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Le risposte delle scuole e la loro collaborazione al progetto di ricerca

Nel documento Lettura e dispersione (pagine 129-134)

di Cecilia Bini, Leonardo Fasi, Elisa Morini e Alessandra Sisto

5. Le risposte delle scuole e la loro collaborazione al progetto di ricerca

A livello processuale, la prima evidenza che abbiamo raccolto è stata l’elevato numero di rifiuti da parte delle scuole nel collaborare al progetto di ricerca: la metà delle scuole contattate, infatti, non ha collaborato. Nel detta- glio: su 61 scuole contattate, 30 hanno rifiutato di collaborare, di cui 21 scuole secondarie di primo grado e 9 scuole secondarie di secondo grado; mentre delle 31 scuole che hanno aderito, 12 erano di primo grado e 19 di secondo grado. Analizzando le risposte delle scuole per gradi scolastici, nelle secondarie di primo grado ci sono stati 21 rifiuti contro 12 adesioni. A nostro

parere questo dato potrebbe essere indice di una scarsa volontà di collabora- zione con l’Università.

Riteniamo infine importante segnalare che in una scuola, ben due fami- glie hanno ritirato i propri figli nel giorno della somministrazione del que- stionario, supponiamo in ragione dello stesso.

6. Considerazioni conclusive

6.1. Criticità emerse

Rispetto agli interrogativi che ci eravamo posti inizialmente, ovvero se la scuola tratti o meno l’argomento, se sia davvero interessata a farlo, se piani- fichi e metta in pratica progetti di sensibilizzazione, e se riceva adeguate in- formazioni in merito, l’analisi dei dati da noi qui riportata, circa l’atteggia- mento dei docenti, ha fatto emergere una serie di risposte negative.

Inoltre, l’elevato numero di scuole che hanno rifiutato la collaborazione con l’Università, può essere inserito in questo quadro generale di disinteresse verso questa tematica così delicata e determinante.

Infine, in base alla nostra esperienza diretta nella somministrazione dei questionari, abbiamo riscontrato una trascuratezza e un disimpegno generale da parte dei docenti stessi; molte domande, infatti, sono state lasciate vuote, e spesso si è verificato un effetto seriale delle risposte “non so valutare/pre- ferisco non rispondere”.

I pochi feedback che abbiamo avuto modo di ricevere personalmente, du- rante o a seguito della somministrazione, sono stati: la noia, l’eccessiva lun- ghezza dei questionari e l’impegno richiesto nel compilarli. Questo ha con- tribuito a farci ipotizzare lo scarso interesse verso la questione. La scuola, di fatto, sembra non attuare nessun progetto di sensibilizzazione a riguardo, né tanto meno sembrerebbe ricevere adeguate informazioni in merito.

A nostro parere, riuscire a tessere una relazione positiva tra scuole e Uni- versità, in termini di cooperazione e di progettualità verso un fine comune (la lotta alla dispersione scolastica) potrebbe essere una delle possibili vie da intraprendere per contrastare il fenomeno.

6.2. Prospettive future e buone pratiche

Al fine di fornire ai docenti gli strumenti, conoscitivi e metodologici, per poter svolgere un efficace ruolo di prevenzione e contrasto alla dispersione, potrebbe essere utile prevedere corsi di formazione sul tema (eventualmente rendendoli obbligatori), sia presso le scuole polo, tramite una pianificazione idonea ad opera dell’USR Umbria (nell’attuale piano di formazione 2016- 20191 non si parla di “dispersione”), sia tramite agenzie formative qualifi-

cate, che consentano ai docenti l’accesso ai corsi grazie alla “carta del Do- cente”.

In termini concreti, per un’informazione più diffusa ed accessibile, riepi- loghiamo nella tabella 1 alcune metodologie didattiche che possono coinvol- gere maggiormente gli studenti rispetto alla lezione frontale, promuovendo così un apprendimento significativo.

Tab. 1 – Esempi di metodologie didattiche partecipative (Bartolucci e Batini, 2016)

Quanto suggerito può prendere forma nelle parole e nei desideri di tutti quei ragazzi che si sono dis-persi, chi per demotivazione, chi per frustra- zione, chi per incomprensione o a causa di scoraggiamento:

A volte penso che se la scuola fosse stata diversa io non mi sarei persa […]. Io vorrei imparare a conoscere la vita, soprattutto la mia. Voglio la dimostrazione che le cose trattate abbiano a che fare realmente con essa. […] in realtà i banchi, a scuola, me li sogno diversi, belli rotondi, dove nessuno è più importante di altri e i docenti possono sedertisi accanto e rapportarsi uno ad uno, senza starsene sulla loro cattedra. 1 http://istruzione.umbria.it/news2017/formazione/pub1/03_Sintesi_Piano_Nazionale_Forma- zione_Docenti.pdf. Lezione-ricerca Learning by doing Lezione costruttivista Project work Lezione visiva Role playing Lezione mista Outdoor training Lezione dialogata Brainstorming Flipped Lesson Problem solving Lezione laboratorio E-learning Lezione-esercitazione Cooperative learning Lezione-gioco Pear education Lezione/restituzione Attività-laboratorio (musica, scrittura, apprendimento cooperativo, creazione di documentari, cittadinanza attiva)

Un’aula diversa dal solito, senza le mura perché l’aula più bella dovrebbe essere il mondo stesso. [I professori] dovrebbero capire che la mia noia dipende da loro, per- ché dovrei credere io per prima ad una cosa a cui non credono neanche loro?! […] Prof. ...che forse mi stai ascoltando, vorrei dirti che io sono la tua più grande sfida, io ragazza che rimango indietro con lo studio e non mi applico... ma che ho tanta voglia di fare le cose che mi piacciono... io, proprio io, dovrei essere il tuo più grande tormento. […] Se solo tu mi potessi convincere che la scuola possa essere davvero utile… beh allora forse io tornerei a scuola2.

Riferimenti bibliografici

Bartolucci M. e Batini F. (2016), C’era una volta un pezzo di legno. Un progetto Student

Voice per le scuole a zero dispersione della Rete di Gubbio, FrancoAngeli, Milano.

Batini F. e Bartolucci M., a cura di (2016), Dispersione Scolastica, FrancoAngeli, Milano. Batini F. (2014), Drop-out, Fuorionda, Arezzo.

Benvenuto G. (2014), Di cosa parliamo quando parliamo di drop-out?, in Batini F., Drop-

out, pp. 1-9, Fuorionda, Arezzo.

Burgio G. (2014), Postfazione, in Batini F., Drop-out, pp. 175-177, Fuorionda, Arezzo. De Carlo M.E. e Evangelista M. (2016), Il progetto Orientadropout – leggere, orientare, rac-

contare la scuola per uscire dalla dispersione, in Batini F. e Bartolucci M., a cura di, Dispersione scolastica. Ascoltare i protagonisti per comprenderla e prevenirla, pp. 67-

97, FrancoAngeli, Milano.

Miur (2017), La dispersione scolastica nell’a.s. 2015/2016 e nel passaggio all’a.s.

2016/2017, testo disponibile al sito:

http://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Focus+La+dispersione+scola- stica/9bc1c11b-1c40-4029-87ba-40b8ba2bc2bf?version=1.1.

Save the Children (2017), Futuro in partenza? L’impatto delle povertà educative in Italia, testo disponibile al sito:

https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/futuro-partenza. Siti web consultati:

http://www.almatu.it/images/pdf/Milanese_Tiziana.pdf http://www.sipi-adler.it/wp-content/uploads/2015/04/067_CD_Rivoiro.pdf http://www.qualepsicologia.com/wp-content/uploads/2016/11/41-51-La-dispersione-scola- stica-copia.pdf https://books.google.com/books/about/Marginalia.html?hl=it&id=KX3huIYlj9QC http://www.laricerca.loescher.it/istruzione/593-drop-out-storia-di-un-rovesciamento.html https://books.google.com/books/about/Nel_conflitto_delle_emozioni_Prospet- tive.html?hl=it&id=Ue-7BgEmphsC

2Estratto di testo scritto da Elisa Morini, frutto di documentazione ed empatizzazione

La dispersione universitaria e il processo di

Nel documento Lettura e dispersione (pagine 129-134)