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Lucido ricavato dalla Relazione sulla Rocca di Rimini del 1526 di Antonio da Sangallo il Giovane e Michele Sanmicheli.

sullo Stato delle Rocche di Romagna di Antonio da Sangallo il Giovane e Michele Sanmicheli. La Relazione era tuttavia già cono- sciuta, e Camillo Ravioli (scriven- te 1843-1889) compì uno studio su di essa nel 1854, avendola scoper- ta tra i fogli di architettura della biblioteca di “S.E. il signor princi- pe D.Cosimo Conti” (Ravioli, 1854, p. 130) a Firenze.

Passata successivamente sul mer- cato antiquario, fu acquistata da Beltrami che la diede alle stampe nel 1902; lo stesso studioso la pos- sedeva ancora nel 1917.

Il lucido conservato alla Biblioteca Gambalunga di Rimini, infatti, contrariamente all’opinione di Mancini (1958, p. 99), non è quello servito per la pubblicazione del 1902, poichè lo stesso Beltrami ci fa sapere nelle iscrizioni poste a mar- gine del presente foglio che il suo primo ricalco “andò smarrito”. Facendo seguito a una richiesta della Direzione Generale per le Antichità e Belle Arti di Roma del 24 Novembre 1917, Beltrami fu in grado infatti di fornire un nuovo lucido ricavato dall’originale san- gallesco o sanmicheliano, ancora in suo possesso.

L’architetto milanese inviò a Roma otto immagini antiche di Castelsismondo, tra le quali il luci- do, “per gli studi di restauro della storica Rocca” (cfr. Documento n° 12), probabilmente danneggiata dal forte terremoto che un anno prima, nel 1916, colpì Rimini. Beltrami stesso indicò alla

Direzione Generale, “a studi com- piuti”, la volontà che gli otto fogli sul castello riminese, tra i quali oltre al presente erano planimetrie e vedute dei secoli XVIII e XIX, fossero lasciati “alla Biblioteca Comunale di Rimini”.

Presso la Biblioteca Gambalunga, infatti, non era possibile consulta- re i fondi antichi alla ricerca di immagini della rocca, quasi certa- mente perché si era in periodo di guerra, come evidenziato da Francesco Malaguzzi Valeri in una lettera scritta nel 1917 all’ispettore ai monumenti Tosi (documento n° 11). In quell’anno erano in corso sondaggi sul castello riminese, ed è ipotesi plausibile che proprio Malaguzzi Valeri avesse sollecita- to Luca Beltrami a fornire docu- mentazione sul fortilizio.

La Delbianco (2003, p. 200) giusta- mente annovera il lucido come testimonianza della più antica pianta nota di Castelsismondo, preziosa inquanto in grado di documentare lo stato della rocca nel primo quarto del Cinquecento, e alcune modificazioni che erano intercorse rispetto allo stato origi- nario quattrocentesco. In partico- lare, si riscontra nel lucido l’ag- giunta dei bastioni poligonali nella cinta esterna.

Il ritrovamento tra i disegni degli Uffizi di un foglio di mano di Antonio da Sangallo il Giovane raffigurante metà della planime- tria del castello di Rimini (GDSU 819A verso), non ha diminuito il valore di questo lucido, testimo-

nianza “di seconda mano” ma di estrema importanza.

Lo schizzo degli Uffizi consente infatti un confronto interessante col lucido-Beltrami, e in particola- re certifica che le misure, espresse in piedi romani, corrispondono sia nella prova autografa del Sangallo a Firenze, sia nella ripro- duzione dell’architetto milanese. È possibile quindi constatare che il foglio della relazione sangallesca del 1526 in possesso di Beltrami riguardante Rimini, noto solo attraverso questa riproduzione della Gambalunga, ha una totale rispondenza di misure con quello degli Uffizi. Quest’ultimo sembra

essere un passaggio preparatorio per la versione finale del resocon- to sulle rocche romagnole da con- segnare a Papa Clemente VII, del quale il ricalco gambalunghiano è riproduzione.

Il confronto che può esser stabilito tra il lucido, derivazione della “bella copia” da consegnare al Pontefice, e l’abbozzo del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi è di grande interesse, poi- ché tra le due versioni si riscontra- no differenze proprio nella forma del perimetro murario esterno con bastioni pentagonali (si veda a proposito la scheda di GDSU 819A verso).

1917

Matita nera, penna e inchiostro nero su carta

mm 146 x 116

Rimini, Biblioteca Gambalunga, H 5.4 n°2

PROVENIENZA

Concessione dell’autore nel Dicembre 1917, ad uso studio per restauri, alla Direzione Generale di Antichità e Belle Arti di Roma. Passaggio in base alle disposizio- ne del donatore stesso dalla Direzione Generale di Roma alla Biblioteca Gambalunga di Rimini, l’ 11 Marzo 1921. Timbro Massera. ISCRIZIONI

Annotazione manoscritta a matita rossa nell’angolo in alto a sinistra: “n.2”; annotazione manoscritta a penna e inchiostro nero in alto: “Riminj”; annotazioni manoscritte a penna e inchiostro nero: “A”; “B”; “C”; “D”; “E”; “F”; “G”. BIBLIOGRAFIA

Ricci, 1924, p. 147, fig. 191 (Camillo Ravioli); Mancini (1958), p. 100, n° 24 (Camillo Ravioli); Zavatta (2006), pp. 39-40.

MOSTRE

Rocche di Romagna, Imola 1958, n° 24.

L’attribuzione di questo foglio della Biblioteca Gambalunga di Rimini all’ingegner Camillo Ravioli (scrivente 1843-1889) è dovuta a Corrado Ricci (1858- 1934), che lo pubblicò nel 1924 come pianta derivata dal disegno incluso nella relazione sullo stato delle rocche di Romagna di Antonio da Sangallo il Giovane e Michele Sanmicheli. Questa plani- metria sarebbe stata quindi ese- guita dallo studioso che aveva potuto vedere le carte della rela- zione (Ravioli, 1854, pp. 126-139) prima che questa venisse intera- mente pubblicata da Beltrami nel 1902.

L’attribuzione non è stata finora messa in dubbio sia per l’autorità di Corrado Ricci, sia per il fatto che il ravennate, con ogni probabi- lità, conosceva personalmente Luca Beltrami, a cui questo foglio era appartenuto. Tra i pochi esem- plari della Relazione sullo stato delle Rocche conservatisi (l’opu- scolo nuziale, stampato dalla tipo- grafia Allegretti di Milano, è un esile fascicolo di poche pagine), il più interessante è forse quello della Biblioteca Classense di Ravenna (inv. 3210), poiché pro- viene proprio dalla collezione di Corrado Ricci. Considerato che il libretto, stampato in occasione

L

UCA

B

ELTRAMI

(1854-1933)

Riduzione in scala della pianta di Castelsismondo, da Antonio da Sangallo