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Perché la lettura fa bene

Nel documento Lettura e dispersione (pagine 60-63)

di Marco Bartolucci e Adriana Timpone

1. Perché la lettura fa bene

Numerosi sono gli aspetti positivi associati alla lettura che si possono tro- vare in letteratura scientifica. Esaminando gli aspetti strettamente cognitivi, processare un elemento di narrazione va ben al di là della semplice compren- sione linguistica. Leggere e comprendere una storia significa innescare nu- merosi e diversi meccanismi nella cognizione umana (Mar, 2004). I lettori rappresentano ciò che il testo descrive attraverso immagini mentali. Queste rappresentazioni sono anche note come “modelli situazionali” e incorporano informazioni sullo spazio, sul tempo, sui rapporti causali, sui personaggi (Zwaan e Radvansky, 1998). Pertanto, le regioni cerebrali coinvolte nella comprensione del testo sono necessariamente molteplici e non solo stretta- mente linguistiche: probabilmente, qualsiasi rete che supporta il linguaggio, la memoria, e persino la percezione gioca un ruolo in questo processo (Mar, 2006).

In generale, l’atto di leggere attiva, a livello cerebrale, un vasto network di aree (Batini e Bartolucci, 2015), operando a diversi livelli cognitivi, e co- stituendo una vera e propria “palestra” per diverse funzioni, come ad esem- pio le funzioni mnestiche ma anche quelle emotive (Billington et al., 2012), le funzioni esecutive e la velocità di elaborazione dell’informazione (Uchida e Kawashima, 2008).

Per sua natura l’essere umano è fruitore e creatore di storie. Dapprima le ascoltiamo, poi impariamo a leggerle e a narrarle. Attraverso le storie cono- sciamo il mondo che ci circonda, entriamo in contatto con la cultura di ap- partenenza, costruiamo la nostra identità, diamo un senso agli eventi ponen- doli in un certo ordine. Se pensiamo all’attività della lettura, il primo scopo che ci viene in mente è sicuramente l’acquisizione di informazioni. È altret-

tanto vero, però, che la lettura non è finalizzata solo all’apprendimento di- retto, ovvero non si legge solo per imparare. Per molte persone, infatti, la lettura rappresenta un’attività che si svolge per il semplice piacere di farlo, un valido modo per impiegare il proprio tempo libero.

Quando una persona si avvicina ad un testo scritto, gli effetti che quest’ul- timo avrà sulla persona sono innumerevoli e, a volte, impercettibili a prima vista. Ciò che viene trasmesso al lettore è molto più della semplice informa- zione veicolata dal testo, anche perché il modo in cui il testo è recepito «di- pende tanto dal lettore quanto dal testo stesso. La lettura, infatti, non è da intendere come una diretta e automatica interiorizzazione […] perché non è affatto un processo a senso unico: essa è interazione dinamica tra testo e lettore» (D’Alessandro e Domanin, 2005, p. 19).

Mentre leggiamo e diamo un senso a ciò che è scritto, la lettura stessa modella noi, la nostra relazione con gli altri e con il mondo. Apre la nostra mente e ci fa addentrare verso ampi e sconosciuti orizzonti. Ci fa viaggiare con la fantasia e andare al di là del reale. Ci fa conoscere e identificare con tanti personaggi diversi. La lettura è un “antidoto” alla manipolazione narra- tiva altrui (della pubblicità, della politica), è una difesa dal “pensiero unico” (che costituisce il “seme” del pregiudizio), è uno strumento di costruzione e ricostruzione del Sé e della propria vita, incrementa le competenze utili alla gestione del proprio futuro, potenzia le capacità di comprensione di se stessi e degli altri, rinforza le capacità di immaginazione (Batini, Toti e Bartolucci, 2016).

I benefici della lettura sono quindi innumerevoli: dall’empowerment della literacy (Clark e Douglas, 2011), dell’intelligenza verbale e delle cono- scenze generali sul mondo (Cunningham e Stanovich, 1998), allo sviluppo sociale della persona (Taylor, 1970).

Quando il lettore si immerge in una storia, in qualche modo siimmede- sima in ognuno dei suoi personaggi, cerca di capire i suoi scopi e di provare i suoi sentimenti. La capacità di attribuire stati mentali a se stessi e agli altri viene definita “Teoria della Mente” o “Mentalizing” ed è «una competenza fondamentale che permette le complesse relazioni sociali che caratterizzano le società umane» (Kidd e Castano, 2013). Una vera e propria «simulazione semplificata della realtà» (Mar e Oatley, 2008) dove le complesse dinamiche sociali che si svolgono nel nostro mondo vengono riprodotte nel testo in modo realistico, ma semplificato, che ci aiuta a capirle e ad entrare nella mente dei protagonisti.

1.1. La lettura come strumento di sviluppo in tenera età

È oramai noto che la lettura per/con i bambini è una pratica fondamentale per lo sviluppo del bambino e per la condivisione di emozioni con i genitori (Cambi, 2012). Numerosi sono gli studi sui benefici delle pratiche di lettura durante i primi anni di vita, sia dal punto di vista dello sviluppo cognitivo (Horowitz-Kraus, Vannest e Holland, 2013; Speer et al., 2009; Hutton et al., 2015; Sénéchal e LeFevre, 2002) che di creazione di legami e condivisione emotiva tra chi legge e chi ascolta (Aram e Aviram, 2009; Catarsi, 2011; Cambi, 2012; Ronfani et al., 2006).

La lettura è un’attività complessa che coinvolge diverse aree della per- sona: l’area socio-affettiva, l’area cognitiva e l’area comunicativa, essa sol- lecita lo sviluppo delle capacità critiche e analitiche, il gusto estetico e l’espressione emozionale (Golfetto, 2007). Permettere al bambino di ascol- tare liberamente storie, fiabe o eventi reali, senza la fatica di dover compren- dere un testo scritto, è molto importante durante i primi anni di scolarizza- zione, non solo per migliorare le capacità di comprensione del testo. Nell’ascolto della lettura, i bambini vivono, traendone piacere, un’esperienza linguisticamente e cognitivamente complessa che predispone ad abilità co- gnitive altrettanto complesse di manipolazione dei simboli verbali (Carda- rello, 1995). Tale pratica favorisce lo sviluppo della comprensione di un testo e l’acquisizione di un vocabolario ricco, l’implementazione di significati, la restituzione di senso e la comprensione di micro-avvenimenti legati alla vita quotidiana, oltre ad una serie di esperienze emotive (Batini e Giusti, 2010). Attraverso sessioni giornaliere di lettura si sviluppano capacità come il pen- siero narrativo, l’ascolto e la concentrazione, lasciando ampio spazio all’im- maginazione e alla creatività.

Altro elemento fondamentale è la funzione sociale della lettura, che at- traverso lo sviluppo dell’empatia e della condivisione delle emozioni con i compagni, aumenta le capacità di espressione e narrazione.

Ruolo fondamentale è ricoperto dalla motivazione e dal coinvolgimento dei bambini nel processo di lettura. Le ricerche individuano quattro requisiti fondamentali che associano la motivazione alla lettura: il libero accesso ad un’ampia scelta di libri presenti in classe; l’opportunità per i bambini di sce- gliere da soli i libri che vogliono leggere; la familiarità con i libri che non appaiono come oggetti estranei ma perfettamente integrati nelle attività quo- tidiane; la possibilità di interagire socialmente con altri, siano essi pari o adulti, durante la lettura (Gambrell, 1996).

Nell’ascolto della lettura i bambini fanno piacevolmente, traendone di- letto, un’esperienza linguisticamente e cognitivamente complessa che predi- spone ad abilità cognitive complesse di manipolazione dei simboli verbali (Cardarello, 1995). L’ascolto di testi scritti, infatti, potenzia, a più livelli, le capacità linguistico-cognitive dei bambini, che interverranno anche nell’ap- prendimento delle capacità strumentali, e che rappresentano una competenza importante per la comprensione e l’apprezzamento della lettura.

Il potenziamento del linguaggio, a cui ci si riferisce genericamente quando si sostiene che l’ascolto aiuti a sviluppare lo stesso, non riguarda dunque il potenziamento delle sole capacità lessicali, ma anche di quelle sin- tattiche, immaginative, inferenziali che, nel loro insieme, costituiscono fon- damentali supporti per affrontare la lettura vera e propria.

Diversi studi hanno dimostrato come i lettori vadano incontro ad una cre- scita empatica durante la lettura, considerando la possibilità che il testo nar- rato e i suoi personaggi consentano di fare esperienza indiretta di interazioni sociali, delle quali vengono mostrare anche le conseguenze.

Numerosi studi attestano il ruolo della simulazione motoria anche nella lettura della finzione narrativa, affermando che l’assunzione di una prospet- tiva empatica è una parte usuale del coinvolgimento del lettore con la fin- zione narrativa (Coplan, 2004). Lo sviluppo dell’empatia è un ingrediente importante nello sviluppo socio-emozionale. La conoscenza emozionale for- nisce infatti ai bambini informazioni riguardo le situazioni e le norme com- portamentali in uso nella società (Denham et al., 2003).

Nel documento Lettura e dispersione (pagine 60-63)