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L’evoluzione del sistema italiano bancario

CAPITOLO 2 L’ITALIA E IL LENTO CAMMINO

2.1. IL DIGITAL TRANSFORMATION

2.1.1. L’evoluzione del sistema italiano bancario

Il settore bancario è particolarmente predisposto all’innovazione. Da alcuni anni, è in corso anche in Italia un processo di modernizzazione dell’industria bancaria, in particolare di digitalizzazione, che sta gradualmente riprendendo dopo la battuta di arresto indotta dalla crisi finanziaria del 2008. In questo modo le banche italiane possono allineare il proprio livello d’infrastrutture tecnologiche e di offerta di prodotti e

servizi innovativi a quello dei principali competitor internazionali.

Se in passato l’evoluzione è stata spesso realizzata nelle banche sulla spinta delle richieste normative, oggi la spinta ad innovare processi, prodotti e/o servizi e canali proviene dal bisogno di coniugare la riduzione dei costi con l’individuazione di nuove fonti di ricavo. Nonostante il processo di concentrazione in atto, che ha portato nell’ultimo decennio a una riduzione del numero di banche e di filiali, la frammentazione del sistema bancario italiano rappresenta un freno alla capacità di investimento e di innovazione. L’Italia risente di un sistema bancario frammentato, caratterizzato da pochi grandi gruppi di profilo internazionale e da un numero elevato di banche di dimensione medio - piccola. Il 56% degli occupati e il 60% delle filiali

62 Pubblicazione articolo a cura di Modina M. presso l’Università degli Studi del Molise, Innovazione digitale ed evoluzione del modello distributivo nel retail banking, 2016.

appartiene a banche di medie - piccole dimensioni64. Si assiste anche a un fenomeno di polarizzazione nelle strategie d’innovazione.

- I maggiori gruppi bancari, italiani ed esteri, presenti in Italia sono consapevoli della necessità di investire in ICT e favorire l’adozione di strumenti digitali nel settore;

- Gli istituti di credito medio-piccoli devono confrontarsi con strategie e intensità differenziate, spesso imputabili a vincoli operativi e a minori risorse finanziare. La spesa del sistema bancario italiano per investimenti in Information Technology ha subito negli ultimi anni una progressiva contrazione. La riduzione dei costi IT rilevata tra le banche italiane è imputabile soprattutto alla realizzazione di risparmi su prodotti, servizi e consumi IT, alla sospensione o differimento di progetti pianificati nell’ambito IT e a limitazioni imposte al budget per l’IT. Tra i gruppi bancari italiani che hanno incrementato gli investimenti in IT nell’ultimo biennio, la ragione principale riguarda l’avvio di nuovi progetti e il cambiamento dell’assetto organizzativo di gruppo. Anche se da un lato aumenta l’interazione della popolazione col canale on-line, dall’altro l’internet banking è ancora poco diffuso nel nostro Paese, infatti l’Italia è agli ultimi posti in Europa, così come anche gli acquisti on-line di beni e servizi. Col tempo si è passati dalla Banca universale, o Banca mista, alla strategia della prossimità territoriale, e alla strategia di razionalizzazione della rete, per giungere alle moderne politiche basate sull’innovazione dei servizi e sulla digitalizzazione dei processi65. La figura sottostante indica brevemente le fasi di cambiamento del sistema bancario italiano dalla legge bancaria del ’36 fino ad oggi.

Figura 7 – LE TRASFORMAZIONI DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO

FONTE: Elaborazione personale

64 Ministero dell’Economia e delle Finanze MEF, Evoluzione e riforme del sistema bancario italiano, luglio 2016.

65 De Luca A., La trasformazione tecnologica dei piccoli istituti creditizi e l’impatto sulla clientela, in “Finanza e Credito”, n. 6 a. 2017.

La legge bancaria del 1936 e la banca mista 1936 - 1970 La banca universale e l'avvio delle privatizzazioni 1990 - 2006 Concentrazioni, fusioni e banca di prossimità 2006 - 2012 Razionalizzazione e riorganizzazione della rete 2012 - 2014 Rivoluzione digitale 2014 - OGGI

La banca digitale di nuova generazione deve essere progettata basandosi necessariamente sui clienti e sui dipendenti. Quindi le banche devono pensare a come combinare processi e struttura organizzativa, ottimizzando le risorse digitali per essere in grado di raggiungere e assistere clienti e dipendenti. Inizialmente, i prodotti sono decostruiti, ogni prodotto può essere scomposto nei suoi componenti, per poi essere ricostruito in forme di utilizzo e strutture nuove66. Non esistono più insiemi di prodotti integrati, ma semplicemente prodotti bancari sotto forma di applicazioni che i clienti personalizzano in base alle proprie esigenze. Anche il rapporto con il cliente è cambiato, da un rapporto umano e diretto one-to-one67, si è passato ad uno remoto one-to-many68, per arrivare ora ad un nuovo tipo di rapporto one-to-one ma digitale. La banca digitale rappresenta al giorno d’oggi una delle più importanti e radicali innovazioni che stanno investendo il settore bancario69. Essa non rappresenta soltanto un nuovo canale distributivo ma delinea un significato molto più ampio di modello organizzativo. Infatti, a essere digitale non è la banca in quanto tale ma le modalità di contatto con la clientela. In diverse occasioni, le banche hanno sottolineato in sede associativa come gli aspetti normativi costituiscono un importante vincolo alla digitalizzazione del settore bancario, suscettibile di incidere in maniera prevalente rispetto ad altri aspetti come quelli tecnologici, organizzativi, di impatto sui clienti o di costo. Quindi l’Associazione Bancaria Italiana e i consorzi collegati, hanno svolto un’attività di analisi delle discipline che sono destinate ad incidere sull'effettiva diffusione della digitalizzazione dell’attività bancaria. L'iniziativa si pone come obiettivo di incentivare gli investimenti a favore della digitalizzazione da parte non solo del settore bancario e finanziario ma anche di altri settori che potrebbero essere stimolati ad innovare modelli di business e servizi al cliente, con beneficio per l’intero Paese. La speranza è consentire al settore bancario e finanziario di raggiungere livelli elevati del processo di innovazione, così diventando un esempio di riferimento anche in ambito internazionale.

66 De Luca A., La trasformazione tecnologica dei piccoli istituti creditizi e l’impatto sulla clientela, in “Finanza e Credito”, n. 6 a. 2017.

67 One-to-one: rapporto commerciale o finanziario che si esplica direttamente tra azienda e singolo cliente, specialmente tramite Internet.

68 One-to-many: rapporto commerciale o finanziario che si esplica direttamente tra azienda e molteplici clienti, specialmente tramite Internet.

Figura 8 – L’EVOLUZIONE DEL SISTEMA BANCARIO

Fonte: KPMG70

L’industria bancaria italiana si sta adeguando ad un contesto in continuo cambiamento. Ad esempio, l’ABI nel 2012 ha redatto un documento contenente linee d’intervento che si inseriscono nel quadro delle iniziative programmatiche del Governo in materia di Agenda Digitale71. Il piano lanciato nel 2012 dell’ABI si articola su 3 pilastri d’intervento:

- Normative “digital friendly”, prevede l’utilizzo di strumenti volti al miglioramento della qualità della vita e all’efficienza produttiva e innovativa, per promuovere la creazione di un sistema normativo che favorisca la digitalizzazione dell’interazione tra banca e cliente.

- Ecosistema digitale pubblico per la modernizzazione della P.A. e delle imprese, per rendere più funzionale l’interazione tra banca e cliente, secondo quattro linee d’azione:

1. fatturazione elettronica;

2. digitalizzazione dei pagamenti della P.A.; 3. internalizzazione del settore produttivo italiano;

4. digitalizzazione del rapporto P.A. e cittadini/imprese, tramite il canale bancario.

- Stimolo dei “comportamenti digitali”, con lo scopo di poter avvicinare i cittadini alla realtà digitale, migliorando la percezione in termini di sicurezza, convenienza e facilità d’utilizzo e di identificare incentivi per stimolare l’uso di canali e strumenti più efficienti.

70 KPMG Advisory S.p.A., Digital Banking, Le sfide per il sistema bancario tra esigenze dei consumatori, rivoluzione digitale e nuovi competitor, 2017.

In questo contesto, l'Agenda Digitale del settore bancario vuole porsi come strumento di approfondimento specifico di alcuni temi a favore della Digitalizzazione del Paese promuovendo, dove possibile, la rimozione di vincoli importanti72. A questo fine, si

spera che l'iniziativa raccolga un ampio consenso da parte di tutti gli stakeholder partecipanti allo sviluppo del Paese. Il settore bancario, attraverso la propria Agenda Digitale, richiede al Governo di discutere con i rappresentanti del settore bancario le modalità di coordinamento delle stesse iniziative con i competenti gruppi di lavoro dell'Agenda Digitale del Paese. Vista la possibile disponibilità dei fondi stanziati dalla Comunità Europea con la Digital Agenda 2020, si propone, inoltre, di creare una task force congiunta (Governo, ABI ed eventuali altre associazioni e/o enti accomunate dai medesimi intenti) per individuare e facilitare l'accesso ai finanziamenti ottenibili nell'ambito delle iniziative di seguito descritte. Per intraprendere questi importanti passi verso il futuro del nostro Paese è indispensabile che tutte le forze sociali in gioco inizino ad agire, sin da subito, coordinandosi e mettendo in campo le migliori competenze73. Molte delle iniziative proposte in questo documento sono collegabili all'Agenda Digitale del Governo e alla Digital Agenda 2020 della UE, nonché condivise da programmi digitali di altre associazioni ed istituzioni del Paese74. Infatti, il trasferimento verso le fatture elettroniche e la presenza di un documento di identificazione interoperabile a livello europeo, sono temi importanti della Digital Agenda UE. Inoltre, la possibilità di effettuare pagamenti elettronici verso le PP.AA. è pienamente in linea con i più recenti interventi normativi del Governo: questo tema è uno dei punti chiave anche secondo AgCom, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ai fini di una più generale promozione delle transazioni online. Infine, l'educazione digitale è un tema chiave sia della Digital Agenda 2020 della UE75 (dove rappresenta uno dei sette "pilastri"), sia nell'Agenda che il Governo sta predisponendo per il Paese. L’Agenda Digitale si pone come obiettivo di andare a sconfiggere il fenomeno del “digital divide”, cioè quel complesso di disuguaglianze significative nell’accesso alle tecnologie informatiche e nella partecipazione alle nuove forme della comunicazione e dell’informazione76. Si tratta di una definizione non univoca, qualunque tentativo di definizione presenta dei profili di criticità e risulta

72 Agenzia per l’Italia digitale, “La strategia italiana per l’Agenda Digitale”, Roma, 2014.

73 Commissione europea, Direzione generale della Comunicazione, Le politiche dell’Unione Europea, Agenda digitale Europea: riavviare l’economia europea, Belgio, novembre 2014.

74 Agenzia per l’Italia Digitale, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Agenda digitale europea, marzo 2016. 75 Commissione europea, Digital Single Market, Europe 2020 strategy, maggio 2017.

eccessivamente semplificativa. La non univocità tipica del digital divide impone inoltre di non guardare solo a Internet, ma a tutte le Informations and Communications

Technologies; inoltre si guarda a internet come ad un centro di scambio e condivisione

di informazioni e dati di ogni tipo, in modo da garantire l’estensione delle dinamiche relazionali e lo sviluppo della personalità77. Secondo le stime della Commissione Europea il 30% dei cittadini sono esposti al digital divide, sia per impossibilità di accedere alle nuove tecnologie, sia per incapacità di utilizzarle, con il risultato di impedire un’effettività dei diritti78.