• Non ci sono risultati.

L’IMPATTO DEL FINTECH SUL SETTORE BANCARIO

FINTECH 1 L’innovazione

3.3. L’IMPATTO DEL FINTECH SUL SETTORE BANCARIO

La maggior parte delle pubblicazioni che parlano di startup Fintech, sostengono che in futuro il settore finanziario subirà una disintermediazione simile a quella che l’avvento di internet ha portato nel settore dei viaggi, mandando le agenzie, in questo caso le banche, fuori mercato. Nonostante l’ondata di novità che ha travolto il settore finanziario negli ultimi dieci anni, per gli istituti bancari è ragionevole ipotizzare uno scenario strategico che si attuerà nel prossimo periodo per passaggi graduali, che si prolungheranno oltre il consolidamento della nuova normativa dei pagamenti. Gli elementi fino ad ora analizzati lasciano intravedere una trasformazione ineluttabile dei servizi finanziari europei che, con le banche che saranno chiamate ad affrontare un nuovo ambiente competitivo, devono scegliere quale posizione assumere nei confronti del mercato, con una necessaria e radicale rivisitazione del loro business model.

Si può ora interpretare la possibile evoluzione del contesto presentato, indicando le fasi che si potrebbero configurare nel medio periodo e le strategie che gli incumbent184 dovrebbero adottare per non perdere il proprio potere sul mercato, mostrando chi tra i principali operatori, europei ed italiani, sono attivi e come affrontano i profondi cambiamenti in atto. La fase attuale può essere definita, sotto diversi punti di vista, una fase intermedia nella quale la clientela ha iniziato ad utilizzare e avere fiducia nei nuovi schemi di pagamento e in soluzioni alternative offerte da terzi185. Le banche dal canto loro stanno già iniziando a registrare perdite economiche sempre più ingenti a causa della crescita del livello di sostituzione dei nuovi schemi con quelli classici, perdite viziate sicuramente dal ciclo economico sfavorevole e da costosi adeguamenti normativi, fattori che provocano una perdita di parte della clientela a favore di imprese innovative che forniscono prodotti e servizi più adatti alle nuove esigenze digitali dei clienti, soprattutto di quelli più giovani, i Millenials. Questo, anche perché le banche generalmente hanno continuato finora ad usare un approccio di vendita basato sul prodotto piuttosto che incentrato su un miglioramento dell’esperienza del servizio. Tuttavia quegli istituti che si sono mossi per primi, concentrandosi sulle esigenze ampliate dei consumatori e ponendoli al centro del loro business model, stanno già adesso raccogliendo importanti benefici.

184 Incumbents: impresa, di grandi dimensioni, che è monopolista di uno specifico mercato e tenta di bloccare l’letrata di altre imprese, le nuove entranti.

185 Paracampo M.T., FinTech, Introduzione ai profili giuridici di un mercato unico tecnologico dei servizi finanziari, Giampichelli, 2017.

Dopo questa fase iniziale, i nuovi schemi introdotti dalla PSD2, le nuove figure capaci di soddisfare bisogni che si sono rafforzati in seguito alla normativa, come trasferire rapidamente denaro agli amici, avere una gestione più oculata del propri fondi ma anche trovare soluzioni d’acquisto, di risparmio e d’investimento più adeguate alle proprie esigenze ed abitudini, faranno ormai parte del quotidiano dei consumatori e coloro che non si saranno adeguati operativamente al cambiamento si troveranno in grave difficoltà186. Di certo l’innovazione futura, dunque il successo della propria strategia passerà per la capacità di fornire un’esperienza di servizio completa per il cliente, sfruttando maggiormente l’insieme delle informazioni e dati relativi la propria attività e alle modalità d’utilizzo del denaro. Aumentando, così, il livello d’innovazione digitale capace di fornire un’offerta omnicanale creando un’interfaccia mutabile in base alle specifiche esigenze dell’utente finale187.

3.3.1. FinTech disruptive o fintegration?

L’aggettivo “disruptive” è spesso associato ai nuovi modelli di business basati su piattaforme digitali, un termine con il quale ci si riferisce generalmente alla situazione in cui un settore viene alterato da business model innovativi che mettono in difficoltà le aziende già stabilite sul mercato. Per analizzare gli effetti del Fintech sul settore è opportuno discutere sull’adeguatezza del termine disruptive rispetto alla situazione delineata nei precedenti capitoli. Bisogna ricordare188 che la disruption è un processo tramite il quale un’azienda dotata di risorse limitate utilizza un business model innovativo per servire una fascia di mercato non soddisfatta, generalmente il low end, tramite un servizio qualitativamente inferiore ma più economico rispetto a quello fornito dagli operatori che dominano il mercato. Ciononostante, gli incumbents non prestano attenzione a questo cambiamento, poiché sono convinti che tale innovazione non rappresenti una minaccia per le fasce di mercato sulle quali essi si focalizzano. Tuttavia, con il tempo, il servizio delle aziende innovative comincia a interessare anche la parte convenzionale del mercato andando ad erodere progressivamente la quota degli

incumbents, fino a minacciarne la sopravvivenza.

186 Roberto Ferrari, L’era del Fintech: La rivoluzione digitale nei servizi finanziari, NEO economia, 2016. 187 Vella A., I digital payments riscriveranno strategie e operatività delle banche”, Il Sole 24 ORE, 2017. 188 Christensen C., Raynor M. & McDonald R., What is disruptive innovation?, dicembre 2015.

Questo accade perché gli operatori tradizionali tendono a evitare la competizione nel

low end del mercato, spostandosi verso il segmento più profittevole tramite innovazioni

incrementali dette “sustaining”. Il termine “disruptive” viene generalmente utilizzato in modo impreciso. Può quindi essere interessante cercare di determinare se tale problema riguardi anche l’associazione di questo concetto rispetto alle aziende Fintech viste finora, dal momento che le startup sono per definizione delle aziende con risorse limitate che entrano nel mercato con un modello di business innovativo. Risulta piuttosto difficile effettuare delle previsioni circa l’effettivo impatto che tali innovazioni avranno sul settore. Tuttavia, con ciò non si vuole ridurre la portata del cambiamento che la Fintech apporterà al settore, ma sottolineare che attualmente la tendenza non sembra essere indirizzata ad una disruption, quanto ad una “Fintegration”189. Ovvero ci sarà una complementarità tra i servizi tradizionali e quelli

digitali, che permetterebbero ai player del settore di creare nuovi modelli di business con i quali aumentare la soddisfazione degli attuali clienti e attrarne di nuovi, aumentando le entrate e ottimizzando i costi. La qualità del servizio sarebbe forse l’aspetto maggiormente influenzato dalla Fintegration, poiché:

- La digitalizzazione di numerosi processi di back e front office permetterebbe ai consulenti di concentrarsi sul cliente;

- L’offerta potrebbe essere resa accessibile all’investitore tramite interfacce semplici e intuitive, multicanale e integrate con servizi aggiuntivi, dal reporting alla possibilità di contattare l’azienda tramite i social.

Vi sarà una forte convergenza, dove da un lato alcune Fintech amplieranno i propri servizi al punto da essere percepite come vere e proprie banche e dall’altro modelli ibridi di collaborazione tra Fintech e banche saranno pienamente praticati, proprio in quanto funzionali alla crescita dimensionale e reputazionale delle Fintech stesse. Alla fine, qualunque sarà il percorso scelto, le banche per sopravvivere dovranno digitalizzarsi. Quindi così come oggi esistono delle banche digitali, così in futuro le piattaforme chiamate oggi Fintech faranno parte integrante dell’offerta bancaria e dei servizi finanziari. Tutto sarà Fintech, pena l’estinzione.