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la rievocazione di informazioni biografiche

La memoria per i nomi propri: le differenze d’età nel recupero lessicale

Esperimento 2: la rievocazione di informazioni biografiche

Metodo

Soggetti. Gli 84 soggetti sono stati scelti dai gruppi descritti nello studio del blocco dei

nomi. C’erano 28 partecipanti del gruppo dei giovani (età media 26), 28 del gruppo di mezz’età (età media 45) e 28 del gruppo degli anziani (età media 73). I gruppi sono stati confrontati come in precedenza sulla base dei punteggi del WAIS Vocabulary, dello span numerico e del livello d’istruzione. Il punteggio del Vocabulary era 65 (i giovani), 70 (mezz’età) e 72 (gli anziani). Lo span numerico era 8.1 (i giovani), 7.5 (mezz’età) e 7.2 (gli anziani).

Materiale. Sono state costruite sedici brevi descrizioni biografiche di personaggi fittizi.

Ogni ‘biografia’ conteneva quattro tipi di informazioni target: il nome della persona (nome); il nome di un luogo associato a quella persona (luogo); la professione della persona (professione) e il passatempo o l’hobby della persona (hobby). I vari elementi dell’informazione target apparivano in ordine diverso. La lunghezza media delle biografie era di 17.5 parole. Alcuni esempi sono riportati di seguito.

1. Charles Potter vive a Bolton e lavora come tipografo ma per gran parte della sua vita il suo principale interesse è stato la scalata.

2. A Glasgow un poliziotto di nome James Gibson ha recentemente vinto un premio per il ballo da sala.

3. Una nota fotografa amatoriale, Ann Collins, vive vicino Bristol dove lavora come

assistente sanitaria.

4. Lavorare come operatore informatrice e fare ciclismo nei fine settimana riempie il tempo della signora di Brighton, Linda Evans.

Diverse considerazioni hanno determinato la scelta dell’informazione target. I nomi scelti erano piuttosto familiari e facilmente pronunciabili in modo da evitare qualunque problema di riconoscimento vocale. Sebbene in pochi casi il sesso del personaggio fosse prevedibile dall’hobby o dall’occupazione, sono stati fatti vari tentativi per evitare possibili combinazioni che avrebbero permesso di dedurre un’informazione dagli altri elementi dati. Le 16 biografie sono state registrate da una donna ad un ritmo regolare. Sono state organizzate in blocchi da quattro biografie, con una breve pausa tra ogni blocco.

Procedura. Dopo aver verificato attentamente l’udibilità, i soggetti hanno ascoltato

un blocco di quattro biografie e poi hanno cercato di riempire le informazioni target mancanti nelle versioni scritte delle biografie che avevano appena ascoltato. Le biografie scritte erano una su ogni pagina del libretto delle risposte, nello stesso ordine della registrazione. Per ogni versione scritta mancava un elemento dell’informazione target (nome, posto, occupazione o hobby). Quando i soggetti avevano finito i tentativi per riempire questi spazi vuoti, seguiva il blocco successivo di quattro biografie e la procedura di presentazione e rievocazione era ripetuta come in precedenza finché tutte e 16 le biografie non fossero state esposte. C’erano quattro diverse versioni nel libretto delle risposte, in modo che, in ogni versione di ogni biografia, mancasse un diverso elemento dell’informazione target (nome, posto, occupazione o hobby). Le diverse versioni erano state ripartite in diversi sottogruppi di soggetti, in modo che i tipi di target fossero bilanciati nelle biografie e che sia le combinazioni specifiche dei target sia delle biografie fossero bilanciate tra i soggetti. Questi ultimi sono stati testati in piccoli gruppi e le sessioni duravano circa 30 minuti.

Risultati

Per ogni soggetto è stata calcolata la percentuale rievocata correttamente di ogni tipo di target (nome, luogo, occupazione o hobby). Era frequente una rievocazione parziale dei nomi (ad esempio, il nome ma non il cognome o viceversa), quindi i nomi e i cognomi sono stati trattati separatamente. Dato che era evidente una differenza marcata, i soggetti più anziani sono stati suddivisi in un gruppo più giovane (60-70 anni) e un gruppo più vecchio (più di 70 anni). I risultati sono mostrati nella tabella 4.

Tabella 5. Percentuali di ogni tipo di target rievocato correttamente da ogni fascia d’età.

Sui risultati (BMDP2V) è stata effettuata un'analisi della varianza a tre vie non ponderate. I fattori erano soggetto x fascia d’età x tipo di target. Il principale effetto significativo è stato l’età (F = 11.2, d.f. = 3.80, P < 0.001, w2 = 0.09), così come lo è stato anche del tipo di target (F = 45.7, d.f. = 4,320, P < 0.001, w2 = 0.09). L’interazione tra l’età e il tipo di target non è stata significativa. Una comparazione a posteriori del test Newman-Keuls ha mostrato che il gruppo di anziani più vecchio si ricordava meno parole target che il gruppo di anziani più giovani. Entrambi i gruppi di anziani hanno recuperato meno parole del gruppo di mezz’età e di giovani, che tra loro non differivano. Il recupero dei nomi e dei cognomi era peggiore del recupero dei nomi di luoghi, occupazioni e hobby. Tutte queste differenze erano significative P < 0.01.

Sono stati identificati tre tipi di errore—omissione, confusione (gli elementi di una biografia trasposti in un’altra) e intrusione (gli elementi che non facevano parte di alcuna biografia). Tutte le fasce d’età hanno fatto più errori d’omissione che confusione e c’erano pochi errori intrusione. La proporzione dei diversi tipi di errore non ha differito tra le varie fasce d’età (X2 = 3.9, n.s.).

Discussione

I risultati mostrano che mentre alcuni tipi di nomi propri (i nomi e i cognomi delle persone) sono molto più difficili da ricordare che gli attributi descrittivi (occupazioni e hobby), i nomi di luoghi non sono così difficili. Questo può avvenire perché i nomi di luoghi ben conosciuti come Glasgow e Brighton sono

semanticamente più ricchi che i nomi delle persone. Mentre le rappresentazioni mnemoniche dei nomi di luoghi includono già numerosi attributi semantici prima che si incontrino nell’esperimento, il nome di una persona (ad esempio, Charles Potter) ha solo attributi episodici collegati ad esso. L’ordine della rievocazione che si è osservato è in linea con il presupposto che gli elementi che sono già integrati in una rete semantica preesistente, siano più facili da ricordare.

Un’altra differenza tra i nomi comuni e i nomi propri è la figuratività. Nell’esperimento delle biografie, gli elementi di informazione come occupazione, hobby e luoghi ben conosciuti si associano a un ricco immaginario. Tuttavia, per i nomi di persone non è così e per questo motivo possono essere difficili da codificare e recuperare. Morris et al. (1978) hanno trovato che la rievocazione dei nomi migliorava notevolmente quando ai soggetti veniva detto di usare una tecnica mnemonica che converte i nomi in una forma che si può immaginare (ad esempio, Gordon in ‘giardino’). Sia la mancanza di attributi semantici che l’assenza di una possibile figuratività sono motivi plausibili per la difficoltà che hanno le persone quando recuperano dalla memoria i nomi. Questi fattori possono spiegare le differenze osservate nella recuperabilità tra i diversi tipi di nomi propri. Alcune classi di nomi propri sembrano essere più sfuggenti di altri. Sia le notizie sui blocchi dei nomi che l’esperimento delle biografie hanno mostrato che i nomi di luoghi comportavano meno difficoltà rispetto ai nomi di persone e il blocco dei nomi ha mostrato anche che i nomi famosi solitamente comportavano meno problemi che i nomi di conoscenti. I nomi come ‘Parigi’ o ‘Macchiavelli’ sono diversi da nomi come ‘John Smith’ o ‘Mary Brown’. In quest’ultimo caso, il nome è associato unicamente, o quasi, ad un solo referente e gli attributi semantici del referente sono spostati in certa misura e attaccati al nome stesso. Questa tendenza si riflette nell’uso aggettivale del nome (ad esempio, ‘parigino’ o ‘machiavellico’ ma mai ‘John Smithiano’) che mostra che il nome è arrivato ad acquisire quegli attributi posseduti dal referente originale. I nomi di persone comuni non si identificano con particolari attributi di determinati referenti nello stesso modo. Molte persone condividono lo stesso nome e una sola persona è indicata da molte varianti diverse del proprio nome. Di conseguenza è molto meno probabile che gli attributi semantici della persona ricadano sul nome. I nomi di luoghi e i nomi famosi possono assumere una sorta di semanticità in prestito (e magari anche l’immaginario che ne è associato), che li collega in una rete semantica. I nomi propri di persone comuni mancano di associazioni semantiche ed è quest’isolamento semantico che causa i problemi di recupero lessicale.

Il deficit legato all’età nel recupero delle informazioni biografiche è simile per tutti i tipi di target. Tutte le fasce d’età trovavano i nomi di persone più difficili e non ci sono indicazioni secondo cui i più anziani siano relativamente più svantaggiati nel recupero dei nomi propri.

Le diverse descrizioni del fallimento del recupero lessicale prese in considerazione da Goodglass e dai suoi colleghi gettano luce sulla natura di questi

effetti dell’età. Stando ad una spiegazione, il fallimento del recupero lessicale in alcuni tipi di pazienti afasici è causato da un deterioramento unilaterale del percorso dal concetto fino alla parola. Le differenze d’età qui riportate non sono compatibili con questa interpretazione. Il recupero lessicale dei nomi da descrizioni e il recupero di elementi mancanti delle descrizioni quando il nome era fornito, erano ugualmente ostacolati dall’invecchiamento. I collegamenti intra-elemento di ogni tipo sembrano essere più deboli nelle persone più anziane. Se alcuni elementi di una descrizione target non sono recuperati quando il target è attivato ci saranno meno aiuti disponibili a mediare l’accesso al nome target. Quindi, dicendolo nei termini di Goodglass, il campo semantico è effettivamente ridotto. I processi di ricerca originati da un numero ridotto di aiuti è meno probabile che abbiano successo nel localizzare il nome target e nel suscitare un’informazione parziale o dei candidati relativi al target. È plausibile, dunque, che la difficoltà che le persone più anziane hanno nel recuperare i nomi di persone e la natura dei blocchi di nomi che hanno, possano essere imputate agli elementi di un più generico deficit della memoria che implica la perdita dei collegamenti associativi.

Sulla base dei risultati sperimentali qui riportati, è poco probabile che i deficit legati all’età possano essere attribuiti alle differenze nei criteri di risposta, dato che la percentuale delle omissioni di false risposte era la stessa per tutte le fasce d’età. Tuttavia, è possibile che una riduzione del livello di attivazione legata all’età che si produce quando un concetto target è risvegliato possa contribuire al fallimento del recupero lessicale.

Il recupero dei nomi è un aspetto importante della memoria della vita quotidiana. Gli studi qui presentati hanno sollevato questioni complesse sulla natura del fallimento del recupero lessicale, sulla rappresentazione dei nomi propri nella memoria e sul modo in cui il recupero lessicale è influenzato dall’età. I risultati possono servire ad attirare l’attenzione su quest’area stranamente trascurata.

Riferimenti

Bowles, N. L., Obler, L. & Poon, L. W. (1985). Aging and retrieval of word names in semantic memory. Paper presented at the Third George Talland Memorial Conference, Seabury, MA, March.

Brown, R. & McNeill, D. (1966). The 'tip of the tongue' phenomenon. Journal of Verbal Learning and Verbal Behavior. 5, 325-337.

Cohen, G. & Faulkner, D. (1984). Everyday memory in the over sixties. New Scientist, no. 1425, 49-51, 11 October.

Goodglass, H. & Baker, E. (1976). Semantic field, naming and auditory comprehension in aphasia. Brain and Language, 3, 359-374.

Goodglass, H. & Stuss, D. T. (1979). Naming to picture versus description in three aphasic subgroups. Cortex, 15, 199-211.

Jones, G. V. (1978). Recognition failure and dual mechanisms in recall. Psychological Review, 85, 464-469.

McKenna, P. & Warrington, E. K. (1980). Testing for nominal dysphasia. Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry, 43, 781-788.

Morris, P. E., Jones, S. & Hampson, P. (1978). An imagery mnemonic for the learning of people's names. British Journal of Psychology, 69, 335-336.

Norman, D. A. & Bobrow, D. G. (1976). On the role of active memory processes in perception and cognition. In C. N. Cofer (ed.). The Structure of Human Memory. San Francisco: W. H. Freeman.

Pease, D. A. & Goodglass, H. (1978). The effects of cuing on picture naming in aphasia. Cortex, 14, 178-179.

Read, J. D. & Bruce, D. (1982). Longitudinal tracking of difficult memory retrievals. Cognitive Psychology, 14, 280-300.

Reason, J. & Lucas, D. (1984). Using cognitive diaries to investigate naturally occurring name blocks. In J. Harris & P. Morris (eds). Everyday Memory, Actions and Absentmindedness. London: Academic Press.

Received 27 February 1985: revised version received 9 October 1985

Requests for reprints should be addressed to Dr G. Cohen, Human Cognition Research Group, The Open University, Walton Hall, Milton Keynes MK7 6AA, UK.

Appendice 1

Questionario dei blocchi di nomi

Cherchia la risposta corretta o scrivi nell’apposito spazio

1. Qual è il nome che non riuscivi a ricordare?... È il nome di

⁻ Una persona? ⁻ Un luogo?

⁻ Un nome di un brand (ad esempio, la marca di una macchina)? ⁻ Altro?

Se è il nome di una persona è ⁻ Un parente?

⁻ Un amico/conoscente?

⁻ Una persona famosa (ad esempio, un politico)? ⁻ Altro (ad esempio, un personaggio di un libro)? La persona o il luogo lo conosci

⁻ Personalmente? ⁻ Solo per sentito dire? 2. È un nome che conosci

⁻ Bene?

⁻ Non molto bene?

3. Hai avuto problemi a ricordare questo nome prima d’ora? ⁻ A volte

⁻ Mai

4. Quando stavi provando a ricordare il nome, riuscivi a ricordarne qualche dettaglio?

⁻ La prima lettera o sillaba ⁻ Altre lettere o sillabe ⁻ Il numero di sillabe ⁻ Se era corto o lungo

⁻ Altri dettagli, ad esempio, straniero, insolito (specificare) ⁻ Nessun dettaglio

5. Quando stavi provando a ricordare il nome, riuscivi a ricordare alcuni di questi dettagli della persona o del luogo?

⁻ Aspetto visivo

⁻ In quale circostanza lo/la hai incontrato ⁻ Altri dettagli (specificare)

6. Quanto è passato prima che tu ricordassi il nome?... 7. Il nome alla fine ti è venuto in mente grazie a

⁻ Seguendo l’alfabeto?

⁻ Pensando a nomi simili o correlati?

⁻ ‘Rivivendo’ il tuo ultimo incontro con esso? ⁻ Ti è stato detto da qualcuno?

⁻ Cercandolo?

⁻ In altri modi (specificare)?

8. Ti sono venuti in mente altri nomi invece di quello che volevi? ⁻ Si

⁻ No

Se sì, scrivere quei nomi…... ... ... Come sono correlati questi nomi “sbagliati” al nome esatto? Specificare...

... ... Quando ti sono venuti in mente questi nomi “sbagliati” tu

⁻ Eri sicuro che non erano quelli che volevi? ⁻ Non eri sicuro?

9. Quante volte pensi di provare solitamente il blocco dei nomi in un periodo di due settimane?... Nome: