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Legislazioni differenti per un fenomeno dal carattere globale

Il fenomeno della maternità surrogata alla prova della regolamentazione internazionale: utopia o prospettiva

4.1 Legislazioni differenti per un fenomeno dal carattere globale

Ormai l’estensione geografica del fenomeno della maternità surrogata ha carattere globale: coppie di tutte le zone del mondo ricorrono a questa pratica, e gli Stati che la permettono non sono riconducibili ad un’area determinata. Come già osservato, il divieto di maternità surrogata posto da uno Stato tende ad essere agevolmente aggirato recandosi in Paesi in cui la pratica è legale o non abbia una regolamentazione186, dando vita al così detto

“turismo procreativo”. Ogni Stato favorevole a tale pratica fornisce la disciplina normativa in base alla propria discrezionalità: il breve excursus che segue187 dimostra come

186 Cipro non pone una normativa riguardo alla maternità surrogata benché sia

svolta sul proprio territorio.

187 I casi che si andranno ad esplicitare sommariamente sono attinti da ‘I paesi

in cui la gestazione per altri è legale e come funziona’, in Internazionale, 3.03.2016. http://intern.az/1sBk

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ciascun approccio sia diverso dall’altro.

La gran parte degli Stati prevede che l’accordo di maternità sia concluso solamente a titolo gratuito188 sottolineando lo scopo

altruistico (anche se è possibile dare un rimborso spese alla gestante)189, altri prevedono che l’accordo possa essere

caratterizzato da una controprestazione a carattere economico190.

Vi sono Stati che richiedono un’autorizzazione preliminare da parte del giudice per dare esecuzione all’accordo191, mentre altri

richiedono l’attivazione di una procedura giurisdizionale solamente nel momento in cui i membri della coppia committente intendono istaurare il rapporto di genitorialità con il minore192. In

quest’ultimo caso si applicano quindi le norme interne sulla filiazione al momento della nascita, e solo in un secondo momento gli intended parents chiederanno l’instaurazione del legame di filiazione; nel primo caso, invece, dando avvio a un procedimento giurisdizionale fin dall’inizio, l’autorizzazione rilasciata ha l’effetto di considerare gli intended parents come genitori legali fin dalla venuta al mondo del minore. In altri Stati per

188 Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Grecia, Hong Kong, Israele, Paesi

Bassi, Inghilterra, Ungheria.

189 Canada, Inghilterra.

190 Armenia, Bielorussia, Georgia, Russia, Sud Africa, Ucraina. 191 Grecia.

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l’acquisizione dello status è sufficiente il consenso della madre surrogata, dopo il parto, per essere iscritti immediatamente nell’atto di nascita193. Inoltre per poter accedere alla pratica non è

raro che siano da soddisfare delle condizioni soggettive. In alcuni è stabilito che la coppia debba essere sposata o convivente, tassativamente eterosessuale194, ma non mancano regimi giuridici

che danno l’opportunità anche a persone dello stesso sesso195; in

altri anche il single è ammesso196. Alcune legislazioni prevedono

che la maternità possa essere svolta solo per un bisogno medico- sociale ed avere il requisito di età richiesto197. Altre puntualizzano

che il futuro bambino debba avere legame genetico con almeno un committente, o che non possano essere impiegati ovociti della surrogata.198

La sommaria casistica appena esposta, non ha assolutamente la pretesa di essere esaustiva, ma vuole solamente porre l’accento sulla diversità degli elementi delle diverse normative, ed una tale

193 Ucraina.

194 Georgia e Ucraina richiedono le coppie etero siano sposate, la Russia

permette l’accesso anche ai soli conviventi.

195 California. 196 Russia.

197 La Grecia prevede che la donna che ricorre alla maternità surrogata debba

dimostrare di non essere in grado di portare a termine la gravidanza e non deve avere più di cinquanta anni.

198 Hong Kong prevede che il materiale genetico debba provenire

esclusivamente dalla coppia committente; la Grecia dispone che l’ovulo non appartenga alla gestante; l’Ucraina stabilisce che il bambino debba avere legame genetico con almeno un membro della coppia.

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eterogeneità permette il “turismo procreativo”. Vi sono alcuni Stati che limitano la pratica ai soli cittadini o residenti; nella maggior parte dei casi, però, un limite di questo tipo non è posto perciò le coppie hanno la possibilità di scegliere dove realizzare il proprio progetto in base alle loro esigenze. L’incremento del numero dei casi verificatosi degli ultimi anni dipende, oltre dal progresso delle tecniche di riproduzione assistita, soprattutto dal web, infatti è possibile affermare che “la maternità surrogata si compendi nell’espressione Google Babies. Internet è l’infrastruttura utilizzata dai servizi riproduttivi per incanalare una domanda espressa soprattutto dai ceti benestanti dei paesi economicamente più avanzati verso luoghi e condizioni di arretratezza e diseguaglianza economica”199. In paesi, come la

Thailandia e l’India, si può rinvenire più facilmente “un esercito femminile proletario”200 disposto a condurre a termine una

maternità surrogata, tuttavia anche in Paesi occidentali non è più così difficile trovare donne che decidono di portare a termine la

199 Così Calderai V., Modi di costituzione del rapporto di filiazione e ordine

pubblico internazione, in Nuova giurisprudenza civile commentata, n. 7- 8/2017, p. 988.

200 Così Rizzuti M., La maternità surrogata: tra gestazione altruistica e

compravendita internazionale di minori, in BioLaw Journal-Rivista di Biodiritto, n. 2/2015, p. 91. Tale espressione deve essere intesa come “persone che mettono sul mercato la loro capacità di generare prole”. Inoltre afferma che in questi Paesi è sicuramente più facile reperire “materiale umano a basso costo” in grado di soddisfare le esigenze del mercato.

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gravidanza per altri. Il riferimento all’India e alla Thailandia non è casuale: in questi due Stati la maternità surrogata negli ultimi dieci anni ha raggiunto numeri davvero considerevoli e a seguito di alcuni casi eclatanti entrambi hanno modificato la propria legislazione in modo da proibirne il compimento da parte di coppie straniere. Infatti, irrigidendo le regole di accesso hanno cercato di risponde al fenomeno del “turismo procreativo” con lo scopo di ridurlo sensibilmente.

Nel 2015 la Thailandia ha emanato una legge che consente il ricorso alla maternità surrogata solamente a coppie eterosessuali thailandesi (o almeno uno dei due deve avere la cittadinanza thailandese) e sposate da almeno tre anni.201

Nello stesso periodo anche il governo indiano ha deciso di approvare una legge che limita l’accesso alla pratica esclusivamente alle coppie indiane202. Tuttavia, già dal 2010

201 “Secondo le statistiche, ogni anno più di duemila coppie andavano nel Paese

per usufruire della prestazione. Tuttavia, l’Act to Protect Babies Born through Assisted Reproductive Technologies impone che le madri surrogate siano parenti strette della coppia che ha problemi di fertilità. Oltre a vietare la pratica a quelle gay.” In ‘Thailandia, in vigore la legge contro l’utero in affitto’, del 31/07/2015. http://www.asianews.it/notizie-it/Thailandia,-in-vigore-la-legge- contro-l%E2%80%99utero-in-affitto-34924.html

202“Secondo le leggi attuali, l’India permette alle coppie straniere di contrarre

un “accordo di surrogazione” solo se queste sono composte da genitori eterosessuali sposati da almeno due anni. Uno studio del Washington Post riporta che sul totale di circa 6mila nascite all’anno, circa la metà dei bambini finisce all’estero. Il motivo è che il costo delle pratiche natali nel Paese asiatico è molto inferiore rispetto all’occidente. Il “prezzo” della gravidanza può variare dai 18mila ai 30mila dollari (un terzo rispetto al prezzo

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l’accesso alla maternità surrogata a coppie straniere ha subito un notevole restringimento: infatti su richiesta dei consoli generali di Francia, Belgio, Germania, Spagna, Italia, Olanda, Polonia e Repubblica Ceca ai cittadini provenienti da tali Paesi non era consentita la maternità surrogata.203

Come precedentemente puntualizzato, la circostanza che il minore sia nato in un paese in cui la maternità surrogata è permessa, determina il criterio per la competenza ad accertare la filiazione giuridica. Nonostante la coppia committente risieda in altro Stato, sarà la legge del luogo prescelto competente per accertare il legame di filiazione, di conseguenza i genitori intenzionali saranno considerati genitori legali. Al momento del ritorno in patria, lo Stato (che in genere vieta accordi di tale tipo) è chiamato a confrontarsi (in quanto se ne chiede il riconoscimento) con questo rapporto di filiazione che se si fosse instaurato sul proprio territorio sarebbe stato sicuramente diverso perché la partoriente sarebbe stata la madre legale. La mancanza di coordinamento

negli Stati Uniti.” In‘India, la maternità surrogata sarà vietata alle coppie straniere’, 30/10/2015.

http://www.asianews.it/notizie-it/India,-la-maternit%C3%A0-surrogata- sar%C3%A0-vietata-alle-coppie-straniere-35742.html.

203 Cfr. con articolo Centres Direct Foreigners to consulates over surrogacy

issue, del 15.07.2010. http://www.hindustantimes.com/mumbai/ivf-centres- direct-foreigners-to-consulates-over-surrogacy-issue/story-

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legislativo produce numerosi casi giurisprudenziali dai quali emerge come la situazione normativa attuale non sia soddisfacente né per gli Stati né per i soggetti coinvolti, ovvero i minori e madri surrogate, perché non si riesce a garantire il rispetto dei loro diritti e interessi. Il rapporto di filiazione è ‘claudicante’ perché non è riconosciuto nello Stato di d’origine dei committenti: il minore viene così ad essere cresciuto da una persona che non è riconosciuta come genitore legale nel paese dove vive, tale soggetto non può nemmeno esprimere il proprio consenso in certe questioni che riguardano la vita del bambino, ad esempio un trattamento medico, proprio perché manca la relazione giuridica sulla cui base tali atti possono essere compiuti; oppure la mancanza di certezza della propria condizione diventa rilevante, penalizzandolo, ad esempio in caso di divorzio o di successione. Dal punto di vista della madre surrogata invece, l’assenza di regole a tutela della sua posizione si traduce in una interferenza nella sua vita privata, perché durante la gravidanza viene del tutto annullato il rapporto di segretezza tra medico e gestante (la coppia spesso pretende di assistere a ogni visita medica), e dubbi si pongono anche in relazione all’espressione di un consenso medico informato. Il fatto che un singolo Stato modifichi la propria normativa interna riguardo ai rapporti di filiazione instauratisi a

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seguito di maternità surrogata è sicuramente apprezzabile, ma comunque resta un intervento circoscritto e limitato a quello Stato. È proprio nella diversità delle risposte nazionali ai problemi che questo fenomeno pone che risiede l’origine del problema: per eliminare le ombre di incertezza dello status filiationis, che quindi è ‘claudicante’, è necessaria una risposta internazionale. Il fatto che vi sia la necessità di una regolamentazione internazionale del fenomeno emerge sia dai lavori del Parlamento Europeo, ma soprattutto dagli studi in corso alla Conferenza dell’Aja.

4.2 La posizione del Parlamento Europeo sulla