una cittadina della regione militarizzata, «siguen teniendo el alma francesa bajo la bota de los coraceros del Kaiser»369.

A Basilea, città svizzera ma di radicata tradizione tedesca, la rude fierezza delle antiche saghe germaniche rivive nell’astrusa liturgia di un «dies-commers», «fiesta y convite de los estudiantes universitarios», della quale il cronista rilascia un’attonita testimonianza, dominata dall’aggressività iconografica degli stendardi patriottici, e dalla dimensione rissosa ed ebbra – rumoreggiante di «risas bárbaras» e di «fragor guerrero» - di una ritualità scandita attorno a fulgidi vessilli militari370.

Riti guerrieri che confermano per Rojas che:

Los bárbaros han cambiado poco después de cristianizarse, como la antigua romanidad ha cambiado poco después de la destrucción de imperio371.

Chiusi così con questa fulminea puntata “germanica” i suoi tragitti per l’Europa “barbarica”, il viaggiatore si approssima quindi ad accedere a «los testimonios de la imperecedora latinidad» italiana372. Ma, ancora in terra

svizzera, il cronista denuncia il suo sgomento dinnanzi alla sfida che gli si

368 Id., Sensación de Ultramancha, in Cartas de Europa, op. cit., p. 140. 369 Id., Primer reposorio, in Cartas de Europa, op. cit., pp. 213-214.

370 Ivi, pp. 217, 219. Sono per Rojas testimonianze vivide di quelle che, con un giudizio

evidentemente negativo, chiamerà nelle pagine della Restauración Nacionalista le «formas idolátricas y antropomórficas» del patriottismo tedesco. Il caso di quel nazionalismo, fondatosi attorno al richiamo dei Discursos a la Nación Alemana di Fichte, argomentava Rojas in quelle pagine, dimostra in maniera emblematica la capacità coercitiva dell’«educación histórica». «La lección histórica de Jena y Tilsitt», aveva richiamato il popolo alla guerra contro il «cesarismo y el sensualismo latinos, renacientes en Francia y en Napoleón», conducendolo alla vittoria di Sedan. Da lì, lo spirito patriottico del popolo era arrivato ad incarnarsi in «una poderosa religión primitiva». L’esempio tedesco sembra però attestare per Rojas un uso scorretto, strumentale e mistificato, della storia ai fini dell’educazione nazionale, che finisce con lo smarrire i criteri di un misurato e sano patrottismo per scadere nelle forme idolatriche di un’«innoble patriotería». Cfr. La Restauración Nacionalista…, cit., pp. 42, 43.

371 Id., Primer reposorio, op. cit., p. 219. 372 Ivi, p. 220.

pone di confrontarsi – con tanta poca disponibiità di tempo – con le illustri firme letterarie che hanno percorso ed osannato la «ruta tan traqueada» d’Italia. Si accontenterà quindi di «recoger alguna espiga que hubiera quedado en pies tras el paso de tantos segadores», cercando «los temas, al azar del camino en los rincones del arte, de la Naturaleza ó de la historia que no hubieran sido ya descubiertos por vuestros libros habituales»373: e così, per

esempio, a Venezia elude l’imbarazzante confronto con Ruskin riportando un’intervista al re Carlo di Spagna in esilio, el «rey vencido» delle guerre carliste; da Roma mette su un’inchiesta sulla dura repressione vaticana della setta religiosa dei modernisti, e recensisce encomiasticamente un concerto di musica ecclesiastica di Perosi… Questi tragitti si consumeranno categoricamente al di fuori dei canoni classici del “grand tour” italiano.

Rievocazioni di una «tarde de oro» romana affioreranno però, tre anni più tardi, nei versi dell’Oda Latina:

Contemplaron mis ojos absortos en la tarde de oro, Sobre el diáfano azul, tenebrosa, la visión de Roma: El Janículo, agreste de pinos, barreaba la tarde;

Suprema cúpula, San Pedro erigía su mármol ardiente; Y más allá, concreción de la sombra sobre monte Mario, Pasaba, espectral, formidable, solemne, la sombra de Dante374.