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Le politiche migratorie assunte dal governo cinese

2.2 La migrazione aperta (1978 – oggi)

2.2.2 Le politiche migratorie assunte dal governo cinese

Dopo aver recuperato la propria legittima presenza come R.P.C. all’ONU nel 1971, la Cina ha stipulato relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti, il Giappone e alcuni paesi asiatici sud-orientali ed ha firmato accordi con Canada e Australia per facilitare il ricongiungimento familiare dei cittadini cinesi. In seguito a questi accordi molti altri paesi hanno allentato le restrizioni sull’ingresso di cittadini cinesi. Il Terzo Plenum

dell’XI Comintato centrale (1978) ha deliberato di mettere in pratica la politica di

“Riforma e Apertura” con la quale il sistema di gestione dei flussi di attraversamento in uscita o in entrata delle frontiere cinesi ha cominciato a normalizzarsi. Data la nuova situazione interna e internazionale, il Ministero della Sicurezza Pubblica della R.P.C. e altri organi competenti per l’emigrazione hanno cominciato a rivedere le politiche migratorie. I desideri di far ritorno nei paesi stranieri di precedente residenza e di ricongiungimento con i familiari residenti all’estero, repressi nel periodo della “Linea di Sinistra” e della Rivoluzione Culturale, sono diventati realizzabili. Molti degli emigrati di ritorno e molti familiari di cinesi residenti oltremare, che hanno presentato domanda per andare all’estero, sono stati i primi beneficiari dall’allentamento delle politiche migratorie. Nel clima della “Riforma e Apertura”, il commercio estero e gli scambi economici, culturali e tecnologici hanno stimolato l’entusiasmo di molti cinesi sia per andare all’estero per studiare, che per fare commercio o per lavorare. Tuttavia, nonostante il fatto che le restrizioni all’emigrazione fossero state allentate, per i cittadini comuni che desideravano partire dalla Cina, risultava comunque molto difficile

193 Benjamin D., Brandt L., Income inequality during China's Economic Transition, in Brandt L., Rawski T. G., China's Great Transformation, Cambridge University Press, Cambridge, 2008, pp.730-731.

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completare le formalità necessarie per ottenere il passaporto privato perché queste restavano complicate. Ciò dipendeva sia dall’incompleto sistema giuridico, che includeva diversi regolamenti interni degli organi competenti locali e i loro relativi differenti criteri d’applicazione, che dai criteri per il rilascio del passaporto per motivi privati (di cui si rilevano due indicatori importanti che potevano determinare l’approvazione della richiesta: l’origine politica di famiglia194 e i rapporti con l’oltremare).

Nei sette anni tra il 1979 e il 1985, 350.000 cittadini cinesi sono riusciti a emigrare per motivi privati.195

Nel 1984, il Ministero della Sicurezza Pubblica cinese ha espressamente chiarito, nell’Istanza per Facilitare le Condizioni di Approvazione per l’Emigrazione (Guanyu

fangkuan yinsi chuguo shenpi tiaojian de qingshi 关于放宽因私出国审批条件的请示)

che andare all’estero per motivi personali è un diritto legittimo dei cittadini cinesi e ha chiesto alle autorità locali di sicurezza pubblica di trattare seriamente le richieste di emigrazione. Tuttavia, per vari motivi, tra cui per esempio la sussistenza di diversi problemi, relativi al rispetto dei tempi per il rilascio del documento o al possesso di requisiti specifici, la situazione è rimasta difficile e di fatto non si è radicalmente modificata.

Nel 1986 è entrata in vigore la Legge sulla Gestione dell’Uscita-entrata dalle frontiere dei cittadini della Repubblica Popolare Cinese (Zhonghua Renmin Gongheguo

194 Dopo la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, sotto la guida della “Dittatura democratica del popolo”, nel 1949 iniziò la Catalogazione sociale che ebbe come principale obiettivo quello di identificare gli amici e i nemici della società comunista. Nel 1956, la Trasformazione socialista (che include tre campi di trasformazione: agricoltura, artigianato, industria e commercio capitalisti) finì e la popolazione fu divisa in diverse classi politiche. Da quel momento tutti i cinesi ebbero un’etichetta che li identificava politicamente e che fu un indicatore importante dello sviluppo personale relativo agli studi, alla possibilità di andare all’estero, alla promozione ed all’assegnazione di un lavoro. Lo scopo di questa separazione era di selezionare prioritariamente i figli delle famiglie della classe proletaria (inclusi operai, contadini e funzionari rivoluzionari) e di limitare l’afflusso verso l’alto dei figli delle classi sfruttatrici (capitalisti). Taluni aspetti si vedano in Bergère M. C., La Repubblica Popolare Cinese (1949-1999), op.cit., pp.51-55; Du Xing 杜兴, Jiating chushen daima 家庭出身代码(I codici dell’origine familiare), in “Guojia Lishi”, Chengdu, n.2, 2010.

195 Wu Xinming 吴新明, Woguo gongmin churujing guanli sige jieduan 我国公民出入境管理四个阶段 (Quattro fasi sul controllo ingresso-uscita dei cittadini del nostro paese), op.cit. p.24.

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Gongmin Churujing Guanlifa 中华人民共和国公民出入境管理法). Questa legge ha

istituzionalizzato la gestione dell’emigrazione dei cittadini cinesi per motivi privati. Tuttavia, in pratica, restavano molte formalità per la richiesta del passaporto; i documenti necessari erano i seguenti: lettera di invito dall’estero, attestazione di copertura economica, libretto di registrazione familiare, certificazione di lavoro in Cina e certificazione di approvazione dell’emigrazione rilasciata dall’unità di lavoro o dalla stazione di polizia locale. La procedura doveva poi ricevere diverse approvazioni amministrative.196 In effetti, tra i documenti necessari, la certificazione del lavoro era impossibile per coloro che non avevano un rapporto di lavoro formalizzato, come, ad esempio, contadini, ambulanti, lavoratori autonomi. Peraltro, le aree di emigrazione cinese erano principalmente le regioni agricole, dove difficilmente i residenti avevano parenti all’estero che potessero fare una lettera di invito e altrettanto difficilmente possedevano tutti i requisiti necessari.

Nel 1992, dopo il discorso tenuto da Deng Xiaoping durante il suo viaggio nelle provincie del Sud, che ha servito a placare il dibattito sulla natura della politica di “Riforma e Apertura” (capitalista o socialista?), le politiche per l’emigrazione dei cittadini cinesi sono state ulteriormente mitigate. Questa volta, al fine di facilitare la ri-uscita delle frontiere dei cittadini e di semplificare le formalità per ri-andare all’estero, è stata eliminata la richiesta della Carta di registrazione per uscita dalle frontiere197. Se, dopo il rientro in Cina, i cittadini dovevano ritornare all’estero, non veniva considerato l’intervallo di tempo intercorso dall’uscita precedente, non erano ritenuti importanti i motivi e la destinazione, non era più necessario adempiere nuovamente a tutte le formalità.

Nel 1996, ci sono state altre due semplificazioni: per gli emigrati di ritorno, i

196Tao Siju 陶 驷 驹 , Zhongguo gongmin churujing guanli 中 国 公 民 出 入 境 管 理 (Gestione sull’attraversamento in uscita o in entrata delle frontiere dei cittadini della Repubblica Popolare Cinese), Renmin Gong’an Daxue Chubanshe, Beijing, 1989, pp.52-53.

197 La Carta di registrazione per l’attraversamento in uscita della frontiera è la componente importante del passaporto. Viene rilasciata assieme al passaporto e serve per verificare se la destinazione sul visto si conforma a quella indicata nel passaporto.

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familiari dei cinesi residenti all’estero, gli anziani e i minori che devono partire, non viene più richiesta la lettera di invito dall’estero; avere o non avere parenti all’estero non è più un prerequisito per l’approvazione delle autorità di sicurezza pubblica.198

In questo contesto, nel 1999, il numero dei cinesi emigrati ha superato 2 milioni di unità e nel 2000 ha raggiunto 2.219.106 unità. Tra il 1990 e il 2000, le autorità di sicurezza pubblica locali hanno autorizzato in totale 10.505.928 persone ad andare all’estero, 9.5 volte in più rispetto agli anni 1979-1989.199 La tabella sotto riportata evidenzia l’aumento del numero dei passaporti rilasciati. Il campionamento è riferito al Distretto di Qingtian della Provincia dello Zhejiang, una delle principali aree di emigrazione cinese per l’Europa.

Tabella 7: Numero di passaporti rilasciati in Cina negli anni 1949-2000 (v.a.) Anno Numero di passaporti rilasciati Numero di passaporti per l’Italia Anno Numero di Passaporti rilasciati Numero di Passaporti per l’Italia 1949-1956 25 1986 2386 325 1957 17 2 1987 3128 168 1958 59 3 1988 2118 376 1959 24 2 1989 2737 385 1960 5 2 1990 4457 1240 1961 36 3 1991 5216 1661

198 Wu Xinming 吴新明, Woguo gongmin churujing guanli sige jieduan 我国公民出入境管理四个阶段 (Quattro fasi sul controllo ingresso-uscita dei cittadini del nostro paese), op.cit. p.24-25.

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1962 81 9 1992 4131 509 1964 37 1993 4979 344 1972 42 4 1994 2349 319 1973 55 9 1995 4206 553 1974 99 10 1996 8457 799 1975 42 5 1997 11914 2511 1977 38 5 1998 22918 3473 1978 191 30 1999 23336 3784 2000 29980 8917

Fonte: Qingtian Huaqiaoshi Bianzuan Weiyuanhui 青田华侨史编纂委员会, Qingtian huaqiaoshi 青田华 侨史(Storia dei Qingtianesi d’oltremare), Zhejiang Renmin Chubanshe, Hangzhou, 2011. Nota: Il numero crescente dei titolari di passaporto dall’anno 1996 è il risultato della semplificazione della

richiesta di passaporto.

Alla fine dell’anno 2001, la Cina ha aderito all’OMC (Organizzazione Mondiale del Commercio), la gestione dell’attraversamento in uscita-entrata della frontiera doveva dunque adeguarsi al cambiamento. Nel 2002, il Ministero della Sicurezza Pubblica ha introdotto un sistema che prevedeva il rilascio del passaporto privato (geren yinsi

huzhao 个人因私护照) a seconda della necessità personale. Ciò significa che, tranne

una parte dei funzionari e tranne coloro che per legge non possono recarsi all’estero, i cittadini cinesi possono richiedere il passaporto privato se hanno necessità di andare all’estero. Anche i documenti relativi alla richiesta del passaporto sono stati semplificati: con il libretto della registrazione familiare e la carta d’identità, i cittadini cinesi possono richiedere il passaporto per andare all’estero per motivi privati; non vi è necessità di esibire la lettera di invito dall’estero; per i viaggi a proprie spese non viene più richiesta dalle autorità competenti la copertura economica di 4.000$; non si esige neanche l’autorizzazione dell’unità di lavoro del richiedente e della stazione di polizia locale del luogo di residenza.200 Inoltre, il governo cinese ha pubblicato la Legge sul passaporto, in vigore dal 2007, che porta la validità del passaporto a dieci anni (la validità del passaporto, è stata dapprima di due anni, successivamente è stata portata a cinque anni e oggi è di dieci anni). La semplificazione delle formalità e degli adempimenti burocratici necessari per ottenere il passaporto ha favorito l’aumento delle richieste per andare all’estero per motivi privati. Secondo le statistiche dal Ministero della Sicurezza

200 Qingtian Huaqiaoshi Bianzuan Weiyuanhui 青田华侨史编纂委员会, Qingtian huaqiaoshi 青田华侨 史(Storia dei Qingtianesi d’oltremare), Zhejiang Renmin Chubanshe, Hangzhou, 2011, p.88.

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Pubblica cinese, nel 2004, le autorità per la sicurezza pubblica hanno accettato 4.560.500 richieste e autorizzato 4.479.500 persone ad andare all’estero per motivi privati. Le richieste approvate hanno raggiunto il 97.5%, il 45.3% in più rispetto al 2001, anno precedente all’introduzione della norma sul rilascio del passaporto a seconda della necessità personale. Nel 2009, sono stati rilasciati 590 milioni di passaporti e nel 2010, 780 milioni.201