• Non ci sono risultati.

La formazione continua nel panorama europeo

4. La formazione continua

4.1. La formazione continua nel panorama europeo

Il Consiglio europeo di Lisbona, tenutosi nei giorni 23 e 24 marzo 2000112, è nato dalla volontà di imprimere un nuovo slancio alle politiche comunitarie, in un momento in cui la congiuntura economica pareva promettente per gli Stati membri dell'Unione europea. Occorreva pertanto adottare provvedimenti a lungo termine in questa prospettiva. Il Consiglio ha cercato di formulare orientamenti in grado di sostenere l’occupazione, le riforme economiche e la coesione sociale nel contesto di un economia basata sulla conoscenza.

Molte sono le evoluzioni che stanno modificando profondamente l'economia e la società contemporanee innanzitutto la globalizzazione dell'economia che costringe l'Europa ad essere all'avanguardia di tutti i settori nei quali è forte l'intensificarsi della concorrenza. Non di secondaria importanza l’utilizzo crescente delle tecnologie dell'informazione e delle comunicazioni (TIC) nella sfera professionale e in quella privata da cui deriva una duplice conseguenza: una revisione completa del sistema d'istruzione europeo e garantire l'accesso alla formazione lungo tutto l'arco della vita.

L'obiettivo posto a Lisbona è apparso subito molto ambizioso proponendo, in dieci anni, di far divenire l'Europa "l'economia basata sulla conoscenza più competitiva e

dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale". Al fine di

raggiungere tale obiettivo venne definita una strategia globale basata su tre pilastri fondamentali:

- un approccio microeconomico che predisponesse il passaggio verso un'economia e una società basate sulla conoscenza, migliorando le politiche in materia di società dell'informazione e di ricerca e sviluppo, nonché accelerando il processo di riforma strutturale ai fini della competitività e dell'innovazione e completando il mercato interno;

- una politica sociale attiva che mirasse a modernizzare il modello sociale europeo, investendo nelle persone e combattendo l'esclusione sociale;

- una visione macroeconomica impegnata a sostenere il contesto economico e prospettive di crescita favorevoli applicando un adeguato policy-mix.

Nel quadro di questi tre obiettivi strategici, il rapporto ha anche definito tredici obiettivi concreti e, per ciascuno di essi, ha specificato una serie di questioni fondamentali da affrontare, nonché un elenco orientativo di indicatori per misurarne l'attuazione.

La strategia di Lisbona si basa su una serie di riforme strutturali negli ambiti dell'occupazione, dell'innovazione, delle riforme economiche e della coesione sociale. Vengono dunque stabiliti degli obiettivi settoriali necessari al soddisfacimento dell'obiettivo generale. Tra questi alcuni vengono esplicitati in termini quantitativi: far pervenire ad un tasso di occupazione nel 2010 il più possibile vicino al 70% e fare in modo che la proporzione delle donne occupate superi il 60%; altri in termini qualitativi. Gli Stati membri, in questo modo, si sono impegnati ad intraprendere tutte le riforme strutturali essenziali al raggiungimento degli obiettivi. Nei successivi consigli europei la Strategia di Lisbona è stata monitorata e alcuni obiettivi sono stati specificati e cadenzati nell'arco del decennio, con l'intento di accrescere l'impegno verso le riforme. In particolare, il Consiglio Europeo di Stoccolma113 del marzo 2001 ha introdotto degli obiettivi intermedi per il 2005 e cioè realizzare un tasso di occupazione complessivo pari al 67% e un tasso di occupazione femminile pari al 57% (i cosiddetti mid-term

targets).

Relativamente al settore dell’istruzione e della formazione nella Strategia è forte il richiamo alla necessità che questi stessi settori debbano consentire il miglioramento del livello e della qualità dell'occupazione offrendo possibilità di apprendimento e formazione adeguate ai gruppi nelle diverse fasi della vita: giovani, adulti disoccupati e persone occupate soggette al rischio che le loro competenze siano rese obsolete dai rapidi cambiamenti. Questo nuovo approccio, cosi come inteso nella strategia, doveva svilupparsi in tre componenti principali: lo sviluppo di centri locali di apprendimento, la promozione di nuove competenze di base, in particolare nelle tecnologie dell'informazione, e qualifiche più trasparenti.

Su richiesta del Consiglio europeo di Stoccolma114, un programma di lavoro preparato congiuntamente dalla Commissione e dal Consiglio, è stato presentato al vertice

113 Conclusione della Presidenza del Consiglio europeo di Stoccolma, 23 e 24 marzo 2001. 114 Ivi.

europeo di Barcellona nella primavera 2002115, per dare un seguito alla relazione sugli obiettivi futuri e concreti dei sistemi di istruzione e di formazione. Il Consiglio di Barcellona ha anche sottolineato il rilievo dell'istruzione e della formazione nell'ottica del conseguimento degli obiettivi di Lisbona, integrandolo con un nuovo obiettivo generale rendere entro il 2010 i sistemi d'istruzione e di formazione dell'UE un punto di riferimento di qualità a livello mondiale.

A metà del suo percorso la validità della Strategia di Lisbona è stata confermata dal Consiglio di Bruxelles del marzo 2005116 che ne ha deciso però un rilancio ed una revisione per garantire una sua più efficace attuazione. Il rilancio della Strategia di Lisbona è basato sul riorientamento e la revisione di due priorità: realizzare una crescita più stabile e duratura e creare nuovi e migliori posti di lavoro. Nella Comunicazione “Lavorare insieme per la crescita e l’occupazione. Il rilancio della strategia di

Lisbona”117 si sottolinea come la difficile congiuntura economica, il clima di incertezza internazionale, gli scarsi progressi a livello nazionale, l’intensificarsi degli impegni politici e la mancanza di coordinamento e di compatibilità tra le priorità abbiano determinato dei progressi di crescita ineguali nei vari Stati Membri. Infatti, è riconosciuto che l’Europa non ha realizzato le potenzialità di cambiamento offerte dalla Strategia di Lisbona, tuttavia, sostenendo l’utilità di continuare e rinnovare tale strategia, soprattutto per colmare il gap tra Europa e resto nel mondo negli investimenti in ricerca, sviluppo, produttività e il vuoto programmatico di misure finalizzate ad integrare giovani e popolazione anziana.

La rinnovata Strategia di Lisbona prevede un programma di azione ad hoc (Lisbon

Action Plan) fondato su tre obiettivi principali che a loro volta si concretizzano in

precisi campi di azione:

- Rendere l'Europa più capace di attrarre investimenti e lavoro (ampliare e rafforzare il

mercato interno, migliorare la normativa comunitaria e nazionale, garantire mercati aperti e competitivi all'interno e all’esterno dell’Unione europea, ampliare e migliorare le infrastrutture europee).

- Rendere la conoscenza e l’innovazione il fulcro della crescita europea (aumentare e migliorare gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo, promuovere l'innovazione, l'adozione delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione e l'uso

115 Conclusioni della Presidenza del Consiglio di Barcellona, 17 e 18 marzo 2002. 116 Conclusione della Presidenza del Consiglio Europeo di Bruxelles, 22 e 23 marzo 2005.

117 Comunicazione al Consiglio europeo di primavera Lavorare insieme per la crescita e l’occupazione.

sostenibile delle risorse, contribuire alla creazione di una solida base industriale europea).

- Elaborare politiche che consentano alle imprese europee di creare nuovi e migliori posti di lavoro (attrarre un maggior numero di persone nel mondo del lavoro e

modernizzare i sistemi di protezione sociale, accrescere la capacità di adeguamento dei lavoratori e delle imprese e la flessibilità dei mercati del lavoro, aumentare gli investimenti in capitale umano migliorando l’istruzione e le qualifiche).

Quello che si è voluto sottolineare con il rilancio della strategia di Lisbona è che i cambiamenti strutturali, l’aumento della partecipazione al mercato del lavoro e la crescita della produttività richiedono investimenti permanenti ed una manodopera altamente qualificata e adattabile; infatti, le economie che dispongono di una manodopera qualificata sono quelle maggiormente in grado di creare e utilizzare efficacemente le nuove tecnologie. In Europa, dagli studi prodotti periodicamente è evidente come il livello di istruzione è lontano dal raggiungere quello richiesto per garantire la disponibilità delle competenze necessarie sul mercato del lavoro e la produzione di nuove conoscenze da diffondere successivamente nell’insieme dell’economia. L’accento posto sulla formazione permanente e sulle conoscenze nella vita economica riflette quindi la constatazione secondo cui un aumento del livello di istruzione e di competenze costituisce un importante contributo alla coesione sociale. In particolare, in relazione all’obiettivo della creazione e miglioramento dei posti di lavoro la Commissione individua alcune priorità che gli stati membri dovrebbero attuare nelle loro politiche:

- il perseguimento di politiche occupazionali attive che offrano sostegno ai lavoratori e li incentivino a continuare a lavorare attraverso l’elaborazione di politiche attive in materia di invecchiamento della popolazione che dissuadano dal ritirarsi troppo presto dalla vita lavorativa, e modernizzare i sistemi di protezione sociale in modo che continuino a garantire la sicurezza indispensabile per indurre le persone ad accettare il cambiamento;

- il sostegno ai giovani;

- l’elaborazione di programmi sull’immigrazione;

- ulteriori investimenti per una migliore qualità, nell’istruzione e nella formazione. Mettere l’accento, sia a livello comunitario che nazionale, sulle qualifiche e l’apprendimento lungo tutto l'arco della vita attiva per facilitare la ricerca di un nuovo posto di lavoro.

Sulla base di queste linee direttrici gli Stati membri stanno definendo i propri programmi di riforma nazionali. Ogni anno verranno presentate le relazione di follow

up della strategia di Lisbona da parte degli Stati Membri a partire dal 2006 e la

Commissione riferirà annualmente sull’attuazione della Strategia nelle tre dimensioni (economica, sociale e ambientale). La conoscenza e l’innovazione sono al centro delle iniziative prese dall’Unione per accelerare la crescita e promuovere l’occupazione. Le riforme del mercato del lavoro relative alla formazione, il cui obiettivo è procurare un impiego a un maggior numero di persone e migliorare l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese, si richiede che vengano associate a riforme dei sistemi di istruzione e formazione da attuare in base ai riferimenti e ai principi europei comuni.

Un gran numero di Stati membri e di regioni deve far fronte a notevoli sfide in materia di istruzione e formazione. I mezzi finanziari, cosi come specificato dalla politica di coesione per la nuova programmazione, devono servire anche ad attuare le riforme necessarie in base ad alcune priorità specifiche:

- garantire un’offerta sufficiente, a tutti i livelli, di corsi di istruzione e formazione che siano attraenti, accessibili e qualitativamente validi, con la possibilità di scegliere percorsi di apprendimento flessibili, per ridurre considerevolmente il numero di allievi che abbandonano gli studi e da innalzare il tasso di completamento del ciclo di istruzione secondaria;

- contribuire alla modernizzazione dell’istruzione superiore e allo sviluppo del potenziale umano nel campo della ricerca e dell’innovazione attraverso i corsi post-laurea e la formazione complementare dei ricercatori, e attirare un maggior numero di giovani verso le discipline scientifiche e tecniche;

- migliorare la qualità e l’attrattività dell’istruzione e della formazione professionale, compresi l’apprendistato e l’educazione all’imprenditoria;

- garantire all’occorrenza una maggiore mobilità a livello regionale, nazionale o transnazionale e sviluppare contesti e sistemi tali da favorire la trasparenza e il riconoscimento delle qualifiche e la convalida dell'apprendimento non formale e informale;

- investire nelle infrastrutture di istruzione e di formazione.

Dunque i programmi cofinanziati attraverso la politica di coesione concentrando le proprie risorse sulla creazione di nuovi e migliori posti di lavoro consentono di migliorare l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese aumentando gli investimenti nel capitale umano.

Capitolo 2