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Metodologia qualitativa e Grounded Theory nella ricerca sociale

Nel documento Università degli Studi di Roma Tre (pagine 150-158)

Parte II La ricerca empirica: metodologie e tecniche

5.1 Metodologia qualitativa e Grounded Theory nella ricerca sociale

La ricerca qualitativa rappresenta uno dei metodi per identificare i nodi problematici dei fenomeni sociali complessi fondati sull’esigenza di una rappresentatività di tipo tematico. I tre tratti costitutivi della ricerca qualitativa sono essenzialmente quello di armonizzazione nelle procedure di costruzione dei dati al contesto del loro impiego, l’osservazione ravvicinata e la multivocalità della scrittura333. Le procedure della costruzione dei dati assumono configurazioni differenti a seconda del contesto dell’interazione nel quale prendono forma. Le tecniche d’indagine tenderanno, infatti, ad armonizzarsi alle contingenze mutevoli del contesto. A tal proposito, il principio della ricerca qualitativa non consiste nell’adattare i contesti e i partecipanti al metodo, ma è quest’ultimo che deve riuscire ad adattarsi in modo plastico ai partecipanti. Il metodo qualitativo predilige inoltre l’osservazione ravvicinata, l’approfondimento al fine di scandagliare i meccanismi sommersi, utili a delineare un quadro d’insieme334. La vocazione della ricerca qualitativa e la direzione del lavoro di ricerca vogliono, di fatto, ritrovare una connessione tra dimensione soggettiva e “mondo della vita” fenomenologicamente inteso, enfatizzando la prospettiva di quest’ultimo che non resta mero oggetto. Ferrarotti, descrive egregiamente l’obiettivo di chi sposa questa prospettiva d’indagine:

i metodi qualitativi sono in primo luogo mossi da un intento scientifico conoscitivo, ma […] la loro giustificazione ultima riposa essenzialmente [sulla] concezione della scienza come impresa umana, tendente a risolvere problemi e domande della società, fondata su un atteggiamento di rispetto e di ascolto verso le persone […] che non possono essere usate strumentalmente […] senza correre il rischio di “oggettualizzarle”, ossia negarle come persone.335

333 Cardano M. (2018), Il problema dell’invisibilità e l’eloquenza delle piccole cose: riflessioni sui punti di forza della ricerca qualitativa (Editoriale), in Revista Gaúcha Enferm., 39, pp. 2-3.

334 Ibidem.

335 Ferrarotti F. (1986), La storia e il quotidiano, Laterza, Roma-Bari, p. 160.

In merito alle questioni delle tecniche di ricerca, Ferrarotti sostiene che non esistano tecniche adiafore, teoricamente neutre, ma anzi evidenzia che ogni tecnica contiene in sé degli assunti, dei presupposti e dei principi che il ricercatore sceglie selettivamente di adottare quale osservatorio inesorabilmente parziale sui fenomeni. Come affermava già Max Weber nel suo Il metodo delle scienze storico-sociali:

la metodologia può sempre essere soltanto un’autoriflessione sui mezzi che hanno trovato conferma nella prassi, e l’acquisizione di una loro esplicita consapevolezza non è il presupposto di un lavoro fecondo più di quanto la conoscenza dell’anatomia sia il presupposto di una corretta andatura.336

Inoltre, porre al centro il vissuto degli attori sociali che si ritengono essere testimoni privilegiati di uno spaccato storico significa poter entrare dell’intimità dei fenomeni, cogliendo l’incorporazione individuale delle vicende socioculturali. L’obiettivo non è, infatti, quello di giungere ad una generalizzazione statistica, bensì di produrre conoscenza tematica e teorica circa un campo sostantivo d’indagine. La persona è pertanto considerata lo specchio del suo tempo e del suo ambiente, il testimone privilegiato e quindi il detentore degli elementi necessari per una lettura adeguata del fenomeno indagato337. Al fine di raggiungere questo obiettivo è stato scelto di orientare la ricerca verso l’approccio Grounded Theory. È bene innanzitutto dar conto brevemente di che cosa rappresenta la Grounded Theory (da adesso in poi GT) e della sua evoluzione storica ed epistemologica. La GT è un termine ombrello sotto il quale risiedono diversi metodi e tecniche dell’indagine qualitativa. Pertanto è possibile parlare di GT come approccio multi-metodo. Nel 2017 la GT ha compiuto 50 anni. Questa prospettiva, infatti, fu fondata da Barney G. Glaser e Anselm L.

Strauss con la pubblicazione della prima edizione di The Discovery of Grounded Theory nel 1967. Il lavoro degli autori si basava sull’impiego di questo impianto metodologico durante un precedente studio del 1965, condotto presso gli ospedali di San Francisco, che riguardava principalmente il modo in cui il personale medico e sanitario curava i pazienti terminali. Attraverso questo studio, che resta un classico per la ricerca qualitativa in sociologia, Glaser e Strauss individuano,

336 Weber M. (1958), Il metodo delle scienze storico-sociali, Einaudi, Torino, p. 147.

337 Bichi R. (2000), La società raccontata. Metodi biografici e vite complesse, Franco Angeli, Milano, p. 45.

attraverso un’approfondita indagine sul campo, alcune categorie emergenti338. Attraverso l’impianto concettuale e metodologico, che poi battezzeranno Grounded Theory, si occuparono di definire le tappe principali della ricerca qualitativa fondata sulle osservazioni e le ricorrenze empiriche. Per rendere quanto più proficua questa riflessione, occorre partire dalla definizione dei concetti:

in primo luogo, i concetti devono essere analitici, ossia sufficientemente generali da designare le caratteristiche di entità concrete, e non le entità stesse; inoltre devono essere sensibilizzanti (sensitizing), ovvero produrre una fotografia “significativa”

suffragata da adeguate immagini che siano in grado di evocare tratti della propria esperienza personale339

La raccolta, ma soprattutto lo studio delle narrazioni, in quanto materiale di ricerca privilegiato, richiede un notevole sforzo, da parte del ricercatore, innanzitutto di tipo linguistico ed ermeneutico. Sono infatti cinque i principi dell’ermeneutica oggettiva da tener presente durante l’analisi testuale:

indipendenza del contesto (Kontextfreiheit) da applicare nella prima fase allorquando non si tiene conto di alcun sapere previo né dei con-testi che precedono o seguono; letteralità (Wörtlichkeit) come rispetto assoluto del testo (anche degli errori grammaticali) senza introdurre approssimazioni o modifiche; sequenzialità (Sequenzialität) che è fondamentale nell’analisi in quanto presenta e suggerisce un certo ordine utile per la creazione di senso; estensività (Extensivität) che significa un intenso lavoro per sperimentare tutte le strade possibili per tentare di falsificare le ipotesi in atto sulla struttura del caso; economia o parsimonia (Sparsamkeit) tesa ad evitare sforzi e tentativi inutili e grossolani, ad esempio in chiave psicoanalitica.340

La GT è infatti un modo di fare di ricerca, che consiste:

338 Lo studio in questione, dove è stato possibile sperimentare per gli autori un primo approccio sistematico di GT, viene pubblicato nel 1965 con il titolo Awareness of Dying, Chicago, Aladine Pub. Co. La ricerca resta una pietra miliare negli studi GT ma anche nel suo ambito specifico relativo alla morte e al morire nei luoghi di cura e alle strategie comunicative messe in atto dagli operatori sanitari.

339 Glaser G. B., Strauss A. L. (2009), La scoperta della Grounded Theory, strategie per la ricerca qualitativa, Armando, Roma, p. 69.

340 Cipriani R. (2013), Nuove prospettive per l’analisi qualitativa, in Cipriani R., Cipolla C., Losacco G. (a cura di), La ricerca qualitativa fra tecniche tradizionali ed e-methods, Franco Angeli, Milano, p. 18.

di linee guida sistematiche ma flessibili per raccogliere e analizzare dati qualitativi per costruire teorie “radicate” nei dati stessi (...) la nostra analisi di questi dati genera i concetti che costruiamo. I Grounded Theorist raccolgono dati per sviluppare analisi teoriche dall’inizio di un progetto341.

In modo rigoroso, la GT offre delle linee guida per procedere durante le diverse fasi della ricerca empirica. È un metodo induttivo e orientato a far emergere le categorie principali attraverso un’attenzione specifica alle esperienze dei partecipanti342. La GT consente di utilizzare più famiglie di strumenti, dall’etnografia all’osservazione partecipante, alle interviste in profondità, alle storie di vita, integrandole al fine di conoscere ed indagare la realtà empirica che mano a mano muta davanti agli occhi del ricercatore. Il valore della GT consiste nella possibilità di definire un disegno della ricerca che si predisponga ad accogliere il contesto nel quale si muove l’indagine e non, al contrario, di adattare il contesto agli strumenti scelti. Durante la fase di analisi dei dati i ricercatori, che utilizzano questo approccio, procedono attraverso un’elaborata operazione di codifica dei testi raccolti, al fine di sintetizzare, ma dando enfasi a ciò che accade, all’azione nel suo svolgersi nella scena, mantenendo così la ricchezza dei dati. È possibile quindi lavorare con diversi tipi di materiale empirico e supportare il ricercatore attraverso la scrittura dei memos, comparando così i dati raccolti, al fine di mantenere alto il livello di riflessività durante tutte le fasi dell’indagine.

Un altro valore aggiunto della ricerca GT consiste nella possibilità di procedere attraverso più livelli di astrazione prima di giungere ad una codifica teorica dell’informazione raccolta. Questo aspetto è centrale in quanto consente di non sovrapporre le categorie interpretative del ricercatore a quelle dell’intervistato, al fine di restare quanto più possibile aderenti alla realtà empirica studiata.

L’approccio GT nasce, nella sua matrice originaria, da Strauss e Glaser, il cui obiettivo è stato quello di offrire una strategia sistematica per la pratica di ricerca qualitativa343. Il lavoro degli autori è stato finalizzato a proporre una logica dell’analisi qualitativa che consentisse di produrre teoria.

I passaggi principali della proposta consistevano nello svolgimento simultaneo della raccolta dei dati e dell’analisi, nella costruzione di codici e categorie analitiche provenienti dai dati e non dalle ipotesi nell’utilizzo di un

341 Charmaz K. (2006), Constructing Grounded theory. A pratical guide through qualitative analysis, Sage, London, p. 2.

342 In questo caso si fa riferimento sia agli intervistati che ai ricercatori, in quanto entrambi coinvolti e parte attiva nel processo di co-costruzione della realtà empirica.

343 Charmaz K., Constructing Grounded Theory, op. cit., p. 5.

metodo comparativo. Questo richiede una costante attenzione ed un alto grado di riflessività da parte del ricercatore, che si esprime nell’elaborazione e la stesura di memos utili alla progettazione di specifiche categorie procedendo così nelle varie fasi del campionamento. L’avanzamento della teoria, invece, passa attraverso tutte le fasi della ricerca. Prima di giungere alle fasi finali è possibile procedere attraverso vari livelli di codifica e di astrazione allo scopo di giungere all’elaborazione di un’analisi sostantiva e di revisionare, pertanto, la letteratura disponibile a riguardo344. Glaser e Strauss, a cui va riconosciuta la paternità di tale approccio metodologico, provengono da universi epistemologici e tradizioni differenti, l’uno dalla tradizione positivista della Columbia University e l’altro invece dal pragmatismo della scuola di Chicago. L’unione di questi due punti di vista ha dato vita, non soltanto ad una svolta per la metodologia qualitativa, che ancora oggi ne vede una sua evoluzione storica, ma anche ad una discussione che ha richiesto il riconoscimento di un’autonomia di vedute tra gli autori, sia in termini epistemologici che ontologici e che ha seminato il disaccordo in merito alla direzione da dare a questo nuovo approccio345. Oggi la GT è divisa, infatti, in diversi filoni nati dal “divorzio” tra i fondatori. È possibile individuare almeno tre diverse formulazioni principali della GT: le prime due derivano dalla prospettiva “classica” avanzata da Barney Glaser, e dal contributo di Anselm Strauss e di Juliet Corbin alla formulazione di una GT più orientata teoricamente.

Infine, deve essere menzionata la GT costruttivista, elaborata nel tempo, in particolar modo dall’ultima allieva di Strauss, Kathy Charmaz, ad oggi riconosciuta come una delle maggiori interpreti internazionali della GT. Una ulteriore espansione della prospettiva GT proviene invece dal lavoro di Adele Clarke che sviluppa alcune proposte avanzate da Strauss, proiettandole all’interno delle cornici culturali del postmodernismo, generando la prospettiva definita analisi situazionale346. La prospettiva teorico-metodologica del presente lavoro fa riferimento alla GT nella versione costruzionista (o costruttivista, da adesso in poi GTC) proposta da Kathy Charmaz e dunque saldamente connessa al paradigma fenomenologico e dell’interazionismo simbolico. In particolare, il valore della ricerca qualitativa consiste nella possibilità non solo, di accedere ad un mondo sociale complesso e dunque di indagare i filamenti che connettono i

344 Cfr. Strauss A., Glaser B. J., Discovering Grounded theory, op. cit.

345 Morse M. J., Stern P. N., Corbin J., Bowers B., Charmaz K., Clarke A. (2009), Developing Grounded Theory. The Second Generation, Routledge, London and New York, pp. 106-107.

346 Cfr. Clarke A. (2005), Situational Analysis, Grounded Theory after the Postmodern Turn, Sage, London.

fenomeni in quanto insieme di interazioni tra entità sociali ma, anche, di analisi sistematica delle risultanze empiriche.

L’epistemologia costruttivista non interpreta l’intervista come uno specchio della realtà o come una “semplice” interrogazione per rispondere a una domanda. L’approccio costruttivista considera le interviste come interazioni emergenti in cui si possono sviluppare legami sociali347

Tra gli assunti di base presi come riferimento durante l’indagine è presente, infatti, quello della co-costruzione dei dati. Questo aspetto è fondamentale in quanto considera il processo comunicativo mediante il quale vengono raccolti i dati, in questo caso l’intervista, come un momento in cui il ricercatore stesso mette in gioco le proprie categorie interpretative, biografiche e culturali al fine di dare senso a quei corsi di azione operando una ricostruzione del percorso vitale dei soggetti coinvolti nel fenomeno analizzato.

Sebbene gli studiosi possano indossare un mantello di oggettività, l’attività di ricerca è intrinsecamente “ideologica”. L’analisi della letteratura e la struttura teoretica sono “luoghi” ideologici nei quali si afferma, localizza, valuta e difende la propria posizione.348

Una maggior trasparenza volta a chiarire le premesse teoriche che muovono l’impianto della ricerca definisce l’onestà scientifica del ricercatore, in quanto soggetto immerso nel campo d’indagine, ma dotato al contempo di competenze critiche in merito al suo ruolo e posizionamento. La riflessività è ancora più evidente nell’approccio GTC, nella parte relativa all’analisi dei dati, che si configura come insieme di procedure che consentono di muoversi tra i dati raccolti e le interpretazioni. Questo movimento è necessario in quanto garantisce che il processo di interpretazione e concettualizzazione sia generato attraverso il continuo riferimento ai dati. In questo modo la comprensione della realtà sociale avviene mediante il costante riferimento a quel mondo empirico contenuto nelle conoscenze di prima mano acquisite dal ricercatore349.

Questo assunto di base del procedere della ricerca qualitativa di stampo costruttivista offre uno sguardo privilegiato sul mondo empirico e un’immersione in esso, sulla base dell’analisi fondata sui dati raccolti. Il movimento, inoltre, non

347 Charmaz K., Constructing Grounded Theory, op. cit., p. 56-57.

348 Charmaz K., Constructing Grounded Theory, op. cit., p. 305.

349 Salvini A. (2015), Percorsi di analisi dei dati qualitativi, Utet, Novara, p. 22.

avviene soltanto dal campo al processo di ricerca, ma anche all’interno di quest’ultimo, poiché si procede per comparazioni continue tra i concetti emergenti dall’analisi e le sue concettualizzazioni che via via emergono dalle congiunzioni tra categorie portanti. Nella ricerca di ispirazione GTC ci si muove all’insegna di un triplice movimento: tra i passi stessi della ricerca e la base empirica; tra i concetti; tra le interpretazioni del ricercatore e il contesto della ricerca. Questo complesso procedimento – che garantisce un maggior controllo del processo in virtù di un alto grado di riflessività – ha come fine ultimo quello di individuare una connessione tra asserzioni teoriche e mondo empirico studiato:

ossia, di elaborare una teoria basata sui dati. Per chiarire, di seguito viene riportato il percorso della GTC così come teorizzato da Kathy Charmaz. Nello schema proposto è possibile osservare in modo schematico il disegno della ricerca GT di ispirazione costruttivista (Fig. 13).

Fig 13. Grounded Theory Process, Charmaz 2006

Guardando l’immagine dal basso, il punto di partenza non è l’ipotesi, tipica di un contesto della giustificazione, ma diventa essenziale partire da un problema di ricerca lasciando le domande aperte. Non a caso la GTC si usa prevalentemente in campi d’indagine poco esplorati e quindi in contesti della scoperta. In tal senso è possibile poi assistere all’intrecciarsi dei tre macro-processi di campionamento teorico, raccolta nel materiale empirico e prime codifiche. Alla fine di questo percorso diventa essenziale lavorare sui propri dati integrando i memos e problematizzando le categorie analitiche individuate.

5.2 Le tecniche e gli strumenti d’indagine: L’intervista narrativa e i

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