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Capitolo terzo

3.1 Le organizzazioni sociali del turismo

L’espressione “Turismo Sociale” si rivolge generalmente a quella tipologia di turismo orientato in particolare all’approfondimento delle relazioni interpersonali tese ad alimentare la socialità. Di questa forma di turismo si avvantaggiano anche gli enti per realizzare opportunità di promozione della cultura territoriale e delle sue risorse. Si tratta in definitiva di un genere di turismo orientato più al fattore umano che non all’accrescimento economico della comunità locale anche se ha una specifica influenza

anche su quest’aspetto120.

Quello sociale stimola l’accesso di qualunque soggetto alla destinazione turistica senza alcuna distinzione culturale, anagrafica, economica e fisica. Risulta basato sulla socializzazione, sulla crescita della persona e sulla salvaguardia ambientale. Rappresenta infatti un elemento di unione sociale e anche di crescita culturale. Stiamo parlando di una forma di turismo che agevola l’incontro fra individui, che aiuta la socializzazione e permette di vivere maggiormente la comunità ospitante. Inoltre, è rappresentato da quell’insieme di pratiche turistiche in grado di rispondere a una manifesta esigenza di relazione; non riguarda una forma di turismo indirizzata solo a soggetti in una condizione

svantaggiata121.

Promuovere questo genere di turismo vuol dire venire incontro a un’esigenza di socialità. Significa abbracciare un determinato modus vivendi, e attuare una scelta di valore da parte degli enti organizzatori, orientati allo sviluppo di legami sociali, realizzando opportunità di sviluppo, promozione e valorizzazione delle risorse territoriali. Chi si approccia a

120Leoni P., “L’organizzazione dell’ospitalità”, in Azienda Turismo, n. 1 – 2, pp. 39 – 44, 2001.

59 questa tipologia di turismo ha una più spiccata attenzione nei riguardi delle relazioni umane, accrescendo le possibilità di scambio.

Fornire centralità al patrimonio territoriale pone le basi per orientare i flussi turistici a tutte quelle aree in cui vi sono molti borghi, piccoli centri rurali e destinazioni generalmente meno visitate. Una tipologia di turismo che risulta essere sempre più attraente in quanto consente di fare le proprie vacanze in una condizione di maggiore vivibilità, di minore affollamento rispetto alle mete tradizionali del turismo di massa e di

contatto diretto con le ricchezze paesaggistiche e culturali del territorio122.

Questa nuova filosofia dell’ospitalità che sta prendendo sempre più piede, non risulta essere di semplice comprensione in quanto è in netto contrasto con tutte quelle teorie del fenomeno turistico che danno risalto al nesso fra disponibilità di capitale e flussi della domanda. In tale nuovo contesto di fruizione dei luoghi, il turista non viene più identificato con il consumatore ma è percepito come un attore sociale dotato di grande complessità.

Tutto questo richiede un differente modo di promuovere e mettere in vendita il prodotto “turismo”. Il turismo sociale ha come finalità quella di ridare alla sua forma tradizionale quell’essenza originaria che nella società post moderna si è persa. Ha quindi il fine di porre al centro la relazione come strumento primario di fruizione del territorio e del suo patrimonio ambientale e culturale.

Naturalmente la problematica del turismo sociale non si esaurisce in una

valutazione e in un dibattito teorico123.

La “storia” del turismo sociale è soprattutto una storia di esperienze, di organizzazioni, di azioni, che ne hanno definito le caratteristiche, alla base delle sue prospettive di evoluzione e di sviluppo.

“Il BITS124 è un’associazione internazionale senza scopo di lucro, fondata a

Bruxelles nel 1963 su iniziativa di organismi italiani, francesi e belgi. Oggi vi aderiscono oltre 150 associazioni presenti in tutti i continenti”125.

122Dall’Ara G., Montanari G., Turismo sociale: storia e attualità del diritto alle vacanze, Panozzo, Rimini, 2005. 123Ibidem.

124Bureau International du Tourisme Social.

60 Si tratta di un’associazione nata per scopi assistenziali nei confronti dei settori economicamente più deboli per agevolarne l’entrata nel mercato turistico. Attualmente quest’organizzazione, passando attraverso una radicale metamorfosi, si è orientata al sostegno del turismo sociale.

A questo riguardo, il punto di riferimento dal punto di vista normativo è rappresentato dalla Carta di Montreal chiamata “Per una visione umanistica e sociale del

turismo”. Tale documento definisce i quattro fattori che stanno alla base di questa

modalità turistica. “Esso è considerato creatore di società, fattore di crescita economica,

attore dello sviluppo locale e partner del progresso e dello sviluppo locale”126.

L’obbiettivo di tale organizzazione è quello di creare una rete di rapporti ed esperienze delle associazioni che vi aderiscono.

“In coerenza con il passaggio dalla logica iniziale di tipo assistenziale a una attuale

di tipo proattivo, sono stati individuati alcuni obiettivi prioritari, coerenti con gli assi di sviluppo prima indicati, per trasformare il BITS in organismo non solo rappresentativo, ma anche operativo, affiancando alle tradizionali attività di informazione, ricerca e coordinamento, anche la gestione di strutture, promozioni e iniziative legate al turismo è l’organizzazione di incontri tematici di particolare valore per il settore, coinvolgendo di volta in volta le organizzazioni più interessate”127.

Un’altra finalità di primaria importanza riguarda lo sviluppo di una relazione più profonda con la Comunità Europea.

Seguendo tale prospettiva può essere indicato un terzo obbiettivo: quello della “globalizzazione” di tale organizzazione, che da una dimensione occidentale sta acquisendo sempre più rilevanza sul piano mondiale.

Gli sforzi di quest’associazione sono sempre più indirizzati al coinvolgimento dei giovani nel turismo sociale. Il compito che cerca quindi di perseguire è quello di favorire la capacità di attrazione nei confronti dei giovani.

Quest’associazione, quindi, è proiettata in una prospettiva innovativa capace di ridefinire una nuova missione del turismo sociale.

Quest’ultimo rispetto alle proprie origini ha subìto una profonda trasformazione128.

126

Ibidem.

127Sangalli F., Le organizzazioni del sistema turistico, Apogeo, Milano, 2007, p. 153. 128Sangalli F., Organizzare il turismo sociale, F. Angeli, Milano, 2005.

61 La ricerca di identità del turismo sociale accompagnata da un lato dallo sviluppo del consumismo e dall’altro da esperienze connesse a forme di turismo responsabile è in diretta connessione con l’intento di creare valore sociale sia per gli utenti che per le comunità ospitanti.

“La ricerca «Turismo sociale: nuovi paradigmi e nuovi tracciati di sviluppo»,

pubblicata nel 2004, disponibile sul sito http://www.cnel.it, può essere quindi un utile riferimento per aiutare le OTS129 a intraprendere la «via positiva» nell’attuale bivio del turismo sociale”130.

L’approccio realizzativo fondamentale per dare un contributo in questa fase di ripensamento del turismo sociale è quello di partire dalla realtà concreta delle sue organizzazioni attive, dalla soggettività e dai problemi espressi dai loro dirigenti, per fornire un contributo alla crescita della qualità delle iniziative proposte, mettendo in evidenza le caratteristiche organizzative del loro operare e fornendo approcci strategici e culturali in grado di dare senso ed efficacia alla loro attività.

In questo modo si collegano le prassi e la teoria del turismo sociale nel dare un supporto, che ci auguriamo utile, per l’attività fondamentale delle OTS di oggi; quella di creare, come nei momenti migliori del passato, valore globale per le persone e le comunità, contribuendo a una prospettiva di vita dove la solidarietà efficace si può confermare come

via dello sviluppo reale131.

In particolare sono state considerate importanti le seguenti finalità:

 fornire un contributo di innovazione gestionale affinché le OTS possano incrementare la loro capacità di creare valore;

 aiutare le OTS a cogliere le opportunità del nuovo contesto socio/economico culturale e a superare criticità soprattutto interne.

129

Organizzazioni del Turismo Sociale.

130Sangalli F., Le organizzazioni del sistema turistico, Apogeo, Milano, 2007, p. 165. 131Sangalli F., Organizzare il turismo sociale, F. Angeli, Milano, 2005.

62  in un approccio migliorativo, occorre tenere presente l’ambiente in cui si è coinvolti per un rapporto positivo con le minacce/opportunità, ma è poi rilevante concentrarsi sulla propria area di influenza organizzativa per fare risultato;

 dare un contributo alla costruzione di un nuovo paradigma del turismo sociale. L’efficacia realizzativa nasce da una base culturale/esistenziale forte, dove i valori ispiratori determinano il sentire, il comprendere e l’agire delle OTS;

 individuare i tracciati per affermare il nuovo paradigma e per migliorare i processi di creazione del valore. In un’ottica realizzativa è strategico che i dirigenti delle OTS si focalizzino su scelte prioritarie in grado di far compiere al settore un

significativo passo in avanti nella “via positiva”132.

In questa parte dell’analisi si conferma il “bivio” delle OTS e l’utilità di un lavoro proattivo per scegliere la via positiva.

Per il futuro sono stati delineati i seguenti scenari:

Una domanda sociale sempre più esigente. È questo il dato più rilevante nelle sue componenti esprimendo un mix diverso, rispetto al passato, tra aspettative materiali e immateriali.

Necessità di una politica “glocale” delle OTS. Con questo aggettivo si intende l’esigenza – opportunità di avere come OTS una prospettiva insieme globale e locale per collegare

le pratiche solidali nella prospettiva del radicamento locale e della globalizzazione133.

Più tecnologia e più relazione. I processi di innovazione tecnologica devono costituire da un lato una nuova modalità di relazione con gli utenti, i partner e le altre esperienze nella costruzione di reti dove l’high tech consenta un forte recupero della completezza delle

relazioni umane134.

Dirigenti imprenditoriali per motivazione e capacità. La qualità della classe dirigente è la leva fondamentale del rilancio delle OTS per intraprendere la via positiva nel bivio che ora si presenta, e ciò è possibile attraverso una rivitalizzazione della

132

Ibidem.

133Sangalli F., Turismo sociale: nuovi paradigmi e nuovi tracciati di sviluppo, Ed. Cnel, 2004. 134Ibidem.

63 motivazione originaria che dia senso all’agire, collegato a livelli adeguati di capacità

professionali135.

Più capacità di ascolto degli utenti. Nel futuro l’utente, il socio delle OTS, diventerà “cliente”, allineato ai comportamenti sempre più esigenti di chi acquista un servizio. “L’ascolto dei soci – utenti sarà anche una modalità per riscoprire il senso del servizio,

una motivazione originaria delle OTS.

Più «peso politico» autonomo. Contrariamente agli attuali bassi livelli di distintività percepita delle OTS, nel futuro si ritiene che queste organizzazioni debbano riacquistare un protagonismo politico e sociale che consenta al loro contributo sociale di andare oltre la mera capacità di erogare servizi tecnici.

Forte apprendimento. La capacità delle OTS di svolgere un ruolo efficace nel futuro previsto è possibile solo con l’avvio di grandi processi di apprendimento diffuso e quindi di innovazione dei quadri delle politiche, delle organizzazioni e delle attività”136.

Da questo punto di vista assumono grande importanza le attività di sviluppo delle OTS. Il percorso formativo nelle OTS dovrà per questo motivo essere condotto favorendo lo sviluppo di determinate abilità manageriali.

Il turismo rappresenta un’esperienza che va oltre i confini locali e nazionali. Anche nell’ambito del turismo sociale è stata presto raggiunta una dimensione internazionale negli oltre quarant’anni di vita del BITS.

“Ora la tradizionale internazionalità delle OTS si misura con le complesse

dinamiche della globalizzazione che comportano scelte culturali e politico – sociali forti. Il modello di sviluppo deve infatti scegliere tra «i costi dell’egoismo» e gli utili della solidarietà.

Da questa affermazione nascono scelte e iniziative concrete di sostenibilità e responsabilità turistica, in grado sostanzialmente di generare condizioni di crescita equilibrata, e quindi di sviluppo vero”137.

Alla luce degli ultimi sviluppi si riscontra sempre più l’importanza della qualità della dirigenza e delle attività attuate dalle associazioni che vi aderiscono. Per questo motivo acquisisce sempre maggiore importanza sviluppare l’organizzazione di

135

Ibidem.

136Sangalli F., Le organizzazioni del sistema turistico, Apogeo, Milano, 2007, p. 169. 137Sangalli F., Le organizzazioni del sistema turistico, Apogeo, Milano, 2007, p. 171.

64 rappresentanza internazionale del turismo sociale intesa come luogo di rapporto delle esperienze e di definizione sia culturale che formativa.

Nella condizione attuale le OTS sentono sempre più la pressante esigenza di ridefinire un nuovo paradigma in grado di indirizzare l’azione futura accrescendo sempre più il valore sociale.

Un primo step per attuare il nuovo paradigma è il riconoscimento degli elementi di cui si andrà a comporre.

Il primo elemento culturale riguarda l’acquisizione della nozione stessa di “politica

del turismo sostenibile”, allo scopo di definire quest’ultima come un tratto distintivo delle

OTS138.

Il secondo elemento culturale riguarda un più elevato livello di consapevolezza del valore di questa forma di politica territoriale. Questo si traduce nella particolare attenzione al rapporto con le comunità ospitanti quale tratto distintivo del turismo sociale realizzato dalle OTS.

Il terzo elemento culturale riguarda l’acquisizione di una sempre maggiore consapevolezza del processo di globalizzazione a cui è sottoposto il mondo intero e che sta influenzando anche il livello locale dello sviluppo sociale.

Il primo fattore organizzativo invece è la relazione con le nuove tecnologie che devono essere intese come un mezzo in grado di agevolare sia sul piano globale che locale, i rapporti su cui si basa il turismo sociale.

Il secondo aspetto organizzativo riguarda l’approccio gestionale della Qualità Totale, perché si è riscontrato il bisogno di rispondere a nuove aspettative derivanti da un mercato sociale sempre più articolato.

Il terzo aspetto organizzativo è rappresentato dai codici etici del turismo che

dovranno trovare piena attuazione nelle Organizzazioni del Turismo sociale139.

“Il fenomeno della globalizzazione ha contestualmente evidenziato l’importanza

della dimensione locale. Ciò è dovuto all’esigenza, più o meno consapevole, di una società della relazione, capace di soddisfare bisogni non considerati dalla più superficiale società della comunicazione.

138Di Maria U., Melloni S., Turisti responsabili. Guida ai viaggi di turismo responsabile, agli agriturismo

solidali e all’accoglienza di comunità locali, Terre di Mezzo – Editrice Berti, Piacenza, 2004.

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Si è generata una “voglia di comunità” cui le OTS più radicate nel territorio possono dare un contributo per la valorizzazione delle culture locali e alla qualità sociale degli abitanti. Del resto il protagonismo dei vari attori locali

è alla base delle logiche sostenute dall’Agenda 21 locale, il nuovo approccio allo sviluppo proposto a livello internazionale”140.

Le Organizzazioni del Turismo Sociale possono ricoprire una funzione molto rilevante nella strutturazione dei sistemi turistici locali che hanno un’importanza sempre maggiore per attrarre flussi turistici, al punto da essere ormai percepita come fondamentale ancora più delle stesse infrastrutture orientate all’ospitalità e all’iniziativa

individuale141.