GLI STRUMENTI PER LE POLITICHE PUBBLICHE
8. Le manovre degli ultimi sette anni consentono di cogliere le incertezze che hanno contraddistinto la distribuzione del prelievo
Le stime riportate nelle Relazioni tecniche suggeriscono, innanzitutto, che dei 145 miliardi di maggiori entrate nette iniettate nel sistema tributario, la parte chiaramente 1
Eurostat, Taxation trends in European Union, 2014. 2
riconducibile a misure di natura redistributiva dovrebbe commisurarsi ai due terzi circa (poco più di 95 miliardi). Anche in questo caso, si tratta di effetti accumulati nell’intero periodo 2008-2015, come risultato delle maggiori e delle minori entrate recate dai provvedimenti varati in ciascun anno ed aventi carattere strutturale.
Peraltro, l’impatto redistributivo complessivo si concretizzerebbe in un rilevante aggravio impositivo, articolato in maniera alquanto differenziata fra i diversi segmenti di base imponibile (grafico 5). Ad essere premiato sarebbe solo il fattore lavoro che, secondo le valutazioni ufficiali, avrebbe fruito nel periodo di un significativo ridimensionamento del prelievo: decisive, in proposito, le misure varate con le leggi di stabilità 2013 e 2015 e con il DL 66/2014, che hanno ridotto la tassazione sui redditi delle persone fisiche e, soprattutto, il costo del lavoro3 per le imprese. Di importanti riduzioni di gettito è accreditata anche la legge di stabilità 20144 ma, trattandosi solo di effetti riflessi di alcuni interventi di contenimento della spesa, appare arduo ascriverli a politiche di riduzione del carico fiscale.
GRAFICO5 GLI EFFETTI REDISTRIBUTIVI DELLE MANOVRE2008-2014
(EFFETTI CUMULATI)
Fonte: elaborazioni Corte dei conti su dati MEF
Per contro, risulterebbero penalizzati:
a) i redditi d’impresa che, fin dal 2008, subiscono il maggior onere derivante da misure come la ridotta deducibilità ai fini IRES e IRAP degli interessi passivi o come la revisione dei criteri di svalutazione dei crediti e degli accantonamenti per rischi su crediti;
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E’ il caso di misure come la deduzione integrale del costo del lavoro dalla base imponibile IRAP, gli sgravi contributivi per assunzioni a tempo indeterminato, l’adeguamento delle detrazioni per carichi di famiglia, l’introduzione del bonus da 80 euro (per la parte che si traduce in un abbattimento dell’IRPEF), la previsione di un nuovo regime forfettario per i lavoratori autonomi.
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Si tratta del minor gettito derivante da misure quali l’introduzione di un contributo di solidarietà a carico delle -20.000,0 -10.000,0 -10.000,0 20.000,0 30.000,0 40.000,0
R. Lavoro R. Impresa Consumi Immobili R. capitale
m
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b) il patrimonio immobiliare, “colpito” dall’introduzione dell’IMU e dall’adeguamento delle rendite catastali (DL 201/2011 );
c) i consumi, il cui gettito ha subito una decisa accelerazione soprattutto a seguito di due aumenti dell’aliquota IVA ordinaria, di diciotto ritocchi alla base imponibile e ai meccanismi di determinazione e di liquidazione dell’imposta, nonché di ventisei inasprimenti delle accise gravanti sui prodotti petroliferi, sugli alcolici e sui tabacchi;
d) i redditi da capitale, infine, sui quali nei sette anni si è intervenuti con ben ventotto provvedimenti, i più pesanti dei quali (aumenti ripetuti dell’imposta di bollo e aumento dal 20 per cento al 26 per cento dell’aliquota di tassazione delle attività finanziarie) concentrati in tre annualità (2011, 2012 e 2014).
La ricomposizione generata da sette anni di manovre, insomma, ha consegnato al 2015 un assetto impositivo che, rispetto alle evidenze dell’ultimo anno pre-crisi (il 2007), risulta avere dato seguito solo in parte agli obiettivi declinati dalla politica fiscale. In sostanza, la redistribuzione si è tradotta in aumenti impositivi sul patrimonio immobiliare, sui consumi e sulle rendite, senza che a ciò si accompagnasse un’equivalente riduzione del prelievo sui fattori produttivi.
IL CONTRASTO ALL’EVASIONE COME STRUMENTO DI COPERTURA NELLE
MANOVRE2008-2014
9. Dell’evasione fiscale nel nostro paese si discute molto ma non si conosce mai abbastanza. Le valutazioni sulle dimensioni del fenomeno si moltiplicano e, dopo essere state per lungo tempo relegate nel mondo accademico, hanno assunto da qualche anno anche una veste di ufficialità grazie agli approfondimenti dell’Agenzia delle Entrate, recentemente recepite nei documenti di programmazione di finanza pubblica5.
Le stime più recenti6 sottolineano le dimensioni molto elevate del fenomeno, sia pure in associazione con una qualche tendenza all’aumento della tax compliance .Il confronto internazionale continua, tuttavia, a vederci penalizzati: nel 2013, l’incidenza sul Pil dell’economia sommersa (aggregato più ampio dell’evasione), sarebbe stata pari al 21,1 per cento, quasi due punti oltre la media stimata per 31 paesi europei ma, soprattutto, da 7 a 14 punti in più rispetto alle economie più mature (grafico 6).
In entrambi i casi si tratta di stime, utili e necessarie per conoscere il fenomeno e per disegnare le più idonee politiche di contrasto ma, certo, non sufficienti per verificare gli effetti prodotti sul gettito dai provvedimenti che di tale politiche sono espressione.
5
In linea con l’esigenza affermata dal DL 66/2014 (art. 6) di dare attuazione a “gli obiettivi di stima e monitoraggio dell'evasione fiscale e di rafforzamento dell'attivita' conoscitiva e di controllo di cui agli articoli 3 e 9 della legge 11 marzo 2014, n. 23” (legge delega recante disposizioni “per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita”).
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MEF- Agenzia delle entrate, Rapporto sulla realizzazione delle strategie di contrasto all’evasione fiscale, sui risultati conseguiti nel 2013 e nell’anno in corso, nonché su quelli attesi, con riferimento sia al recupero di gettito derivante da accertamento all’evasione che a quello attribuibile alla maggiore propensione all’adempimento da parte dei contribuenti (art. 6 del decreto legge 24 aprile 2014 n. 66), ottobre 2014). Nel Rapporto si misura il tax gap (cioè il divario tra le basi imponibili potenziali, misurate a partire dagli aggregati di contabilità nazionale, e le basi imponibili dichiarate dai contribuenti) per le principali imposte (IVA, IRES, IRPEF imprese-lavoro autonomo e IRAP), pervenendo a quantificare in circa 91 miliardi di euro il valore delle imposte sottratte a tassazione, nella media degli anni 2007-2012.
Una constatazione, questa, che assume una valenza particolare allorché si pretenda di assumere gli incerti esiti attesi da misure di contrasto all’evasione come strumento di copertura di maggiori spese o di minori entrate certe.
GRAFICO6 L’ECONOMIA SOMMERSA INEUROPA(2013)
Fonte: Friedrich Schneider, The Shadow Economy in Europe, 2013
10. E’ in questo contesto che vanno esaminate le misure intestate al contrasto