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E INTEGRAZIONE A CEUTA

3.1 L’evoluzione della Ley de extranjería spagnola

3.1.2 La Ley Orgánica 4/

A dicembre del 2000 fu approvata la riforma che portò alla Ley Orgánica 4/2000 sui diritti e le libertà degli stranieri e la loro integrazione sociale120, che deroga la precedente norma in materia di extranjería. Questa nuova legge nacque sotto il segno del Consiglio Europeo che si tenne a Tempere nel 1999, durante il quale era stata rimarcata la necessità di una politica di integrazione a favore degli immigrati stranieri. L’obiettivo era quello di concedere agli stranieri diritti e obblighi alla pari degli altri cittadini europei, cercando di eliminare le discriminazioni a livello economico, sociale e culturale e attuando misure contro il razzismo e la xenofobia. Inoltre, la legge incorpora espressamente il concetto di integrazione, come già emerge dal titolo, nonostante poi, però, non sia concretamente sviluppata all’interno del testo. Si trattava perciò di una liberalizzazione importante e significativa rispetto alla normativa vigente fino a quel momento, soprattutto perché anche lo straniero entrato in Spagna irregolarmente diventava titolare di diritti (e non più soltanto un potenziale soggetto di espulsione, come in precedenza). Questa sostanziale modifica permette a qualunque immigrato, indipendentemente dalla sua situazione amministrativa, di avere diritto all’accesso ad un sistema di servizi sociali comprendente l’assistenza sanitaria, l’assistenza giuridica gratuita e l’istruzione. Esisteva comunque un vincolo per poter usufruire di questi servizi ed era l’iscrizione all’anagrafe comunale. Un altro elemento importante che garantiva la fruizione di tali diritti era il riferimento ai trattati internazionali, che nella normativa precedente era assente. Come di consueto, l’attuazione della legge aprì l’ennesimo processo di regolarizzazione che coinvolse quasi 200˙000 stranieri.

Tuttavia, la norma fu modificata dopo qualche mese, quando alle elezioni di quello stesso

119 Real Decreto 155/1996, de 2 de febrero, por el que se aprueba el Reglamento de ejecución de la Ley

Orgánica 7/1985, in “BOE” n.47, de 23 de febrero de 1996, páginas 6949 a 6977

120 Ley Orgánica 4/2000, de 11 de enero, sobre derechos y libertades de los extranjeros en España y su

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anno il PP (partito che in precedenza era stato contrario all’approvazione della Ley O. 4/2000) salì al governo. La Ley Orgánica 8/2000121 pubblicata il 23 dicembre apportò delle restrizioni

ad alcuni diritti civili e politici degli immigrati irregolari concessi dalla L.O.4/2000. Nonostante l’accesso ai servizi sociali di base rimase immutato, diritti come ad esempio quelli di manifestazione, associazione, sciopero, quello all’istruzione non obbligatoria o alla riunificazione familiare furono riconosciuti solamente ai migranti regolari, in possesso di un permesso di soggiorno e un contratto di lavoro. Questo atteggiamento selettivo andava contro i principi fondamentali della Costituzione spagnola, che riconosceva tali diritti come propri di ogni uomo e donna, a prescindere dalla loro condizione giuridica, perché riguardanti la dignità umana in generale. Fu presentato, per questo, un ricorso di incostituzionalità, che confermò la discriminazione della legge ma non ne annullò i precetti, rimettendo la questione ad una nuova modifica della norma.

Un altro significativo passo indietro operato con questa riforma riguarda i meccanismi utilizzati per evitare l’immigrazione irregolare. Viene, infatti, reintrodotta la disposizione secondo la quale la permanenza in forma illegale sul territorio spagnolo costituiva un’infrazione sanzionabile con l’espulsione, così come sancito nella prima L.O. 7/1985. Per di più, l’introduzione di un procedimento di espulsione preferenziale attuabile nel giro di 48 ore pregiudicava la garanzia di una protezione giuridica effettiva e dei diritti ad essa collegati, così come sancito dalla legge internazionale.

In questo contesto di rigidità legale, fu presentato un ambizioso progetto per migliorare l’integrazione della popolazione immigrata: il Programa Global de Regulación y

Coordinación de la Extranjería y la Inmigración122, meglio noto come piano GRECO.

L’iniziativa fu approvata con una risoluzione della Delegazione di Governo per gli stranieri e l’immigrazione il 17 aprile del 2001 ed era prevista una durata di quattro anni. Gli obiettivi principali, da sviluppare con una serie di misure ad hoc, erano quattro. Il primo obiettivo era quello di elaborare un piano globale e coordinato dell’immigrazione per cercare di renderlo un fenomeno favorevole alla Spagna, il più possibile sul piano della legalità, all’interno del quadro legislativo e delle iniziative dell’Unione Europea. Il secondo era quello di favorire

121 Ley Orgánica 8/2000, de 22 de diciembre, de reforma de la Ley Orgánica 4/2000, de 11 de enero, sobre

derechos y libertades de los extranjeros en España y su integración social, in “BOE”, n.307, de 23 de diciembre

de 2000, páginas 45508 a 45522

122 RESOLUCIÓN de 17 de abril de 2001, de la Delegación del Gobierno para la Extranjería y la Inmigración,

por la que se dispone la publicación del Acuerdo del Consejo de Ministros del día 30 de marzo de 2001, por el que se aprueba el Programa Global de Regulación y Coordinación de la Extranjería y la Inmigración, in

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l’integrazione degli stranieri residenti in Spagna e dei loro familiari nella società e nel mercato del lavoro, in modo che potessero contribuire attivamente alla crescita del Paese. Il terzo consisteva nel regolare i flussi migratori per garantire una buona convivenza nella società spagnola e migliorare l’accoglienza dei migranti. Infine, il quarto obiettivo prevedeva di mantenere in vigore il sistema di protezione per i rifugiati e gli sfollati, garantendone l’assistenza e lottando contro il razzismo e la xenofobia. Si riteneva, anche, che fosse necessario un maggiore intervento da parte dello Stato spagnolo per aiutare lo sviluppo dei Paesi di origine dei migranti. Ma soprattutto si insisteva sul fatto che le politiche di integrazione fossero più efficaci se pensate e applicate a livello regionale e locale, coinvolgendo la società civile e le autorità cittadine.

Assieme al programma, furono approvati altri tre decreti in tema di migrazione che prevedevano:

• la creazione del Consiglio Superiore della Politica dell’Immigrazione, cioè l’organo pensato per il coordinamento della politica di immigrazione;

• il rinnovamento del Foro dell’Immigrazione (organo di consulta, informazione e consulenza in materia di integrazione) per garantire un’equa partecipazione di Amministrazione, ONG e organizzazioni sociali e sindacali;

• il rinnovamento dell’Osservatorio Permanente dell’Immigrazione, che analizza le dimensioni e le caratteristiche del movimento migratorio per conoscerne le tendenze123.