• Non ci sono risultati.

Insegnante di pedagogia presso la Regia Scuola Normale di Messina nel 1908197 per «pochi mesi (poi il terremoto tremendo distrusse la scuola e tanti cari scolari)»198, e poi trasferitosi a Catania, sua città natale, in qualità di ordinario di Pedagogia e Morale nella Scuola Normale maschile “V. Tedeschi”, Lombardo Radice intensificò nella città etnea il suo impegno politico-educativo, adoperandosi, fin dai primi mesi del 1909, nell’organizzazione di forme di aiuto e di assistenza ai profughi messinesi.

È nel contesto di questi tragici eventi che Lombardo Radice ed altri suggerirono «ad una generosa signora catanese, Irene Pace Fassari, di fondare una associazione femminile per l’assistenza educativa, dapprima ai profughi del terremoto (ero io stesso uno scampato al disastro), poi, stabilmente, ai fanciulli e alle madri del popolo in Catania. Sorse così l’Unione femminile catanese, di cui io fui consulente pedagogico per parecchi anni»199.

Tra i compiti fondamentali, come si legge nell’articolo 2 dello Statuto, la sezione catanese dell’Unione, costituitasi il 2 aprile 1909, si proponeva: «di farsi iniziatrice di pubbliche letture di contenuto pedagogico e scientifico; di incoraggiare ogni istituzione che possa contribuire a togliere la donna dall’attuale stato di incoltura e di inadeguata preparazione al suo ufficio di madre e di educatrice, di

197

Nel 1908 si classifica al primo posto in graduatoria nel concorso speciale per l’insegnamento della Pedagogia nelle grandi sedi bandito per la R. Scuola Normale di

Messina. La Commissione di concorso era composta da Luigi Credaro, da Giuseppe

Tarantino e da Pasquale Grossi.

198

G. LOMBARDO RADICE, Lettera alla Signorina Rotten, cit., p. 79. Il terremoto, che si verificò alle 5 e 20 del 28 dicembre, sorprese Lombardo Radice, da poco tornato da un viaggio a Roma per il Congresso delle Biblioteche popolari, e i suoi due fratelli, Antonino ed Enrico, mentre dormivano nella stessa stanza. Della casa in cui abitavano rimase in piedi solo una piccola parte, contenente la loro camera. Quella attigua era crollata e la vecchia fedele domestica era morta. Profondo fu il dolore per la scomparsa di parenti, amici, colleghi e scolari, e per la distruzione della città in cui aveva avuto luogo la sua formazione giovanile. Per quanto riguarda Lombardo Radice nei giorni del terremoto di Messina, cfr. Cronache di

una vita (1879-1938), cit., p. 109. 199

64

difendere e migliorare tutte le istituzioni benefiche all’infanzia: asili, ricreatori, doposcuola, assistenza e mutualità scolastica; di contribuire alla formazione di biblioteche per la famiglia e la gioventù; di adoperarsi per l’istituzione di scuole per infermiere, e di scuole di economia domestica, e di creare finalmente un ufficio di indicazioni, collocamento e assistenza»200.

Un programma largamente ispirato nel linguaggio e nei temi a quelli del pedagogista catanese, che si concretizzò in quel drammatico frangente, grazie alla partecipata adesione e collaborazione di studentesse, maestre, famiglie, nella istituzione, nell’aprile del 1909, di scuole per i bambini messinesi ricoverati in alloggi di fortuna, e, col sopraggiungere dell’estate, di una colonia marina per bambini anemici, oltre che di doposcuola, scuole domenicali per le giovani operaie analfabete, ambulatori per i bambini malati nella stessa città di Catania e in altre località.

Iscrittosi in quel periodo al partito socialista, da cui si dimise nel 1915, alla vigilia dell’entrata in guerra dell’Italia, Lombardo Radice fu l’animatore nel 1910 del Fascio delle Organizzazioni Democratiche, Professionali e Politiche di Catania, concepito come una nuova forza politica attraverso cui ci si proponeva, in occasione delle elezioni amministrative catanesi, «di sottrarre il presente e il futuro della città alle vecchie clientele popolari e massoniche per affidarli alle organizzazioni proletarie e professionali aventi precisa connotazione politica e ideologica e ai gruppi tecnicamente competenti»201.

200

Cfr. D. BERTONI JOVINE, Organizzatore di cultura, in Riforma della Scuola», XIV [1968], 8-9, p. 74. Un articolo Transitorio dello Statuto ben specificava le tragiche motivazioni che avevano condotto alla costituzione della Sezione catanese dell’Unione

femminile e le finalità che essa assumeva come assolutamente prioritarie: «Finché ci saranno

a Catania profughi messinesi, bisognosi di aiuto, ufficio principale della Sezione sarà quello di prestare loro assistenza (specialmente alle donne e ai fanciulli) creando un apposito ufficio di indicazioni, e facendo frequentemente visitare da suoi delegati i ricoveri esistenti a Catania». Cfr.: SPECTATORES, Iniziative catanesi, in «Nuovi Doveri», III, [1909], 10, p. 130. Una ricostruzione della nascita e delle prime iniziative della Sezione, si trova in G. LOMBARDO RADICE, Bilancio delle forze vive in Italia. L’iniziativa privata in Sicilia, in «Nuovi Doveri», IV, [1910], 21, p. 342-347.

201

S. CUCCIA, Socialista a Catania (1909-1914), in «Riforma della Scuola», XIV [1968], 8-9, p. 13.

65

Il giovane professore di pedagogia, «con fede di apostolo e con un entusiasmo davvero ammirevole»202, si guadagnò notevole popolarità attraverso la fervida attività svolta nel campo culturale, scolastico, sindacale, giungendo presto alla ribalta della vita cittadina. Un’eco dell’impegno disinteressato profuso da Lombardo Radice in vista di un rinnovamento delle condizioni materiali, culturali e morali della vita civile e democratica della sua città e dell’importante missione sociale che l’educazione popolare, nei suoi più vari aspetti, assumeva a tal fine, riverbera dai numerosi articoli da lui pubblicati in quel periodo sul «Corriere di Catania»203.

«Noi abbiamo un grande numero di forti organizzazioni e professionali e politiche di aperta e sicura fede democratica e indipendenti dalle passate fazioni: riuniamole in un Fascio, non sommando insieme, uno più uno, i loro socii, e fondandoli in una associazione nuova, ma federando le loro dirette rappresentanze, e affidando a esse tutto: cioè la formulazione di un programma amministrativo, che mantenga le tradizioni gloriose della democrazia italiana, e insieme si avvalori della competenza tecnica che è rappresentata dalle singole organizzazioni professionali consociate»204. L’idea del «compagno Lombardo Radice», che riscuoteva il plauso del «Riscatto», organo della locale sezione del Partito Socialista, e a cui diede «entusiastica» approvazione Giuseppe Prezzolini, vale a dire di prendere «a base della riorganizzazione i gruppi professionali democratici e i gruppi politici autonomi», era a giudizio di Salvemini, «geniale»205.

Non è necessario seguire nei minimi dettagli quali furono gli esiti delle elezioni amministrative catanesi, che se da un lato videro la vittoria delle organizzazioni

202

M. VAINA, Popolarismo e nasismo in Sicilia, Quaderni della «Voce», Firenze, Casa editrice italiana, 1911, p. 117.

203

Cfr. Preparando la lotta: per gli amici e per gli avversari, rip. in L’azione politica dei

«Nuovi Doveri», in «Nuovi Doveri», IV [1910], 15-16, pp. 227-228; Preparando la lotta. Politica di rinnovazione e organizzazioni professionali democratiche catanesi; Preparando la lotta. La fortuna di un’idea; Gli impiegati di Catania e la prossima lotta amministrativa; Un giudizio autorevole sui giovani democratici catanesi e un invito agli avversari leali;

rispettivamente in «Corriere di Catania», 31 luglio, 5 agosto, 10 agosto, 12 agosto, 19 agosto, 1910.

204

G. LOMBARDO RADICE, Preparando la lotta: per gli amici e per gli avversari, cit.

205

Il giudizio di Salvemini veniva riportato nella prima pagina del «Corriere di Catania» del 12 agosto; sullo stesso giornale il 24 agosto si dava notizia di una «entusiastica lettera di approvazione al professor Lombardo Radice» di Prezzolini.

66

comprese nel Fascio, dall’altro videro altresì la riconferma, inclusi nella stessa lista del Fascio, di molti dei vecchi amministratori. Fatto sta che Lombardo Radice, espresso il suo rifiuto di entrare nella lista dei candidati, lasciò Catania e si recò a Fiume, per sposare l’insegnante Gemma Harasim.

67