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OPPORTUNITA’ E MINACCE PER IL SISTEMA BANCARIO

FINTECH 1 L’innovazione

3.4. OPPORTUNITA’ E MINACCE PER IL SISTEMA BANCARIO

Come ogni innovazione che irrompe sul mercato, travolgendo un sistema incentrato su una serie di attività riservate190, anche il Fintech continua a dividere sostenitori e detrattori: rappresenta un’opportunità di sviluppo o una minaccia disruptive per il sistema dell’intermediazione finanziaria? A fronte però di molte riserve, soprattutto con riguardo alla tutela del consumatore e alla stabilità del sistema finanziario, le istituzioni europee hanno intrapreso un cammino di approvazione e di sostegno del fenomeno in sé, in particolare, delle sue potenzialità da sfruttare nella prospettiva di un mercato unico tecnologico dei servizi finanziari191. Questo obiettivo potrebbe rappresentare una

leva di sviluppo decisiva in funzione della creazione di un polo europeo della tecnologia e degli investimenti, in grado di competere con mercati più maturi ed avviati in U.S.A., Cina ed America Latina. Tutte queste finalità vengono indicate dal Parlamento europeo come gli sviluppi in materia di Fintech che dovrebbero contribuire allo sviluppo e alla competitività del sistema finanziario e dell’economia europea, compreso il benessere dei cittadini europei, migliorando al contempo la stabilità finanziaria e garantendo il massimo livello possibile di protezione dei consumatori. La tecnologia finanziaria può condurre a notevoli benefici, tra cui servizi finanziari per i consumatori e le imprese migliori, più rapidi, meno costosi, più personalizzati, resilienti, trasparenti e aprire la strada a molte nuove opportunità commerciali per gli imprenditori europei. Eppure, se per un verso le nuove tecnologie e la digitalizzazione dei servizi finanziari rappresentano un’opportunità per i consumatori, quali diretti destinatari, e per il mercato finanziario nel suo complesso, per un altro verso è altrettanto vero che ogni innovazione tecnologica reca con sé una sfida regolamentare riguardo alle azioni o agli interventi più opportuni da intraprendere a fronte di potenziali rischi al momento non ancora pienamente identificati e su cui i regolatori, le Autorità e le Istituzioni europee ed internazionali, si stanno ancora interrogando. Difatti nuove dinamiche competitive, basate su innovazione, partenariati ed esternalizzazione da parte degli operatori e tra di essi, rivoluzioneranno il settore finanziario e sarà compito delle Autorità, garantire la parità di trattamento di tutti gli attori in campo come incumbent e start up Fintech.

190 Convegno organizzato da ADDE (Associazione Docenti di Diritto dell’Economia) su “Le riserve di attività economiche alla

prova dell’innovazione tecno- logica e della sharing economy”, Milano, dicembre 2016.

191 Paracampo M.T., FinTech, Introduzione ai profili giuridici di un mercato unico tecnologico dei servizi finanziari, Giampichelli, 2017.

Non solo, il timore di una possibile minaccia alla profittabilità delle banche tradizionali ha spinto queste ultime a rispondere alle sfide tecnologiche in corso, sia provando a riprodurre i modelli delle imprese Fintech, sia esternalizzando parte dei loro processi di

business a imprese Fintech per trarre vantaggio dalla loro maggiore efficienza. Le

applicazioni tecnologiche sono quindi utilizzate per sviluppare e fornire direttamente servizi finanziari ad opera di imprese innovative ed alternative a quelle tradizionali, oppure per digitalizzare, in tutto o in parte, i servizi esistenti, rendendo nel contempo il sistema finanziario più efficiente192. Secondo Pwc, le tradizionali istituzioni finanziarie, in particolare quelle operanti nel settore pagamenti e trasferimento di denaro, perderanno una quota di mercato pari al 30% in favore delle FinTech emergenti193. In particolare, sempre secondo la medesima fonte, alcune delle minacce più sentite dagli

incumbent sono le seguenti:

- Pressione sui margini.

Le Fintech sono più efficienti grazie allo sfruttamento di tecnologia, all’innovazione e all’assenza delle “legacy” tipiche dell’infrastruttura bancaria tradizionale, migliorando la gestione dei costi operativi. Grazie a ciò, essi possono promuovere la vendita di prodotti e servizi finanziari a prezzi inferiori dell’incumbent, spingendo così quest’ultimo ad abbassare i propri.

- Perdita di quote di mercato.

Le Fintech potrebbero sottrarre opportunità di guadagno agli incumbent, in quanto potrebbero vendere direttamente i loro prodotti e servizi ai consumatori, e diventare così un’alternativa ai player tradizionali. Tale minaccia è reale soprattutto con riferimento a mercati come quello domestico.

- Aumento del “customer churn”.

Si definisce “customer churn” l’allontanamento di un cliente e/o utente dal proprio prodotto o servizio in favore di quello di un competitor. Lo sviluppo del Fintech potrebbe provocare un forte aumento dei tassi di “churn out” dei clienti, con notevole dispendio di costi da parte degli incumbent per limitarne il fenomeno.

192M. T. Paracampo, FinTech. Introduzione ai profili giuridici di un mercato unico tecnologico dei servizi finanziari, Giappichelli, 2017.

193 PWC, Ridisegno dei confini: crescente influenza delle FinTech sui Servizi Finanziari, Global FinTech Survey e confronti col mercato Italiano, 2017.

Sebbene dunque, da una parte siano evidenti le minacce poste da questi nuovi entranti, dall’altra vi sono per gli incumbent anche numerose opportunità da cogliere, in termini di:

- Riduzione dei costi operativi.

Lo sviluppo del Fintech può costituire l’occasione per gli incumbent di effettuare una “revisione” dei processi interni nella direzione di una maggior semplificazione e di una “razionalizzazione” dei costi, così da ridurre le inefficienze nelle loro “operations” e abbassare notevolmente il cost to income

ratio194.

- Differenziazione di prodotto/servizio.

Lo sfruttamento delle piattaforme digitali può consentire alla banca di ampliare e differenziare l’offerta, ad esempio nelle tipologie di consulenza proposte alla clientela e nei progetti d’investimento. In particolare, ciò può andare a beneficio delle piccole medie imprese, perché tali piattaforme interattive possono cogliere meglio i bisogni finanziari e non finanziari in relazione a differenti business195. - Profitti addizionali.

Il Fintech costituisce un’opportunità per l’incumbent anche dal punto di vista del rinnovo dei prodotti e servizi offerti attraverso l’aggiunta di nuovi prodotti, anche “complementari”. Lo sfruttamento dell’ecosistema digitale creato dal Fintech costituisce un’opportunità per le banche di introdurre prodotti “complementari”, come i “living services”, oggetti della vita quotidiana, detti

wereable, che diventano interattivi e possono essere sfruttati ai fini della

comunicazione col cliente di dati utili come per esempio il saldo del c/c196. - Miglioramento della “customer retention”.

I nuovi entranti hanno senza dubbio il merito di aver “alzato il livello” riguardo alla customer experience che i fruitori dei loro prodotti e/o servizi attendono197. Tale aspettativa ora si estende anche ai servizi finanziari: per l’incumbent è un’occasione per adottare un approccio che mette al centro il cliente e migliora così il livello di “customer experience” offerta.

194 Accenture, Fintech and the evolving landscape: landing point for the industry, ottobre 2016. 195 Accenture, The rise of Fintech, aprile 2014.

196 Accenture, Beyond the Everyday bank, 2016.

In una valutazione di situazioni favorevoli e sfavorevoli, risaltano due fronti contrapposti tra sostenitori dell’evoluzione digitale che offre l’opportunità di rendere più accessibile, a segmenti di clientela più estesi, servizi preclusi dai canali tradizionali e non sostenitori, preoccupati dell’impatto dirompente dell’innovazione tecnologica che spinge verso la disintermediazione o, a seconda dei casi, reintermediazione di alcune attività regolate198. Sullo sfondo di cambiamenti demografici e generazionali, Fintech sta delineando nuovi trends in grado di determinare le nuove coordinate della produzione e della distribuzione finanziaria. Le preoccupazioni maggiori su questo versante provengono principalmente dall’ingresso sul mercato di startup e imprese

Fintech, colossi o di giganti della tecnologia199, spesso non soggetti ad alcuna regolamentazione né tanto meno a controllo, cosa che potrebbe sia alterare gli assetti di mercato precostituiti, basati su players tradizionali, sia violare il principio del level

playing field, con inevitabili conseguenze sul versante di una leale concorrenza tra

operatori.

198 Paracampo M.T., FinTech, Introduzione ai profili giuridici di un mercato unico tecnologico dei servizi finanziari, Giampichelli, 2017.

199 L’invasione di colossi o giganti quali Google, Amazon, Facebook e da ultimo anche Whats App nel settore dei servizi finanziari ha portato a coniare l’appellativo di BigTech, utilizzato nel documento in consultazione del Comitato di Basilea.

CONCLUSIONI

Con il presente lavoro mi sono posta l’obiettivo di far venire alla luce i cambiamenti prodotti dalla digitalizzazione, quali sono, in cosa consistono e i loro possibili mutamenti nel settore dei servizi finanziari. La digitalizzazione non è e non deve essere affrontata come un mero problema tecnologico, ma come un’occasione di evoluzione secondo un piano strategico a breve, medio e possibilmente lungo termine. Da quanto emerso dal lavoro, posso dire che il fenomeno Fintech avrà conseguenze sul settore bancario in modo sostanziale. Il Fintech ha posto interrogativi importanti sul modo di fare banca, di servire i clienti, sul funzionamento di processi operativi che richiedono un cambiamento digitale alla luce del fatto che gran parte delle società innovative si rivolgono direttamente al consumatore o a un’azienda o a un cliente finale, ponendosi come una concreta alternativa alla banca tradizionale. Questioni di grande importanza, che coinvolgeranno in maniera consapevole gli istituti di credito, provengono da cambiamenti normativi e tecnologici, come la PSD2 e i New Digital Payment. La Direttiva europea 2015/2336 sui pagamenti rimodellerà l’ambiente competitivo dei servizi finanziari, ampliando il numero di player e potenziali competitor che avranno dalla loro parte un vantaggio concorrenziale non indifferente, dato da competenze digitali capaci di offrire prodotti e servizi in linea con quanto richiesto dalla clientela bancaria. Questo cambiamento potrebbe rappresentare per gli istituti finanziari non solo un obbligo normativo ma anche uno sviluppo di prodotti e servizi finanziari innovativi. Per far ciò, gli istituti finanziari devono essere in grado di condividere con i partner digitali i loro dati e associarsi a piattaforme su cui non hanno il controllo diretto della relazione con i clienti o della customer experience. L’avvento dei New Digital Payment rappresenta un altro cambiamento d’estrema importanza che consentirà un più rapido accesso ai sistemi di pagamento alternativi al contante, anche per coloro che si mostrano rigidi al cambiamento. Le banche e i nuovi intermediari possono cogliere questa possibilità per migliorare la relazione e il rapporto con il cliente finale, sia esso un consumatore che un’azienda. A fronte di tale scenario, è però opportuno sottolineare come i nuovi entranti del Fintech non sembrino in grado di sconvolgere la posizione degli attuali leader di mercato. Infatti, più che a uno scenario di Disruption, è probabile

che si assisterà a una Fintegration, ovvero all’istaurazione di un contesto di collaborazione, in cui le aziende innovative non andranno a competere direttamente con le banche, ma entreranno a far parte del loro ecosistema, cercando di specializzarsi in funzioni specifiche. Questa possibilità sembra essere quella più plausibile. Ciò non implica però che gli operatori tradizionali possano limitare la propria attenzione e i propri sforzi per stare al passo con il cambiamento, rendendo così l’intero ecosistema più flessibile e rapido nell’adeguarsi ai mutamenti tecnologici senza appesantire la struttura dei costi della banca. Se tale scenario dovesse realizzarsi, è probabile che il sistema bancario si ritroverà a utilizzare le stesse logiche che sono attualmente adottate nel settore della tecnologia da ecosistemi di successo come iOS ed Android. Giunti alla fine di quest’analisi, si può desumere che se la convergenza in atto tra Fintech e banche tradizionali dovesse continuare, porterebbe ad una redditizia e positiva condivisione della tecnologia. Già ora ci sono concrete possibilità di collaborazione con la digitalizzazione, dato che già alcune startup hanno avviato almeno una partnership con il settore bancario, creando vantaggi reciproci. Vantaggi che possono essere concretizzati nella possibilità di operare sfruttando la rete fisica sul territorio della banca o il suo volume di dati in maniera native e la capacità di innovarsi più rapidamente testando nuove strade con investimenti limitati riuscendo, così, a colmare lacune critiche presenti in portafoglio e a fornire al cliente un’esperienza migliore a costi ridotti. Il futuro del banking tradizionale passa per la finanza tecnologica e quelli in precedenza elencati, sono solo alcuni degli importanti fattori che stanno spingendo l’intero sistema finanziario verso il modello open finance, con una collaborazione e condivisione dell’offerta e con entità esterne capaci di integrare e ampliare i servizi offerti. Nonostante la chiara tendenza a competere sul prezzo da parte delle nuove aziende concorrenti, è necessario che esse diversifichino le fonti di guadagno perché l’analisi aggregata di dati eterogenei, provenienti dall’utilizzo delle interfacce di programmazione, andrebbe a creare condizioni e possibilità di crescita importanti per mantenere soddisfacenti i ricavi generati dal settore. Ma le banche, che hanno sempre gestito i loro servizi in modo end-to-end, integrando esperienza, processi e prodotti, spesso non sono capaci di adattarsi a cambiamenti così radicali. Serve dunque un cambiamento nel loro business model, seguendo un approccio open e replicando esperienze già attuate in altri settori con successo. La trasformazione va guidata allineando gradualmente tutti i livelli dell’organizzazione alle nuove esigenze che il mercato richiede.

L’arrivo del Fintech non rappresenta tanto una rivoluzione, quanto l’inizio di un processo di cambiamento del settore finanziario che potrebbe trasformare il sistema tradizionale attualmente in uso in un ecosistema finanziario incentrato sul cliente. La sfida per le banche non è solo riuscire ad adeguarsi alla tecnologia, ma soprattutto nel cambiamento nei processi e nella capacità di offrire una customer experience in grado di raggiungere i clienti attraverso i canali a loro più graditi. Le banche dovranno inoltre intrattenere e coltivare una relazione in grado di sviluppare il rapporto di fiducia e il business nelle forme più gradite al cliente, cioè l’omnicanalità. Porre il cliente al centro è il fulcro stesso della strategia di sviluppo e di redditività che può permettere alle banche di tornare a svolgere un ruolo di fiducia nello sviluppo delle imprese e della vita sociale. Un ruolo, dunque, che ha tra le proprie mansioni anche la capacità di accompagnare i clienti, i consumatori e, più in generale, la popolazione verso lo sviluppo di una cultura finanziaria e digitale, dando supporto a coloro che più stanno

faticando a intraprendere il proprio percorso di formazione.

Concludendo, l'introduzione digitale e finanziaria rappresenta una mission che le banche dovranno assolutamente porre tra le proprie priorità. Esse dovranno recuperare quel rapporto in particolare con i clienti che, dopo il primo sviluppo del mobile, dei nuovi operatori e delle nuove architetture informatiche, sembrano aver messo in discussione.

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