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La tematica centrale attorno alla quale ruotano le vicende dei protagonisti è la legittimità del matrimonio in una società fortemente cattolica e, di conseguenza, il peso delle convenzioni sociali e

dei pregiudizi dai quali cerca di ribellarsi Tit-Coq, enfant bâtard, marchiato sin dalla nascita con la peggiore delle infamie. Dalla lotta tra Tit-Coq e la società in cui vive, il protagonista uscirà amaramente sconfitto. Il matrimonio e la famiglia appaiono come istituzioni sacre, il fondamento della società. Ogni forma di illegittimità o di trasgressione nell’ambito della vita coniugale è considerata un crime per la legge e un peccato davanti a Dio. Un figlio nato fuori dal matrimonio o da genitori celibi era, nell’ottica delle società a cavallo tra ottocento e novecento, la peggiore delle sciagure, un atto da condannare che segnava irrimediabilmente la vita non solo dei genitori, ma anche del nascituro. Questa tematica ha sempre ispirato gli scrittori di tutto il mondo: la letteratura è ricchissima di storie simili a quella del povero Arthure Saint-Jean. La bâtardise di Tit-Coq è il motore della vicenda: un insulto innesca la rissa tra lui e il commilitone Jean Paul. Veniamo così a conoscere la triste storia del protagonista tra lo stupore e l’imbarazzo degli altri personaggi:

Un bâtard, oui ! C’est bête, mais c’est comme ça. Cent pour cent. Né à la crèche, de mère inconnue et de père du même poil ! Élevé à l’hospice jusqu’à ce que je m’en sauve à l’âge de quinze ans. Je m’appelle Arthur Saint-Jean. Le prénom, je me demande où les sœurs l’ont pêché, mais Saint-Jean vient du fait que j’ai été baptisé le jour de la Saint- Jean-Baptiste. Oui, je suis un enfant de l’amour, comme on dit. Un petit maudit bâtard, si monsieur préfère. Seulement, vu que c’est bien peu de ma faute, y a pas un enfant de chienne qui va me jeter ça à la face sans recevoir mon poing à la même place ! 222

È la sua stessa nascita ad aver condannato il piccolo Arthur Saint-Jean a vivere fuori dalla società; la mancanza di una famiglia gli proibisce di integrarsi ad essa. Per ironia della sorte la vicenda inizia proprio nel periodo natalizio. Per Tit-Coq le feste sono un giorno come un altro non avendo parenti con cui condividerle:

Les Fêtes, c’est peut-être ben emballant pour vous autres, les légitimes : ça vous donne l’occasion de vous prendre en pain et de vous caresser d’un bout à l’autre de la province ; mais, pour les gars de ma sorte, c’est plutôt tranquille. On est pas mal tout seuls au coin de la rue, étant donné qu’à Noel, même les guidonnes vont dans leurs familles.

[…]

Moi, d’habitude, je vas à la messe de minuit dans quelque chapelle pas chère. Ensuite j’entre chez le Grec du coin et j’assois ma parenté au grand complet, moi compris, sur un seul et même tabouret. Une fois le curedent dans la bouche, vers deux heures et demie, je vas m’étendre sur le couchette…et ça finit les réjouissances des Fêtes. 223

Sarà accolto, su suggerimento del Padre, in casa Desilets dove per la prima volta passerà il Natale in una vera famiglia conoscendo quello che la vita gli aveva sempre negato: il calore di un focolare

222 TC, Atto I Pag. 17. 223 TC, Atto I Pag. 19.

domestico e un amore sincero «aimer, aimer ! Je voyais ben ce verbe-là écrit un peu partout, mais tout ce qu’il voulait dire, pour moi, c’était coucher avec une fille224».

Il più grande desiderio di Tit-Coq è quello di far parte, un giorno, di una vera famiglia che spazzi via per sempre il suo disonore. Avere qualcuno con cui condividere significa non solamente non essere più un “chiodo solitario piantato in un angolo del tavolo” «qui rouille en paix au fond de son trou, sans se douter qu’il pourrai être un belle vive en cuir»225 ma avere finalmente un posto in società, potersi collocare in mezzo agli altri individui, perfettamente integrato con essi. È per questo che durante il lungo soggiorno in Europa l’oggetto più prezioso diventa l’album di famiglia di Marie-Ange Desilets, la famiglia che con la fine della guerra, il rientro in patria e le loro nozze diventerà anche la sua. E non a caso la pagina più bella agli occhi del soldato Tit-Coq è un foglio ancora bianco in cui «avec un peu d’immagination je distingue très bien madame Arthure Saint- Jean…avec le petit Saint-Jean sur les genoux».226

La guerra lo ha costretto ad allontanarsi dalla sua Marie-Ange che paradossalmente non ha voluto sposare, spinto da un sentimento di amore profondo, ma in parte anche egoistico come messo in luce dal Padre dell’ultimo atto. Non sposarsi fino al suo rientro in patria eviterà a suo figlio di venire al mondo senza suo padre accanto. La storia fra Marie-Ange e Tit-Coq risente non solo della distanza ma soprattutto delle pressioni sempre più forti che la famiglia Desilets inizia a fare sulla figlia, pressioni che spingono la ragazza a porsi dei dubbi su questa relazione e sul suo amato Tit- Coq. A questo propositio è particolarmente significativo il monologo della zia Clara nella seconda scena del II atto. La zia è una vieille fille e la storia della sua giovinezza rischia di essere molto simile al futuro si profila per Marie-Ange.

Sainte Bénite de guerre ! Au moins si on savait quand elle va finir, il y aurait moyen de faire des plans. Mais non ! J’en causais encore hier avec madame Grondin, la présidente des Dames de Sainte-Anne de la paroisse de Saint-Alphonse. Comme elle disait si bien :

“Au train qu’ils sont partis, ils peuvent se tirer aux cheveux encore pendant quinze ans comme rien ! ”

Et je te parle en connaissance de cause. Si quelqu’un est en mesure de sympathiser avec toi, ma pauvre enfante, c’est bien moi. Je peux te l’avouer autant plus que tout le monde le sait j’en ai attendu, moi aussi, un oiseau rare, pendant la guerre du 1914. Quand il est revenu, au bout de quatre ans et demi, il a passé tout dret, l’escogriffe, et il est allé s’établir sur une terre dans l’Alberta !

Je veux pas insinuer que le tien va faire de même. Ah, p’en tout ! Au contraire, ça se pourrait qu’il te revienne, ton Tit-Coq. Pour le peu que j’en sais, il m’a l’air d’un petit gars de promesse. Quoique ces enfants-là, conçus directement dans le vice, ça me surprendrait qu’ils deviennent du monde aussi fiable que les autres. Autrement, il n’y aurait pas e justice pour les gents faits dans le devoir comme moi et toi.

224 TC, Atto I Pag. 47. 225 TC, Atto I Pag. 45. 226 TC, Atto II Pag. 91.

Je le répète : une fille est libre de courir le risque, mais à condition d’y penser à deux fois.227

La guerra in Europa, la cui fine sembra ancora lontana, i dubbi su questo ragazzo solo al mondo che mai ha conosciuto l’amore e «il est bien difficile de prendre ça pour une garantie en sa faveur»228, e soprattutto le attenzioni continue e sempre più insistenti di Léopolde Vermette, un buon partito originario del suo paese che sembra davvero interessato a Marie-Ange, spingono la sua ragazza a rompere la promessa fatta a Tit-Coq e ad allontanarsi sempre di più da lui fino a convolare a nozze con Léopolde, qualche mese prima del ritorno dei soldati in patria. Il vincolo del matrimonio viene descritto da tutti i personaggi come qualcosa di indissolubile: «pas de divorce dans le pays. On est loin d’Hollywood!»229. Il divorzio in Canada non sarà regolato dalla legge fino all’emanazione del Divorce Acte del 1985. Fino a quel momento si poteva ottenere la dissoluzione del matrimonio in via del tutto eccezionale appellandosi solo alla violazione delle leggi coniugali. Marie-Ange non ama suo marito ma «cette raison ne serait suffissante230». La strada del divorzio per fuggire col suo Tit-Coq si presenta lunga difficile. Spinta da un’iniziale volontà di ribellione abbandona ogni progetto di fuga davanti a «l’existence de misère231» che il Padre le mette di fronte. L’abbandono del tetto coniugale la macchierà di disonore per tutta la vita e sancirà automaticamente la sua esclusione della società per «suivre un homme dont tu ne serais jamais la femme légalement» . Invece di salvare Tit-Coq dalla sua condizione di enfant bâtard diventerebbe lei stessa una donna che vive nell’illegittimità, una donna che con un atto volontario di ribellione ha infranto la legge e la morale e che, per queste ragioni, deve essere allontanata.

La riflessione finale del Padre spinge Marie-Ange a tornare sulla retta via. Il religioso si fa portavoce non tanto della morale cristiana, «il ne sera pas question de religion»232, ma di un’idea di felicità “terrena” fondata sulla legalità, sulle relazioni umane e su quell’amore che Tit-Coq ha cercato per tutta la vita ma che, evidentemente, Marie Ange non può più dargli. Accettando una relazione illegittima e clandestina il suo desiderio di entrare finalmente a far parte di una famiglia si allontanerebbe sempre più, e col tempo questo vincolo rischierebbe di rivelarsi una condanna per entrambi. Lei cercherà di soffocare i rimorsi della coscienza illudendosi di «rendre heureux un povre diable233», lui, spinto dalla sua ossessione di riscattarsi agli occhi di un mondo che lo ha escluso, sarà tentato di cercare altrove quel calore familiare che ha sempre sognato arrivando a detestare questa donna che col suo amore lo avrà reso ancora più miserevole. «Il faut tant de raisons

227 TC, Atto II Pag. 107. 228 TC, Atto II Pag. 128. 229 TC, Atto I Pag. 73. 230 TC, Atto III Pag. 186. 231 TC, Atto III Pag. 193. 232 TC, Atto III Pag. 183. 233 TC, Atto III Pag. 186.

pour aimer toute la vie», afferma Marie-Ange, «le jour où tu te débattras contre la tentation d’aller chercher ailleurs ce que tu voulais, ce que tu voudras toujours, qu’est-ce que j’aurais, moi, pour te retenir ?234». Il rispetto delle norme, la condanna della legge e dell’opinione pubblica vincono. Marie-Ange torna dall’uomo che ha sposato, quel buon partito che “la renderà felice” agli occhi del mondo, ma che lei non ama, Tit-Coq esce di scena, solo come un uomo che parte per un lungo viaggio portando con se il suo fardello di petit maudit bâtard.