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Capitolo terzo

3.3 La sfida della strategia di Lisbona e il turismo sociale

Nell’ultimo decennio gli effetti del turismo di massa hanno iniziato a manifestarsi in modo evidente. Per questo comitati di viaggiatori hanno iniziato a proporre dibattiti critici sul tema. Numerose organizzazioni hanno così dato risalto all’impatto ambientale di questa tipologia di turismo, il più diffuso su scala mondiale, favorendo così iniziative in grado di sensibilizzare l’opinione pubblica, di fornire nuove alternative ai flussi turistici e di ostacolare il turismo di massa reo di danni sul versante non solo ambientale

ma anche della comunità locale146.

La prima risposta nei confronti delle influenze negative di questo genere di turismo si può riscontrare nello sviluppo negli anni ’70 e ’80 dell’innovativa nozione di “ecoturismo”. Ci riferiamo a una forma di turismo rurale che ha come obbiettivo non la semplice fruizione della destinazione dal punto di vista paesaggistico ma la tutela delle risorse naturali del territorio nel pieno rispetto della comunità ospitante e il sostegno all’economia locale. Ai visitatori si richiede una condotta particolarmente attenta alla natura e ai valori sociali e culturali vigenti, in linea con un turismo responsabile in grado di rappresentare uno strumento di salvaguardia sia dell’ambiente che della comunità ospitante.

145 Cici C., Chitotti O., Villa A., Turismo sostenibile. Dalla teoria alla pratica, Edicom Edizioni,

Monfalcone, 2003.

68 Con l’ecoturismo è nata una nuova modalità di fruizione della destinazione turistica che si fonda su motivazioni non solamente di tipo estetico ma anche etico e che trova espressione nella sensibilità ambientale sempre più comune ai più. Questo trend si è diffuso parallelamente alla sviluppo degli ideali ambientalisti e ha reso il settore turistico

degli eco viaggi quello a più rapida espansione147.

Questo settore è così arrivato presto a rappresentare un’importante possibilità di guadagno per i più grandi tour operator. Tuttavia diversi fra questi hanno proposto un’offerta turistica solo all’apparenza ecosostenibile in quanto legata comunque al lusso e agli annessi sprechi del classico turismo di massa. I grandi tour operator, infatti, pur dichiarandosi sostenitori dei principi del viaggiare ecologico, varano piani di sviluppo che non tengono conto delle premesse, continuando ad alimentare un turismo di massa irrispettoso sia dell’ambiente sia dei valori fondativi della comunità locale. Nonostante ciò, sfruttando la crescita della “coscienza ambientale” nei viaggiatori, fanno un uso eccessivo e immotivato di termini come “sostenibile” o “eco – compatibile” e continuano a utilizzare il colore verde sui loro cataloghi o negli stand alle fiere, strumentalizzando le ragioni di base del viaggiare pulito per attirare la clientela che mostra interesse verso

questo tema148.

Con il passare degli anni, l’idea di ecoturismo si è andata progressivamente affermando e a essa si sono affiancate altre opportunità di viaggiare in modo più sano e naturale, soprattutto in seguito alle prime applicazioni della tesi dello “sviluppo

sostenibile” alle attività turistiche149.

Il presupposto fondamentale della teoria della sostenibilità, esposta per la prima volta nel 1987 all’interno del rapporto Our Common Future della

Commissione Mondiale sull’Ambiente e sullo Sviluppo delle Nazioni Unite, è che le risorse non sono inesauribili ed è perciò necessario preservare quanto più possibile il capitale naturale e culturale del pianeta senza danneggiare i valori sociali e ambientali del territorio, anche per non privarne le generazioni future. Il modello di viaggio che deriva da quest’idea è incentrato sull’individuo e ha come cardini fondamentali i valori della

consapevolezza e della responsabilità150. La figura quindi del visitatore dotato di grande

147

Ibidem.

148Galli P., Notarianni M., La sfida dell’ecoturismo, De Agostini, Novara, 2002. 149Costa N., Sociologia del turismo contemporaneo, Fronteretro, Milano, 2003. 150Ibidem.

69 consapevolezza dovrà essere innestata nell’ambito di un programma di sviluppo in collaborazione con la comunità locale e con i potenziali utenti e che abbia la finalità di offrire un beneficio tangibile alla comunità stessa sia sul versante dello sviluppo economico sia su quello dell’impatto ambientale. Per definire questo nuovo approccio si è parlato principalmente di turismo sostenibile e turismo responsabile. Quest’ultima espressione indica una particolare cura nei confronti delle conseguenze sociali e culturali

del turismo, mentre il concetto di “sostenibile” richiama le influenze ambientali151.

I fautori del nuovo turismo, in nome dei principi su cui esso si basa, agiscono in modo differente per proporre alternative concrete ai viaggi tradizionali: in primo luogo scelgono di non servirsi delle catene industriali del mercato internazionale e, al contrario, prediligono le imprese e le cooperative locali affinché la maggior parte del denaro speso possa restare nel paese ospitante. L’affermarsi del turismo consapevole potrebbe rivelarsi, soprattutto per le nazioni meno sviluppate, un’opportunità di cambiamento. Esso, nella migliore delle ipotesi, garantirebbe una crescita dal punto di vista economico con l’ingresso di somme maggiori di denaro e la creazione di posti di lavoro retribuiti in modo equo e adeguato al tenore di vita del luogo, incoraggiando inoltre una valorizzazione sensata e attenta delle risorse ambientali, umane e culturali.

Attualmente, anche gli organismi internazionali hanno riconosciuto la necessità di uno sviluppo sostenibile in campo turistico e dagli anni ‘90 il numero di convegni dedicati più o meno direttamente a questo tema è cresciuto sensibilmente, con il conseguente

aumento delle dichiarazioni e dei principi a cui ispirarsi152.

Un ruolo importante va senz’altro riconosciuto all’Agenda 21 per l’industria del turismo verso uno sviluppo sostenibile. Il documento stilato a seguito del Summit dell’ONU per l’Ambiente e lo Sviluppo a Rio De Janeiro nel 1992 si compone di 27 principi, sottoscritti da 178 Stati di tutto il mondo, pensati espressamente per l’industria del turismo e indicano

le linee guida per una crescita responsabile del settore153.

Se la Conferenza di Rio ha preso in considerazione il turismo all’interno del più vasto panorama dello sviluppo sostenibile e della tutela ambientale, nel 1995 alle isole

151 Costa N., Sociologia del turismo contemporaneo, Fronteretro, Milano, 2003.

152 Di Meo A., Marketing dell’ambiente e della cultura. Per lo sviluppo turistico del territorio, Lupetti,

Milano, 2002.

153 Di Meo A., Marketing dell’ambiente e della cultura. Per lo sviluppo turistico del territorio, Lupetti,

70 Canarie si è tenuta la prima conferenza mondiale sul tema del turismo sostenibile. Il suo documento finale, conosciuto come Carta di Lanzarote, può essere considerato a pieno titolo la pietra miliare del turismo sostenibile. I partecipanti al convegno, dopo aver riconosciuto il fondamentale ruolo socioeconomico del turismo, hanno tracciato una serie di linee guida che chiamano in causa i diversi attori coinvolti nell’industria e nelle attività legate al viaggio e al soggiorno. La Carta si compone di 18 punti, che, oltre a evidenziare le finalità dello sviluppo turistico futuro, individua gli strumenti perché tale settore possa trasformarsi in un’attività sostenibile. La finalità è far sì che il fenomeno turistico riduca gradatamente l’impatto ambientale e culturale mediante l’introduzione di un idoneo modello di sviluppo, che consenta una giusta distribuzione dei ricavi e tenga in debita

considerazione il numero sempre maggiore dei flussi turistici154.

Affinché i principi indicati nella Carta trovino piena applicazione, in appendice, i partecipanti alla conferenza hanno inserito un programma d’azione che definisce le linee di condotta ed evidenzia il ruolo di primaria importanza che il turismo ricopre nella strategia di sviluppo sostenibile.

Il Trattato di Lisbona, firmato il 13 dicembre 2007, è il documento conclusivo della fase in cui si è cercato di creare una costituzione comune per l’Unione europea, progetto

che non è riuscito a conseguire l’obbiettivo prefissato155.

Tuttavia, il Trattato di Lisbona concentra l’attenzione su quelle problematiche di funzionamento della stessa Unione Europea e sull’efficacia delle sue attività. “L’articolo

195 TFUE è stato inserito affinché l’Unione europea sostenga attraverso determinate misure il settore del turismo all’interno dello spazio comunitario, escludendo tuttavia l’armonizzazione degli ordinamenti giuridici degli Stati membri nel settore del turismo. Nonostante ciò, l’Unione europea può sostenere gli Stati membri in tale settore, in particolare per la promozione della competitività delle imprese che lavorano in questo ambito e, allo stesso tempo, l’Unione europea acquisisce una competenza supplementare per la promozione del turismo attraverso l’individuazione di obiettivi quali la creazione di un ambiente «favorevole» per lo sviluppo delle imprese del turismo e la promozione

154Ibidem. 155

71

della «cooperazione tra gli Stati membri», in particolare nello scambio delle best practice”156.

Questo vuol dire che l’ordinamento comunitario si rivolge in modo esplicito al turismo con un riferimento normativo fondamentale per l’attuazione di atti dell’Unione Europea stessa. In tema di attribuzione di responsabilità, il nuovo schema ripartizione delle competenze fra Unione Europea e Stati membri si divide in esclusiva, concorrente e di sostegno: la base giuridica sarà quindi necessaria per capire che procedure adottare, quali organi sono coinvolti e i criteri di applicazione degli atti normativi concepiti. Inoltre una normazione generale consente di andare oltre la frammentazione normativa tipica

dell’Unione Europea favorendo accordi super partes157.

Inoltre, questo trattato ha evidenziato la crescente rilevanza di tale settore dal punto di vista economico dando all’Unione Europea una maggiore capacità decisionale e la possibilità di realizzare un programma d’azione in grado di coinvolgere la Commissione europea, gli Stati membri e le associazioni di settore. Inoltre sono approntate alcune linee guida al fine di mantenere il continente europeo al primo posto come territorio più visitato del mondo. Vengono così programmate anche attività orientate al rafforzamento della

competitività e all’integrazione delle politiche comunitarie con il fenomeno turistico158.

Quest’innovativa politica europea sta portando al rilancio del mercato unico ed è profondamente connessa a un modello di sviluppo sostenibile e ad attività di miglioramento dello Stato e dell’immagine dell’Unione Europea.

Il fenomeno turistico rappresenta uno dei più prolifici mercati europei e per questo è un patrimonio da sviluppare e sostenere in modo da rispondere positivamente alle

preoccupazioni sociali ed economiche che sono sempre più manifeste su scala globale159.

Per agevolare ancora di più lo sviluppo europeo e continuare sulla strada tracciata dal Trattato di Lisbona, il 14 aprile 2010 è seguita la conferenza ad alto livello sul turismo europeo a Madrid in cui è stato rinnovato l’intento comunitario di sviluppare un turismo responsabile. È stata così realizzata la “dichiarazione di Madrid” che rafforza gli elementi

156

Trattato di Lisbona, articolo 195,1 (a) e (b) TFUE, 2007.

157

Costa N., Sociologia del turismo contemporaneo, Fronteretro, Milano, 2003.

158Costa N., Sociologia del turismo contemporaneo, Fronteretro, Milano, 2003.

159Capacci A., Turismo e sostenibilità: un approccio multidisciplinare all’analisi del movimento e delle strategie di

72 centrali del Trattato di Lisbona e definisce le linee guida per completare quelle proposte

a vantaggio del turismo160.

Le attività atte ad agevolare il turismo possono essere sintetizzate in quattro settori:

 “stimolare la competitività del settore turistico in Europa;

 massimizzare il potenziale delle politiche e degli strumenti finanziari dell’Unione

Europea per lo sviluppo del turismo;

 promuovere lo sviluppo di un turismo sostenibile, responsabile e di qualità;  consolidare l'immagine e la visibilità dell'Europa come insieme di destinazioni

sostenibili e di qualità”161.

Queste quattro attività rappresentano l’organizzazione base del programma europeo sul turismo per giungere a “Europa 2020”, la più recente strategia economica dell’Unione

Europea162.

In conclusione l’Unione Europea indirizza i propri sforzi per realizzare un sistema integrato in grado di sfruttare le strategie di marketing territoriale per aumentare nei

prossimi anni la spesa turistica e la sua diffusione163.