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La struttura imprenditoriale del Sistema Produttivo Culturale

15,3% dell’economia nazionale

3.1 I numeri della Cultura

3.1.3 La struttura imprenditoriale del Sistema Produttivo Culturale

La perimetrazione ricordata nei precedenti paragrafi offre un quadro di quella che è la concettualizzazio- ne del Sistema produttivo Culturale. Una concezione moderna, che origina dall’evoluzione del significato emersa in ambito internazionale ma che, allo stesso tempo, cerca di promuovere le specificità dell’Italia, offrendo un panorama dettagliato del ruolo che la cultura e la creatività offrono nei settori dell’economia e nel mosaico territoriale della Penisola.

Seguendo le informazioni rese disponibili dal Registro delle Imprese, il numero di imprese che contraddi- stinguono il Sistema Produttivo Culturale italiano raggiunge nel 2013 quota 443.458, dato che corrispon- de al 7,3% delle imprese complessivamente registrate nell’economia italiana. Di queste, oltre i due terzi (306.086 per l’esattezza) sono da associare alle industrie creative, con particolare riguardo all’architettu- ra (151.425) e alla produzione di beni e servizi creative driven (107.069 imprese, pari al 24,2% dell’intera filiera).

Altre 109.267, ovvero il 24,6% dell’intero settore, sono da associare alle industrie culturali, con un ruolo incisivo dell’industria editoriale e informatica. Le performing arts e le attività di intrattenimento coprono appena il 6,1% delle imprese private che compongono la filiera, con una quota residuale di appena lo 0,2% (924 imprese) che opera nella gestione e conservazione del patrimonio storico ed artistico, come noto quasi sempre gestito secondo forme pubbliche di impresa.

Imprese registrate del sistema produttivo culturale in Italia, per settore

Anno 2013 (valori assoluti e composizioni percentuali)

Imprese registrate

Valori assoluti Quote %

Industrie creative 306.086 69,0

Architettura 151.425 34,1 Comunicazione e branding 32.923 7,4

Design 14.668 3,3

Produzioni di beni e servizi creative driven 107.069 24,2

Io Sono Cultura – L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi – Rapporto 2014 69

Imprese registrate

Valori assoluti Quote %

Film, video, radio-tv 12.162 2,7 Videogiochi e software 45.047 10,2

Musica 2.352 0,5

Libri e stampa 49.707 11,2

Patrimonio storico-artistico 924 0,2

Musei, biblioteche, archivi e gestione di luoghi e monumenti storici 924 0,2

Performing arts e arti visive 27.181 6,1

Rappresentazioni artistiche, intrattenimento, convegni e fiere 27.181 6,1

TOTALE SISTEMA PRODUTTIVO CULTURALE 443.458 100,0

TOTALE ECONOMIA 6.061.960 -

Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere-InfoCamere

Come ricordato in precedenza, le attività “strettamente culturali” offrono spesso un contributo anti-ci- clico all’economia. In effetti, guardando alla dinamica degli ultimi due anni, sia la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico e artistico (+1,3%), sia le performing arts (+4,3%) evidenziano una crescita del numero di imprese registrate che è in controtendenza con l’andamento generale dell’eco- nomia (-0,8%). Anche le industrie culturali mostrerebbero una crescita generalizzata, se non fosse per la profonda ridefinizione della propria identità che l’editoria sta attraversando (-4,2%), complice la rivo- luzione tecnologica delle modalità di acquisto e fruizione dei libri. In termini complessivi, il contributo negativo del comparto riduce il numero di imprese registrate del settore dell’1,2%, nonostante l’ottima

performance delle attività collegate all’informatica (+1,8%) e alla musica (+0,7%).

Le industrie creative, infine, sperimentano una crisi senza uguali in termini di imprese registrate, dovuta in larga parte al comparto delle produzioni di beni e servizi creative driven con specifico riferimento alla componente artigiana (-5,6%), anch’essa alla prese con un momento di trasformazione, sostenuto dal processo di selezione naturale che premia le imprese che investono sulla qualità, relegando alla margi- nalità di mercato quelle che invece, non ci riescono.

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aziende), e il Mezzogiorno (27,0%), con in testa la Campania (oltre 33mila aziende), emergono come le aree con la consistenza maggiore di strutture imprenditoriali culturali. Per le regioni posizionate nell’a- rea nord-occidentale della Penisola, l’ottimo posizionamento in termini assoluti è associato anche da un ruolo di primo ordine assunto dal Sistema produttivo Culturale, stante una quota di imprese sul totale delle registrate che, insieme a quanto osservabile per le quattro regioni centrali, è la più alta tra quelle analizzate (8,2%). Su scala regionale, la maggior specializzazione culturale emerge in Lombardia (8,9%), nel Lazio (8,6%) che, non a caso, sono le regioni in cui si localizzano le più grandi conurbazioni metropo- litane, a dimostrazione dello stretto connubio tra città e cultura.

Imprese registrate del sistema produttivo culturale nelle regioni italiane

Anno 2013 (valori assoluti, composizioni e incidenze percentuali sul totale economia)

Regione Valori assoluti Distribuzione % sul totale Italia

Piemonte 32.084 7,2 Valle d'Aosta 1.022 0,2 Lombardia 84.495 19,1 Trentino-Alto Adige 7.690 1,7 Veneto 38.136 8,6 Friuli-Venezia Giulia 8.622 1,9 Liguria 11.685 2,6 Emilia-Romagna 32.315 7,3 Toscana 34.729 7,8 Umbria 6.717 1,5 Marche 12.700 2,9 Lazio 53.482 12,1 Abruzzo 10.405 2,3

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Regione Valori assoluti Distribuzione % sul totale Italia

Molise 2.054 0,5 Campania 33.094 7,5 Puglia 22.816 5,1 Basilicata 3.624 0,8 Calabria 10.612 2,4 Sicilia 26.828 6,0 Sardegna 10.349 2,3 NORD-OVEST 129.285 29,2 NORD-EST 86.763 19,6 CENTRO 107.628 24,3 SUD E ISOLE 119.781 27,0 ITALIA 443.458 100,0

Fonte: elaborazioni su dati Unioncamere-InfoCamere

Come si può osservare dalla graduatoria delle prime province italiane per ruolo del Sistema Produttivo Culturale sul totale delle imprese registrate, la componente metropolitana è fondamentale a spiegare il successo localizzativo della filiera, soprattutto per quanto riguarda le attività più strettamente culturali. Roma e Milano, le due province in testa alla classifica per numero di imprese (45 mila nel primo caso, 39 mila nel secondo) rappresentano da sole un quinto della base produttiva del settore. D’altro canto, allargando la concezione della filiera alle attività di veicolazione manifatturiera dei significati culturali, va detto che anche le aree distrettuali assumono un peso rilevante, come si vedrà con maggior attenzione nell’analisi dell’interscambio commerciale.

La provincia di Firenze, che sposa entrambe le componenti culturali della filiera (cultura tradizionale e creative driven), si colloca in prima posizione per incidenza delle imprese culturali sul totale delle attività localizzate in provincia, con un valore pari all’11,8%, ottenuto grazie a quasi 13mila imprese registrate. Seguono Milano, con una quota del 10,9%, e altre realtà ad elevata urbanizzazione quali Roma (9,7%), Trieste (8,9%) e Bologna (8,7%). Tra le province “distrettuali”, emergono Monza-Brianza (10,3%), Arezzo (10,1%), Como (10,0%), Pisa e Lecco (rispettivamente 9,6% e 9,0%).

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Graduatoria delle prime province italiane per ruolo del sistema produttivo culturale

Anno 2013 (valori percentuali)

Pos. Provincia Numero di Imprese registrate Incidenza % sul totale provinciale 1) Firenze 12.928 11,8 2) Milano 39.134 10,9 3) Monza-Brianza 7.409 10,3 4) Arezzo 3.845 10,1 5) Como 4.953 10,0 6) Roma 44.897 9,7 7) Pisa 4.141 9,6 8) Lecco 2.422 9,0 9) Trieste 1.484 8,9 10) Bologna 8.464 8,7 ITALIA 443.458 7,3

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