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La nave Sea Watch 3 e l'intervento della Corte europea dei diritti dell'uomo.

Gli interventi in mare delle ONG nella recente prassi applicativa

6. La nave Sea Watch 3 e l'intervento della Corte europea dei diritti dell'uomo.

Sea Watch è un'organizzazione non governativa tedesca fondata il 19 maggio 2015 da Harald Hoppner e altri quattro imprenditori tedeschi. Nata con l'obbiettivo principale di svolgere attività di soccorso nel Mar Mediterraneo centrale, la Sea Watch ha utilizzato tre diverse imbarcazioni: Sea Watch 1, Sea Watch 2 e Sea Watch3.

Quest'ultima è stata oggetto di una vicenda giudiziaria che ha creato una nuova crisi politica tra Malta, l’Italia e l’Unione europa.

In data 19 gennaio 2019 la Sea Watch 3, battente bandiera olandese, ha soccorso 47 migranti tra cui 8 minori non accompagnati, di fronte alle coste di Zuara, in Libia, rispondendo alle richieste di intervento inviate da Alarm Phone, un call center informale gestito dalla ONG Watchformed, e da Moonbird l’aereo della ONG Humanitarian Pilots Initiative che sorvola il Mediterraneo centrale per segnalare eventuali imbarcazioni in difficoltà.

Terminato il soccorso Sea Watch ha chiesto aiuto allo Stato olandese, italiano, a Malta e alle autorità libiche comunicando che il soccorso non era stato coordinato da alcun paese.

Dopo avere atteso istruzioni sul da farsi, e non averle ricevute, la Sea Watch 3 si è dunque diretta verso le acque territoriali maltesi, senza però ricevere l’autorizzazione dal governo di Malta per far sbarcare i migranti.

Il 24 gennaio la nave che batte bandiera olandese è entrata nelle acque territoriali italiane, a causa del maltempo che l’ha costretta prima ad avvicinarsi all’isola di Lampedusa e in seguito a spostarsi verso la Sicilia orientale, vicino a Siracusa.

La guardia costiera italiana ha diramato un comunicato in cui autorizzava la nave umanitaria ad avvicinarsi all’Italia, nonostante le affermazioni dei vicepresidenti del consiglio Luigi Di Maio e Matteo Salvini che hanno escluso di concedere l’approdo all’imbarcazione.

Alla Sea Watch 3 è stato dunque assegnato un punto di fonda a largo delle coste di Siracusa, per garantire la sicurezza dell’unità e delle persone a bordo.

La Capitaneria di porto di Siracusa domenica 27 gennaio, con un'ordinanza135 firmata dal comandante Luigi D’Aniello, ha stabilito l'interdizione alla navigazione, ancoraggio e sosta con qualunque unità non espressamente autorizzata nello specchio d'acqua di mezzo miglio dalla Sea Watch3, in quanto la presenza e la navigazione di altre imbarcazioni attorno alla stessa motonave avrebbero potuto creare problemi riguardanti l'ordine pubblico e la sanità pubblica.

La nave è rimasta dal 24 al 31 gennaio 2019 nella baia di Santa Panagia.

135Ordinanza n. 06/2019, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Capitaneria di Porto di Siracusa. Testo integrale reperibile su www.guardiacostiera.it/siracusa.

Sul caso della Sea Watch si è pronunciata136 la Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo, ai sensi dell'art 39 del proprio Regolamento137. Tale articolo consente infatti alla Corte di adottare misure urgenti di fronte al concreto e immediato rischio di una violazione di uno degli articoli fondamentali della Convenzione.

Sulla base del ricorso, presentato dai legali del comandante e dal capo missione della Sea Watch 3, in merito alla violazione da parte del Governo italiano dei diritti fondamentali delle persone soccorse, la Corte ha ordinato all’Italia di adottare tutte le misure necessarie per assicurare ai ricorrenti cure mediche adeguate, cibo e acqua, fornire loro prima assistenza e garantire inoltre una tutela legale adeguata138 ai minori non accompagnati.

Ha richiesto inoltre al Governo di tenerla informata circa le misure adottate a tal fine.

136ECHR 043 (2019) 29.01.2019. ECHR grants an interim measure in case concerning the Sea Watch 3 vessel.

137 Testo integrale reperibile su https://www.echr.coe.int/Documents/Rules_Court _ENG.pdf.

138 La Corte ha ordinato al Governo italiano di fornire un’assistenza giuridica adeguata e in particolare di assicurare la nomina di un tutore. Secondo la legge italiana però il giudice deve sentire il minore prima di procedere alla nomina del tutore (art. 348 c.c.) e lo stesso una volta nominato deve incontrare il minore, per informarlo dei suoi diritti ed ascoltare i suoi bisogni, il che è evidentemente impedito fino a quando i minori resteranno trattenuti sulla nave e non sarà consentito a nessuno salire a bordo. Dunque la Corte non impone direttamente lo sbarco dei minori, ma ordina l’adozione delle misure previste dalla normativa italiana che devono essere eseguite necessariamente garantendo l’immediato sbarco dei minori dalla Sea-Watch 3. F. V. Paleologo, Caso Sea Watch 3. Perchè il governo italiano ha perso, 30/1/2019, www.a- dif.org

La stessa Corte ha ritenuto la nave sottoposta alla giurisdizione italiana e il Governo italiano soggetto ad obblighi giuridici internazionali di tutela dei diritti fondamentali delle persone a bordo.

Al tempo stesso, la Corte non ha accolto la richiesta dei ricorrenti di ordinare all’Italia lo sbarco dei migranti139.

Di fatto lo sbarco ha costituito tuttavia l’unica modalità di esecuzione del provvedimento in grado di garantire l’ottemperanza a quanto richiesto e agli altri obblighi gravanti sull’Italia.

Dopo dodici giorni di stallo infatti, il 30 gennaio 2019, il viaggio della nave Sea Watch 3 è arrivato al termine.

A seguito di un accordo tra sette paesi europei (Germania, Francia, Portogallo, Romania, Lussemburgo, Malta e Italia) per l’accoglienza dei migranti, il Governo italiano ha autorizzato l'ingresso nel porto di Catania.

Conclusosi lo sbarco dei migranti la Sea Watch 3 è stata sottoposta un’ispezione amministrativa.

La Guarda Costiera ha comunicato l'impossibilità per la nave di lasciare il porto di Catania, a causa di una serie di non conformità relative sia alla

139"Evidentemente la Corte non ha ritenuto che la situazione che si era profilata non potesse ancora configurarsi come un rischio così elevato a carico delle persone che si trovavano a bordo della nave da dover ordinare lo sbarco ma si è limitata a raccomandare un’assistenza di tipo umanitario in attesa di una soluzione. Ha tuttavia detto però molto chiaramente che se una soluzione non ci fosse stata si sarebbero potute adottare nuove misure". G. Schiavone, vice-presidente dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI) . www.asgi.it.

sicurezza della navigazione sia al rispetto della normativa in materia di tutela dell’ambiente marino.

Il Comando generale della Capitaneria di Porto ha precisato che la verifica è stata decisa per rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sul Diritto del Mare e dopo che l’Olanda, lo stato di bandiera della nave, ne era stata informata.

In seguito ad un esposto presentato l'1 febbraio 2019 la Procura di Roma, coordinata dal sostituto Procuratore Sergio Colaiocco, ha aperto un'indagine ipotizzando il reato di omissione di atti di ufficio.

Successivamente la stessa Procura ha modificato il capo d'imputazione contro ignoti ipotizzando il reato di sequestro di persona.

Il fascicolo, inviato alla Procura di Siracusa, luogo in cui la nave dovette attendere per giorni il via libera allo sbarco, sarà successivamente trasmesso alla Procura di Catania, eventualmente nell' ipotesi di un coinvolgimento di esponenti del governo.