• Non ci sono risultati.

CAP 4: IL BLACK PANTHER PARTY

4.3 LA REPRESSIONE E IL DECLINO

Le Pantere Nere dunque furono oggetto dell‟attenzione dei gruppi appena citati ma, per il resto, trovarono molto poco spazio all‟interno stampa quotidiana italiana e pertanto, come in parte accennato, non si può fare riferimento solamente a “Lotta Continua” e “Re Nudo” se si vuole dare completezza alle varie questioni intersecatesi con il percorso del Black Panther Party.

Allo stesso tempo inoltre sarebbe complicato lasciare il discorso in sospeso senza affrontare la fase conclusiva vissuta dalle Pantere Nere, caratterizzata peraltro anche dalla repressione ad opera di FBI e governo federale: in tal senso la scoperta nel 1971 di documenti riservati, dichiaranti la presenza di un vero e proprio programma di controspionaggio, denominato COINTELPRO, che avrebbe interessato direttamente organizzazioni come il BPP, sarebbe stata oggetto di alcune ricostruzioni ad opera di storici e studiosi finalizzate anche a ripercorrere il rapporto conflittuale tra autorità e partito.

Va ricordato oltretutto che la tematica della repressione delle autorità era più volte emersa nelle ricostruzioni fatte dai principali quotidiani italiani riguardo i riots urbani della seconda metà degli anni ‟60 e, più in generale, riguardo le rivendicazioni portate avanti dal Civil Rights Movement. La repressione stessa dunque avrebbe assunto un ruolo importante fin dalle prime battaglie del Movimento per i diritti civili ma avrebbe raggiunto il suo punto più alto proprio in seguito alla radicalizzazione del movimento medesimo.

Tuttavia, come fa notare Paolo Bertella Farnetti, nessuno può dirsi in grado di stabilire una precisa correlazione tra il declino del movimento di liberazione afroamericano e la repressione anche se, la radicalizzazione dello stesso e la sua successiva crisi, coincidono con le tempistiche con cui fu lanciata la controffensiva

164

delle autorità. Pertanto, secondo lo stesso Farnetti, le Pantere Nere furono tra i partecipanti alla seconda “sporca guerra” (la prima fu quella combattuta in Vietnam) che gli Stati Uniti portarono avanti contro le organizzazioni rappresentanti l„antagonismo e il dissenso politico scatenatisi all‟interno dei propri confini392

. Anche secondo Bruno Cartosio la raffigurazione del BPP come partito illegale e pericoloso nel suo incitare alla rivoluzione, nonostante il BPP stesso avesse fatto poco per combatterla, sarebbe stata esagerata ed amplificata a dismisura dalle forze repressive al fine di mettere in atto pratiche ancor più illegali e violente393.

Dati tali presupposti bisogna dire innanzitutto che le Pantere Nere inquietarono fortemente le autorità fin dai primi anni della loro attività: sotto la presidenza Nixon poi i timori crebbero a causa della crescita del partito e della progressiva adozione di un‟ideologia di matrice sempre più socialista. Probabilmente questi elementi toccarono un “nervo scoperto della classe dirigente degli Stati Uniti” e amplificarono il suo risentimento394.

Le Pantere Nere divennero così uno dei principali esponenti di un dissenso presente all‟interno della società che le autorità miravano a cancellare. Tuttavia il programma COINTELPRO dell‟FBI nacque nel 1967, quando le Pantere Nere erano da poco nate, sull‟onda dei forti timori suscitati dai disordini della “calda estate” dello stesso anno. Nelle parole del direttore del FBI J. Edgar Hoover infatti gli obiettivi della nuova azione di controspionaggio sarebbero stati “denunciare, disgregare, sviare, screditare o comunque neutralizzare le attività delle organizzazioni e dei gruppi nazionalisti neri, caratterizzati dall‟odio, i loro dirigenti, portavoce, membri e sostenitori, e di contrastare la loro propensione alla violenza e al disordine civile395”. La preoccupazione in particolar modo risiedeva nella possibilità che le varie organizzazioni nazionaliste di afroamericani si alleassero tra loro trovando un leader come Stokely Carmichael o Martin Luther King, qualora quest‟ultimo avesse

392 Paolo Bertella Farnetti, La Fase Oscura della Repressione, in Bruno Cartosio, Senza Illusioni. I Neri negli Stati

Uniti dagli Anni Sessanta alla Rivolta di Los Angeles, Shake Edizioni Underground, Milano 1995, pp. 69-71.

393 Bruno Cartosio, I Lunghi Anni Sessanta, Feltrinelli, Milano 2010, p. 147.

394

Paolo Bertella Farnetti, Pantere Nere. Storia e Mito del Black Panther Party, Shake Edizioni, Milano 1995, p. 103.

395

Lettera da direttore FBI a SAC (agente speciale in carica), Albany 25 agosto 1967, Counterintelligence program, Black Nationalist-Hate Groups (Cointelpro).

165

abbandonato la propria “presunta obbedienza” e le posizioni liberal; lui stesso infatti sarebbe potuto diventare una sorta di “Messia nero” capace di rappresentare una vera e credibile guida.

Ciò, secondo il già citato Hoover, sarebbe dovuto avvenire impedendo la violenza dei militanti dei vari gruppi ma, soprattutto, facendo in modo tale che i nazionalisti neri perdessero tutta la loro credibilità, in primo luogo agli occhi della comunità afroamericana, poi di fronte alle varie anime della comunità bianca, a partire dai

liberals, ed infine agli occhi degli stessi seguaci dei gruppi radicali neri396.

Tuttavia l‟attività del programma COINTELPRO si sarebbe concentrata soprattutto sul Black Panther Party dato che 233 delle 295 azioni previste contro il movimento nero vennero indirizzate proprio contro quest‟ultimo397

.

A giudicare dai documenti emersi infatti, secondo lo stesso Farnetti, le Pantere Nere vennero interpretate dalle istituzioni come una minaccia più grande di quella che le stesse Pantere credevano di rappresentare; bisogna dire tuttavia che il BPP incarnava per le istituzioni tutti i timori che erano stati attribuiti al Civil Rights

Movement fin dalla nascita, soprattutto quando quest‟ultimo tentò di avviare

un‟alleanza con lo SNCC e con Stokely Carmichael398 .

Oltre alla paura di un‟unificazione tra le varie componenti del movimento di liberazione nero si temeva che il BPP si potesse rivelare in grado di assorbire la rabbia dei ghetti ed utilizzarla a favore di un‟organizzazione antagonista disciplinata, trasformando così in un vero e proprio progetto politico la conflittualità di molte gang dei quartieri periferici delle grandi città. Se per le autorità attrarre la rabbia di soggetti ai margini della società era visto alla stregua di un progetto eversivo in grado di destabilizzare l‟ordine pubblico e di diffondere insicurezza, per le Pantere Nere il partito avrebbe rappresentato una speranza per quei ragazzi che si avvicinavano alle gang vedendole come una delle poche prospettive di vita all‟interno dei ghetti.

Fu in un simile contesto che l‟FBI e il governo federale si impegnarono non solo a liquidare definitivamente il partito ma anche a screditarlo tramite una campagna di

396

Paolo Bertella Farnetti, Pantere Nere. Storia e Mito del Black Panther Party, Shake Edizioni, Milano 1995, p. 108.

397

Ivi.

398

166

criminalizzazione capace di presentarlo agli occhi degli americani come “un gruppo criminale sovversivo che usa la facciata della politica e l‟ideologia marxista-leninista come copertura per crimini ed estorsioni399”.

Il programma ai danni del Black Panther Party comunque prese il via nel luglio 1968 quando l‟FBI preparò ed inviò un memorandum agli uffici di quelle città in cui era attivo il partito delle Pantere Nere con l‟invito a stabilire proposte concrete entro dieci settimane.

A settembre poi le pressioni di Hoover si fecero ancora più forti dato che il BPP di Oakland era visto in forte espansione nonché un‟attrazione pericolosa per molti esponenti di altre organizzazioni nazionaliste. Le intenzioni dell‟agenzia inoltre erano non raramente espresse con un linguaggio forte e denigratorio nei confronti delle Pantere Nere e accompagnate talvolta da riflessioni politiche; il solo invito rivolto dall‟Università di Berkeley ad Eldridge Cleaver affinché tenesse una conferenza suscitò sdegno e indignazione nel ufficio del FBI di Los Angeles400.

La crescita del BPP comunque fece in particolar modo optare per la scelta di infiltrare informatori ed agenti provocatori con l‟intenzione di distruggere il partito dall‟interno attraverso varie modalità: ad esempio in una lettera del novembre 1968 da parte del direttore del FBI, veniva suggerito all‟ufficio di New York di muoversi tenendo conto dei limiti conosciuti a proposito della sezione del BPP di New York riguardanti, per citarne alcuni, l‟impopolarità delle Pantere Nere nella città, testimoniata dal fatto che esse non indossavano abitualmente la loro divisa o la mancanza di precauzioni nell‟aprire le porte dell‟organizzazione a nuovi membri401

.

Il 1968 fu dunque caratterizzato dal tentativo di raccogliere informazioni e predisporre le basi sulle quali sarebbe stato costruito l‟attacco al Black Panther Party, attacco che nel 1969 avrebbe iniziato a produrre risultati favorevoli per l‟FBI e l‟amministrazione Nixon. In questo contesto, come riportato da un comitato d‟indagine del Senato degli Stati Uniti, l‟FBI tramite COINTELPRO avrebbe utilizzato, contro il BPP ed altri gruppi politici americani, anche tecniche pensate direttamente

399

Paolo Bertella Farnetti, Black Panther Party: dalla rimozione alla storia, in “Acoma”, n. 15, 1999 , p. 61.

400

Lettera da SAC a direttore FBI, Los Angeles, 25 settembre 1968, Cointelpro, Black Nationalist-Hate Group.

401

167

per essere adottate contro agenti esterni ritenuti ostili, come la pianificazione di omicidi a danno di esponenti del partito402.

Nel 1969 dunque si moltiplicarono gli arresti degli esponenti e le irruzioni nelle sedi del Black Panther Party: il 17 gennaio 1969 ad esempio la polizia fece irruzione in una delle sedi del Black Panther Party di Los Angeles arrestando 17 persone e approfittando così dell‟uccisione di Alprentice “Bunchy” Carter e Jerome Huggins, due importanti esponenti delle Pantere Nere di Los Angeles, ad opera di due militanti dell‟organizzazione nazionalista United Slaves di Ron Karenga. A Chicago invece l‟FBI contribuì ad intensificare gli attriti tra le Black Panthers di Chicago ed un‟organizzazione nera della città conosciuta con il nome di Blackstone Rangers tramite lettere anonime contenenti critiche ed avvertimenti, come testimoniato dal memorandum di un agente speciale dell‟FBI di Chicago:

“Riteniamo che la suddetta (lettera) possa incrementare il livello di animosità fra i due gruppi e dare l‟occasione a Fort (leader dei Blackstone Rangers) per azioni di ritorsione che potrebbero disgregare il BPP o portare a rappresaglie contro la sua leadership. E‟ stata presa in considerazione l‟ipotesi di inviare una lettera analoga, che alluda ad un complotto da parte dei Rangers, alla leadership del BPP; comunque non si ritiene che essa darebbe frutti, principalmente perché il BPP non è ritenuto dedito alla violenza come i Rangers, per i quali diversi tipi di attività violenta, sparatorie e simili, sono una seconda natura403”

Nell‟estate la polizia fece poi irruzione anche nelle sedi di Denver, San Diego, Sacramento e della stessa Chicago effettuando numerosi arresti mentre in precedenza a New York, precisamente il 2 aprile 1969, vennero fermate e processati 21 membri del BPP accusati di preparare due attentati, il primo a danno della sezione del Board of Education situata a Queens e il secondo contro la ferrovia del New Heaven, un distretto di polizia e ben cinque grandi magazzini. Il processo, i cui principali testimoni sarebbero stati due agenti di polizia infiltrati, sarebbe tuttavia

402

Paolo Bertella Farnetti, La Fase Oscura della Repressione, in Bruno Cartosio, Senza Illusioni. I Neri negli Stati

Uniti dagli Anni Sessanta alla Rivolta di Los Angeles, Shake Edizioni Underground, Milano 1995, pp. 70,71.

403

168

terminato due anni dopo, quando il Black Panther Party era ormai in piena crisi, con l‟assoluzione di tutti gli imputati404

.

Bisogna dire tuttavia che le azioni della polizia spesso apparivano lecite agli occhi dell‟opinione pubblica in quanto le stesse Pantere Nere portavano avanti una retorica basata su un approccio violento nei confronti dei poliziotti, spesso denominati “pigs” (porci) e spesso raffigurati sull‟organo di stampa del partito come vittime di pestaggi ed azioni violente da parte degli stessi militanti neri. In un simile contesto pertanto fu più facile condurre una campagna diffamatoria nei confronti del BPP che riguardò anche i programmi sociali: a San Francisco ad esempio gli agenti dell‟FBI diffusero la voce che gli organizzatori delle colazioni gratuite nel quartiere di Haight-Ashbury erano affetti da malattie veneree405.

Nelle carte di COINTELPRO emerge inoltre un episodio anomalo in cui un agente speciale operante a San Francisco si permise di far notare la forte soddisfazione emersa attorno ai programmi di colazioni gratuite oltre ad ipotizzare la scarsa pericolosità per la sicurezza nazionale dell‟organizzazione fondata da Huey Newton. Hoover tuttavia rispose alle perplessità espresse richiamando l‟agente ed invitandolo ad utilizzare un atteggiamento più adatto agli obiettivi prefissi dal Bureau:

“Il tuo modo di ragionare non è in linea con gli obiettivi del Bureau e le nostre responsabilità sotto il CIP (programma di spionaggio). Dichiari che mentre il dipartimento di giustizia considera il BPP un‟organizzazione violenta che cerca di rovesciare il governo con mezzi rivoluzionari, “questo sembra poco probabile”. Tutte le informazioni finora ricevute portano all‟ovvia conclusione che questo gruppo è dedito al principio del rovesciamento violento e farà qualsiasi cosa pur di raggiungere questo scopo. […] Affermi che il Bureau sotto il CIP non dovrebbe attaccare i programmi di interesse per la comunità come la “colazione per bambini”. Ovviamente non cogli il punto. Il BPP non è impegnato nel programma “colazione per bambini” per ragioni umanitarie. Questo programma è stato messo in piedi dal BPP per ovvie ragioni, compresi i loro sforzi di crearsi un‟immagine più rispettabile, assumere il controllo della comunità dei negri, e riempire del loro veleno i ragazzi adolescenti406”.

404

Paolo Bertella Farnetti, Pantere Nere. Storia e Mito del Black Panther Party, Shake Edizioni, Milano 1995, pp. 127, 128.

405

Ibid., p. 117.

406

169

Dalle parole si può rilevare come i programmi fossero visti particolarmente pericolosi perché rischiavano di contraddire, almeno in parte, quell‟immagine negativa e bellicosa di gruppo paramilitare a cui l‟FBI probabilmente faceva riferimento per condurre con maggiore efficacia la repressione407.

Vennero poi colpiti anche i finanziatori del partito; basti pensare alla storia dell‟attrice Jean Seberg sulla quale l‟FBI diffuse la voce che fosse in cinta della Pantera nera Raymond Hewitt. In alcuni documenti COINTELPRO vi è inoltre un diretto riferimento alla necessità di colpire i finanziatori del BPP, come emerge ad esempio dalla lettera inviata da New Haven al direttore del FBI con lo scopo di comunicare l‟intenzione di minacciare preventivamente eventuali sostenitori dell‟organizzazione408

.

La repressione non fu comunque solo una prerogativa dell‟FBI: tra i politici più impegnati nel combattere il dissenso interno, e quindi anche le Pantere Nere, va ricordato il governatore della California Ronald Reagan, eletto poi alla presidenza degli Stati Uniti nel 1980, il quale si avvalse anche dell‟assistenza proveniente dal piano del Pentagono nominato “Garden Plot”, a sua volta basato su tecniche di controspionaggio e pratiche controinsurrezionali pensate dopo i riots della seconda metà degli anni ‟60.

Tra il 1969 e il 1970 il Black Panther Party avrebbe così perso un ingente numero di militanti rimanendo sempre più isolato fisicamente ed economicamente nonché indebolito dalla presenza di agenti provocatori e da un‟atmosfera dominata dalla cultura del sospetto.

In un simile contesto tuttavia il partito avrebbe messo in evidenza una serie di debolezze e limiti che furono resi evidenti di fronte all‟offensiva portata avanti dalle autorità e che avrebbero probabilmente facilitato ed accelerato la sua crisi e il suo declino.

Nonostante ciò l‟organizzazione da parte sua tentò di sopravvivere interrompendo le iscrizioni, aumentando la disciplina, e dando maggior rilievo ai programmi educativi e sociali ma ciò non sarebbe bastato, anche perché, a partire dalla fine degli anni ‟60 avrebbe sofferto terribilmente la mancanza di un leader: nell‟agosto del 1969 infatti

407

Paolo Bertella Farnetti, Black Panther Party: dalla rimozione alla storia, in “Acoma”, n. 15, 1999, p. 62.

408

Lettera da direttore SAC a direttore FBI, New Haven, 28 aprile 1969, Cointelpro, Black Nationalist-Hate Groups.

170

Bobby Seale venne arrestato con l‟accusa di incitamento al disordine civile e poco dopo venne indagato anche per l‟omicidio della Pantera Alex Rackley. A Seale in prigione sarebbe stato peraltro negato il diritto di ottenere un rinvio per permettere al legale da lui scelto, l‟avvocato di Huey Newton Charles Garry, di difenderlo, oltre a finire in isolamento in seguito ad un diverbio con il giudice409.

Con Newton in carcere e Cleaver in esilio il comando passò a David Hilliard, amico fidato di Seale, il quale però non avrebbe dimostrato la personalità e la capacità di leadership dei suoi predecessori, nonostante fosse un abile dirigente e un membro storico del partito410. Hilliard fu a capo del BPP fino all‟agosto 1970 quando Newton uscì dal carcere; le vicende da quel momento furono particolarmente negative per le Black Panthers e condussero verso il rapido declino: il fondatore del BPP infatti, una volta libero, si trovò di fronte una realtà molto diversa rispetto a quella che aveva lasciato nel 1967 quando venne arrestato; il BPP era divenuto un‟organizzazione che agiva su scala nazionale ma nel frattempo aveva subito molte defezioni, si trovava sempre più isolato politicamente e le autorità continuavano a restare vigili sull‟operato delle Pantere rimaste. In un simile contesto fu particolarmente complicato per lo stesso Newton provare ad allacciare nuove alleanze e coinvolgere i propri sostenitori in nuove iniziative, senza considerare i rapporti sempre più tesi con Eldridge Cleaver, che si trovava in Algeria.

I due infatti, come scritto in precedenza, avevano progressivamente maturato due idee diverse del partito; oltre a ciò la distanza non avrebbe facilitato i contatti e le comunicazioni rendendo così più facile per l‟FBI inserirsi nella questione ed accelerare il progetto di destabilizzazione dei rapporti all‟interno della dirigenza nazionale del BPP. Il Bureau non a caso iniziò ad inviare lettere fittizie ai due carismatici membri delle Black Panthers, tra le quali una, spedita a Cleaver, denunciante un complotto ai suoi danni da parte di Newton411.

409 Bobby Seale, Cogliere l’occasione! La storia del Black Panther Party e di Huey P. Newton, Einaudi, Torino

1971, pp. 227-276.

410

Paolo Bertella Farnetti, Pantere Nere. Storia e Mito del Black Panther Party, Shake Edizioni, Milano 1995, p. 149.

411

171

In un quadro caratterizzato da una simile diffidenza il fondatore delle Pantere, descritto da Farnetti come ormai sospettoso ed insicuro, nel febbraio del 1971 decise di cacciare i membri della sezione del BPP di New York, colpevoli a suo avviso di aver criticato le sue affermazioni pregiudiziali nei confronti del gruppo rivoluzionario dei Weathermen412. Newton infatti aveva rilasciato parole dure nei confronti della nuova organizzazione mentre Cleaver, sempre più radicale nelle sue posizioni, al contrario diceva di ammirarla.

Si consumò così, nel corso del 1971, la scissione tra i sostenitori di Newton e quelli di Cleaver: in molti, tra cui Seale, Hilliard e George Jackson presero posizione in favore del primo ma dopo la scissione diverse sezioni vennero chiuse e tanti altri simpatizzanti decisero di allontanarsi dal partito.

In seguito alla scissione il BPP rimase attivo per ancora diversi anni come organizzazione perlopiù locale, radicata ad Oakland, finendo per dissolversi definitivamente solo nel 1982. Newton continuò ad essere il leader tenendo in piedi ciò che rimaneva del partito e del gruppo dirigente ma non sarebbe riuscito a trasformare di nuovo il BPP in un‟organizzazione attiva su scala nazionale e capace di affascinare i giovani afroamericani. In questo fallimento giocò probabilmente un ruolo anche la dipendenza da alcool e cocaina che il fondatore del BPP sviluppò durante gli anni ‟70, inasprendolo e rendendone ancora più aggressivo il carattere413

: Newton, in linea con questo percorso, sarebbe morto il 22 agosto 1989 in seguito ad una lite con uno spacciatore di crack avvenuta ad Oakland.

Singolare fu invece la parabola di Cleaver che tornò negli Stati Uniti nel 1975 divenendo un convinto esponente della destra religiosa nonché sostenitore dei repubblicani.

Il partito dunque proseguì la sua attività anche dopo la scissione; tuttavia l‟analisi del suo percorso storico e della sua attività, in tale sede, termina proprio con questo evento che mise la parola fine al Black Panther Party come organizzazione nazionale capace, anche se con palesi limiti, di andare oltre la questione razziale tentando di

412

I Weathermen rappresentavano la fazione radicale e rivoluzionaria uscita dall’SDS con l’intenzione di