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La Siempre Noble, Leal y Fidelísima Ceuta spagnola e gli assedi del regno del Marocco

1.2.5 1415: la tomada de Ceuta e il dominio lusitano

1.2.6 La Siempre Noble, Leal y Fidelísima Ceuta spagnola e gli assedi del regno del Marocco

Il cambio di dominio a Ceuta, in seguito al trattato del 1668, comportò l’abbandono della città da parte di alcune famiglie portoghesi fedeli al nuovo re di Portogallo, Giovanni IV. Anche i

9 BORGES DE CASTRO, J. F., Collecção dos tratados, convenções, contratos e actos publicos celebrados entre

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governatori furono sostituiti con nobili del regno di Castiglia e progressivamente cambiarono anche la moneta e la lingua della città (dal 1677 i documenti ufficiali furono redatti in spagnolo).

L’integrazione alla Corona di Castiglia non fu facile, ma grazie alle continue negoziazioni l’amministrazione di Ceuta riuscì a mantenere le proprie istituzioni, leggi e privilegi, e ottenendo notevoli benefici.

La città fu subito bersaglio del regno del Marocco, che sotto la guida del sultano Muley Ismaíl, aveva raggiunto una notevole espansione nel nord Africa, tale da minacciare anche l’Impero Ottomano. Dal 1694, durante più di trent’anni Ceuta fu assediata dall’esercito marocchino, che si installò nelle campagne circostanti, tra bombardamenti e attacchi diretti alla città. Per far fronte al nemico, il governatore di Ceuta chiese aiuto al re Carlo II, il quale inviò delle truppe dall’Andalusia e dal Portogallo (queste ultime, però furono costrette a rientrare in penisola quasi subito dal momento che la popolazione locale temeva che il Portogallo potesse avanzare delle rivendicazioni sulla città).

L’assedio di Ceuta passò in secondo piano quando, nei primi anni del XVIII secolo, la Spagna si trovò impegnata nella Guerra di Successione al trono, in seguito alla morte di Carlo II. Inoltre, nel 1704, la conquista di Gibilterra da parte di Inghilterra e Olanda creò molti disagi alla città, in quanto perse il principale punto di soccorso e di comunicazione con la penisola, diventando, invece, un appoggio importante per i rifornimenti degli assedianti marocchini; allora, Algeciras divenne il nuovo riferimento per la guarnizione dall’altra parte dello Stretto. Ceuta, pur essendo stata accerchiata da terra, riuscì a resistere e ad allontanare l’armata inglese che conquistò Gibilterra. La città ebbe un periodo di tregua dall’assedio quasi un anno, dal 1720 al 1721, quando arrivò un esercito di soldati comandati dal marchese di Lede, che riuscì ad allontanare gli assedianti fino a Tetouan. Questo battaglione era di ritorno dalla Guerra della quadruplice alleanza, durante la quale la Spagna aveva perso i propri territori in Italia: tale perdita rendeva ancora più importante il mantenimento del controllo spagnolo sulla città, per assicurarsi un cordone difensivo nel Mediterraneo. Tuttavia, pochi mesi dopo la liberazione della città, scoppiò un’epidemia di peste, che indusse i soldati del marchese a fare ritorno in patria. L’assedio ricominciò subito dopo e durò fino alla morte del sultano Muley Ismaíl, nel 1727, quando i figli del defunto sultano si affrontarono in una guerra di successione che distolse l’attenzione dei marocchini da Ceuta.

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Ulteriori tentativi di assedio da parte del regno del Marocco si produssero nel 1732, con il sultano Muley Abdellah, e nel 1757, durante il regno di Sidi Mohamed Ben Abdellah; entrambi con scarsi risultati. Inoltre, tra il 1743 e il 1744 vi fu una nuova epidemia di peste che ebbe effetti disastrosi sull’urbanistica della città: moltissime case furono bruciate dai sopravvissuti, poiché si credeva che il fuoco purificasse gli edifici in cui le persone contagiate avevano abitato. Questa serie di eventi bellici e epidemici rese quindi necessario ricostruire le fortificazioni al confine con il regno del Marocco, come molti altri edifici nel centro della città. Inoltre, sorsero nuovi quartieri urbani anche sulla penisola dell’Almina, fino ad allora quasi disabitata, attorno alla strada che oggi si chiama Calle Real. La popolazione di Ceuta diventava sempre più spagnola, soprattutto grazie all’arrivo dei rinforzi inviati per la guarnizione a difesa della città, quasi tutti soldati andalusi accompagnati dalle loro famiglie. Durante il regno del sultano Muley Sidi Mohamed, Ceuta e il resto della Spagna poterono godere di un lungo periodo di pace. Il sultano, infatti, si mise in contatto con il re spagnolo Carlo III, dopo essere venuto a conoscenza della drammatica situazione in cui si trovavano gli schiavi musulmani in Spagna, rispetto, invece, al trattamento rispettoso che ricevevano i prigionieri cristiani nel suo regno. Carlo III fu felice dell’iniziativa marocchina e rispose liberando subito un buon numero di schiavi di religione musulmana, dimostrando la sua volontà di avviare delle trattative con il sultano. In tutta risposta, Muley Sidi Mohamed liberò a sua volta molti schiavi cristiani, che mandò a Ceuta assieme a regali sfarzosi. Il re spagnolo riteneva che i continui scontri con il regno marocchino portassero ormai solo a morti e distruzioni inutili, oltre che a un dispendio enorme di denaro, e che delle buone relazioni politiche e commerciali con il Marocco potessero favorire la Spagna, tenuto conto della minaccia che rappresentava l’Inghilterra per il controllo dello Stretto, ora che aveva conquistato Gibilterra. Fu però Muley Sidi Mohamed a fare il primo passo, nel 1765, inviando una lettera a Carlo III, attraverso il governatore di Ceuta, in cui lo invitava ad avviare delle relazioni diplomatiche con il suo Paese. Dopo aver verificato le buone intenzioni del sultano, il re di Spagna ricevette alla corte di Madrid il suo segretario, Ahmete El Gazel, e l’ambasciatore plenipotenziario spagnolo, don Jorge Juan, a sua volta si recò a Tetouan, accolto dal sultano. Tra i vari argomenti discussi, furono stabilite tariffe per l’importazione e l’esportazione di prodotti e i limiti dei presidi in terra straniera. Nel 1767 fu, dunque, firmato il primo Trattato di Pace, Amicizia e Commercio ispano marocchino, che segnò l’inizio della storia moderna delle relazioni tra Spagna e il mondo arabo.10

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La questione più spinosa che rimase aperta e si protrasse ancora per molti anni riguardava la delimitazione dei confini della città di Ceuta: per il sultano marocchino, infatti, accettare di definire tale limitazione significava riconoscere la sovranità spagnola nel territorio nordafricano. Solo nel 1782, in seguito a un nuovo accordo tra Spagna e Marocco nel 1780, il sultano Muley Sidi Mohamed accettò i confini proposti dalla Spagna. La decisione creò tensioni interne al regno e, nella pratica, tale delimitazione non fu mai accettata dalle popolazioni limitrofe. La morte del sultano nel 1790 e l’ascesa al trono di suo figlio Muley El Yazid accentuarono il malcontento che si manifestò in un nuovo assedio della città per porre fine al quale il sultano dettò due possibili condizioni: l’abbandono definitivo dell’occupazione spagnola a Ceuta oppure il pagamento di una sorta di “affitto” al Marocco per poter continuare a restare nella città e vivere pacificamente. Il re spagnolo Carlo IV, però, non accettò nessuna delle due condizioni e dichiarò guerra al Marocco nel 1791. Alla fine il sultano, di fronte ai suoi soldati demoralizzati dalle sorti della guerra, all’ingente costo economico e alle crescenti tensioni interne, decise di negoziare per la pace con il governatore di Ceuta.

Nel 1792, la restituzione della città di Orano all’impero Ottomano, dopo essere rimasta sotto il governo spagnolo per sessant’anni, vide arrivare a Ceuta un gruppo di soldati musulmani fedeli alla Corona spagnola, seguiti dalle loro famiglie, che trovò dimora e protezione nella città, entrando a far parte della guarnizione della città.