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Politiche europee per la cultura (quasi) un anno dopo

PER LE INDUSTRIE CULTURALI E CREATIVE

2.1 Finanziamento Pubblico

2.1.1 Politiche europee per la cultura (quasi) un anno dopo

Dopo due passaggi in Commissione Istruzione e Cultura, il 19 novembre 2013 il Programma Europa Crea-

tiva è stato approvato in sessione plenaria a Strasburgo e dal 10 dicembre sono partiti i primi bandi. Nella

proposta iniziale, l'incremento di risorse previsto era del 37%. Europa Creativa ha risentito infatti del ta- glio che, per la prima volta nella storia dell'Unione, ha interessato l'intero budget del quadro finanziario pluriennale, passato da 1.000 miliardi di euro a 960. Così anche l'importo per il programma si è ridotto da 1,8 miliardi all'attuale 1,46. Rispetto al settennio precedente si è comunque registrato un aumento di circa il 10%. Nel merito dei contenuti del programma, si è invece lavorato perché potesse rispondere al meglio alle sfide del settore in Europa, con particolare riferimento alla digitalizzazione, alla globaliz- zazione e, alla frammentazione del mercato, all'ampliamento del pubblico, alla mobilità e allo sviluppo delle capacità imprenditoriali degli operatori del settore. Inoltre, il riconoscimento della cultura come dimensione trasversale a tutte le politiche comunitarie ha portato ad un ampliamento delle possibilità

e delle fonti di finanziamento per la cultura.

Per quanto riguarda le sfide e le opportunità di Europa Creativa per le imprese, il settore va innanzitutto sostenuto nell’acquisire una nuova fisionomia, in passato troppo spesso resistente alla ‘gabbia’ percepita della progettazione, economica e non solo. Nelle regioni, città metropolitane e piccoli comuni, emerge una grande consapevolezza che l’investimento culturale rappresenta un nuovo paradigma di sviluppo urbano e rurale. Ma va tenuto presente che la UE non è un bancomat e finanzia soltanto azioni coerenti con gli obiettivi precedentemente negoziati e condivisi, imponendo anche al mondo della cultura e crea- tività di adattare le proprie logiche non solo all’obiettivo ma anche al metodo, che chiede progettazione, rendicontazione, indicatori e partnership.

Benefici concreti per i progetti e le imprese culturali verranno anche dall'avvio di un importante strumen- to finanziario18: un Fondo di garanzia europea che affiancherà i contributi europei ai progetti e che assi-

17 Realizzato in collaborazione con: Silvia Costa – Europarlamentare e Relatrice del Programma Europa Creativa 2014-2020; Simo- na Saraceno - Advisor e Communication manager.

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sterà i prestiti nazionali alle micro, piccole e medie imprese culturali e creative, che potranno finalmente vedere agevolate le loro possibilità di accesso al credito. Una vera e propria sfida nel terreno ancora troppo poco esplorato dell’interlocuzione tra istituzioni finanziarie e imprese creative, di cui l’Europa si farà promotrice e garante.

Anche per il settore audiovisivo, incluso tutto il multimediale, dal cinema ai videogiochi europei, le novi- tà sono tante, a partire dal sostegno esplicitamente previsto dal programma per lo sviluppo delle opere cinematografiche e audiovisive con ‘potenziale transnazionale’: film, documentari, fiction, prodotti mul- timediali o di animazione. Europa Creativa supporta i produttori indipendenti e le coproduzioni europee e internazionali anche con le televisioni, la circolazione e la distribuzione di film europei non nazionali nelle sale e sulle piattaforme online, anche attraverso il sostegno al doppiaggio, la sottotitolazione e l’audiodescrizione. Le azioni del programma guardano anche oltre i confini europei: raccogliendo l’espe- rienza di MEDIA Mundus, viene facilitata la circolazione di prodotti europei non solo nell’area di libero scambio europea e nell’ambito del vicinato, ma a livello internazionale attraverso accordi bilaterali con risorse aggiuntive con Paesi Terzi.

La creazione di una cultura europea è uno tra gli espliciti obiettivi del programma19. Lo stesso progetto

europeo è nato, prima ancora che sulla base di valori economici, su principi di pace, solidarietà, e coesio- ne tra i popoli, sostenuti da un comune retaggio che attraversa la pluralità delle nostre culture e fonda la nostra identità. Da questo punto di vista, in Europa si è registrato un doppio cambio di passo: in primo luogo, è stato costituzionalizzato e legittimato l’intervento dell’UE, in termini di tutela e promozione del patrimonio culturale e paesaggistico, valorizzazione della diversità culturale e linguistica e acquisizione della cultura come dimensione orizzontale di tutte le politiche. D'altra parte, si è verificato il passaggio dalla costruzione di una economia della conoscenza in Lisbona 2000-2010 all’obiettivo di Europa 2020, e cioè una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile, in cui il sostegno e la promozione dell’imprendito-

ria riguarda anche le imprese creative in senso lato (competenze, conoscenze, nuovi profili professiona-

li, networking, digitale). In questo, sul piano europeo, la cultura deve configurarsi come il quarto pilastro della sostenibilità, accanto a quella ambientale, economica e sociale e diventare per tutti i suoi cittadini un diritto esigibile e misurabile.

Le azioni e le attività culturali e creative che parteciperanno al programma dovranno presentare carat-

19 Come stabilito dall’art.167 dello stesso trattato di Lisbona, secondo il quale “l’Unione contribuisce al pieno sviluppo delle culture degli Stati membri nel rispetto delle loro diversità nazionali e regionali, evidenziando nel contempo il retaggio culturale comune”.

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tere transnazionale ed impatto sui cittadini europei per la conoscenza di culture diverse dalla loro, o

dovranno essere in grado di creare un’economia di scala e una massa critica con un effetto leva per fondi aggiuntivi, o di rafforzare la cooperazione transnazionale tra operatori (inclusi gli artisti), stimolando una risposta più completa, rapida ed efficiente alle sfide globali e all’innovazione, anche attraverso lo svilup- po inclusivo di nuovi modelli di business.

Le misure del programma sono rivolte a soggetti profit e non profit, professionisti, operatori e artisti. Come nello scorso settennio accadeva con i Cultural Contact points e i Media Desks, per tutti loro saranno

a disposizione i Creative Europe Desks, per il cui allestimento sono previste specifiche risorse all'interno

del budget per il programma. Saranno presenti in tutte le Nazioni dell’Unione con diversi punti di con- tatto. In generale, da parte del settore serve una maggiore capacità di operare attraverso i partenariati

e i network, di adottare un approccio più trasversale e guardare alla filiera, incrociando potenzialità dei

territori, professionalità, competenze e creatività per superare la tendenza a realizzare progetti di piccole dimensioni.

C'è un aspetto sul quale il testo di Europa Creativa pone particolare enfasi: lo sviluppo del pubblico. La crisi economica sta avendo un impatto terribile su stili di vita e di consumo culturale. I dati di Euroba- rometro raccontano che negli ultimi sei anni pressoché tutti gli indicatori culturali sono in diminuzione nella UE 28, per ragioni allarmanti: la maggior parte delle persone riferisce infatti di non partecipare ad attività o consumi culturali per mancanza di interesse. La priorità quindi è lavorare per coinvolgere i cit- tadini europei nel riconoscere e comprendere il valore del nostro patrimonio comune, per promuovere la partecipazione attiva alla vita culturale e creativa e incoraggiare la vitalità delle organizzazioni e delle imprese culturali e creative.

Non solo Europa Creativa. Il riconoscimento della cultura come dimensione trasversale a tutte le politi-

che comunitarie ha portato ad un ampliamento delle possibilità e delle fonti di finanziamento per la cul- tura. Dopo un lungo lavoro di negoziazione in sede europea, nel testo di Horizon 2020, il nuovo program- ma pluriennale dell'UE per la ricerca (in cui i riferimenti alla cultura erano totalmente assenti), sono stati inseriti emendamenti relativi al patrimonio culturale e alla ricerca umanistica. Horizon ha un budget di oltre 70 miliardi. Non solo: cultura e turismo sono stati inclusi tra le key actions dell'obiettivo tematico 6 dei Fondi Strutturali, il cui budget complessivo è di 325 miliardi (di cui circa 32,2 arriveranno all’Italia). Ci sono risorse per infrastrutture e servizi culturali anche all'interno delle Politiche per lo Sviluppo Rurale, cui sono assegnati fondi per 95 miliardi, e fondi per le PMI del turismo in COSME. Se le risorse di Europa Creativa sono destinate a tutti i segmenti che compongono il sistema delle industrie creative e culturali

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individuate dalla classificazione di questo Rapporto20, i programmi Horizon 2020 e COSME si rivolgono

solo alle industrie creative e culturali, mentre i finanziamenti dei Fondi Strutturali e dei Programmi Ope- rativi Regionali, oltre a questi due segmenti, sono anche indirizzati alla gestione del patrimonio.

Infine, negli ultimi cinque anni il Parlamento Europeo ha giocato un ruolo fondamentale nell’investimen- to sugli itinerari culturali che attraversano l’Europa, dalla Spagna all’Ucraina e dalla Svezia a Cipro: com- plessivamente sono stati stanziati oltre 7 milioni in tre anni, a sostegno di progetti e servizi per itinerari turistici, culturali e industriali. Dal 2015, questo capitolo di bilancio potrà diventare permanente. Ma il Parlamento è stato anche il motore della cooperazione con la Commissione Europea e il Consiglio d’Eu- ropa, che ha portato nel 2010 alla nascita dell’Accordo Parziale Allargato sugli itinerari culturali, che ora include 22 Paesi. Sono state avviate le procedure per rendere possibile al’ingresso della UE nel governing board dell’accordo, per fare degli itinerari culturali un asset di sviluppo territoriale, di valorizzazione del patrimonio religioso, culturale e artistico e del turismo europeo. Basti pensare al più noto tra gli itinerari, il Cammino di Santiago di Compostela, battuto ogni anno da oltre 200mila persone, ma anche alla Via

Francigena, percorsa oggi da un numero crescente di giovani. Lungo gli itinerari nascono opportunità

economiche e occupazionali per le realtà dell’indotto, che spaziano dall’accoglienza, alle passeggiate guidate, alle applicazioni per smartphone e tablet. Grazie alla battaglia del Parlamento per l’inserimento della cultura nelle Politiche di Coesione, gli itinerari culturali potranno essere sostenuti anche con le ri- sorse europee destinate dagli Stati Membri allo sviluppo territoriale. Si è inoltre ottenuto che nella legge

Destinazione Italia sia stato previsto un fondo di 500 milioni di euro destinato ai progetti presentati da Comuni (anche in partnership) per la valorizzazione del patrimonio, anche in linea con le azioni per EXPO 2015, con budget che andranno da 1 a 5 milioni per progetto.

Fatto il quadro delle possibilità di finanziamento a livello europeo, vale la pena spendere due parole su quelle che si presentano come le sfide che l’Italia deve affrontare per un suo pieno sviluppo del settore. Innanzitutto, realizzare una strategia e una governance multilivello e più integrata tra Ministeri, Regioni ed Enti locali per le politiche culturali, per un approccio strategico di valorizzazione dei media, dei beni culturali e delle industrie culturali e creative. Al processo ascensionale di consultazione e concertazione con gli stakeholders, a seguito del quale si sono riuscite a far valere in Parlamento Europeo le istanze della cultura e la sua necessaria orizzontalità nella nuova programmazione europea rispetto all’iniziale

20 Il settore risulta così ripartito: 1. Industrie creative (architettura, design, comunicazione e new media) 2. Industrie culturali (au- diovisivo, animazione, videogioco, editoria, musica); 3. Gestione del Patrimonio; 4. Core delle arti (performing arts e arti visive).

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visione della Commissione, deve corrispondere l’impegno degli attori locali, ad evitare in ogni modo il rischio che la cultura venga marginalizzata in sede di negoziazione. Attrezzare adeguatamente, in termini di professionalità, risorse, strumenti e capacità di consulenza strategica, i desk nazionali di Europa Cre-

ativa e prevedere sportelli/hub regionali. Sensibilizzare le banche nazionali ed altri intermediari finan- ziari a partecipare ai bandi per il Fondo Europeo di garanzia, anche in partenariati innovativi. Le Regioni

dovrebbero promuovere, d'intesa con il MiBACT, un maggior coordinamento e integrazione delle risorse regionali, nazionali ed europee, nella loro azione di sostegno alle politiche culturali e creative valoriz- zando le proprie specificità ed eccellenze anche attraverso servizi e infrastrutture (rete di sportelli/centri di informazione), formazione e assistenza alla realizzazione di progetti e di attività culturali e creative, transregionali e transnazionali. Infine, è auspicabile che l’Italia, in particolare nel semestre di presidenza della UE, assuma la leadership nella governance e nella capacità progettuale a sostegno di una stagione di sviluppo fondata sul patrimonio culturale, materiale e immateriale, il turismo culturale, le ICC, l’audio- visivo e il multimediale, ampliando anche l’accesso del pubblico, la sua crescita numerica e tipologica e la formazione di nuove competenze e professionalità nel settore.

La capacità economica del settore culturale non ha più bisogno di essere dimostrata: tanto per dare qualche numero, in Europa cultura e creatività occupano oltre 6 milioni di persone e partecipano al PIL europeo con una quota pari al 7%21. Molti altri studi hanno dimostrato gli effetti positivi sulle economie

nazionali degli investimenti pubblici in cultura e la capacità della filiera culturale e creativa privata di scatenare un indotto rilevante. Un modello sociale ed economico in cui la cultura non rappresenti una direttrice di investimento non è sostenibile, lo argomenta efficacemente l’ISTAT inserendo il patrimonio culturale tra gli Indicatori di benessere. Oggi la direzione nella quale insistere è che patrimonio, turismo culturale, industrie culturali e creative, audiovisivo rappresentano per l’Italia leve di straordinario valore per la competitività e la crescita. Di cultura si può molto più che mangiare. Si può crescere.