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Le rilevazioni Istat sulle tipologie contrattuali

2. Le fonti statistiche e le fonti amministrative Metodi a confronto

2.3 Le indagini statistiche sul mercato del lavoro basate su fonti dirette:

2.3.2 Le rilevazioni Istat sulle tipologie contrattuali

Ci addentriamo, nel proseguo, ad analizzare come, all'interno della Rilevazione continua sulle forze di lavoro, l'Istat ricava le proprie stime in merito alle tipologie contrattuali. L'intento è quello di vedere come i diversi tipi di contratto esistenti attualmente nel mercato del lavoro sono rilevati, come vengono conteggiati e secondo quali criteri. Procederemo, dunque, a disaggregare le stime ufficiali prodotte in relazione all'occupazione.

Va premessa, da un punto di vista metodologico, la distinzione tra indagini che fotografano la popolazione in un determinato periodo di tempo o momento, quando l'intento è quello di rilevare le condizioni, lo stato o le caratteristiche della popolazione in un momento dato, e quelle finalizzate a tracciarne l'andamento nel corso del tempo; nel primo caso si parla di indagini trasversali, nel secondo caso di indagini longitudinali (FORTINI M., 2000).26

Abbiamo già visto come, dal punto di vista contenutistico, all'interno della sezione dedicata alle stime sull'occupazione si procede tramite disaggregazione delle principali caratteristiche socio-demografiche riferite a differenziazioni per sesso, merito ad esempio a quanti sono, cosa fanno, se studiano, quanto leggono, dove vivono, ecc.; Anziani.Stat, banca dati relativa all'invecchiamento della popolazione italiana (Istat, 2016).

26 Naturalmente si tratta di una prima macro distinzione, utile, a livello metodologico, per

individuare ulteriori classificazioni, più dettagliate, aventi lo scopo di categorizzare concettualmente le diverse modalità di rilevazione. Per un approfondimento in merito consigliamo di leggere il testo di Fortini M. (2000), pagg. 8-11.

ripartizioni geografiche, cittadinanza, classi di età. A seguito dell'analisi dei documenti ufficiali elaborati dall'Istat, come Rapporti Annuali, Annuari Statistici e grafici e dati pubblicati sistematicamente presso il sito ufficiale dell'Istat, si nota come rispetto alle modalità di partecipazione della popolazione al mercato del lavoro i valori rilevati, in termini sia assoluti che di variazione, si producono innanzitutto in relazione ai settori di attività economica – agricoltura, industria e servizi – e alle professioni: professioni qualificate e tecniche, esecutive nel commercio e nei servizi, operai e artigiani, personale non qualificato (ISTAT, 2016f). Rispetto alle figure presenti nel mercato del lavoro, intese in associazione alla tipologia lavorativa, si registrano sempre rilevazioni in termini di valori assoluti e variazioni tendenziali, per tracciarne l'andamento nel corso del tempo. Nello specifico, per l'individuazione della tipologia lavorativa l'Istat, combinando le informazioni sul carattere dell'occupazione, permanente o a termine, e il regime orario, pieno o parziale, distingue gli occupati in (ISTAT, 2016f):

• standard, a tempo pieno e con durata non predeterminata, ulteriormente riconosciuti come dipendenti a tempo pieno e lavoratori autonomi a tempo pieno;

• parzialmente standard, a tempo parziale e con durata non predeterminata, ulteriormente riconosciuti come dipendenti permanenti e lavoratori autonomi entrambi a tempo parziale;

• atipici, con lavoro a termine sia a tempo parziale sia a tempo pieno, ulteriormente classificati in dipendenti a tempo determinato e collaboratori. In altre parole, secondo le definizioni adottate dall'Istat, si definiscono occupati standard “i dipendenti a tempo pieno con un lavoro a tempo indeterminato e autonomi con un regime orario full time”; occupati parzialmente standard, coloro che “svolgono il lavoro in orario ridotto, sia dipendenti con un lavoro a tempo indeterminato sia autonomi”; occupati atipici, ossia i “dipendenti a termine, i collaboratori, con o senza progetto, e i prestatori d'opera occasionali, tutti contraddistinti dalla temporaneità del lavoro, a prescindere dalla tipologia d'orario” (ISTAT, 2016g). Per ogni tipologia lavorativa, intesa anche come occupazione per

tipologia di contratto, sono registrati i passaggi, meglio definiti come dati di flusso sia in entrata che in uscita, che rilevano appunto le transizioni da una condizione lavorativa all'altra oppure rispetto allo status di disoccupati e inattivi.27

Come si evince dalla definizione degli occupati atipici, la Rilevazione continua sulle forze di lavoro distingue i rapporti di collaborazione, con o senza progetto, e le prestazioni d'opera occasionali sia dal lavoro dipendente che da quello autonomo, supplendo ad una mancanza presente nella vecchia rilevazione che presentava l'opzione di scelta e d'individuazione della propria posizione lavorativa come alternativa rispetto al lavoro dipendente o indipendente, producendo confusione sia rispetto alla lettura dell'attività svolta e sia rispetto alla scelta della giusta risposta da contrassegnare nel questionario da parte dell'individuo (ISTAT, 2006b). All'interno del questionario, in seguito alla definizione della posizione professionale, susseguono ulteriori quesiti28 che consentono di delineare i diversi gradi di autonomia relativi all'attività svolta, di modo da valutare se la stessa sia più associabile alla figura del lavoro dipendente o autonomo (ISTAT, 2006b).

Altre specificazioni degne di nota riguardano i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa. Essi, infatti, se rappresentano l'attività principale dell'individuo sono distinte dalle collaborazioni esercitate dai professionisti, superando così l'ambiguità circa l'identificazione tra la figura del collaboratore-professionista e quello del libero professionista, spesso confusa; i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa non vengono distinti dai rapporti di collaborazione a progetto e simili29, per motivi

27 Di fianco a queste categorie, arricchiscono le statistiche le informazioni relative ai Neet

(Not in Education, Employment or Training). Essi rappresentano la quota di popolazione giovanile compresa tra i 15 e i 34 anni non occupati e che non partecipano a nessun tipo di percorso in istruzione e formazione. Quanto più alta risulta questa percentuale tanto più ci troviamo di fronte ad un mercato del lavoro poco funzionale (Istat, 2016h).

28 Relativi, ad esempio, alla fattispecie per un cui un lavoratore risulti alle dipendenze di

uno o più datori di lavoro; sul luogo in cui viene esercitata l'attività; sulla presenza o meno di vincoli relativi all'orario di lavoro (Istat, 2006b).

29 Rientrano nella categoria delle collaborazioni coordinate e continuative le fattispecie

normative introdotte con il Decreto Legislativo 10 Settembre 2003, n. 276, denominato “Attuazione delle deleghe in materia di occupazione e mercato del lavoro, di cui alla Legge 14 febbraio 2003, n.30”. Si tratta del: lavoro intermittente, delle prestazioni occasionali di tipo accessorio. Vi rientravano, fino al momento della loro abolizione a seguito di ulteriori leggi di modifica in materia di lavoro, anche il contratto di inserimento abrogato con la Legge 28 giugno 2012, n. 92, comunemente conosciuta come Legge

essenzialmente legati alla loro riconoscibilità, da parte dell'individuo intervistato, rispetto alle fattispecie distinte dalla legge (ISTAT, 2006b). Fra le posizioni professionali rilevate, oltre alla figura del dirigente, del quadro, dell'impiegato, dell'operaio, del lavoratore presso il proprio domicilio per conto di un'impresa, è considerata anche la figura dell'apprendista (ISTAT, 2016i).

Rappresenta una novità nell'indagine continua sulle forze di lavoro la rilevazione del lavoro interinale (ISTAT, 2006b). Quest'ultima permette di integrare le informazioni derivanti dagli archivi amministrativi, in particolare quelli Inps, a fini contributivi, e quelli Inail, per motivi di sicurezza nei luoghi di lavoro, che oltre ad essere soggetti a ritardi di aggiornamento dati, presentano alcune criticità: l'archivio Inps non rileva il numero di lavoratori interinali, ma conteggia le contribuzioni mensili di ciascuna attività anche se effettuate da uno stesso individuo, con il probabile rischio di calcolare, mensilmente, una stessa persona tante volte quante sono le numerosità dei contratti che ha stipulato30; l'archivio Inail, invece, pur contando il numero dei lavoratori interinali non riflette l'insieme di tutti i settori produttivi e delle rispettive attività economiche contemplate dall'Istat31 (ISTAT, 2006b).

Complessivamente, la Rilevazione continua sulle forze di lavoro amplia di molto il campo informativo rispetto alla situazione lavorativa di un individuo. Ne rappresenta un esempio l'articolazione dei quesiti previsti in relazione al lavoro a tempo parziale, verso cui sono collegate una serie di domande volte ad analizzare il grado di volontarietà caratterizzante la scelta di un lavoro di questo tipo, e dunque relative ad esempio al livello di accessibilità ai servizi per la cura dei figli o di qualche familiare, alla potenziale propensione a lavorare a tempo pieno, su come e quanto incidano gli spostamenti dovuti al lavoro (ISTAT, 2006b). Inoltre, l'indagine continua

Fornero, e il lavoro ripartito o di job sharing, abrogato con Decreto Legislativo 15 giugno 2015, n.81, noto come Jobs Act.

30 Si è cercato di ovviare al problema facendo ricorso, per il conteggio e con i dovuti

accorgimenti richiesti per il successivo adeguamento dei dati, alla figura dei lavoratori equivalenti a tempo pieno che però non sono comparabili con la figura del lavoratore interinale rilevato nell'indagine continua sulle forze di lavoro (Istat, 2006b).

31 L'Inail fa riferimento al settore dell'industria e dei servizi ma, all'interno di quest'ultimo

esclude i lavoratori interinali appartenenti alle Pubbliche Amministrazioni ad eccezione di quelli impiegati nel comparto della sanità, amministrazioni locali, enti pubblici non economici (Istat, 2006b).

permette di captare la percezione degli individui circa i cambiamenti della propria condizione professionale, ove esistenti, tende a capire le motivazioni che portano un individuo a non partecipare al mercato del lavoro, seguendo un ordine nella disposizione dei quesiti molto accurato (ISTAT, 2006b).

La parte dedicata agli occupati, in cui sono rilevate le informazioni relative all'attività lavorativa principale, e dunque alla posizione professionale ricoperta, all'attività economica di riferimento, alla durata, all'orario e al luogo di lavoro, al tempo d'inizio dell'attività lavorativa, alla retribuzione ed infine al grado di soddisfazione del lavoro svolto si trovano nella sezione C del questionario; segue la sezione D, relativa all'attività lavorativa secondaria e poi si apre la parte relativa ai non occupati (ISTAT, 2016i). Da ultimo si nota come nell'analisi della rilevazione continua sulle forze di lavoro, in relazione ad occupati e tipologie contrattuali, le unità statistiche rilevate sono le persone, ossia gli individui, e le famiglie e si tratta di un'indagine campionaria le cui stime sono rese pubbliche a cadenza mensile, per i risultati provvisori, e a cadenza trimestrale e annuale, per i risultati più dettagliati (ISTAT, 2015b).

I dati raccolti e prodotti sul mercato del lavoro si presentano sostanzialmente come dati di stock, ossia come misurazioni relative ad un momento dato che offrono una fotografia di una variabile o grandezza in un determinato momento, seppur accompagnate da analisi, che nel tempo, ne determinano gli andamenti e le evoluzioni, evidenziando anche le transizioni che possono derivare da un'eventuale cambiamento di status, come ad esempio i flussi in uscita da un'occupazione atipica (ANASTASIA B., GAMBUZZA M., RASERA M., 2015).

A raffinare le analisi prodotte dall'Istat sul tema vi sono le rilevazioni effettuate sul versante della domanda di lavoro, ossia delle imprese e in generale delle unità economiche, i cui risultati sono pubblicati tendenzialmente ogni trimestre e riguardano il numero di ore lavorate, le retribuzioni, il costo del lavoro e delle posizioni lavorative dipendenti (ISTAT, 2015b). Gli indicatori elaborati sono diffusi tramite la rilevazione Oros32 che, appunto, registra gli andamenti di suddetti

indicatori relativi a tutte le imprese di dimensione e classe economica, nel rispetto della normativa europea e sulla base della nuova classificazione delle attività economiche Ateco 2007 (ISTAT, 2016l). È possibile, tramite queste statistiche, effettuare confronti a livello europeo circa le condizioni dei mercati del lavoro esteri tramite i dati diffusi da Eurostat, l'Ufficio di Statistica delle Comunità Europee, dall'Ocse, l'Organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo, e dell'Ilo, l'Organizzazione internazionale del Lavoro (ISTAT, 2016m).

Qui per ovvie motivazioni ci concentreremo su come avviene la rilevazione delle posizioni lavorative dipendenti così per come sono distinte all'interno dell'indagine Oros. Prima, però, una specificazione metodologica.

Le statistiche prodotte dal lato della domanda di lavoro derivano dall'intreccio di un sistema integrato di fonti in cui vengono rilevati (ISTAT, 2015b):

• l'occupazione, le tipologie degli orari di lavoro, le retribuzioni e il costo del lavoro nelle grandi imprese, a cedenza mensile;

• il numero di posti vacanti e delle ore lavorate, a cadenza trimestrale; • l'occupazione, le retribuzioni e gli oneri sociali, a cadenza trimestrale.

Oros, rappresenta un primo esempio di produzione statistica derivante dell'utilizzo di un sistema integrato di fonti. Infatti, essa si basa su dati di fonte amministrativa, prodotti dall'Inps, sulla base di dichiarazioni contributive di imprese e istituzioni private (ISTAT, 2015b). Si tratta di dati Inps raccolti a scopo amministrativo che prima di risultar pronti per poter essere impiegati con finalità statistiche, anche nel rispetto della normativa europea, necessitano di un opportuno trattamento e ricostruzione e di un'apposita procedura di armonizzazione, con l'obiettivo di assicurare la qualità della produzione statistica in tutto il suo procedimento di elaborazione e successivamente sono soggetti a controlli e ad eventuali correzioni (ISTAT, 2015b).

All'interno del tipo di rilevazione in esame si parla di posizione lavorative dipendenti. Con tale locuzione si fa riferimento alla situazione in cui un individuo o persona fisica svolge una prestazione lavorativa dietro il riconoscimento di una retribuzione e il cui rapporto di lavoro instaurato con l'impresa o istituzione privata si basa sulla stipulazione di un contratto di lavoro (ISTAT, 2015b).

Le posizioni lavorative dipendenti indicano, dunque, il numero di lavoratori dipendenti occupati, a tempo pieno e a tempo parziale, inclusi i lavoratori assenti ad esempio per ferie, malattie, maternità, ecc.; tali dati sono, allo stesso modo di quelli rilevati dal versante dell'offerta di lavoro sugli occupati, variabili di stock riferiti ad un momento dato (ISTAT, 2015b).

Nella rilevazione Oros non sono incluse tutte le classificazioni delle attività economiche Ateco. Più precisamente, sono incluse le imprese che svolgono la loro attività nel settore dell'industria e dei servizi e ne fanno eccezione, ad esempio, il settore dell'agricoltura, silvicoltura e pesca, delle Pubbliche Amministrazioni, altro (ISTAT, 2013). I lavoratori dipendenti su cui focalizza l'attenzione suddetta rilevazione sono gli operai, gli impiegati e gli apprendisti, fatta eccezione per i dirigenti, e a prescindere dal tipo di contratto – determinato, indeterminato, ecc. - e dal tipo di prestazione svolta, ossia se a tempo pieno o a tempo parziale; i lavoratori interinali sono individuati sulla base del numero di lavoratori impiegati nelle società fornitrici, nel settore economico in cui confluiscono i noleggi, le agenzie di viaggio, i servizi per il supporto alle imprese (ISTAT, 2013).

Oros, inoltre, producendo indici relativi alla dinamica delle retribuzioni e del costo del lavoro che si basano sulle dichiarazioni delle imprese che effettivamente hanno corrisposto e pagato i dovuti versamenti contributivi, permette di metter in evidenza le variazioni che nel corso del tempo si verificano su suddetti indici determinati da fattori quali rinnovi contrattuali, corresponsione di premi, pagamenti di arretrati, ecc.; a completamento, dette variazioni permettono di rintracciare i cambiamenti derivanti da mutamenti relativi alla composizione dell'occupazione (ISTAT, 2013). Ne rappresentano un esempio le variazioni del numero di dipendenti fra settori, livelli e qualifiche professionali e le variazioni nelle proporzioni dei diversi tipi di contratto in essere (ISTAT, 2013).

All'opposto, il calcolo degli indici sulle retribuzioni contrattuali dell'Istat, sia mensili che annui, è al netto di questi mutamenti, con lo scopo di determinare il vero “prezzo della prestazione di lavoro” (ISTAT, 2016n). In definitiva, nell'indagine Oros sulle posizioni lavorative dipendenti, la rilevazione sulle tipologie contrattuali, oltre a

presentare una distinzione fra lavoro a tempo indeterminato e determinato, rispecchia i raggruppamenti effettuati per settore economico e qualifica professionale, a differenza di come avviene nella rilevazione dal lato dell'offerta di lavoro in cui le tipologie contrattuali sono specificatamente classificate.

Altra fonte Istat dedita a fornire informazioni sull'occupazione e sulla struttura delle imprese è l'Archivio Statistico delle Imprese Attive, in seguito denominato come Asia. In questo archivio sono contenute le informazioni relative al numero delle imprese attive e alle loro caratteristiche, sia in termini anagrafici che di identificazione della struttura dimensionale e di attività economica33 (ISTAT, 2014a). Tramite l'utilizzo dell'archivio Asia è possibile tracciare le evoluzioni delle imprese attive; esso rappresenta la base informativa di riferimento per tutte le indagini realizzate dall'Istat sulle imprese (ISTAT, 2014a).

Infatti, esso, aggiornato annualmente, è utilizzato per produrre le stime all'interno delle analisi sulla Contabilità nazionale e rappresenta, da un lato, la matrice di dati da cui l'Istat trae le unità elementari appropriate per realizzare le sue indagini campionarie e dall'altro rappresenta l'universo di riferimento su cui generalizza i risultati ottenuti con il campionamento tramite il noto procedimento statistico conosciuto come inferenza (ISTAT, 2014a).

Asia rappresenta una delle prime esperienze compiute e di rilievo nell'ambito delle rilevazioni effettuate con l'utilizzo di sistemi di integrazione di dati amministrativi impiegati per fini statistici (ISTAT, 2015c).

Le informazioni in essa contenute sono elaborate proprio sulla base di dati di fonte amministrativa.

In particolare, Asia attinge principalmente da fonti gestite sia da enti pubblici che da società private, quali gli archivi gestiti dall'Agenzia delle Entrate per il Ministero dell'Economia e delle Finanze, come l'anagrafe tributaria, studi di settore, dati del

33 Nello specifico, in Asia, vengono registrate tre diverse tipologie di variabili riferite alle

imprese: variabili identificative – ragione sociale, indirizzo e altri riferimenti utili per localizzare l'impresa sul territorio – variabili di stratificazione – individuazione dell'attività economica tramite la classificazione Ateco, forma giuridica, dimensione dell'impresa – variabili demografiche – data di nascita e cessazione dell'impresa, processi di fusioni, acquisizioni, scissioni e scorpori, liquidazioni, fallimenti, ecc. (Istat, 2014a).

modelli unico, dichiarazioni delle imposte, ecc.; dai registri delle Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura; dagli archivi dell'Inps e dell'Inail; da quelli delle utenze telefoniche; dall'archivio degli istituti di credito gestiti dalla Banca d'Italia; dagli archivi dei Bilanci consuntivi e di esercizio (ISTAT, 2014a).

Con il passar del tempo, Asia ha registrato importanti innovazioni che hanno investito sia l'ambito concettuale che quello metodologico e ad oggi riveste un ruolo centrale nel campo delle produzioni statistiche economiche il cui portato non ha eguali nelle esperienze riportate.

Nel 2011 è stato utilizzato per la prima volta per realizzare il 9° Censimento generale dell'industria e dei servizi, che rappresenta il momento di svolta definitivo dell'affermazione di un sistema register-based, in cui viene superata la tradizionale modalità di raccolta dati tramite intervista (ISTAT, 2015c). Asia si contraddistingue per un sistema molto articolato34 e i miglioramenti apportati, sia per impulso autonomo dell'Istat che per esigenze dettate dai regolamenti europei, hanno arricchito la mole informativa prodotta tanto che, attualmente, si fa riferimento ad un sistema di registri Asia e non più all'archivio delle imprese Asia (ISTAT, 2015c).

Il sistema di registri include le seguenti produzioni statistiche: Asia-imprese, che rappresenta il core del sistema dei registri, Asia-unità locali, Asia-occupazione, Asia- gruppi di impresa, lista delle unità istituzionali del settore relativo alle Amministrazioni Pubbliche, registro delle unità partecipate da unità delle pubbliche amministrazioni, registri contenenti dati con variabili demografiche relative alle imprese ed altri registri non ancora totalmente compiuti relativi alle istituzioni non profit, istituzioni pubbliche e delle imprese del settore agricolo (ISTAT, 2015c).

Nel prosieguo, ci dedicheremo all'analisi del registro Asia-occupazione35 perché è

34 In Asia ad ogni singola unità economica è collegato uno o più individui a loro volta

identificati secondo un sistema di tipo Leed (Linked Employer Employee Database) che consente, appunto, di collegare, ogni lavoratore presso la sua impresa, che a sua volta è identificato, oltre che per alcune variabili demografiche, per il tipo di rapporto di lavoro instaurato rispetto ad un periodo dato. Pertanto, il registro è aggiornato anche giornalmente. Il processo di integrazione tra le fonti permette di collegare ciascuna unità appartenente alla fonte amministrativa al registro Asia delle unità statistiche (Istat, 2015c).

35 Il registro Asia-occupazione è nato nel 2011 in occasione del 9° Censimento generale

quello che si occupa di classificare i lavoratori secondo la tipologia del rapporto di lavoro all'interno dell'impresa in cui svolge la sua attività lavorativa (ISTAT, 2016p). In particolare, in Asia-occupazione36 ritroviamo informazioni sulle imprese, secondo le identificazioni inserite nel registro Asia-imprese, sui lavoratori, rispetto sia alle loro caratteristiche demografiche e sia rispetto alla tipologia del lavoro svolto ed infine vi ritroviamo informazioni circa le relazioni che intercorrono fra i lavoratori e le imprese, secondo le classificazioni occupazionali riconosciute a livello internazionale (ISTAT, 2016p).

Approfondiamo quali e come sono le rilevazioni effettuate in merito alle tipologie del lavoro svolto. A tal proposito si distinguono (ISTAT, 2015c):

• le componenti interne all'impresa, date da quei lavoratori assunti a tempo determinato, in cui rileva il tipo di qualifica, e indeterminato, in cui rileva delineare se si tratta ad esempio di un titolare di impresa, di un socio- imprenditore o di un titolare di un'impresa familiare;

• le componenti esterne all'impresa, date da quei lavoratori che partecipano