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La rivoluzione Fintech cambia le banche

FINTECH 1 L’innovazione

3.1.4. La rivoluzione Fintech cambia le banche

L’avvento delle Fintech, cioè delle imprese che forniscono servizi e prodotti finanziari attraverso le più avanzate tecnologie dell’informazione, costituisce una rivoluzione gentile che sta radicalmente mutando lo scenario del settore finanziario, creditizio e assicurativo, inducendo i suoi protagonisti, banche, compagnie di assicurazioni, finanziarie a investire consistenti risorse nell’innovazione per rimanere competitivi sul mercato. Dietro i gesti o le azioni più semplici che ogni giorno compiamo con naturalezza e senza quasi accorgercene, come effettuare un bonifico personalmente utilizzando un device mobile, come smartphone o tablet, o prelevare del denaro contante da uno sportello bancario a distanza grazie ai lettori ottici incorporati nelle carte Bancomat di nuova generazione, oppure investire in Borsa mediante il trading online, ci sono loro: le società native digitali che stanno entrando nel mercato finanziario con la carica della potenza creatrice di know how che genera servizi ad alto valore aggiunto e l’immette sul mercato157. E quello che stiamo vedendo oggi non è niente rispetto a quello che ci attenderà nel futuro e che comincia già a intravedersi all’orizzonte: il prestito collettivo, i servizi automatizzati d’investimento e di aiuto alla clientela. Senza, però, dimenticare il ricorso a tecnologie avanzatissime: l’intelligenza artificiale, i dati destrutturati e la tecnologia per gli scambi delle valute virtuali, come i bitcoin. Quando parliamo di Fintech Revolution ci riferiamo al grande numero di fattori di successo che caratterizzano le aziende, che operano all'interno di tale settore e che delineano i confini tra le banche tradizionali e i nuovi sfidanti158. La rivoluzione Fintech ridisegnerà la finanza e la migliorerà159. Se da una parte c'è il settore bancario con numerose lacune che portano il consumatore a cercare altri fornitori finanziari, dall'altra parte ci sono attori non bancari che offrono ai consumatori prodotti e servizi simili a

157 Pepi G., in Economia Italiana, La rivoluzione delle Fintech cambia il volto delle banche e il credito diventa… digitale, dicembre 2017.

158 Sirioni P., FinTech Innovation: From Robo-Advisors to Goal Based Investing and Gamification, John Wiley and Sons Ltd, 2016. 159 Rizzi M., Fintech Revolution, startup tecnologiche e rivoluzione digitale cambiano il settore più “sicuro” del mondo; le banche si evolvono, il nostro denaro viaggia tra i social media e player dell’e-commerce, Egea, settembre 2016.

quelli forniti dalle banche, ma in un modo diverso che esercita una grande influenza sulle decisioni dei clienti sui loro fornitori di servizi finanziari. La proposta di valore di Fintech si basa sui seguenti fattori chiave:

1. Buona esperienza del cliente: con l'avvento di Internet e dei dispositivi mobili, i clienti sono diventati "digital friendly", ampliando le loro aspettative sull'erogazione di prodotti e servizi, totalmente basate sulla tecnologia e sui miglioramenti digitali. Fintech offre ai clienti l'esperienza per ottenere in pochi minuti ciò che si cerca, ovunque ci si trovi e in modo semplice;

2. Servizio più rapido: Fintech offre prodotti e servizi in meno della metà del tempo impiegato dalle banche;

3. Semplificazione dei prodotti, dei processi e della comunicazione: le aziende Fintech offrono prodotti semplificati rispetto alle banche, riducendo la complessità del settore bancario, comprese le minori problematiche burocratiche e consentendo ai consumatori di avere un servizio clienti diretto con effetto immediato;

4. Specializzazione e personalizzazione: le aziende Fintech limitano la loro offerta a pochi prodotti di base destinati a un pubblico mirato;

5. Infrastruttura IT: Fintech opera totalmente online, utilizzando infrastrutture IT avanzate, compreso i mercati che connettono un braccio del mercato, ad esempio i mutuatari, con l'altro braccio del mercato, gli investitori;

6. Costi bassi: le aziende Fintech non dispongono di infrastrutture fisiche e di dipendenti e quindi sono esenti da tasse. Ciò riduce drasticamente i costi operativi e consente ai nuovi sfidanti di investire in un elevato livello d’innovazione. Sono alleggeriti da regolatori, sistemi IT legacy, reti di filiali o dalla necessità di proteggere le aziende esistenti. Le spese correnti del lending come quota del suo saldo in essere sono circa il 2% e l'equivalente per i prestatori convenzionali è del 5-7%. Ciò significa che può proporre migliori offerte ai mutuatari e ai prestatori che si riuniscono sulla sua piattaforma;

7. Creazione di un panorama creditizio più diversificato e stabile. Il business delle imprese basate su Internet è meno concentrato geograficamente di quello dei prestatori tradizionali, le piccole banche americane utilizzano già le piattaforme di prestito per diversificare i propri portafogli. Ancora più importante, le aziende Fintech evitano i due rischi di base inerenti al settore bancario: scadenze e

leverage non corrispondenti. Le banche accettano passività a breve termine come i depositi e li trasformano in attività a lungo termine come i mutui. Istituti di credito Fintech si adattano direttamente ai mutuatari e ai risparmiatori, le banche richiedono molto denaro per finanziare il prestito mentre le nuove piattaforme no.

Fabio Panetta, vice direttore generale di Banca d’Italia, afferma, nell’Indagine sull’impatto della tecnologia finanziaria sul settore finanziario presentata alla Commissione Finanze della Camera dei Deputati, che la concorrenza delle aziende Fintech sta già iniziando a intaccare i margini dell’attività bancaria tradizionale. Inoltre, si stima che nel prossimo decennio, con l’espansione in tutti i segmenti di mercato, i nuovi operatori potrebbero erodere il 60% dei profitti che le banche ottengono dalle attività al dettaglio160. E proprio l’espansione del fenomeno impone la sua regolamentazione che sarebbe utile avvenisse con giudizio senza assoggettare queste attività a norme rigorose che rischiano di bruciare sul nascere le iniziative imprenditoriali. Ci vuole invece una regolamentazione abbastanza dettagliata, che individui il giusto compromesso tra l’esigenza di garantire la stabilità finanziaria e quella di salvaguardare l’autonomia e la libertà d’impresa. Tutto questo deve essere fatto a livello europeo. Intanto la Banca d’Italia, impegnata a monitorare il fenomeno, si accinge a emanare linee guida sulle Fintech mentre ha attivato il Canale Fintech sul proprio sito web istituzionale. Secondo una rilevazione campionaria condotta da Abi Lab, il centro di ricerca e innovazione promosso dall’Abi161, le banche si stanno muovendo nel mercato delle Fintech con differenti strategie che vanno dalla creazione di fondi di investimento dedicati alle partnership commerciali, dall’investimento mirato nel capitale di alcune startup alla creazione di acceleratori e incubatori. Non mancano gli esempi: Unicredit ha creato un fondo da 200 milioni di dollari da investire nelle startup Fintech, ha siglato due accordi per l’adozione di una tecnologia basata su blockchain per i pagamenti internazionali e con un gestore di un sistema di pagamento internazionale per abilitare sei milioni di titolari di carte di credito da usare per i pagamenti nei negozi tramite app/web. Per stare al passo con i tempi e le tecnologie non si muovono solo le banche di grandi dimensioni, ma anche le medio- piccole. Banca Sella ha realizzato a Milano un hub dedicato al Fintech.

160 Banca d’Italia, Audizione del Vice Direttore Generale Fabio Panetta, Indagine conoscitiva sulle tematiche relative all’impatto della tecnologia finanziaria sul settore finanziario, creditizio e assicurativo, Roma, 2017.

Le banche, secondo Abi Lab, hanno finora investito nelle Ict 4,5 miliardi di euro e le previsioni per il 2018 vedono oltre il 97% degli istituti mantenere costante o accrescere il budget della spesa in nuove tecnologie, forti del fatto che sono oltre 17 milioni i clienti operativi attraverso l’home banking162.