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La nave Iuventa e il favoreggiamento dell'immigrazione irregolare.

Gli interventi in mare delle ONG nella recente prassi applicativa

2. La nave Iuventa e il favoreggiamento dell'immigrazione irregolare.

L'organizzazione non governativa Jugend Rettet viene fondata nell'ottobre 2015, quando un gruppo di sette ragazzi universitari di Berlino decide di attivarsi per soccorrere i migranti nel Mar Mediterraneo.

Tutte le missioni vengono gestite dalla sede dell'ONG situata nel sobborgo di Teltow, in Germania.

I primi fondatori della Jugend Rettet, in breve tempo, hanno trovato l'appoggio di altri testimonial in quasi tutte le città tedesche.

Ad oggi tra gli attivisti risultano anche molti cittadini italiani e americani. La Jugend Rettet è stata registrata ufficialmente al Tribunale di Berlino il 3 ottobre 2015.

Nel mese successivo i giovani attivisti si sono affidati ad un crowdfunding per acquistare un’imbarcazione che gli ha permesso di svolgere attività di soccorso nel Mediterraneo.

Il 19 maggio 2016, dunque, è stata acquistata la nave Iuventa, un vascello lungo 33 metri, nato come peschereccio e in seguito ristrutturato per permettere di accogliere i naufraghi, utilizzato inizialmente nei mari del Nord.

La Iuventa, battente bandiera olandese, può ospitare 11-13 membri dell'equipaggio e un numero massimo di 100 naufraghi.

A causa delle limitate dimensione della nave, la Jugend Rettet agisce spesso in coordinamento con altre ONG, realizzando trasbordi verso navi più attrezzate, grazie anche all'utilizzo di due piccoli gommoni (RHIBS)92.

L'organizzazione tedesca, come altre ONG operative nel Mediterraneo, è stata accusata di scarsa trasparenza in merito ai finanziamenti ricevuti. Sebbene infatti, abbia aderito all'ITZ (iniziativa per una società civile

trasparente), le relazioni finanziarie pubblicate sul sito

dell'organizzazione risultano aggiornate al 201693.

L'organizzazione rientra inoltre tra le ONG non firmatarie del Codice di condotta, sulla base di alcuni motivi tra cui la previsione della presenza a bordo di agenti di polizia giudiziaria e il divieto di trasferire da una barca all’altra i migranti soccorsi in mare94.

La vicenda giudiziaria che ha interessato l'ONG tedesca nasce a seguito delle segnalazioni di Lucio Montanino, Pietro Gallo, Cristian Ricci e altri addetti della Imi Security Service, agenzia di sicurezza ingaggiata dalla società Vroon per difendere la nave Vos Hestia affittata da Save the Children.

92https://jugendrettet.org. 93G. De Lorenzo, op. cit. pag. 65 ss.

94Il portavoce di Jugend Rettet, Titus Molkenbur, ha ritenuto che l’unico motivo per firmare il codice sarebbe quello di rendere più efficiente il salvataggio di esseri umani nel Mediterraneo, rispettando le leggi internazionali e i princìpi umanitari a cui si ispira la ONG tedesca. Riferisce inoltre il portavoce che al momento tali princìpi non sono rispettati. A. Camilli, Le ONG boicottano il Codice di condotta voluto dal governo, 01/08/2017, www.internazionale.it

Secondo le dichiarazioni del personale di questa agenzia, l'equipaggio della nave Iuventa teneva un comportamento anomalo ovvero, invece di salvare i migranti in alto mare, si spingeva vicino alle coste africane per raccoglierli direttamente dai gommoni degli scafisti.

A seguito di tali dichiarazioni, il 2 agosto 2017 il Giudice per le indagini preliminari di Trapani, Emanuele Cersosimo, accoglie la richiesta della Procura ed emette decreto95 di sequestro preventivo ex art. 321, co. 1 c.p.p., della nave Iuventa, sulla base del fatto che l’equipaggio avrebbe in diverse occasioni concordato direttamente con le bande criminali libiche la consegna in mare dei migranti96.

L'imbarcazione è stata scortata quindi, dalla Guardia Costiera italiana fino al molo di Lampedusa, prima di essere trasferita al porto di Trapani. La Procura di Trapani ha ipotizzato, a carico di alcune persone fisiche appartenenti alla ONG tedesca97, la commissione del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ex art. 12 D.lgs. 286/98. Nelle indagini è stato fondamentale anche il contributo prestato da un agente sotto copertura del Servizio centrale operativo (SCO) della polizia.

Sulla base di foto, intercettazioni e testimonianze, la Procura ha sostenuto come l'ONG tedesca arrivi spesso a ridosso delle coste libiche,

95 http://www.questionegiustizia.it/doc/decreto_sequestro_preventivo_iuventa.pdf 96 L. Masera, L’incriminazione dei soccorsi in mare: dobbiamo rassegnarci al

disumano?, in Rivista Questione Giustizia, fascicolo 2/2018, pag. 228

97 A. Camilli, Tutte le accuse contro l'ONG Jugend Rettet, 08/08/2017, www.internazionale.it

e l'esistenza di un continuo contatto disinvolto tra l'equipaggio della Iuventa e gli scafisti.

Le indagini sulla nave Iuventa erano però già iniziate nel maggio 2017. Il 10 maggio infatti il procuratore di Trapani Ambrogio Cartosio aveva già parlato di un fascicolo investigativo, relativo all'imbarcazione, alla commissione d’indagine del Senato sulle operazioni di soccorso delle ONG.

La Procura di Trapani ha documentato, in particolare, tre incontri ravvicinati tra la Iuventa e gli scafisti98.

Il primo incontro è avvenuto il 10 settembre 2016.

Gli addetti dell'Imi Security hanno riferito che, durante un trasbordo dalla nave Iuventa alla Vos Hestia di 140 migranti, un gommone con a bordo solo due uomini si allontanava dalla ONG e si dirigeva verso le coste libiche.

E' apparso chiaro che la Iuventa avesse raccolto i migranti dal gommone e successivamente lo avesse lasciato andare con a bordo solo gli scafisti99.

La stranezza del comportamento dell'equipaggio della Iuventa, come riportato da uno dei membri dell'Imi Security, consiste nel fatto di

98 Secondo il procuratore Cartosio le prove raccolte permettono di "accertare che, seppure questa imbarcazione in qualche caso intervenga per salvare vite umane, in più casi invece non agisce in presenza di un imminente pericolo di vita. I migranti vengono scortati dai trafficanti libici e consegnati non lontani dalle coste all'equipaggio della Iuventa. Non si tratta dunque di migranti salvati, ma consegnati". G. De Lorenzo, op. cit., pag. 120.

restituire i gommoni o i barconi di legno agli scafisti, quando invece dovrebbero essere tagliati e affondati per evitare che vengano riutilizzati100.

Un secondo misterioso incontro risale invece al 4 maggio 2017.

In tale data, infatti, secondo quanto comunicato dall'IMRCC, la Iuventa sarebbe stata avvicinata dalla Shada, una nave fantasma, che in origine batteva bandiera boliviana ma attualmente priva di bandiera, dopo essere stata radiata dallo Stato.

In seguito ad un controllo effettuato dalla Marina Militare sono stati identificati su questa nave cinque soggetti arabi non risultati poi essere semplici pescatori.

L'incontro più recente risale invece al 18 giugno del 2017 di fronte a Zuwara (Libia) e coinvolge tre barconi in legno con a bordo migranti partiti dalle coste libiche, una motovedetta della Guardia Costiera libica e una barca con a bordo alcuni trafficanti.

Dalle prove raccolte emerge che alle ore 6:15 del mattino del suddetto giorno i migranti sono stati trasferiti dai barconi sulla Iuventa, in presenza delle navi della Guardia Costiera libica.

100 L’avvocato Guido Savio dell’Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione) ha spiegato che "non c’è nessuna norma che obbliga i privati cittadini e gli operatori delle organizzazioni a distruggere i gommoni o le imbarcazioni usate dai trafficanti. La mancata distruzione delle imbarcazioni può essere un’indicazione di contiguità con gli scafisti, il che non significa che sia stato commesso un reato”. https://www.internazionale.it/notizie/annalisa-camilli/2017/08/08/accuse- ong-iuventa-jugend-rettet.

In tale scenario però non sussisteva per i migranti una situazione di pericolo che rappresenta, secondo le norme internazionali, la condizione necessaria affinché possa essere effettuato il soccorso da altre navi.

Alle ore 11:00, l'agente sotto copertura del servizio operativo centrale della polizia documenta un particolare incontro avvenuto tra l'equipaggio della nave Iuventa e i soli scafisti i quali, dopo essersi allontanati, fanno ritorno verso la ONG scortando un gommone con a bordo migranti101. Tuttavia gli attivisti di Jugend Rettet hanno rigettato ogni accusa in merito.

In un'intervista rilasciata a Repubblica il 5 agosto 2017102il coordinatore di Jugend Rettet, Titus Molkenbur, afferma che "nessuno dell'organizzazione ha mai avuto contatti con i trafficanti per facilitare l'arrivo di persone", e sostiene che "se in qualche circostanza non sono stati affondati i barconi, ciò è avvenuto perche probabilmente si era presentata una situazione di emergenza tale da non permettere di perdere tempo ad affondare i gommoni".

Contro il sequestro preventivo della nave Iuventa, la ONG tedesca ha presentato ricorso al Tribunale di Trapani, sezione per il riesame delle misure cautelari che, con provvedimento depositato in data 22 settembre 2017 ha respinto il ricorso, per avere costituito la nave il mezzo con cui si

101G. De Lorenzo, op. cit. pag. 123 ss. 102 https://www.repubblica.it>news.

sarebbe realizzato il reato di agevolazione dell’immigrazione clandestina previsto dall’art. 12 del Testo Unico del 1998 n.286103.

Gli avvocati dell'ONG hanno presentato, dunque, ricorso alla Corte di Cassazione sostenendo in particolare che l’Italia non avesse giurisdizione su fatti che riguardano una nave battente bandiera olandese e gestita da una ONG tedesca, ma il 24 aprile 2018 la stessa Corte ha confermato il sequestro della nave Iuventa104.

Nel mese di luglio 2018 sono stati notificati dalla Procura di Trapani venti avvisi di garanzia ai membri dell'equipaggio della nave Iuventa e a personale di Medici senza frontiere e di Save The Children, sono stati sequestrati telefoni, attrezzature di bordo e cellulari per acquisire ogni elemento utile sulle operazioni di soccorso oggetto dell'inchiesta.

103F. V. Paleologo, Considerazioni a margine del caso Juventa e della criminalizzazione

del soccorso umanitario in acque internazionali, 8/10/2017, www.a-dif.org.

104A. Camilli, La Cassazione conferma il sequestro della nave Iuventa, 24/04/2018, www.internazionale.it

3. La nave Aquarius e la chiusura dei porti da parte dello Stato