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L’influenza della prospettiva temporale sulle strategie di apprendimento permanente

4.  L’influenza del tempo nei processi di apprendimento

L’apprendimento non può essere inteso unicamente come un evento relativo a dei contenuti da imparare o a dei problemi da risolvere. L’apprendimento coinvolge la totalità dell’essere individuale e pertanto è un aspetto concreto con cui la persona si coinvolge per raggiungere determinati scopi.

C’è quindi una specificità esperienziale che caratterizza l’apprendimento come parte del proprio processo di crescita. «All’interno dei processi vitali personali, la specificità del processo di apprendimento consiste nell’acquisizione di nuove abili- tà o conoscenze mediante l’esperienza» (Ronco, 2008, p. 90).

Se riferito all’ambiente scolastico, l’apprendimento è un comportamento multi- dimensionale, che implica vari aspetti a livello cognitivo, motivazionale ed emozio- nale. Si tratta di un processo che evolve con la crescita stessa della persona e col mo- do con cui essa affronta le prospettive di successo che ha dinanzi a sé.

Le ricadute educative di tale approccio sono considerevoli, poiché l’appren - dimento non riguarda unicamente i contenuti da ritenere o i successi da realizzare, ma si presenta sempre più come uno stile di adattamento complesso “a più voci”, che abilita la persona a mettere a frutto le sue conoscenze in vista di una progettua- lità che concerne l’intera esistenza, divenendo così una base che: «[...] durante tutta la vita, permette di affrontare con successo i vari compiti che essa presenta» (Ron- co, 2008, p. 94).

Il fattore temporale partecipa a tale prospettiva educativa, poiché l’apprendi- mento si sviluppa con l’evolvere della concezione temporale della persona. «Ogni- qualvolta immaginiamo qualcuno che apprende, stiamo intrinsecamente pensando al futuro» (Husman et al., 2015, p. 131); questo perché l’esperienza di apprendimento è influenzata da una visione del tempo più ampia, che comprende la realizzazione di compiti che abbiano prospettive di realizzazione a lungo termine.

varia a seconda della modificabilità dei diversi fattori temporali coinvolti nei com- piti di apprendimento. Anche questo aspetto ha una valenza profondamente educati- va, poiché si rifà ad una visione temporale che non è statica ed immutabile, ma che si modifica con l’evoluzione e la crescita dell’individuo.

«Le prospettive temporali sono apprese e pertanto modificabili» (Zimbardo - Boyd, 2009, p. 293). Tale modificabilità è legata all’integrazione di diversi fattori, come quello cognitivo, gli aspetti motivazionali, le condizioni emozionali, tutti elementi che intervengono già nelle strategie di apprendimento e nel processo di adattamento scolastico.

Se si tien conto dell’influenza che la concezione evolutiva del tempo ha sulle scelte operative dell’impegno a scuola, è ipotizzabile: «[...] che ci sia una relazione tra la prospettiva temporale di una persona e il disegno progettuale che sta alla base di ogni sua scelta scolastico-professionale» (Soresi, 2000, p. 110).

Ogniqualvolta abbiamo davanti qualcuno che apprende, noi pensiamo al suo fu- turo, nel senso che i miglioramenti delle sue modalità di apprendimento, di memo- ria, di abilità per risolvere problemi non possono essere avulsi dalla ricostruzione in- tegrativa del suo spazio temporale, che si riflette negli effetti futuri di tali sforzi (Nut- tin, 1992; Husman - Lens, 2012; King, 2016).

Ciò ha delle implicazioni importanti nei processi educativi, perché l’apprendimento potrà migliorare nella misura in cui riesce a: «[...] guardare al futuro dei giovani, guidar- li nel loro presente, e a costruire basandosi sul passato» (Husman et al., 2015, p. 138).

Tale centralità del tempo non è solo rilevante per migliorare la perfomance nel- lo studio, ma influisce anche sul modo con cui l’individuo sviluppa le competenze cognitive, motivazionali ed affettive che facilitano il suo orientamento al compito e, più in generale, alla vita (Kashio, 2012). Più specificamente, sono proprio le diver- se dimensioni temporali – così come si differenziano nel processo di crescita di ognuno – che possono diventare fattori predittivi delle diverse strategie di apprendi- mento con cui gli studenti organizzano le loro competenze e portano a termine gli obiettivi relativi ai compiti scolastici (Laghi et al., 2009).

Le ricerche sul rendimento scolastico hanno dimostrato che la rappresentazione del tempo incide in modo significativo sulle variazioni delle performance scolastiche degli studenti (Thiébaut, 1998, p. 105), soprattutto quando tali performance variano a seconda delle preferenze temporali del singolo (Husman - Lens, 2012, p. 123).

Inoltre, la reciproca influenza tra la dimensione temporale e gli aspetti autore- golativi in vista degli obiettivi scolastici caratterizza il processo di apprendimento già nel primi tempi dell’età evolutiva. Come Gjesme (1979) ha rilevato, tale rela- zione tra gli aspetti motivazionali che spinge gli studenti a raggiungere degli obiet- tivi e la loro prospettiva temporale, è già rilevante nella scuola elementare. Gli stu- denti che sono più motivati tendono ad avere un orientamento al futuro, a differen- za di quanti invece riportano bassa motivazione e scarso coinvolgimento all’azione. Ciò conferma che gli aspetti motivazionali ed autoregolativi nelle strategie di ap- prendimento sono già presenti agli inizi dei processi di sviluppo dell’individuo.

Lo stesso si può dire per il successo scolastico inteso come meta futura. Gli obiettivi futuri di molti studenti di scuola secondaria modulano le risorse motiva - zionali a loro disposizione. Anzi, si è visto che: «Gli studenti con una prospettiva futura più aperta, valorizzata ed integrata sono quelli più motivati in compiti da rea- lizzare nel momento presente» (Lens et al., 2012, p. 329). In definitiva, una visione equilibrata del tempo ha un impatto educativo che favorisce la realizzazione di scopi importanti per la vita.

«Un corretto bilanciamento tra gli orientamenti temporali e le condizioni moti- vazionali potrebbe favorire livelli di progettualità e strategie di autodeterminazione coerenti non solo con il raggiungimento di risultati efficienti ma anche con una percezione del tempo con cui i ragazzi si sentono più a loro agio perché più rispon- dente al loro bisogno di crescita evolutiva» (Crea - Emad, 2016, p. 378). Pertanto, la- vorare sull’equilibrio tra i diversi modi di percepire il tempo e la consapevolezza delle competenze per il raggiungimento di un compito, rafforza la capacità dell’in- dividuo di guardare in prospettiva.

Anzi, si è visto che ampliando il bilanciamento delle diverse dimensioni tem- porali, pure le mete educative si estendono. «L’apprendimento e la realizzazione non sono solo motivati dai compiti da svolgere nell’immediato o da obiettivi personali ma anche dall’orientamento temporale futuro» (Simons - Dewitte - Lens, 2012, p. 345). Infatti, man mano che le persone vivono con equilibrio il tempo nei diversi aspetti passati, presenti e futuri, e sviluppano le loro capacità strategiche, allargano: «[...] progressivamente la propria esperienza, arricchendo le proprie risorse interne, esercitandosi con impegno» (Pellerey, 2010, p. 392).

In conclusione, le strategie attuali vissute con entusiasmo e padronanza sono motivanti ed influenzano il raggiungimento di obiettivi futuri, ma anche migliorano la motivazione a raggiungerli, così come migliorano la perseveranza e le prestazio- ni dei soggetti (De Volder - Lens, 1982; Miller et al., 1996).