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2.5. Le determinanti della remunerazione

2.5.6. La struttura della proprietà e del controllo

La struttura della proprietà e del controllo che caratterizza un’impresa costituisce un fattore potenzialmente in grado di influenzare la composizione e il livello della remunerazione percepita

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sation policies, in Journal of Accounting and Economics, Vol. 16, N. 1-3, 1993, pp. 125-160; H. MEHRAN, Executive compensation struc-

ture, ownership, and firm performance, in Journal of Financial Economics, Vol. 38, 1995, pp. 163-184; N. OZKAN, Do Corporate Gover-

nance Mechanisms Influence CEO Compensation? An Empirical Investigation of UK Companies, cit., pp. 349-364.

(162) Cfr. C. SMITH, R. WATTS, The investing opportunity set and corporate financing, dividend, and compensation policies, cit., pp. 263-292; W. BABER, S. JANAKIRAMAN, S. KANG, Investment opportunities and the structure of executive compensation, in Journal of Accounting and Economics, Vol. 21, N. 3, 1996, pp. 297-318; J. CORE, W. GUAY, The use of equity grants to manage optimal equity incentive, in Journal of Accounting and Economics, Vol. 28, N. 2, 1999, pp. 151-184; J. WALKER, The Use of Performance-based Remuneration: High versus Low-

growth Firms, in Australian Accounting Review, Vol. 20, N. 3, 2010, pp. 256-264.

(163) Si consideri a titolo esemplificativo il settore immobiliare dei sub-prime. Le imprese che operano in tale settore effettuan- do prestiti a soggetti che non sono in possesso dei “tradizionali” requisiti di solvibilità per accedere ad un prestito sono natural- mente esposte ad un rischio maggiore rispetto a quello sopportato dalle imprese che, al contrario, effettuano prestiti solo a sogget- ti in possesso dei predetti requisiti.

(164) Si consideri a titolo esemplificativo il settore petrolifero. Le attività che devono essere realizzate in tale contesto si carat- terizzano per un certo livello di complessità e la loro attuazione richiede l’investimento di un ingente ammontare di risorse in atti- vità immateriali, quali gli studi per l’individuazione di nuovi pozzi petroliferi, e in attività materiali, rappresentate per esempio dalle spese la predisposizione degli impianti di perforazione.

(165) Sul legame tra complessità, dimensione aziendale e opportunità di crescita si vedano i paragrafi 2.5.2 e 2.5.4.

(166) Si pensi alla crisi manifestatasi sul settore automobilistico negli anni recenti a causa di un drastico calo nei livelli delle vendite.

(167) A riguardo si vedano, tra gli altri, i seguenti studi: D. ROBERT, A General Theory of Executive Compensation Based on Statisti-

cally Tested Propositions, cit., pp. 270-294; K. ELY, Interindustry Differences in the Relation between Compensation and Firm Performance Va-

riables, in Journal of Accounting Research, Vol. 29, N 1, 1991, pp. 37-58.

(168) Cfr. P. KOSTIUK, Firm Size and Executive Compensation, in The Journal of Human Resources, Vol. 25, N. 1, 1990, pp. 90- 105; D. BALKIN, L. GOMEZ-MEJIA, Compensation Practices in High-Technology Industries, in Personnel Administrator, Vol. 37, N. 4, 1984, pp. 635-650.

dagli amministratori. Come precedentemente illustrato nel capitolo 1, la presenza di un azionista di riferimento, in grado di esercitare una forte influenza sulla gestione aziendale (170), o di un a-

zionista che, sebbene non sia in grado di esercitare una tale influenza, possiede una partecipazio- ne azionaria significativa (cosiddetto blockholder esterno) (171) favorisce la riduzione del problema

di agenzia di tipo classico. Tali soggetti, grazie al possesso di un pacchetto azionario rilevante, possono avere la convenienza, nonché il potere e le informazioni necessarie, per esercitare un at- tività di monitoraggio sull’operato degli amministratori e, pertanto, rendere meno necessario l’utilizzo di strumenti di incentivazione, tra i quali rientra la remunerazione (172). Pertanto, è plau-

sibile che in presenza di tali soggetti le imprese ricorrano meno a strumenti di remunerazione va- riabile e, poiché agli amministratori viene trasferito un rischio limitato, remunerino in maniera minore i propri amministratori. A riguardo, l’evidenza empirica mostra che nelle imprese caratte- rizzate da una struttura proprietaria maggiormente concentrata il livello della remunerazione degli amministratori risulta essere più contenuto (173) e che, con particolare riferimento alle imprese ca-

ratterizzate da un azionariato frazionato, all’aumentare delle partecipazioni detenute dal blockholder esterno si verifica una riduzione nell’ammontare di remunerazione percepita dagli amministratori (174) ed un minor ricorso, da parte delle imprese, a strumenti di remunerazione basata su azioni

(175). Altri lavori rilevano, invece, una maggiore intensità del legame tra remunerazione e perfor-

mance aziendali (176). Altri studi hanno investigato il ruolo esercitato dall’identità degli azionisti di

riferimento e dei blockholder esterni sulla remunerazione degli amministratori. Con riferimento ai primi, alcuni studi evidenziano che la remunerazione percepita dagli amministratori diminuisca se l’azionista di riferimento è rappresentato dallo Stato o da altri enti pubblici, mentre aumenti se è costituito da una famiglia (177). Una tale differenza è attribuibile alla presenza di membri della fa-

miglia all’interno dei consigli di amministrazione (178). Tuttavia, altri studi che hanno analizzato la

remunerazione degli amministratori di imprese famigliari hanno rilevato che gli amministratori appartenenti alla famiglia che controlla l’impresa siano pagati meno rispetto agli altri amministra- tori (179). Studi sull’identità dei blockholders esterni hanno riscontrato che la presenza di investitori

istituzionali è associata ad un minore livello nella remunerazione degli amministratori e ad un maggior ricorso a strumenti di remunerazione variabile di lungo termine (180).

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(170) Secondo la dottrina prevalente è da considerarsi tale un azionista che possiede una partecipazione azionaria compresa tra il 10 e il 20 per cento del capitale votante, a condizione che tale partecipazione gli permetta di nominare la maggioranza dei membri del consiglio di amministrazione. In merito si vedano, su tutti, i seguenti lavori: R. LA PORTA, F. LOPEZ-DE-SILANES, A. SHLEIFER, R. VISHNY, Corporate Ownership Around the World, cit., pp. 471-517; S. CLAESSENS, S. DJANKOV, L. LANG, The separation of

ownership and control in East Asian corporations, in Journal of Financial Economics, Vol. 58, N. 1-2, 2000, pp. 81-112; M. FACCIO, L. LANG, The ultimate ownership of Western European corporations, in Journal of Financial Economics, Vol. 65, N. 3, 2002, pp. 365-395; L. PATELLI, A. PRENCIPE, The Relationship between Voluntary Disclosure and Independent Directors in the Presence of a Dominant Shareholder, in European Accounting Review, Vol. 16, N. 1, 2007, pp. 5-33.

(171) La dottrina di riferimento considera tali gli azionisti in possesso di un pacchetto azionario pari ad almeno il 5 per cento del capitale dell’impresa. In merito si vedano: M. ALLEN, Power and Privilege in the Large Corporation: Corporate Control and Managerial, in The American Journal of Sociology, Vol. 86, N. 5 , 1981, pp. 1112-1123; A. SHLEIFER, R. VISHNY, Large Shareholders and Corpo-

rate Control, cit., pp. 461-488; J. CORE, R. HOLTHAUSEN, D. LARCKE, Corporate governance, chief executive officer compensation, and firm per-

formance, cit., pp. 371-406;

(172) A riguardo, si rinvia al paragrafo 1.3.1 ove ulteriori riferimenti dottrinali.

(173) Cfr. R. BARONTINI, S. BOZZI, Board compensation and ownership structure: empirical evidence for Italian listed companies, cit., pp. 59- 89.

(174) Cfr. R. LAMBERT, D. LARCKER, K. WEIGEL, The Structure of Organizational Incentives, in Administrative Science Quarterly, Vol. 38, N. 3, 1993, pp. 438-446; R. CYERT, S. KANG, P. KUMA, Corporate Governance, Takeovers, and Top-Management Compensation:

Theory and Evidence, in Management Science, Vol. 48, N. 4, 2002, pp. 453-469; J. CORE, R. HOLTHAUSEN, D. LARCKE, Corporate go-

vernance, chief executive officer compensation, and firm performance, cit., pp. 371-406.

(175) Cfr. H. MEHRAN, Executive compensation structure, ownership, and firm performance, cit., pp. 163-184.

(176) Si rinvia in merito alla rassegna effettuata da L. GOMEZ-MEJIA, R. WISEMAN, Reframing Execufive Compensation: An Asses- sment and Outlook, cit., pp. 291-374, ove ulteriori riferimenti dottrinali.

(177) Cfr. R. BARONTINI, S. BOZZI, Board compensation and ownership structure: empirical evidence for Italian listed companies, cit., pp. 59- 89.

(178) Ibidem.

(179) Cfr. L. GOMEZ-MEJIA, M. LARRAZA-KINTANA, M. MAKRI, The Determinants of Executive Compensation in Family-Controlled

Public Corporations, in The Academy of Management Journal, Vol. 46, N. 2, 2003, pp. 226-237.

(180) Si vedano, in merito, i seguenti lavori: P. DAVID, R. KOCHHAR, E. LEVITAS, The Effect of Institutional Investors on the Level