Tra il 1951 e il 1968, prima a teatro poi in televisione, si impongono le circa quaranta pièces di Dubé. Come era accaduto a Gélinas con la radio, per Dubé produzione teatrale e produzione televisiva vanno di pari passo, senza che l’una escluda necessariamente l’altra. In un’intervista Dubé dichiara:
JOURNALIST L'immense avantage de la télévision, cependant, c'était la grande diffusion.
M. D. - La diffusion d'Un simple soldat et de Florence en 1957 a eu un gros impact, bien sûr. Mais l'avantage au théâtre, c'est d'avoir la réaction du public immédiatement et non pas par la voie des journaux ou des cotes d'écoute. Les plus beaux moments que j'ai connus à mes débuts, ce qui m'a étonné et bouleversé, c'est le silence et l'attention que le public manifestait. Ce qui confirmait qu'il y avait un intérêt pour ce que j'écrivais. JOURNALIST Vos pièces ont souvent connu un passage de la télé au théâtre. M. D. - Oui, mais cela n'a jamais été pensé, planifié. Un mois après la diffusion d'Un simple soldat, conçu pour la télé, Gratien Gélinas m'appelle et me dit qu'il trouve au texte une grande puissance dramatique, qu'il souhaite que je l'adapte pour le présenter à la Comédie-Canadienne. Les choses se sont souvent passées de la sorte. Je n'écrivais pas en fonction de la télé et du théâtre à la fois. Cela se serait avéré très mauvais de le faire, parce que, lorsque j'écrivais pour la scène, j'étais encore plus restrictif et je medonnais plus de contraintes que pour la télévision.75
La sua produzione si divide in due periodi secondo il diverso milieu social che descrive. Dal ’51 al ’60 porta sulla scena il mondo operaio e tutta una serie di personaggi che aspirano a una vita migliore, ma che non riusciranno mai a uscire dalla loro condizione. Unica eccezione Florence: la prima di una nuova generazione di donne decisa a rompere con gli schemi del passato e che col suo lavoro riesce a liberarsi dalla dipendenza economica di un uomo. In questa fase la lingua si allontana dalla norma per avvicinarsi quanto più possibile alla lingua parlata. A partire da Bilan è la borghesia la protagonista delle sue opere. I personaggi che caratterizzano questa seconda fase sono uomini e donne che hanno acquisito soldi, potere e prestigio i cui successi vengono ostacolati dalla meschinità altrui. La lingua subisce un riavvicinamento alla norma. Lo stesso Dubé giustifica l’alternanza dei due registri affermando che la parlata popolare renderebbe le sue opere «difficilement exportables» prendendo coscienza dell’«importance de la langue française comme condition déterminante, primordiale, indissociabile, de notre survivance76». Da un punto di vista politico Dubé si oppone al regime di Duplessis aderendo ai movimenti indipendentisti. Nelle sue opere l’autore lega il destino dei suoi personaggi a quello collettivo del Québec, giustificando l’impotenza personale con l’impotenza collettiva e viceversa. La sua produzione ha molti aspetti in
75 M.A. Brault, Bilan : entretien avec Marcel Dubé, Revue de théâtre, n° 106, (1) 2003, p. 66-73. http://id.erudit.org/iderudit/26205ac
comune con quella di Gélinas, primo tra tutti il concetto di realismo applicabile a entrambe le produzioni. Scenari urbani e generalmente popolari, una lingua che rispecchia l’oralità e la critica ai valori tradizioni si fondono con la necessità di una presa di coscienza e l’affermazione di un’identità collettiva.
Gli anni ’70 possono essere considerati la nuova età dell’oro del teatro quebecchese. In soli dieci anni cresce il numero delle sale non solo a Montreal ma in tutto il Québec. I Drammaturghi locali sono estremamente produttivi e acclamati dal pubblico. In quegli anni il movimento di contestazione globale investe anche il Canada e la jeunesse québecoise vede nella scena teatrale il luogo e lo strumento privilegiato per i dibattiti sulle questioni ideologiche e sociali. I teatri stabili si sentono minacciati da questa “ondata” di contestazioni e se alcuni cercano difendere le loro programmazioni opponendo resistenza, altri tentano inserirsi in essa: «il nous faut un théâtre radical, indépendant, chaotique, anarchique contre les théâtres institutionels77» dirà Ronnie Davis, fondatore della San Francisco Mime Troupe. La volontà di rottura con la tradizione teatrale precedente è netta, così come il desiderio di prendere le distanze dall’onnipresente cultura francese. Nel gennaio del ’68 Hamlet, prince du Québec di Robert Gurik 78 propone una lettura dell’attualità politica della provincia in chiave parodica. Nell’estate dello stesso anno Yvan Canuel79 inserisce nella programmazione del Festival de Sainte-Agathe La Cid Maghané di Réjan Ducharme80, un’opera che si configura come un vero affronto al teatro classico e alla cultura francese. Nel mese di dicembre, gli allievi del terzo anno della sezione di francese dell’École Nationale protestano contro l’accento parigino impostoli dai programmi scolastici e contro il gap tra il teatro a cui vengono formati e la società in cui vivono. Alcuni di loro fondano Le Gran Cirque Ordinare la cui creazione T’es pas tannée, Jeanne d’Arc? propone una riflessione sulla storia del Québec e sul suo presente. Durante lo spettacolo si contestano apertamente il repertorio teatrale straniero e una drammaturgia di tipo tradizionale alla quale si dovrebbe sostituire la spontaneità, la polivalenza e la provocazione. Nel 1969 Jean-Claude Germain 81 fonda il Théâtre du Même Nom (TMN), riferimento ironico e provocatorio al Théâtre du Nouveau Monde (TNM).
77 R. Davis, 1962.
78 Robert Gurik nasce a Parigi da una famiglia ungherese e si stabilisce a Montreal all’inizio degli anni ’50. Con le
Chant du Poète vince il primo premio presso l’Association Canadienne du Théâtre Amateur. Da allora scriverà una
trentina di pièces. Ad oggi insegna all’Università di Montreal.
79 Yvan Canouel (Mont-Joli, 8 Aprile 1935 – Ottawa, 26 Dicembre 1999) è un attore qubecchese divenuto celebre grazie alle sue apparizioni televisive. Sposato con l’attrice Lucille Papineau è il pare di Nicolas Canuel, anche lui attore, e del regista Éric Canuel.
80 Réjean Ducharme (Saint-Félix-De-Valois 12 Agosto 1941) è uno scrittore, drammaturgo, sceneggiatore e scultore quebecchese. Personaggio molto schivo, non rilascia mai un’intervista e limita al minimo le sue apparizioni in pubblico.
81 Jean-Claude Germain (Montreal, 18 Giugno 1939) è un sceneggiatore, scrittore, attore, drammaturgo, giornalista e storico quebecchese. Direttore artistico del Théâtre d’Aujourd’hui dal 1972 al 1982 è autore di numerose pièces.
Il teatro di rottura e di contestazione ingloba anche i movimenti femministi che invado il paese dalla fine degli anni ’60. Le donne quebecchesi si scoprono pronte a combattere la lotta per la parità dei diritti. Le donne di teatro, deluse per la fredda accoglienza riserbata alle loro riflessioni circa il rapporto hommes-femmes sulla scena, si riuniscono in gruppi, talvolta anche misti, per meglio definire le loro posizioni. Da uno di questi gruppi composto da attrici, militanti femministe, lavoratrici e chômeuses sorge nel 1973 Le Théâtre des Cusines, il cui primo spettacolo dal titolo Nous aurons les enfants que nous voulons prende una chiara posizione nel dibattito sulla contraccezione e sull’interruzione di gravidanza. La seconda Maman travaille pas, a trop d’ouvrage affronta il tema del lavoro domestico. Altri celebri collettivi furono il Théâtre des Filles du Roy (1976) a Hull, La Comune à Marie (1978) e Les Folles Alliées (1980) a Quebec e il Théâtre Experimentales des Femmes (TEF-1979) a Montreal, che ben presto abbandona il suo orientamento radicale per diventare il luogo di creazione di molte opere di qualità. In questi collettivi le donne, oltre a esserne le fondatrici e amministratrici, assumono tutti quei ruoli che erano solitamente occupati da uomini come i tecnici delle luci o la regia. Il movimento femminista approda anche sulle scene dei grandi teatri istituzionali.