Il primo raffronto che risulterebbe immediato compiere tra la CPI e il movimento studiato da Juris è relativo agli eventi che la Chiesa e le sue pannocchie organizzano, o cui aderiscono. Questo tipo di iniziative (alla cui descrizione dedico i capitoli da 4.7 a 4.9) vedono un utilizzo dei social media apparentemente simile a quella degli attivisti di #Occupy. Se l’etnografia di Juris
10Heidi A. Campbell, op.cit., p.5.
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parla di logiche di aggregazione per definire il modo in cui questi attivisti interagiscono e operano attivandosi all’interno di uno spazio fisico, ritengo che al contrario i fedeli pastafariani continuino a comportarsi più come un network nell’aderire a certe iniziative, presentando quindi quei caratteri effimeri che non permettono di concretizzare la propria presenza fisica. L’organizzazione pastafariana delle diverse iniziative passa infatti attraverso social network nei quali “network di network (che nel caso pastafariano sono costituiti dai gruppi delle pannocchie)” concretizzano fisicamente la presenza dei fedeli pastafariani; il fatto che eventi di questo tipo abbiano una durata temporale circoscritta, concludendosi nella maggior parte dei casi entro poche ore, li porta al termine della giornata a sgretolarsi nuovamente nelle loro componenti individuali, caratteristica che per l’appunto Juris reputa primaria delle logiche di networking. Questo emerge più facilmente tenendo conto di come Facebook, il social network più utilizzato per comunicare entro la CPI, fornisca la possibilità di creare “eventi” ed estenderne l’invito a chi si desideri, specificandone un orario di inizio e uno di conclusione. Ciascun “evento” mette quindi a disposizione una barra di discussione per chiunque dei partecipanti desiderasse intavolare una discussione di qualunque tipo – ma solitamente relative ai dettagli logistici dell’iniziativa, favorendo quindi la formazione di un network di partecipanti, che nei casi considerati era compreso entro network maggiori, come quelli delle pannocchie organizzatrici (per i dettagli si vedano i capp. 3.7 e 3.8). La maggior parte delle iniziative nelle quali ho seguito i fedeli pastafariani è stata organizzata secondo questo sistema; per quanto tenere conto di uno storico degli eventi sia relativamente semplice, potendo accedere a un’apposita sezione interna alle pagine che li organizzano, questi cessano di risultare visualizzabili nella barra di ricerca di Facebook quando l’orario di termine viene raggiunto, favorendo quindi una loro archiviazione e la cessazione delle attività nelle pagine di discussione. Juris tratteggia un ritratto di #Occupy descrivendo il modo in cui l’interazione digitale possa condurre a un’aggregazione all’interno di uno spazio fisico. Nel caso degli attivisti da lui considerati, questa aggregazione si rivela effimera, nel modo in cui si muove al di fuori della legge e non si lega con efficacia alle realtà locali che popolano lo spazio di aggregazione – risultando quindi vulnerabile a ripercussioni da parte dell’autorità costituita, e priva di legami con la territorialità che si spingano oltre l’occupazione dello spazio. In base a quanto riportato nel cap.3.3, ritengo che anche nella CPI si possa considerare la presenza di logiche di aggregazione simili, tuttavia una grande differenza tra #Occupy e il caso presentato riguarda il modo in cui queste si manifestano all’interno della Chiesa, sulla quale ritengo sia opportuno soffermarsi.
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L’individualità dei singoli fedeli è determinante nel definire gli ambiti di interesse di ciascuna pannocchia. All’interno di quella di Pastavium troviamo un quadrumvirato i cui esponenti si sono convertiti al pastafarianesimo mentre già erano parte di realtà locali simili a quelle indicate da Juris: centri sociali, sindacati studenteschi, associazioni LGBT, gruppi scoutistici presenti sul territorio padovano. Il loro ingresso nella CPI non ha in alcun modo sancito una cesura con queste realtà, garantendo al contrario che la Chiesa si interessasse alle tematiche da loro già trattate, risultando compatibili con il perimetro di valori definito dallo statuto e dai regolamenti dell’associazione. Ai legami con queste realtà territoriali, si accompagnano quelli con altri gruppi e associazioni con cui le pannocchie si trovano poi a interagire. La costituzione di una pannocchia pastafariana fa sì che questa sia poi allacciata alla CPI: questo significa non solo che i suoi referenti territoriali si mettono in contatto con il direttivo della Chiesa, ma che parallelamente si viene a intessere un rapporto tra i gruppi digitali delle pannocchie e quelli “centrali” dell’associazione. La presenza digitale della pannocchia è quindi garantita da questi canali proiettati su social network; quella fisica, dalla partecipazione dei singoli come pastafariani alle realtà locali di cui già erano parte (per i dettagli riguardanti la nascita della CPPP si veda cap. 2.7; per i legami del quadrumvirato con le realtà locali, si veda cap. 4.9).
Le pannocchie che compongono la CPI non sono quindi “accampate” in una piazza, o rintracciabili in un luogo che le definisca. La loro aggregazione avviene a partire da canali digitali che non deperiscono terminati i singoli eventi, e continuano ad essere utilizzati per condividere informazioni tra i diversi gruppi prima, durante e dopo il termine degli stessi. Se un’occupazione territoriale prolungata e illegale è quanto caratterizza #Occupy, la CPI ne mette in scena una “intermittente” e del tutto legale. Non ritengo tuttavia che questa differenza nell’applicazione delle logiche di aggregazione sia indicativa di una divergenza con il modello proposto di Juris, quanto delle strategie che animano i due gruppi. Puntando al riconoscimento statale, la CPI non avrebbe ragione di muoversi al di fuori della legalità; la sua intermittenza può in realtà essere intesa come il sintomo di una stabilità maggiore, considerando la nascita dell’associazione nel 2014, la sua crescita negli anni successivi e il dialogo costante con le numerose realtà territoriali con cui si interfaccia (si veda cap. 4.9 per una descrizione degli eventi cui la CPPP ha aderito, e nel corso dei quali si è trovata a dialogare con altri gruppi e associazioni).
Questo presidio territoriale si concretizza quindi in una forma molto più versatile rispetto a quella assunta dagli accampamenti di #Occupy. Ciascuna pannocchia esiste come una circoscrizione territoriale alla quale corrisponde uno spazio digitale perennemente occupato e
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utilizzato come mezzo di comunicazione, e che in qualunque momento può decidere di attivarsi sul territorio, a partire dal network in questione. L'allacciamento fisico e digitale si accompagna a una costituzione di legami con le realtà territoriali già menzionate. La presenza della CPI è quindi fisica e digitale allo stesso tempo, o meglio: esiste perennemente all'interno dei social network, per giungere ad aggregarsi qualora lo desideri. Questa doppia costituzione, oltre a rendere la Chiesa molto più resistente di #Occupy a qualunque tentativo di sgombero o di limitare la sua libertà fisica, favorisce la costituzione di legami tra i fedeli che occupano ciascuna pannocchia, e quindi la formazione di un forte senso comunitario, nel modo in cui i diversi gruppi interagiscono tra di loro, ancor prima che a livello istituzionale tenendo conto dei legami di amicizia che legano i singoli fedeli.