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Di seguito i personaggi e i relativi interpreti secondo l’ordine di ingresso in scena. A seguire una tabella che dettaglia la presenza in scena nei singoli personaggi nei diversi tableaux.

Le Commandant………..George Alexander Le Padre………...Albert Duquesne Jean-Paul………...Clément Latour Tit-Coq………..Gratien Gélinas Le Père Desilets……….Fred Barry La Mère Desilets………...Amanda Alaire Marie-Ange………Muriel Guilbault La Tante Clara………Juliette Bélivea Germaine………Juliette Huot Rosie………..Mary Barclay Tableaux Commandant Le Padre Jean-Paul Tit-Coq Le père La mère Marie- Ange La Tante Clara Germaine Rosie ATTO 1 I X X X X II X X X X X X III X X IV X X V X X X X ATTO 2 I X X X II X X X III X X IV X X X X V X X X

VI X X X ATTO 3 I X X II X X X X X 1 6 7 11 3 2 6 2 4 1 Tit-Coq

Arthure Saint Jean, detto Tit-Coq, è il protagonista dell’opera. Figlio illegittimo, «un enfant de l’amour199», ignora l’identità dei genitori che lo hanno abbandonato appena venuto al mondo. Viene accolto dalle suore di un ospizio che lo battezzano nel giorno di San Giovanni Battista con il nome di Saint-Jean. Della sua giovinezza abbiamo poche informazioni, sappiamo solo che esce dall’orfanotrofio all’età di 15 anni e che gli anni successivi si susseguono tra camere in affitto, ristoranti e sale da biliardo per poi arrivare al campo. Non ha mai vissuto in una vera famiglia e l’ultima volta che ha alloggiato in una vera casa risale ai suoi 16 anni quando faceva le consegne per un droghiere. Deve il suo soprannome alla sua fama di ragazzo ribelle e facile all’ira, un carattere che si è dovuto forgiare per la necessità di affrontare da solo le difficoltà che, sin da bambino, la vita gli metteva di fronte «les histoires de “je vais le dire à ma mère” avec moi, ça mène pas loin». Sotto questa corazza e sotto questa apparente freddezza si cela un uomo fragile, estremamente sensibile, pieno di insicurezze e sopratutto bisognoso di amare e di essere amato. La sua è un’esistenza di solitudine, condannato ad essa dalla sua stessa nascita.

Il Natale a casa Desilets lo ha completamente bouleversé. Per la prima volta nella vita capisce cos’è l’amore, quel sentimento di cui aveva sempre sentito parlato ma che mai aveva provato sulla sua pelle per colpa sua maudite bâtarise. Vede amore degli occhi dei Desilets che brillano di gioia nel riabbracciarsi e che la tristezza fa brillare di lacrime nel doversi salutare, nella tavola riccamente imbandita per le feste e infine in Marie-Ange. Per la ragazza prova un amore puro e sincero, quasi ideale. Il suo concetto di legittimità è molto forte all’inizio:

La fille que j’aimerai au point de lui glisser un jonc au doigt, je lui serai fidèle de la tête aux pieds d’une dimanche à l’autre, laissez-moi vous le dire! Encore une fois, faudrait pas me prendre par un buveur d’eau bénite ; mais les situations irréguliers, moi, j’en ai plain le dos, étant donné que je suis venu au monde les fesses dedans ! 200

199 TC, Atto I Pag. 17. 200 TC, Atto I pag 55.

Il sogno di Tit-Coq è il più banale, il più scontato per un uomo comune, ma altrettanto straordinario per un ragazzo della sua condizione:

Moi, je ne m’imagine pas sénateur dans le parlement, plus tard, ou ben millionnaire dans un château. Non ! Moi, quand je rêve, je me vois en tramway, un dimanche soir vers sept heures et quart, avec mon petit dans les bras et, accrochée après moi, ma femme, ben propre, son sac de couches à la main. Et on s’en va veiller chez mon oncle Alcide. Mon oncle par alliance, mais mon oncle quand même ! Le bâtard tout seul dans la vie, ni vu ni connu. Dans le tram, il y aurait un homme comme les autres, ben ordinaire avec son chapeau gris, son foulard blanc, sa femme et son petit. Juste comme tout le monde. Pas plus, mais pas moins ! Pour un autre, ce serait peut-être un ben petit avenir, mais moi, avec ça, je serais sur le pignon du monde ! 201

Questo bisogno di amore e di riscatto svanisce davanti al ritaglio di giornale che annuncia il matrimonio di Marie-Ange. L’ultimo disperato tentativo di aggrapparsi al suo sogno spinge Tit- Coq a tentare di persuadere l’amata ad abbandonare marito e famiglia per seguirlo e vivere unicamente del loro amore. Questa scelta condannerebbe anche Marie-Ange a un’esistenza di vergogna e di disonore, ripudiata dai suoi cari e dalla società, un progetto di futuro che stona fortemente con il Tit-Coq del I atto, tanto rispettoso della legge e delle regole sociali. La vita infligge una nuova grande sofferenza a Tit-Coq che esce di scena scofitto, tradito ancora una volta dall’amore e dalle regole di una società dove non sembra esserci spazio per lui.

Per quanto il finale sia drammatico una luce di speranza la si scorge nelle parole del padre. Tit-Coq abbandona Marie-Ange ma «tout ce qui tu voulais – un foyer, des enfants, l’affection d’une famille, le respect de toi-même et autrui- tout ce bonheur est encore possible avec une autre. Rien n’est perdu, sauf elle.»

Gélinas Gratien nel ruolo di Tit-Coq. Fotografia di Henri Paul. Bibliothèque et Archives du Canada

Marie-Ange

Marie-Ange è la piccola di casa, «la chouette à son père202». Operaia in una fabbrica in città ha lasciato il piccolo paese natale con grande dispiacere di mamma e papà Desilets:

À vrai dire, ça nous a couté gros de la laisser aller! Elle est notre bébé, vous comprenez. Seulement la paye elle est si bonne à la ville pour les temps qui court ! Et dans les environs, l’ouvrage est plutôt rare pour une enfant de son âge. Pas qu’on s’inquiète de sa conduite loin de nous autres ; je le dis, même si elle est à moi ! Marie-Ange, c’est une fille à sa place. Le jeune Vermette qui la ramène, je pense qu’il aurait ben le gout de la fréquenter ; mais la petite veut pas, elle, sous prétexte qu’elle a le temps pour ces folies- là ! 203

Marie-Ange ha 19 anni, è giovane, bella, solare, una ragazza di provincia romantica e un po’ ingenua. Per tutto il tempo rifiuta le attenzioni di Léopolde Vermette, «un bon parti, oui! Il gagne un gros salaire, oui! Sa famille, c’est du monde en or, oui! Et puis il sent la lotion à plein nez, oui ! Et puis il m’énerve ! Et puis c’est tout !204». È una ragazza dai sani principi, la sua condotta non lascia mai trasparire alcun dubbio. Ama follemente danzare.

La dance, moi je raffole de ça! Ah ! C’est fou ce que ça me fait la danse ! Quand je tourne au milieu de la place, je pense que la fin du monde arriverait sans me déranger. Mais, une fille qui aime la danse, vous ne trouvez pas ça trop léger, vous ? 205

202 TC, Atto II Pag. 31 203 Ibidem.

204 TC, Atto II pag. 105. 205 TC, Atto I pag. 62.

La danza rappresenta l’unico contatto fisico tra lei e il giovane soldato che può essere interpretato come un vero atto di “intimità” che la unisce nel corpo e nello spirito a Tit-Coq al ritmo dei passi e della musica. Danzano a Natale, nel salone dei Deslite sfiorando i mobili, danzano la prima sera in cui escono insieme, e infine danzano tristemente dopo aver appreso la notizia dell’imminente separazione. «Je ne danserai plus…Je danserait avec toi, quand tu seras revenu…pas avant.206» è la promessa d’amore fatta da Marie-Ange, quasi un voto di castità con cui la ragazza si consacra al suo amato. Questa privazione le costerà così cara da renderla profondamente infelice e da spingerla al “tradimento”. Oltre alla noia e alla mancanza del suo Tit-Coq deve far fronte alle pressioni dei suoi che, in nome della sua felicità, la convincono a uscire e a unirsi ad una serata danzate in compagnia di Léopolde Vermette. La promessa è stata infranta e si configura come un vero e proprio atto di infedeltà. Da quel momento Marie-Ange non sarà più di Tit-Coq, ma di un altro uomo. Sposerà Léopolde qualche mese prima della fine della guerra, cedendo alle insistenze dei suoi familiari. Pur essendo un buon partito e un marito premuroso non è amore quello che prova per lui, il suo cuore appartiene ancora a Tit-Coq. Accetta di rivederlo al suo ritorno in patria, cosa tanto insolita quanto inammissibile per una donna “per bene” e appena sposata. Marie-Ange non teme il parere contrario del marito, del padre o di Jean-Paul, non teme neanche l’ira dell’ex innamorato. È estremamente significativa la frase che mormora sottovoce «c’est pas de lui que j’ai peur207» : non ha paura di lui ma di stessa; il suo nuovo status di moglie non le impedisce di essere ancora innamorata del giovane soldato. «Je te demande pardon208» è la sola frase che riesce a pronunciare dopo il terribile sfogo di Tit-Coq. Perdono per non averlo atteso e perdono per averlo tradito rompendo la promessa. Incapace di controllarsi e di comportarsi come i costumi vorrebbero che una donna sposata si comporti tira fuori quella verità che non riesce più a trattenere: «Oui, je t’aime…Je t’aime! Je suis en train de devenir folle, tellement je pense à toi…Je suis en train de devenir folle !»209. Appare come una giovane donna estremamente fragile, inesperta della vita, che teme di pagare con la sua felicità le scelte che altri le hanno imposto in nome del comune buonsenso. Prova pietà per se stessa per aver ceduto e per non aver rispettato il giuramento fatto. In un primo momento sembra assolutamente risoluta a seguire Tit-Coq, ad abbandonare il marito e ad iniziare una nuova vita con lui, a costo di essere ripudiata dai suoi cari e dal mondo intero. Un gesto di amore folle, ma forse anche un modo per espiare la sua colpa. Lei, che era tutto il mondo di Tit- Coq, non da mantenuto la parola data ed è giusto che sconti la sua pena seguendo l’uomo che ama a

206 TC, Atto I pag. 82. 207 TC, Atto III pag. 163. 208 TC, Atto III Pag. 166. 209 TC, Atto III Pag. 169.

costo di perdere tutti suoi affetti. Questo folle piano viene fermato dall’intervento del Padre che fa riacquistare la lucidità a Marie-Ange. Sacrificandosi a Tit-Coq potrà solo rendere quest’uomo ancora più infelice, trascinandolo ancora più in basso con una relazione illegittima e condannandosi lei stessa a un’eterna infelicità. Non è improbabile che in futuro, quest’uomo che adesso la ama follemente, la allontani per cercare l’intimità di un focolare domestico che lei non può più dargli e rifiutando quel figlio «qui serait comme toi, un…par ma faute!210». In un attimo di ragionevolezza Marie-Ange invita a Tit-Coq a proseguire per la sua strada, cercando altrove la sua felicità.

MARIE- ANGE

J’ai dit que je te suivrais aussi longtemps que tu voudras. Et rien ne personne n’aurait pu me retenir. Mais tu ne veux plus e moi, à présent, tu le vois bien…Tu ne veux plus de moi.

(Tit-Coq, prostré, ne répond pas)

MARIE-ANGE

Maintenant, pars, pendant qu’on voir clair. Va-t’en, sans regarder en arrière, jamais…et publie-moi.

TIT-COQ

(Repousse l’idée, la tête dans ses mains) Non.

MARIE-ANGE

C’est pas facile, pour moi non plus, de te demander ça, tu peux me croire, mais j’aurais eu au moins ce courage là, dans ma vie. (Soumise à l’inévitable) Oui, tu vas m’oublier : ce que je y’ai volé, il faut qu’une autre te le rende. Autrement, le sacrifice qu’on fait serait perdu.

(Tournée vers le mur) Va, Tit-Coq…va !

TIT COQ

(S’est levé, péniblement. A travers ses larmes, sans jeter les yeux sur elle et presque tout en bas.) Adieu.

MARIE-ANGE

(Dans un souffle) Adieu, oui.

Le Padre

Il Padre è il curato del campo. È più che semplice un confessore e una guida spirituale, il suo personaggio ha nei confronti di Tit-Coq un atteggiamento quasi paterno che lo porta ad assumere, in svariate occasioni, il ruolo della figura genitoriale che gli è venuta prematuramente a mancare. Nei suoi interventi non troviamo se non raramente riferimenti agli insegnamenti cristiani. È un

uomo di chiesa, ma più che occuparsi della salvezza delle anime si preoccupa della felicità e del destino degli uomini su questa terra. Le sue analisi delle relazioni umane, familiari, di amicizia o amorose, sono condotte con fermezza e lucidità, lontano dalle retoriche della religione. La sua volontà di risparmiare la punizione ai due soldati per consentirgli di passare il Natale a casa ne è la prova. Il Natale è il momento in cui le famiglie si riuniscono e lui non vuole privare i due soldati di questo prezioso momento di felicità. Ecco perché quando scopre che Tit-Coq non ha due genitori con cui condividere le festività popone che «si celui qui a une famille avait la bonne idée d’inviter l’autre chez lui pour le congé des Fêtes, pourriez-vous accorder un sorsi?211». Il colloquio tra Tit- Coq e il Padre al termine del congedo natalizio è un misto fra una confessione e una chiacchierata intima con quel “padre” che non ha mai conosciuto da cui si va a cercare risposte in un momento di turbamento. Da una parte il ragazzo confessa come la vita l’abbia fino a quel momento l’abbia messo a dura prova «entre nous deux, là, j’en ai perdu gros dans ma jeunesse, moi, à cause de ma maudite bâtarise!», ma il Padre, in un atteggiamento fraterno e incoraggiante gli ricorda che «l’avenir peut changer bien des choses. Il n’en faudra qu’à toi212 ». Il turbamento di Tit-Coq deriva anche all’interesse per Marie-Ange. Il Padre senza troppi giri di parole raccomanda al giovane soldato di comportarsi “bene”, rispettando la sorella di Jean-Paul «qui doit surement être une petite fille propre» La risposta del ragazzo, «avec elle les mains sur la couverte!»213, pronunciata nella spontaneità della sua giovinezza, sposta il registro verso un linguaggio più un adatto a un colloquio tra amici che a una confessione. Probabilmente abituato alle irriverenze dei soldati, il Padre non si mostra mai indignato. È una figura calma, positiva, un uomo semplice che non perde mai il sangue e freddo e la lucidità, di poche parole prive di artificiosità o di rimprovero, anche quando Tit-Coq mette in discussione i disegni della volontà Divina. Durante la traversata paragona Tit-Coq, che ha preso ormai sotto la sua ala protettiva, al ramo spezzato di un melo:

LE PADRE

(Après un temps) Sais-tu à quoi tu me fais penser, mon Tit-Coq? A une branche de

pommier qu’une tempête aurait cassée. Si on la laisse sur le sol où elle est tombée, elle pourrira. Mais, à condition de s’y prendre à temps, on peut la greffer sur un autre pommier et lui faire porter es fruits, comme si rien n’était arrivé.

TIT-COQ

Ç’a du bon sens, cette histoire-là. En tout cas, on va la replanter, la branche…et elle va retiger, parce qu’elle est pleine de sève. Et je vous promets des maudites bonnes pommes !

211 TC, Atto I Pag. 21-22. 212 TC, Atto I Pag. 49. 213 TC, Atto I Pag. 53.

Tit-Coq e il Padre sul ponte della nave, tableaux I del secondo atto. Fotografia di Henri Paul. Bibliothèque et Archives du Canada

Il messaggio che vuol trasmettere è chiaro. Nonostante Tit-Coq sia stato concepito nel vizio e come tale rifiutato dalla società, nulla vieta che le scelte e le buone azioni compiute da ciascuno di noi possano riscattarci e diventare la base per costruire un futuro migliore. Questo spera il Padre quando, dopo essersi persi di vista per lungo tempo durante gli anni della guerra, lo fa incontrare con Jean-Paul che invece, contro ogni previsione, confessa il matrimonio della sorella celebratosi qualche mese prima. Da quel momento in poi il Padre veglia su Tit-Coq, un po’ angelo custode un po’ esercitando su di lui l’autorità di un genitore, prevedendo e anticipando ogni sua mossa. Prima lo trascina dal bar in cui è andato a sedare il suo dolore nell’alcol in compagnia di una prostituta, poi irrompe nell’appartamento di Marie-Ange nell’ultima scena del III atto. Il suo intervento sarà decisivo nel decretare il definitivo allontanamento dei due. Come un buon amico che sa metterti davanti all’immagine della realtà anche quando questa fa male, il buon Padre illustra ai due il futuro che li attende decidendo di trasgredire le leggi degli uomini e le leggi di Dio. Anche in questo caso cerca di far presa sulle loro coscienze non tanto appellandosi alla morale cristiana, ma riflettendo sulle leggi terrene che regolano le relazioni tra gli uomini. Una relazione illegittima come quella che stanno per intraprendere Tit-Coq e Marie-Ange ha come conseguenza l’isolamento, la vergogna, la solitudine e l’infelicità. Quando compariranno di fronte a Dio avranno già pagato così caro sulla terra il loro «petit amor défendu»214 che si potrà considerare la loro colpa già espiata. Dai colloqui tra il Padre e Tit-Coq del primo e del secondo atto scopriamo che il più grande desiderio di quest’ultimo era di sposare una ragazza per essere accolto nella sua famiglia, entrando così nell’ordine delle cose universalmente riconosciuto, cancellando la macchia

dell’illegittimità dal suo nome. Il Padre sa che tutto questo non potrà realizzarsi se i due decidono di intraprendere una relazione clandestina. Le sue parole sono dure ma dette a fin di bene nell’ultimo disperato tentativo di ricondurre i due fuggiaschi sulla retta via.

LE PADRE

Un jour, tu as rencontré une petite fille propre, et tu t’es rendu compte que, dès le moment où tu l’épouserais, tu sortirais de ta honte et de ton isolement pour devenir un homme aimé et respecté ; tu aurais une parenté, la sienne, la plus belle au monde. Celle que tu me montrais fièrement dans l’album que tu portais tout le temps sut toi, là bas… […]

Dès ce moment tu t’es juré, au plus profond de ta volonté, que tu ne connaitrais jamais d’autre bonheur que celui-là. (à elle) Peux-tu encore lui offrir, Marie-Ange, ce bonheur- là ?

[…] Un beau soir, tu serais l’homme le plus important de la terre, tu réaliseras ton rêve le plus ambitieux, car tu t’en irais embrasser ta famille, avec dans tes bras la merveille es enfant set à tes cotés

Et à coté ta femme, ta femme à toi ; une petite femme toute neuve, tellement nette qu’elle t’aurait lavé de ta saleté. Le bâtard tout seul dans sa misère, on le chercherait en vain au milieu de cet ordre et de cet amour : C’était là pour toi la seule destinée possible.215

La ragazza scossa alle riflessioni del Padre decide di ascoltare i consigli del religioso e dice addio per sempre al suo amato Tit-Coq.

La Famiglia Desilets

La famiglia Desilets è composta dai due genitori, Jean-Paul, fratello di Marie-Ange, la Tante Clara e la cugina Germanie. Nel rapporto tra il bene e il male all’interno della vicenda narrata da Gélinas, i Desilets hanno una posizione ambigua. Inizialmente accolgono Tit-Coq in casa loro, il giorno di