Parte III La ricerca empirica:
6.1 Le dimensioni del fenomeno
Complessivamente, nel 2018 in Italia sono stati stimati 373.300 nuovi casi di tumore (194.800 uomini e 178.500 donne), con un aumento, in termini assoluti, di 4.300 diagnosi rispetto al 2017. Il tumore più frequente in Italia è diventato quello della mammella: nel 2018 sono stimati 52.800 nuovi casi (erano 51.000 nel 2017). Quasi 3 milioni e quattrocentomila cittadini vivono dopo la scoperta della malattia (3.368.569, erano 2 milioni e 244 mila nel 2006), il 6% dell’intera popolazione: un dato in costante aumento392. Oggi in Italia il 63% delle donne e il 54% degli uomini sono vivi a 5 anni dalla diagnosi. La residenza diventa un determinante prognostico importante che indica una disomogeneità nell’accesso a programmi di diagnosi precoce e a cure di alta qualità, con una discriminazione dei cittadini del Meridione. In generale il cancro è la seconda causa di morte al mondo, responsabile di 8,8 milioni di morti nel 2015, in media 1 persona su 6 muore di cancro. Globalmente i tumori più diffusi e che hanno causato più decessi sono quelli al polmone (1.69 milioni di decessi), al fegato (788.000), colon-retto, stomaco (754.000), mammella (571.000)393. L’incidenza del fenomeno si presenta particolarmente in aumento (fino al 70%) nei paesi a reddito medio-basso, confermando la rilevanza delle caratteristiche sociali ed ambientali come determinanti di salute. La diagnosi tardiva e la mancanza di accessibilità ai trattamenti sono molto comuni nei paesi a medio e basso reddito, infatti nel 2017 soltanto il 26% dei paesi a basso reddito è dotato di servizi effettivamente accessibili ai cittadini nel settore pubblico, a differenza del 90%
dei paesi ad alto reddito che possiedono una ampia gamma di servizi per la diagnosi precoce e il trattamento effettivamente accessibili ai cittadini394. A tal proposito si stima che soltanto 1 su 5 dei paesi a basso reddito395 possiede i dati
392 Aiom-Airtum. (2018), I numeri del cancro in Italia 2018, Intermedia Editore, Brescia.
393 World Health Organization, (2018) Cancer Report, www.who.int (ultimo accesso 16 Agosto 2018).
394 Ibidem
395 Per la definizione dei paesi ad altro, medio e basso reddito si fa riferimento alla classificazione della Banca Mondiale. Per un approfondimento:
https://datahelpdesk.worldbank.org/knowledgebase/articles/906519 (Ultimo accesso: 3 settembre 2018)
necessari alla progettazione di servizi e politiche utili per la gestione del fenomeno. Per quanto riguarda la situazione nazionale, ogni giorno 1.000 persone ricevono una diagnosi di tumore. In Italia, infatti, si registra un costante incremento della prevalenza396 di pazienti con storia di cancro negli ultimi dieci anni. Da 2 milioni e 244 mila nel 2006 sono aumentati sino a oltre 3 milioni nel 2017. Nel 2020 le stime prevedono 4 milioni e mezzo di persone malate di cancro397. Il carcinoma mammario è ancora oggi la neoplasia più diagnosticata nelle donne in tutte le fasce d’età398 mentre negli uomini è quello alla prostata (18%), seguito dal colon-retto (16%). Il trend di incidenza del tumore della mammella in Italia appare in aumento (+0,9% per anno) mentre continua a calare, in maniera significativa, la mortalità (-2,2% per anno), nonostante rappresenti ancora la prima causa di morte oncologica. Si osserva nelle fasce d’età più giovani (35-44 anni) un’incidenza stabile, mentre cala del 2,2% la mortalità.
L’ampliamento del target dello screening mammografico in alcune regioni, tra cui Emilia-Romagna e Piemonte, rende possibile il riscontro di un significativo aumento dell’incidenza nella classe di età 45-49, ma anche un abbassamento della mortalità dell’1,6%. Nella fascia di età oggetto di screening nazionale (50-69 anni), l’incidenza sembra mantenersi stabile, mentre cala la mortalità dell’1,8%, mentre, al contrario, nelle ultrasettantenni si osservano un aumento dell’incidenza dell’1,4% e una stabilità della mortalità399. Ad oggi nel nostro paese vivono 800.000 donne che hanno avuto una diagnosi di carcinoma mammario con prevalenza al nord Italia che, seppur con livelli di sopravvivenza abbastanza omogenei, sono in calo nel meridione (85% del sud contro l’88% del nord), dove però vengono diagnosticati meno casi rispetto al nord e centro Italia400. Secondo il rapporto AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), le donne definitivamente guarite, cioè con un rischio di mortalità pari a quello delle loro coetanee, sarebbero solo il 16%401.
Per quanto riguarda il tumore alla mammella, le risorse disponibili da parte della medicina occidentale per fronteggiare il fenomeno sono essenzialmente: la
396 La prevalenza dei tumori indica il numero di persone che vivono dopo una diagnosi neoplastica. Il numero di queste persone dipende sia dalla frequenza della malattia (incidenza) sia dalla prognosi (sopravvivenza).
397 Aiom-Airtum. (2018), I numeri del cancro in Italia 2018, Intermedia Editore, Brescia, p. 122.
398 Sia nella fascia di età 0-49 anni (41%), sia nella classe di età 50-69 anni (35%), che in quella più anziana +70 anni (22%). Fonte: Aiom-Airtum. (2017), I numeri del Cancro 2017, Pensiero Scientifico Editore Roma.
399 Ivi, pp. 140-141.
400 Aiom-Airtum. (2018), I numeri del cancro in Italia 2018, Intermedia Editore, Brescia, p. 125.
401 Ibidem.
diagnosi precoce, le terapie adiuvanti402, la chirurgia. Pertanto, dal punto di vista sanitario, la prospettiva principale per il trattamento del tumore alla mammella sposta l’asse verso un tipo di medicina preventiva che sia in grado di anticipare l’insorgere della malattia o, laddove non sia possibile, di valutarne il rischio.
Molto spesso, infatti, si parla dei fattori di rischio più che delle cause stesse, essendo definita come una patologia multifattoriale e pertanto dalla eziologia complessa. Vengono perciò definiti come “fattori di rischio” diversi aspetti di origine ambientale come il fumo e le abitudini legate agli stili di vita, sedentarietà, alimentazione, esposizione ad agenti cancerogeni ambientali.
Recentemente, invece, sono stati individuati ulteriori fattori di rischio peculiari per questo tipo di carcinoma, ossia legati essenzialmente ai fattori riproduttivi, menarca precoce, menopausa tardiva, mancato allattamento, gravidanza dopo i 30 anni; fattori ormonali e dunque assunzione di terapie ormonali, fattori dietetici e metabolici e legati ad un’alimentazione povera di fibre vegetali, all’obesità;
pregressa radioterapia e/o pregresse neoplasie ed infine fattori legati all’ereditarietà e dunque alle mutazioni dei geni BRCA1 e/o BRCA2. In quest’ultimo caso, le donne con mutazione del gene BRCA1 corrono un rischio del 65% di ammalarsi a differenza del BRCA2, pari al 40%403. Infine, una percentuale ignota è affidata ad un semplice ed ineliminabile fattore: la casualità.
Nessuno di questi fattori pertanto rappresenta però la causa diretta dell’insorgenza della malattia, ma sono ritenuti veri e propri fattori di rischio che possono o meno compartecipare all’insorgere della patologia. Ancora oggi la causa o le cause dell’insorgenza del cancro risultano sconosciute. Nonostante oggi la maggior parte della ricerca sia connessa alla genetica e alla biologia molecolare, nonché alla medicina predittiva, sappiamo che la trasformazione cellulare che conduce al tumore è sì determinata da alterazioni del patrimonio genetico, ma il tumore viene considerato principalmente una malattia dovuta all’ambiente, con il 90-95% dei casi ad esso attribuibili404 e il 5-10% alla genetica
402 In medicina, ed in particolare in oncologia, si intende per terapia adiuvante un trattamento che viene effettuato dopo l'atto terapeutico principale (in genere chirurgia) in assenza di qualsiasi sospetto che vi siano dei residui di malattia.
403 Melchor L., Benitez J. (2013), The complex genetic landscape of familial breast cancer, in Human Genetics, 132, pp. 845-63.
404 Per fattore ambientale si intende qualsiasi fattore eziologico che non venga ereditato geneticamente, non solo l’inquinamento. Alcuni comuni fattori ambientali che costituiscono fattori di rischio per lo sviluppo del cancro includono il fumo (25-30%), l’alimentazione e l’obesità (30-35%), le infezioni (15-20%), l’alcol, le radiazioni ionizzanti, lo stress, la mancanza di attività fisica e gli inquinanti ambientali (Fonte: Quaderni del Ministero della Salute, Il genere come determinante di salute, n.26, aprile 2016, p. 62-63).
ereditaria, nonostante su questa venga posta una grande enfasi in termini di comunicazione mediatica e soprattutto di evoluzione della ricerca scientifica.
Alla fine del 2017 i fondi raccolti a favore della ricerca oncologica sono stati di 91.168.510 milioni di euro, dei quali la maggior parte vengono investiti per il finanziamento di borse di studio per ricercatori under 40, per progetti di ricercatori affermati, per lo sviluppo di programmi di diagnosi precoce e analisi del rischio, ed una grossa fetta di finanziamenti per l’Istituto di Oncologia molecolare405.
405 Airc-Firc, Fondi destinati alla ricerca sul cancro 2017, http://www.airc.it/finanziamenti/ricerca/ultimi (ultima consultazione 9 febbraio 2018).
6.2 Aspetti normativi e protocolli di cura e prevenzione per il cancro