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Motivazioni e valori di riferimento del gruppo dei partecipanti.

Nuovi pubblici nella formazione continua Uno studio di caso: studenti lavoratori a Roma Tre

3. Caratteristiche dei partecipanti allo studio di caso.

3.1 Motivazioni e valori di riferimento del gruppo dei partecipanti.

Prima di addentrarci nell’orizzonte motivazionale e valoriale degli studenti/esse che hanno aderito allo studio di caso riteniamo opportuno chiarire in premessa il concetto di motivazione a cui abbiamo fatto riferimento.

Il costrutto di motivazione518 è un costrutto al tempo stesso dinamico e strutturale che implica dal punto di vista soggettivo l'esperienza di un bisogno, la rappresentazione di una meta, l'anticipazione di una serie di percorsi di raccordo, una tensione e una organizzazione: le motivazioni sono tendenze orientate del soggetto ad agire nel mondo esterno secondo l'asse possibilità/impossibilità ed esprimono dei progetti rispetto ad

518 Cfr. E. Rago, L'arte della formazione. Metafore della formazione esperienziale, FrancoAngeli, Milano, 2006.

eventi possibili futuri.

La motivazione è altresì un costrutto concettuale, una grandezza ausiliaria, un gergo tecnico, un costrutto ipotetico, destinato a spiegarci determinate particolarità di condotta: “il concetto di motivazione non si riferisce ad una dimensione esperienziale o comportamentale saldamente definita e naturalisticamente data, ma costituisce in certo modo un'astrazione. Il termine motivazione definisce più precisamente l'orientamento attivante il momento di vita attuale verso un oggetto-meta valutato positivamente”519. Tutte le persone quando sono motivate, hanno dei loro obiettivi e per perseguirli intraprendono determinate azioni. Tali azioni possono essere autodeterminate (azione intrinsecamente motivata) oppure controllate dall'esterno (azione estrinsecamente motivata). Un soggetto intrinsecamente motivato cerca la soddisfazione concentrandosi sulla sfida, sulla creatività necessaria alla ricerca di una soluzione opportuna, sulla responsabilità e sulla possibilità di apprendimento che può derivarne, in una parola sulla stimolazione positiva che deriva dal compito in se stesso. Sarà, sicuramente, più propenso ad avvicinarsi alla formazione.

La motivazione allo studio, avendo un carattere del tutto personale, riguarda la totalità dell'Io – affettività, ragione, storia e libertà dell'Io-studente – e che la voglia di studiare nasce e si manifesta quando ad essere provocato è il “bisogno di realtà e di comprensione integrale”, ovvero il bisogno della persona di comprendere, non solamente gli avvenimenti concreti, ma anche il concetto globale della sua esistenza520. Una riflessione sui motivi che sostanziano la decisione di intraprendere o di riprendere un percorso universitario è di particolare interesse soprattutto in ragione di quella peculiarità dei soggetti intervistati rappresentata dal loro essere lavoratori e, quindi, dalla contemporaneità dell'esperienza di studio e di lavoro.

Nel momento in cui si cerca di individuare le motivazioni che sostengono la disponibilità dei nostri partecipanti allo studio di caso ad impegnarsi contemporaneamente nel lavoro e nello studio e, partendo dal presupposto, che sarebbe fortemente riduttivo ricondurre il conseguimento della laurea al mero innalzamento del livello di scolarità, non si può ignorare come nel caso dei nostri studenti e delle nostre studentesse l'esperienza lavorativa si viene ad inserire nell'apprendimento, rappresentando essa stessa una risorsa per lo sviluppo di nuove competenze.

Lavorare e crescere psicologicamente, lavorare ed apprendere sono attività correlate e

519 F. Rheinberg, Psicologia della motivazione, Il Mulino, Bologna, 1997, p.14

520 J. Nuttin, Teoria della motivazione umana. Dal bisogno alla progettazione, Armando Editore, Roma, 1996

saldamente intrecciate: attraverso il lavoro si apprendono saperi, metodi, regole, si sviluppano relazioni, si scoprono il senso e le motivazioni sottese al proprio agire, si costruisce progressivamente il proprio progetto personale e professionale521.

Dalle risposte al questionario e dai colloqui avvenuti successivamente alla somministrazione del PerformanSE è emerso che l'esperienza lavorativa riveste un ruolo centrale nella vita degli studenti e delle studentesse partecipanti e ne costituisce, in alcuni casi, un'espressione a cui è legata l'autostima, il senso di sé, la soddisfazione nelle relazioni interpersonali. Considerato ciò, è stato importante conoscere quali sono i significati, i valori che i soggetti attribuiscono al lavoro.

È emerso che la maggior parte considera l'attività lavorativa non solo come opportunità di sviluppo professionale, ma anche come dimensione di crescita umana e ambito per instaurare nuove e più ricche relazioni umane. Inoltre, per molti di loro il lavoro non ha mai rappresentato uno strumento per raggiungere un elevato status sociale né tantomeno una fonte per procurarsi elevati guadagni.

L'analisi dei fattori che secondo gli studenti e le studentesse incidono positivamente sull'attività lavorativa evidenza la consapevolezza della necessità nell'attuale mercato del lavoro - caratterizzato da continue trasformazioni e sollecitazioni competitive – di poter disporre di un bagaglio di competenze che non fa riferimento alla sola dimensione tecnico specialistica, seppur importante, ma soprattutto a quelle competenze di natura relazionale e gestionale ormai strategiche in qualsiasi contesto produttivo.

La capacità di lavorare in gruppo e il buon contatto umano, sono considerate, dimensioni dell'agire lavorativo necessarie se si vuole riuscire a non “cadere” in mercato del lavoro in continua trasformazione.

D’altro canto, si rendono pienamente conto che le conoscenze, oggi sempre più transitorie, da sole non bastano perchè i contesti lavorativi richiedono capacità di prendere decisioni tempestive, di individuare soluzioni creative, di essere disponibili all'innovazione, di essere affidabili.

Le risposte, soprattutto delle donne, riconducono all'importanza delle relazioni con gli altri, alla necessità di lavorare in un contesto in cui le competenze e la professionalità dei singoli vengono riconosciute, alla necessità di quei valori che fanno si che il lavoro non sia solo uno spazio per la propria crescita professionale ma soprattutto uno spazio che si può definire “più umano”.

Il solo fatto di lavorare non rappresenta di per sé una garanzia di acquisizione di

521 M. Lichtner, A. L'Imperio, “Università di Roma Tre. Analisi dei dati e risultati”, in A. Alberici, (a cura di), Adulti e Università. Accogliere e orientare nei nuovi Corsi di Laurea, cit.

benessere perchè il lavoro può originare e rafforzare uno stato di disagio. Se il 25,8% dei soggetti dichiara che il lavoro che svolge è “interessante e vario”, solo il 3,2% afferma che il proprio lavoro “è un lavoro”, senza aggettivi (in pratica, non particolarmente interessante). Inoltre il 29,0% dichiara di apprezzare del proprio lavoro il fatto che “implica responsabilità e autonomia decisionale”; il 6,5% che “vi sono prospettive di carriera”; il 6,5% che “la retribuzione è discreta” e il 25,8% che “lascia abbastanza tempo libero”.

3.2 Perché si sono iscritti/e re-iscritti/e da adulti all’Università: tra