• Non ci sono risultati.

6. Bousille Et Les Justes

6.2 Struttura del testo

L’opera è formata da 4 atti, con un entreacte tra il secondo e terzo. Gélinas non opera una vera e propria suddivisione in scene, tuttavia da un’analisi approfondita del testo è possibile ripartire in quadri245 ciascun atto basandosi sull’entrata e sull’uscita di scena dei singoli personaggi, spesso accompagnata nel testo da evidenti divisioni tipografiche. Sulla base di queste considerazioni ciascun atto è stato diviso come segue. Rispettando la volontà dell’autore di non stabilire una divisione scenica ciascuna sequenza verrà indicata con numero progressivo usando come riferimento pagina corrispondente.

ATTO 1 1 Pag. 13-15 2 Pag. 15-17 3 Pag. 17-23 4 Pag. 23-33 ATTO 2 1 Pag. 37-42 2 Pag. 42-47 3 Pag. 47-50 4 Pag. 50-52 5 Pag. 52-57 6 Pag. 57-66 7 Pag. 66-68 8 Pag. 68-70 ATTO 3 1 Pag. 73-75 2 Pag. 75-76 3 Pag. 76-78 4 Pag. 78-97 ATTO 4 1 Pag. 101-104 2 Pag. 105-107 3 Pag. 107-110

245 L’utilizzo del termine quadri deriva dalla volontà di rispettare il più possibile la terminologia usata da Gélinas che utilizza la parola tableaux in Tit-Coq per parlare della divisione dell’opera in scene.

Questa suddivisione è stata stabilita su previa analisi delle didascalie, che dettagliano gli spostamenti dei personaggi sulla scena e i movimenti in entrata e in uscita. La dislocazione dei personaggi all’interno della scenografia è descritta in maniera estremamente dettagliata, includendo anche spostamenti “minimi” - da una camera all’altra, dalla stanza alla sala da bagno o al corridoio- che non sono stati presi in considerazione per la divisione in scene perché non rilevanti ai fini dell’intreccio. Le didascalie contengono numerose informazioni relativamente al tono di voce, ai gesti, alla mimica facciale degli attori, quindi ai sentimenti che stanno provano o che vogliono trasmettere al pubblico. Queste indicazioni sono fondamentali per la caratterizzazione di ciascun personaggio. Non a caso Henri si definisce per atteggiamenti quali nerveux, gronde, avanlant sa rage, pris d’une rage sourde; i suoi gesti sul palco sono tanto significativi quanto le sue parole e lo collocano già ad un primo impatto nella posizione di antagonista. La stessa considerazione può essere fatta per Bousille, che al contrario si muove discretement, parla dans un soufflé, timide près de la porte, mal à l’aise, la tête basse.

Le didascalie sottolineano come gli uomini Grenon abbiano sempre bicchieri o bottiglie in mano: «Phil entre suivi d’Henri. Il a sous bras une bouteille246», «il pose la bouteille sur la table247», «Phil termine paisiblement son verre248», «offrant un verre à Bousille249». La regia supporta la rappresentazione con suoni e rumori. «On entend la clef tourner dans la serrure250» è l’indicazione alla regia apre l’opera introducendo l’ambiente in cui si svolge la vicenda. Lo squillo del telefono avrà un ruolo chiave, così come il bussare alla porta, suoni che spesso coincidono con un cambio di scena. Non abbiamo nessuna indicazione relativamente alle luci. Sappiamo che la vicenda copre due intere giornate, dalla mattina alla sera, ma il testo non fornisce alcuna indicazione relativamente a un cambio di luminosità sulla scena.

6.3 PERSONAGGI

Di seguito i personaggi secondo l’ordine di ingresso in scena.

246 BJ, Atto II Pag. 42. 247 Ibidem. 248 BJ, Atto II Pag 70. 249 BJ Atto II Pag. 46. 250 BJ, Atto I Pag. 13.

Le Garçon ……….. PASCAL DESGRANGES Phil Vezeau……….JEAN DUCEPPE

Henri Grenon………...YVES LÉTOURNEAU Aurore Vezeau Grenon………BÉATRICE PICARD Blaise Belzille detto Bousille………...GRATIEN GÉLINAS La Mère………...JULIETTE HUOT Noëlla Grenon………...NICOLE FILION L’Avocat………...PAUL HÉBERT Le Frère Nolasque ………GILLES LATULIPPE Colette Marcoux……….MONIQUE MILLIER

I personaggi si alternano sulla scena secondo lo schema che segue.

Garçon Phil Henri Aurore Bousille Mère Advocat Noëlla Colette Frère Nolasque ATTO 1 1 X X X X 2 X X X X 3 X X X X X X 4 X X X X X X X ATTO 2 1 X X 2 X X X X 3 X X X X 4 X X X X X 5 X X X X 6 X X X X X X X 7 X X X X 8 X X X X X X 1 X X X

ATTO 3 2 X X X 3 X X X 4 X X X ATTO 4 1 X X X 2 X X X X 3 X X X X 1 17 16 11 8 8 3 11 2 3 Bousille

Bousille è il protagonista. Scopriamo che il suo vero nome è Blaise Belzille, ma che è conosciuto da tutti «sous le nom de Bousille251». Durante lo svolgersi della vicenda apprendiamo la sua triste storia. Cugino alla lontana dei Grenon, perde la madre a soli quattro anni e cresce senza l’affetto del padre, un uomo violento e col vizio dell’alcol. Viene accolto giovanissimo dai Grenon presso i quali svolge lavori umili e servizievoli in cambio di misere retribuzioni. Sentirsi utile agli altri diventa per lui quasi un bisogno: « Moi, je m’ennuie au possible quand je ne rends service à personne 252». Per questo suo carattere docile e servizievole sembra avere molti aspetti in comune con Fido, il cane di famiglia, che ha sempre dimostrato affetto e fedeltà ai suoi padroni ma che secondo Bousille « Moi, je trouve que la famille ne l’apprécie pas toujours à sa juste valeur253». Con il cane condivide una triste condizione di solitudine che lo porta fraternizzare con lui tanto da spingerlo, per solidarietà ma anche per desiderio, ad andare a trovarlo invece di pernottare in albergo con la zia e cugini dato che a Saint-Tite «La maison est presque vide : il se sent peut-être joliment perdu254». Nella condizione di solitudine del cane il ragazzo sembra rivedere se stesso. Le somiglianze tra il cane e il cugino vengono messe in rilievo, e stavolta in maniera esplicita, anche da Phil che afferma come «il existe une étonnante affinité de caractère entre vos deux personalititées255». La condizione che vive Bousille in famiglia è quella dell’animale domestico, e come tale non si faranno scrupolo di trattarlo i Grenon, convinti anche della sua scarsa intelligenza.

251 BJ, Atto I Pag. 24. 252 BJ, Atto II Pag. 41. 253 BJ, Atto II Pag. 39. 254 BJ, Atto I Pag. 22. 255 BJ, Atto III Pag. 79.

La capacità di ragionamento è la caratteristica che rende tale l’essere umano distinguendolo dal resto degli esseri viventi, ma, agli occhi dei Grenon, Bousille sembra esserne privo. Forti di questo, sarà per loro ancora più facile manipolarlo.

PHIL : […] Mais de ton coté avoue que tu as la comprenure difficile…C’est pourtant simple ce qu’il te demande.

BOUSILLE, la tête basse : Je ne suis pas intelligent, je le sais. Prenez-en donc votre parti. Moi, je me rends compte depuis que j’ai l’âge de raison. À l’école, immanquablement, j’étais le dernier à comprendre au fond de la classe. Heureusement que la maîtresse était patiente. Elle savait que je m’appliquais au possible et que mon père allait me flanquer une autre raclée si je redoublais mon année une deuxième fois de plus. Alors, au lieu de se fâcher et de bousculer comme vous le faites, elle me gardait après quatre heures. On faisait une petite prière au Saint-Esprit. Et puis, ensemble, on donnait un coup de collier pour que je comprenne. Et des fois on y arrivait ! 256

Bousille fa il suo ingresso in scena nel primo atto tenendo tra le mani un thermos, un cestino e i giornali del mattino che Phil aveva mandato a prendere in cerca di eventuali notizie sul processo a Aimé. Nessuno dei suoi familiari, neanche la zia, sembra veramente averlo a cuore. Solo Noëlla, moglie di Henri, mostra un sincero attaccamento a Bousille. All’inizio del secondo atto il ragazzo, quasi stupito dalle premure e dalle attenzioni di Noëlla, si apre con lei confidandole il suo passato da alcolista:

BOUSILLE: C’est drôle…Tu me fais du bien, toi, chaque fois que je t’approche. NOËLLA: Il est naturel de s’intéresser à un excellent garçon comme toi.

BOUSILLE : Je ne suis pas aussi…excellent que tu le pense. On voit que tu viens d’entrer dans la famille. Autrement, tu saurais que je me suis adonné au vice de l’ivrognerie pendant sept mois et deux semaines.257

Gli spettatori vengono a conoscere dal colloquio con Noëlla come è nata la dipendenza di Bousille dall’alcol e come è riuscito a liberarsene grazie all’aiuto di Père Anselme. Spinto dalla zia a seguire Aimé nelle sue serate con il compito di tenerlo d’occhio, Bousille inizia senza accorgersene a bere troppo, assecondato dal cugino, troppo divertito da quello spettacolo per fermalo. Assistiamo a un Bousille assolutamente incapace di ribellarsi al volere dei Grenon, una sorta di marionetta nelle mani dei suoi familiari che lo muovono a piacimento.

NOELLA : Si je comprends bien, c’est lui qui t’as appris à boire ?

256 BJ, Atto III Pag. 90-91. Comprenure, in francese Comprenette. Termine proprio della variante del francese canadese in corsivo nel testo.

BOUSILLE : Vois-tu, j’ai commencé à le suivre pendant l’été, il y a deux ans. Aussi longtemps qu’il a fait doux, c’était facile pour moi de l’attendre dans l’auto. Mais quand le froid est arrivé, j’entrais dans le bar me dégeler les pieds de temps en temps. Il me criait : “viens te réchauffer, Bousille” Et il me faisait gober deux ou trois verres, coup sur coup.

NOELLA Mais pourquoi ?

BOUSILLE Apparemment, ça l’amusait de me dire de monter sur le comptoir et de danser une gigue, quand je ne savais plus trop ce qui m’arrivait. 258

È parlando della sua dipendenza e del percorso intrapreso per uscirne che veniamo a conoscere la grande integrità morale del protagonista e il grande rispetto e fede sincera nei confronti della religione e dalla giustizia. Nell’universo malsano messo in scena da Gélinas Gratien, Bousille è l’unico rappresentante dell’innocenza e dell’onestà. Purtroppo queste qualità fanno di lui la vittima perfetta dei suoi familiari corrotti e senza scrupoli. Nel secondo atto Bousille confida a Noëlla quale è la cosa che più lo spaventa del processo, fino a farne quasi un’ossessione: « […] j’ai tellement peur de me tromper en témoignant demain: s’il fallait que j’ai oublié quelque chose, après avoir juré de dire toute la vérité! Ce serait une jolie gaffe à faire au bon Dieu259». “Dire la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità”, diventa per Bousille un giuramento sacro, fatto di fronte al giudice e davanti agli occhi di Dio nel rispetto del suo secondo comandamento, non mentire. L’ossessione per la verità e il timore di non essere all’altezza del suo compito sono tali che Bousille ha stilato « deux ou trois feuilles de papier grossier260» contenenti ora per ora gli avvenimenti di quel tragico giorno e con i quali chiede di potersi presentare in aula. Servizievole, buono ed ingenuo, timido e timoroso della giustizia divina e terrena, il personaggio di Bousille si manifesta in tutta la sua debolezza, non solo caratteriale, ma anche fisica. È proprio la sua debolezza fisica a causare l’incidente che scatenerà il complotto dei cugini, facendo di lui la vittima dei suoi familiari, fino al tragico epilogo.

L’AVOCAT, après un moment e stupéfaction général : Je ne vois pas ces derniers détails dans votre déposition à l’enquête du coroner (il feuillète le dossier).

BOUSILLE : Justement non. (Bégaie, énervé.) L’enquête c’était le lendemain de l’affaire…Je n’arrivais pas à parler, je tremblais comme un feuille. Vous le savez vous autres : même qu’en racontant le premier coup du poing, j’ai eu une faiblesse et le docteur a été obligé de me donner une piqure pour mon cœur. Quand j’ai repris mes sens, le coroner était parti.

L’AVOCAT : Evidemment, la preuve obtenue justifiait déjà l’arrestation de l’inculpé.

258 BJ, Atto II Pag. 40. 259 BJ, Atto II Pag. 42. 260 BJ, Atto II Pag. 61.

BOUSILLE : Et personne ne m’a questionné là-dessus par la suite. C’est pourquoi je voulais tellement vous parler, pour savoir si, d’après la loi, j’ai encore le droit de…

Sonnerie de téléphone 261

La prima preoccupazione dell’ingenuo Bousille va ancora una volta alla legge. Lo spettatore intuisce il seguito della battuta interrotta dallo squillo del telefono: la sua testimonianza incompleta può forse toglierli il diritto di testimoniare e di giurare in nome della verità. Solo a seguito delle riflessioni dell’avvocato Bousille e lo spettatore realizzano che queste ultime dichiarazioni fornirebbero all’accusa le prove della premeditazione dell’omicidio e quindi una condanna quasi certa per Aimé, vedendo così materializzarsi il peggior incubo dei Grénon.

Scosso, Bousille sembra non reggere a tanta pressione e sente il bisogno di allontanarsi dalla stanza. Su tanta fragilità faranno leva i cugini durante il III Atto, dove non si periteranno ad utilizzare ogni tipo di violenza, fisica e psicologica, per far crollare la loro vittima. Come si evince dalla trama gli spettatori già conoscono l’episodio della sua infanzia che per anni ha turbato i suoi sogni di bambino e che ha lasciato un segno indelebile nella sua psiche di adulto. Il piano dei cugini, a cui sembrano metterlo davanti senza alternativa alcuna, porterebbe portare Bousille verso la stessa sorte dello zio. Questa ipotesi getta il ragazzo in uno stato di panico e terrore, quasi di trance.

BOUSILLE, tout entier à son obsession : J’ai eu un pauvre oncle qui a attrapé un châtiment terrible, vous le savez, pour une faute semblable.

[…]

BOUSILLE le souffle court, a sorti de sa poche sa petit fiole de pilules : Si vous l’aviez vu apparaître tel que je le verrai toujours : il courait, il courait comme un possédé ! Le sang courait partout…

[…]

BOUSILLE : Il criait “le bon Dieu m’a puni ! Le bon Dieu m’a puni…”

In uno stato di angoscia totale si abbandona alle percosse senza opporre resistenza, quasi fosse un oggetto inanimato. In questa condizione di semi incoscienza si ritrova in balia di Herni, che lo costringe a giurare, con la mano appoggiata sul messale, che non avrebbe portato in aula gli ultimi dettagli compromettenti. Impotente davanti a tanta violenza Bousille non può che giurare e davanti al crudele cinismo di Herni che gli fa presente come «tu n’a plus le choix maintenant 262» può solo limitarsi a mormorare « le bon Dieu m’est témoin que je ne voulais pas 263». Dopo questa battuta Bousille non rientrerà più scena. Grazie alla sua testimonianza incompleta Aimé viene giudicato

261 BJ, Atto II Pag. 65. 262 BJ, Atto III Pag. 96. 263 BJ, Atto III Pag. 97.

innocente e sta per essere rilasciato. Mentre la famiglia si appresta a lasciare l’albergo arriva dal paese la notizia del suicidio del cugino, che aveva ripreso la strada per Saint-Tite subito dopo il processo. Colpito nelle sue più grandi debolezze, la fede in Dio, la paura della punizione divina e il terrore di ricadere nel vizio dell’alcol, Bousille sceglie la strada del suicidio. Con la morte di Bousille è l’onestà che soccombe alla menzogna e all’ipocrisia.

Il Vero Volto dei “Giusti”

La famiglia Grénon vantava a Saint-Tite, suo paese d’origine in Mauricie, la fama di famiglia rispettabile e onesta. A questa presunta integrità morale si appellano per tutta l’opera Aurore, Phil ed Henri, ma le loro battute suscitano nello spettatore il dubbio che a tanta onestà e a tanta innocenza non credano infondo neanche loro. Per salvaguardare le apparenze raccontano una falsa verità non solo agli altri, ma anche a loro stessi, temendo che la vera realtà delle cose possa far crollare il loro piccolo mondo. La madre, con la sua ingenuità fatta di un amore filiale cieco e di una discutibile devozione cristiana, pur non condividendo la natura violenta dei figli e del genero, è altrettanto ipocrita. Noëlla, moglie del diabolico Henri, è l’unico personaggio di natura positiva, ma con la sua omertà gli diviene inevitabilmente complice, vittima dei Grenon ma allo stesso tempo indirettamente responsabile della morte di Bousille. Aimé, la cui innocenza viene gridata a gran voce dai fratelli, non è solo un ubriacone e un violento, ma anche un assassino freddo e lucido. Infine Frére Nolasque, un giovane frate di 17 anni, anche lui cugino alla lontana, tanto buono quanto ingenuo, è talmente perso nello studio delle sacre letture da non essere minimamente consapevole reale cattiveria che popola il mondo. Per ironia della sorte darà la sua benedizione a una famiglia di peccatori e di assassini.

La Mère

È la madre di Aurore e Phil, zia di Bousille, della quale non conosciamo il nome e che si presenta sulla scena semplicemente come “La Mère”.

Gratien Gélinas in Bousille, con Hélène Loiselle, Juliette Huot e Paul Berval, 1961. Fotografia di: Basil Zarov. Bibliothèque et Archives Canada

Non ci viene fornita nessuna informazione sulla vita di questa donna, sappiamo solo che è vedova e che la sua salute è abbastanza cagionevole. Se da una parte sembra essere lei a tenere unita la famiglia, dall’altra è completamente all’oscuro dei piani meschini dei suoi figli. È un personaggio alla ricerca della verità ma assolutamente incapace di cogliere la vera natura delle cose. Pur facendo parte del gruppo dei cosiddetti “giusti” è indubbiamente un personaggio meno negativo dei figli e del genero. Gli unici tratti che emergono della sua personalità sono l’affetto materno, in particolar modo nei confronti del più piccolo dei suoi figli, e la sua, apparentemente grande, devozione. Quello per i suoi figli un amore totale e questo tratto farà di lei, assieme alla nuora Noëlla, l’unica Grenon in grado di mostrare un vero sentimento di affetto. Autentica è anche la convinzione che il figlio sia assolutamente innocente e, probabilmente, è l’unica della famiglia a credere alla reale innocenza di Aimé. Preoccupata per le sorti figlio, non può fare a meno di poggiare una sua foto sul comodino vicino ad una statua di Sant’Anna. La foto ritrae un Aimé ancora bambino: esattamente come ogni madre continua a figurarsi il figlio, ormai un uomo e probabilmente tutt’altro che una creatura innocente, come il bambino che è stato. La sua salute delicata sembra aggravata dallo stato di ansia cui vive il processo.

NOËLLA, qui s’affairait discrètement d’une chambre à l’autre : Etendez-vous donc sur le lit ; ça vous reposera.

LA MÈRE: J’aime mieux rester assise: j’étouffe, couché, avec mon corset. AURORE : Votre boule à l’estomac, l’avez-vous toujours ?

LA MÈRE : Il me semble qu’elle a grossit.

AURORE : Si vous pouviez pleurer, ça vous soulagerait. C’est le temps de vous laisser aller : on est en famille.

LA MÈRE : Je sais que ça me ferait du bien, mais je ne peux pas y arriver. 264

Il rapporto con Bousille, nipote alla lontana accolto in casa per “pura carità cristiana”, sembra unidirezionale. Bousille è consapevole dell’atto di carità della zia e nutre per lei un affetto sincero, quasi filiale, che non esita a manifestare. Da parte della donna invece vediamo solo una grande indifferenza. L’indifferenza verso il nipote, di cui non coglie la purezza e la bontà d’animo, è in netta opposizione all’amore cieco che nutre per i figli, in particolar modo per Aimé. Questa sua indifferenza non fa altro che contribuire, seppur indirettamente, al tragico suicidio del nipote. Tra le varie premure che Bousille riserva alla zia c’è quella di farle far visita da un suo lontano parente, Frère Nolasque, un giovane religioso di 17 anni, perché possa con la sua parola esserle di conforto. L’accoglienza che la zia riserva a Nolasque è emblematica per capire quello che è il suo legame con la religione. Se da un lato non si oppone alla presenza del giovane religioso all’altro non sembra realmente interessata alle sue parole e nell’ultimo atto lo invita persino a tacere: «cesse de lire tu m’énerves !265». Quella della Madre è una fede “vuota”, fondata su tutta una serie azioni quotidiane dette e ripetute più come un’abitudine e come una pratica sociale dovuta che come un’ invocazione sincera a Dio. La messa al mattino, il rosario alla radio delle 19, voti quali « bonne Sainte Anne, je vous promets trois gros lampions à un dollar […]266» appaiono come consuetudini da ripetere ogni giorno per vivere tranquilli. Sant’Anna compare spesso nelle invocazioni della madre. Anna è indicata nella Bibbia come la madre di Maria Vergine, mamma di Gesù, ed è riconosciuta dalla tradizione cristiana come santa protettrice delle gestanti e delle partorienti, a cui le devote si rivolgono in preghiera per chiederle di intercedere per i propri figli. La totale devozione della mamma di Aimé appare talvolta più pagana che cristiana, quasi attribuisse alla Santa dei