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Foschi (1960), p. 6; Pugnaloni (1984), p. 148; Adams-Pepper (1994)(6), pp. 163, 348 (ill.). MOSTRE

Rocche di Romagna, Imola 1958, n° 2 (esposta la fotografia del dise- gno).

Il disegno della pianta con relazione della rocca di Cervia si presta ad alcune interessanti osservazioni, se confrontato con la restituzione che Beltrami (1902, pp. 34-35) diede delle iscrizioni rilevate nella secon- da copia in suo possesso della peri- zia sulle rocche della Romagna (si veda a proposito la scheda di 889A). La tecnica espressa in questo foglio, con i punti di intersezione forati da punta di compasso, trac- ciati a stilo, e ripresi a inchiostro, lascia intendere che si tratti di copia presa da un altro disegno. La planimetria della rocca, delinea- ta a sinistra del foglio, trova precisa corrispondenza con quella pubbli- cata da Beltrami nel 1902, ma manca nel disegno 890A degli Uffizi una buona parte del “Memoriale per la fabrica di Cervia” riportato dall’architetto milanese all’aprirsi del secolo scorso.

La parte di relazione omessa in GDSU 890A e presente nella ver- sione di Beltrami è un puntiglioso calcolo di spesa per vari materiali per l’edificazione (mattoni, rena, acqua) e per “tre maestri” che avrebbero dovuto mettere in opera le istruzioni fornite da Antonio da Sangallo il Giovane e Michele

Sanmicheli.

Tenuto conto di queste valutazio- ni, non è del tutto chiaro se l’inten- to degli architetti fosse quello di porre semplicemente rimedio al problema del “muro di fuora”, che stava crollando a causa del rigon- fiamento del terrapieno causato dalle piogge, o se, come nel caso di Ravenna, il “memoriale” suc- cessivo alla relazione sullo stato della rocca riportato da Beltrami fosse una sorta di “preventivo” in funzione di una totale ricostruzio- ne del fortilizio.

La rocca cervese era infatti in stato di gravissimo degrado, e nell’in- capacità di costituire valida difesa. Questo è confermato dalle notizie appuntate sulla planimetria della città e delle mura di Cervia con- servata tra le piante militari del cinquecentesco Codice De Marchi (Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Fondo Nazionale, II. I. 280); in realtà spettante a Giovan Battista Belluzzi (Lamberini 2007, pp. 256-257).

In alcuni rilievi redatti tra 1546 e 1551 stilati da Gian Battista Belluzzi contenuti in questo volu- me, alla carta 65 si trova un accu- rato disegno a colori di Cervia, dove la rocca ha una pianta del tutto rispondente a quella delinea- ta da Antonio da Sangallo il Giovane (Lamberini 2007, tav. 92). Su di essa venne tuttavia annota- to: “Rocca vecchia/ fatta magaz- zi/ni”, evidente ed incontestabile testimonianza di degrado e del fatto che non fu fatto nulla in

seguito alle istruzioni date dal Sangallo e da Michele Sanmicheli nel 1526. Il cattivo stato rilevato dagli architetti inviati da Clemente VII nel volger di vent’anni ridusse infatti il castello cervese da fortez- za, a semplice deposito.

Sfavorevoli contingenze storiche impedirono di restaurare la rocca secondo le istruzioni del 1526 di Antonio da Sangallo il Giovane e Michele Sanmicheli, poiché la città di Cervia tornò nel 1527 sotto il dominio veneziano, e fu riannessa allo Stato della Chiesa solo nel 1529. Anche in questo caso, infine, per

la maniera di scrivere la lettera “h”, Adams e Pepper apposero una datazione alternativa al 1526 avanzando l’ipotesi che il foglio 890A fosse una riproduzione ese- guita “dopo il 1530”.

Depongono a sfavore di questa opinione le numerose cancellature nel testo, che fanno pensare che si tratti di una stesura appena prece- dente e più incerta, probabilmente preparatoria rispetto al disegno datato 1526 pubblicato da Bel- trami, che aveva peraltro un memoriale più completo, come si è già avuto modo di sottolineare.

1526

Penna e inchiostro metallogallico su carta bianca; evidente segno di piegatura al centro del foglio. mm. 290 x 411

Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, 891A recto e verso. PROVENIENZA

Donazione di Antonio d’Orazio d’Antonio da Sangallo al Gran- duca Francesco I Medici il 24 Settembre 1574 (Volume XVII “dis.[egni] di cervia”). Aggiunto nel IV volume di disegni di archi- tettura (piante di città, e fortezze) acquistato da Gasparo Gaddi nel 1778; ricomposto e riordinato dal libraio Baragli nel giugno 1778 come VII volume d’architettura della Real Galleria; Pelli (1784, c. 400 verso) “volume VII” segnato anche col n. 179 (327 disegni di fortificazioni); Scotti (1832, cc. 79 recto e verso) volume n. 210 (327 disegni di Antonio da Sangallo); Pini (1854), vol. X, p. 60 (collocazio- ne “Volume VII c. 35 verso n. 71”); Milanesi (1880), vol. V, p. 503 (col- locazione “Volume VII c. 35 verso n. 71”); timbro Uffizi (L. 930).

FILIGRANA

Luna con raggi nel cerchio, simile per disegno e misure a Briquet n° 5222.

ISCRIZIONI

Al recto, a penna e inchiostro metal- logallico: “porta di ciervia”; “voto 60”; “voto 60”; “porta di ciervia”; “muro”; “da questa/ al spatio pa[ssi] 20”; “case”; a destra in alto: “porta di ciesi[ena]”; “torre bone”; “casetta”; “contraforti”; “qui e spa- tio 20 passi”; “casa”; “voto/ cie 4 casette”; “in p”; “canale”; “magazi- no grande da disfare”; “porta di rame nuovo”; “da questa banda e voto p 20 4 casette 79”; annotazione di mano posteriore ad Antonio da Sangallo il Giovane: “Di Cervia”; Annotazione manoscritta a matita nera: “57”; “578”; al verso: a destra al centro: “Di cervia”; a sinistra: “voto pieno di terra”; “la torre sie masi- cia/ fino a sopra terra/ piedi/ el voto della torre sie/ per uno verso piedi 20/ per laltro 12 oncie e di/ fatta in due volte”; “Di fuora”; “sopra terra piedi 36/ questa torre a di/ scarpa el quarto/ alta sopra laqua/ piedi 40”; “li mura sono alto/ piedi 30 sopra torre”; “case- no”; “Contraforti”; “fondamento”; “voto/ piedo/ dita”; Annotazione manoscritta a matita blu nell’angolo in basso a sinistra: “891”.

Annotazione manoscritta a matita nera nell’angolo in basso a destra: “Ces.”.

A

NTONIO DA

S

ANGALLO IL

G

IOVANE

(1484-1546)

Pianta della città di Cervia con le sue fortificazioni (recto) e pianta della