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Mulino da polvere nella rocca di Cesena; macina nella rocca di San Leo e Pitigliano (recto); ripresa del disegno della macina di Cesena (?) (verso)

simile sistema di macine disegna- to da Giuliano da Sangallo (Siena, Biblioteca Comunale, Vol S IV 3, carta 49 verso).

Il sistema di macina e mulino con una grande ruota mossa da caval- li (Antonio ci fa sapere che ne ser- vivano due per macinare la polve- re, uno per macinazioni più sem- plici), e anche quello con grosse palle di pietra o di ferro (nel pre- sente disegno “palle di canone di ferro colate”) che facessero effetto di volano, erano dunque ben noti ad Antonio da Sangallo il Giovane fin dalla loro codificazione tardo quattrocentesca. La meccanica fu certamente tra gli interessi costan- ti dell’architetto fiorentino, come testimoniato da molti disegni degli Uffizi in cui sono raffigurati simili congegni, un tempo raccolti nell’VIII volume della Real Galleria.

Nel caso del foglio GDSU 1442A recto e verso, abbiamo la rappre- sentazione di due tipologie di mulini, riscontrati, ce lo fa sapere il rilevatore stesso, “nella rocha di Ciesena” e “in Santo Leo e in Pitigliano”.

Queste ultime due località citate sono sempre state riconosciute in Pitigliano presso Siena, e in un San Leo “nella campagna roma- na” (Ferri 1885, pp. 84, 114). Tuttavia, due località con lo stesso nome si trovano anche, peraltro vicine tra loro, nei pressi di Sansepolcro e Anghiari.

La macina della rocca di Cesena è delineata già in forma simile in

GDSU 819A recto assieme a quella – non molto differente – per il castello di Rimini; ne ricorre un’al- tra sempre presso Cesena in GDSU 1461A verso.

Quella di Pitigliano (considerando l’opzione senese) invece trovereb- be nuovo riscontro in GDSU 852A. Tra la serie di disegni di genere ingegneristico, i mulini delle due località testimoniate in questo foglio furono certamente tra i più studiati e riprodotti.

Analogie di funzionamento e struttura con la macchina cesenate possono esser ancora osservate nei fogli GDSU 1467A con il “mul- lino” di Arezzo, e in GDSU 1495A per l’uso di cavalli come forza motrice di grandi ruote che muo- vono i restanti ingranaggi.

Di contro, i fogli GDSU 1445A recto e 1446A recto, rispettivamen- te relativi a Pisa e Ancona, attesta- no la diffusione di macine funzio- nanti con pesi sospesi, come quel- le di San Leo e Pitigliano.

La Scaglia (1994)(3), p. 219) ha proposto per GDSU 1442A, in analogia col periodo dei rilievi sulle rocche romagnole, una data- zione al 1526.

Curti tuttavia (1985, p. 49), stu- diando i disegni relativi a Piti- gliano in Toscana conservati agli Uffizi (oltre al presente e al già segnalato GDSU 852A recto, i fogli GDSU 811A e 812A), appose una datazione per i lavori sangalleschi di fortificazione della cittadina negli ultimi anni dell’attività del- l’architetto, tra 1543 e 1545.

Che in breve volger di tempo, nel 1526, Antonio da Sangallo il Giovane potesse esser stato sia a Cesena, sia a San Leo, sia a Pitigliano non è da escludere. I disegni relativi alle due località registrate sul foglio riguardante Cesena potrebbero indicare che Antonio da Sangallo il Giovane, alla fine della missione in Romagna e a Parma e Piacenza del 1526, tornò a Roma, come rac- conta Vasari, dopo esser passato da Firenze, dove era richiesto da Machiavelli, trovando sul suo per- corso prima Pitigliano, infine San Leo.

Se le due città fossero invece quel- le nell’aretino, è probabile che Antonio le avesse visitate sulla via che da Roma lo aveva condotto in Romagna all’inizio del 1526. Nel disegno GDSU 1442A una fili-

grana con pellegrino del tutto uguale a quella del foglio GDSU 1200A recto (ponte e arco di Augusto a Rimini) è indizio di una contiguità cronologica nel 1526 dei due fogli. Questa suppo- sizione avvicina peraltro il dise- gno anche a GDSU 819A recto e verso, dove è disegnato il medesi- mo mulino di Cesena insieme, non a caso, ad alcuni rilievi riguardanti le fortificazioni rimi- nesi.

Questi incroci sembrano conferire ulteriore conferma alla datazione 1526 per i fogli riguardanti Cesena e Rimini, località già attestate in uno stesso disegno, oppure su fogli in qualche modo “parenti” sia per filigrana, sia per dimensio- ni, sia per tecnica disegnativa e forse anche appartenenti a un medesimo taccuino smembrato.

1526?

Penna e inchiostro metallogallico su carta bianca. Tagliato all’angolo in alto a sinistra e in basso a destra. Evidente segno di piegatu- ra al centro, restauri, macchie. mm 290 x 428

Firenze, Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi, 1461A verso.

c : e : e b d : f : g f a : FILIGRANA

Sirena nel cerchio. Briquet n° 13899.

ISCRIZIONI

A penna e inchiostro metallogalli- co (b): “Longitudini/ atrii/ piede 20/ Latitudine delle allee”; (c): “Longitudine atrii modulo della alia/ in minute 40/ Latitudine delle alve e una parte in minuti overo moduli”; (d): “In ciascuno loco senpre/ ciascuna ala a esere/ larga moduli 42/ di quelli moduli dove/ si trova/ Tutte a due alie/ insieme sono 8”; “da capo li moduli/ saranno picoli/ da pie saranno/ grandi”; (e): “La propor- tione chel da delatrio sie delcorpo di mezo/ e le alie sono agiunte

Come qui”; “Questo mezo sta/ bene”; “atrio”; “porta tabulini”; “alteza tabulinj”; “100 largheza atrio”; (g): “Per pestare la polve- re”; “Nellagra di Ciesena”; “Farina”; “B[raccia] 8”; (f): “L vi”: “Vitruvio”; “Vitruvio”; “Vitruvio”. Annotazione manoscritta a matita blu nell’angolo in basso a sinistra: “1461” (a); annotazione mano- scritta a matita nera nell’angolo in alto a sinistra: “104”.

BIBLIOGRAFIA

Ferri (1885), p. 24; Scaglia (1994)(5), pp. 233, 432 (ill.); Zavatta (2006), p. 31.

Questo foglio reca nel recto e nel verso riflessioni sull’architettura di Vitruvio, ed in particolare su argo- menti del VI Libro, mutuate dalla traduzione del trattato dell’archi- tetto antico pubblicata da Cesa- riano nel 1521. Il rapporto con il libro di Cesariano è provato dalle diciture “moduli” e “minuti”, peculiarità dell’architetto lombar- do (Scaglia, 1994(4), p. 232-233; Ead., 1994(5), p. 233).

Oltre alle riflessioni sull’architet- tura vitruviana, nel quarto in basso a sinistra del presente foglio si trova segnato il disegno di un mulino di Cesena.

Come giustamente ha ipotizzato

A

NTONIO DA

S

ANGALLO IL

G

IOVANE

(1484-1546)

Studi per un atrio (da Vitruvio); proporzioni; mulino per macinare la pol-