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In Modern Wit all printed Trash is Set off with num’rous Breaks – and Dashes – (J. Swift, On Poetry: A Rhapsody, 1773)

1. Introduzione

Traducendo testi letterari, saggistici e di uso quotidiano dal tedesco all’italiano si osserva di frequente la difficoltà di rendere un segno, il Ge- dankenstrich o trattino, che l’italiano annovera nel suo inventario di segni interpuntivi, senza tuttavia farne un uso sistematico. Nelle poche pagine che seguono proverò a fare alcune riflessioni sulle possibilità di descrive- re l’uso di questo segno e sulla sua trasferibilità in italiano. Per fornire un quadro contrastivo degli usi del Gedankenstrich osserverò non soltanto gli usi in contesti italiani e tedeschi, ma anche la resa traduttiva del segno nelle due lingue; con riferimento a testi giornalistici, letterari e a proposte emerse nei miei seminari di traduzione tedesco-italiano, durante i quali spesso si è sviluppato un vivace dibattito sulla funzione del trattino in te- desco e sulle strategie di resa in italiano. La questione dovrebbe avere un certo rilievo anche per la coppia di lingue inglese-italiano, che qui non tratterò.

2. Approcci descrittivi

L’italiano, con i termini alternativi lineetta o trattino (breve e lungo), di- stingue tra trattino con funzione testuale (ted. Gedankenstrich), e trattino con funzione endolessematica (differenziato in tedesco in Ergänzungs- e Bindestrich). L’importanza minore di questo segno nella tradizione italiana rispetto a quella tedesca (e inglese, lingua dalla quale il segno fu mutuato nel XVIII secolo, cfr. Michelsen 1993) si riflette inevitabilmente nella scarsa attenzione che ad esso rivolgono gli studiosi di interpunzione. An- tonelli (2008: 203) ascrive al “trattino o lineetta” funzioni diverse: testua-

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le, quando segnala “cambi di progetto”; metacomunicativa, se posiziona- to prima o dopo avverbi di giudizio o interiezioni primarie; sintattico- pragmatica, per mettere in evidenza singoli costituenti. Mortara Garavelli (2003) lo definisce come “marca di implicito”, con funzioni difficilmente riconducibili a regolarità d’uso.

Se è vero che, come sostiene Bredel (2008), il sistema interpuntivo è un sistema in cui tout se tient, e che dunque esiste un rapporto fra forme e fun- zioni dei segni, sia nel loro uso all’interno di frase sia all’interno di parola, allora possiamo spiegare la scarsa frequenza del Gedankenstrich/trattino lungo in italiano in rapporto al suo scarso utilizzo come marca di confine all’interno di parola. L’uso endolessematico del trattino in funzione di segno di separazione all’interno di parola è infatti molto meno frequente in italiano che in tedesco. Secondo Serianni (1997: 55 s.) il trattino endo- lessematico: (i). indica l’ellissi del secondo elemento in coppie di parole composte che abbiano in comune lo stesso determinato, un uso confina- to in italiano alla composizione nei linguaggi specialistici (cardio- e nefropa- tia) e non penetrato, a differenza che in tedesco, nella lingua comune; per questa funzione il tedesco fa largo uso dell’ Ergänzungsstrich (Fach- und Sondersprachen, ein- und ausladen); (ii). ha la funzione di sottolineare il lega- me tra due membri giustapposti di una polirematica che non presenti uni- verbazione stabile (guerra-lampo, anni-luce; maxi-processo, anti-doping), o fra due aggettivi o nomi coordinati (centro-sinistra; storico-politico; il patto Ribbentropp- Molotov); a questa funzione corrisponde in ted. il Bindestrich, che ha tuttavia ulteriori funzioni nell’ambito della composizione nominale (chiarificatrice in composti a più membri: Öko-Bauernversammlung/assemblea dei contadini sul tema della agricoltura biologica; Ökobauern-versammlung/assemblea dei contadini bio; strutturale in composti con sigle: SPD-Wähler/elettori della SPD). Da que- sto breve confronto si deduce che in italiano il trattino breve ha essen- zialmente due funzioni: la funzione coordinativa (socio-culturale) e quella di indicatore di una grafia potenziale, non ancora fissata nell’uso e spesso in concorrenza con un’altra, priva del segno (guerra-lampo e guerra lampo, en- trambi accettabili). In tedesco invece il suo uso non è confinato alla di- mensione ortografica, ma è un segno al servizio del lettore per l’elabora- zione del rapporto tra elementi interni alla parola, tanto che i trattini uti- lizzati all’interno della parola sembrano avere la stessa funzione del trat- tino a livello testuale.

Osserviamo come le grammatiche e i testi di riferimento descrivono questo segno. Uno sguardo alle grammatiche scolastiche dell’italiano ri-

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vela il totale disinteresse per questo segno. Conseguenza di questa ‘as- senza’ è la ricorrente risposta degli studenti alla domanda: “Come traduce Lei il Gedankenstrich?” – “Uso altri segni, perché il trattino in italiano non esiste”. Qualche notizia sporadica sull’uso del <–> si trova in Mortara Garavelli (2003), che menziona l’uso della “lineetta priva della lineetta terminale correlativa” per marcare una parentetica inserita alla fine di una frase, ma aggiunge che a questo segno si preferiscono tradizionalmente le parentesi o la virgola:

(1) Non ci sono studi sull’argomento – per quanto ne so.

(1’) Es gibt keine Forschungen über dieses Thema – so weit ich weiß. (2) Non ci sono studi sull’argomento (per quanto ne so).

(2’) Es gibt keine Forschungen über dieses Thema (so weit ich weiß). (3) Non ci sono studi sull’argomento, per quanto ne so.

(3’) Es gibt keine Forschungen über dieses Thema, so weit ich weiß. In realtà – come mostra Bredel (2008: 222) – trattino, parentesi e virgo- la rappresentano solo superficialmente un’alternativa equivalente; la virgola attualizza soprattutto le caratteristiche sintattiche della parentetica, la pa- rentesi quelle proposizionali, mentre il trattino, come indicatore di un “di- fetto superficiale”, rimanda al processo di formulazione di un pensiero e alla graduale costruzione del significato nel processo di scrittura.

Nelle grammatiche tedesche il trattino lungo viene classificato fra i punti con funzione di segmentazione e di commento. Duden (2007, §222) lo definisce come “forte marca di confine”, più forte di virgola e due punti, i due segni concorrenti, e distingue fra trattino doppio e sem- plice, una differenza trascurata dalla manualistica italiana. Al Gedanken- strich singolo, usato all’interno della frase, viene attribuito un generico va- lore iconico, testuale e pausativo. Il trattino ha la funzione di proiettare il lettore nella porzione susseguente del testo e le sue caratteristiche grafe- matiche (i due spazi che lo precedono e lo seguono e la linea orizzontale del segno) gli conferiscono una specificità “ottica” che virgola e due pun- ti come segni alternativi non possiedono:

(4) Komm bald – aber mit ihm! (5) Komm bald, aber mit ihm!

(6) Eine Umgehungsstraße – ist das wirklich die richtige Lösung für unseren Ort?

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(7) Eine Umgehungsstraße: Ist das wirklich die richtige Lösung für unseren Ort?

Per spiegare l’insostituibilità del segno <–> con <,> e <:> Duden (2007: 187) ricorre al concetto di “forza”, che tuttavia non è in grado di chiarire la differenza fra segni solo apparentemente omofunzionali. Tale differenza può essere spiegata in maniera più convincente ricorrendo alle diverse caratteristiche grafematiche dei segni. Il loro diverso orientamen- to nello spazio (orizzontale per <–>, verticale per <,> e <:>) li rende veicoli di istruzioni di lettura differenti: l’estensione orizzontale del Ge- dankenstrich gli attribuisce un valore deittico e di proiezione nello spazio testuale che la virgola e il due punti non hanno. La sua caratteristica di Filler, cioè di segno preceduto e seguito da spazio, ne fissa la funzione in senso paradigmatico come indicatore di unità strutturali a sé stanti, unite da un rapporto di coerenza che tocca al lettore ricostruire; la virgola e il due punti hanno invece un valore sintagmatico, rivelatore di legami fra le unità interne alla frase. Questa prospettiva spiegherebbe perché in alcuni contesti il trattino lungo sia l’unico segno ammissibile:

(8) Jede dieser Stationen stellte eine Extrapostgeld-Quittung aus, dazu ka- men Wagenmustergebühren, Bestell-, Zoll-, Chaussee-, Damm-, Fähr- und Brückengelder und – Schmiergeld, für das Schmieren des Wagens (testo es- positivo, Museum für Kommunikation, Berlin).

In (8) il trattino indica un difetto nella linearizzazione del testo, un’interruzione nel flusso di lettura cui segue una rifocalizzazione che ri- chiede al lettore uno sforzo interpretativo per creare coesione tra le due parti di testo. Queste indicazioni sul valore iconico e processuale del trat- tino ci serviranno da guida per l’analisi al punto 3.

Per quanto riguarda il “trattino doppio”, è comune alle due lingue l’uso in funzione espletiva e in posizione parentetica. Alcune conver- genze si registrano rispetto alla tipologia dell’inserto parentetico: esso può essere in tedesco una frase principale (9), una frase secondaria (10) o un’apposizione (11); in italiano i trattini correlati isolano di solito frasi coordinate e aggiunte aggettivali o sostantivali quando esse hanno valore metacomunicativo (9’), ma non frasi secondarie in funzione esplicativa (10’) o apposizioni (11’); in questi casi l’uso della virgola è di prassi:

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(9) Unsere Verbündeten – ich sage das aus voller Überzeugung – werden ih- re legitimen nationalen Interessen nicht zu unserem Nachteil durchzusetzen versuchen.

(9’) I nostri alleati – e lo dico con piena convinzione – non tenteranno di af- fermare i loro legittimi interessi nazionali a nostro discapito.

(10) Mein Bruder – den du ja kürzlich kennengelernt hast – hat sich verlobt. (10’) Mio fratello, che hai conosciuto di recente, si è fidanzato.

(11) Mein Onkel – ein großer Tierfreund – und seine Katzen leben in einer alten Mühle.

(11’) Mio zio, grande amante degli animali, e i suoi gatti vivono in un vec- chio mulino.

(esempi tedeschi da Engel 1996: 838)

Un’ulteriore funzione del trattino doppio, non registrata dalle gram- matiche consultate, è quella, frequente nella prosa scientifica tedesca, di messa in chiaro per il lettore dei rapporti sintattici all’interno di gruppi nominali complessi:

(12) Die Analyse der kommunikativen Gattung Stadtführung macht so eine Ausdehnung der Gattungsanalyse auf den – derzeit in den Mittelpunkt vieler linguistischer Forschungsanstrengungen gerückten – Aspekt der Multi-

modalität von Kommunikation notwendig, der in bisherigen Gattungsanalysen

nur zaghaft berücksichtigt worden ist. (Ke: 268)

L’esempio (12) mette bene in luce la funzione del trattino tedesco come segno deputato a guidare il processo di lettura, non sostituibile con altri segni altrimenti concorrenti (la virgola o la parentesi) e in grado di dare istruzioni al lettore rispetto alla struttura interna dell’attributo parti- cipiale: l’accumulo di attributi a destra e a sinistra del nome all’interno della sezione centrale della frase tedesca determina la scelta dello scriven- te di chiarire, tramite le lineette doppie, i rapporti di determinazione all’interno del sintagma nominale. Poiché l’italiano è lingua con tendenza alla post-determinazione nominale, l’uso di un segno preposto alla chiari- ficazione dei rapporti fra i costituenti è superfluo:

(12’) L’analisi del genere comunicativo visita guidata rende necessario esten- dere l’analisi all’aspetto della multi modalità della comunicazione, attualmen- te al centro di molti progetti di ricerca linguistica e finora utilizzato soltanto sporadicamente nell’analisi dei generi comunicativi. (trad. MC)

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3. Gedankenstrich vs. trattino nella traduzione Tedesco-Italiano/Italiano-Tedesco Proviamo ora a individuare il trattamento di questo segno nel processo di traduzione dal tedesco all’italiano e viceversa, osservando come tradut- tori non professionisti e professionisti rendono il trattino lungo in tipolo- gie testuali diverse.

Nella traduzione di scritture saggistiche si osserva la frequente sosti- tuzione del Gedankenstrich con altri segni o la verbalizzazione del suo va- lore implicito:

(13) Neben einer Verständigung über das ohnehin normativ hochgradig aufgeladene Thema Nationalsozialismus sind die Gespräche damit zusätz- lich geprägt von der populären Trennung in „Ossis“ und „Wessis“ – und von der von großen Erwartungen wie Enttäuschungen bestimmten Debatte über die so genannte Mauer in den Köpfen (We: 165)

(13’) Oltre ad affrontare il tema del nazionalsocialismo, di per sé già molto delicato dal punto di vista normativo, le interviste sono permeate dalla nota distinzione tra “Ossi” e “Wessi”, e dal dibattito, caratterizzato da grandi aspettative e altrettanto grandi delusioni, sul cosiddetto muro nelle teste (ÜDITO 1).

Come abbiamo visto sopra, in tedesco il segno preposto a introdurre un’aggiunta è <–>; qui esso sembra avere anche carattere disambiguante e di stacco rispetto alla ripetizione di und. In italiano il carattere aggiuntivo del segmento con funzione logico-argomentativa introdotto dalla congiun- zione e viene invece di solito segnalato dalla virgola (Ferrari 2003: 111).

Il trattino semplice usato per introdurre un segmento esplicativo o in funzione presentativa viene solitamente reso con il due punti, che po- nendosi come segno d’unione fra segmenti uniti da un rapporto logico mantiene, anche se in misura minore, il valore del <–>:

(14) Der Brunnen heißt eigentlich „Weltkugelbrunnen“, aber diesen Namen hört man selten – für Berliner ist es einfach der „Wasserklops“ (BE: 71) (14’) Il suo vero nome è “fontana del globo terrestre” (Weltkugelbrunnen), ma raramente viene chiamata così: per i Berlinesi è semplicemente la “polpettina d’acqua” (ÜDITO 2)

(15) Strandkörbe, Sprungturm, Rutschen – alles ist da (BE: 67)

(15’) Trampolini, scivoli, speciali poltroncine in vimini per prendere il sole: qui trovi tutto (ÜDITO 2)

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In casi come questi il trattino tedesco viene reso con <:>, sebbene i due segni abbiano funzioni diverse. Come visto sopra, l’istruzione di let- tura data dal <–>, viste le sue caratteristiche grafematiche, è diversa da quella data dal <:>, che opera piuttosto come indicatore di coesione fra due porzioni di testo. Il <:> è posizionato dopo un annuncio (Alles ist da: Strandkörbe, Sprungturm, Rutschen), il trattino invece rappresenta in forma grafica l’annuncio (Strandkörbe, Sprungturm, Rutschen – alles ist da). Questa differenza si perde in italiano, che prevede in entrambi i casi il <:>.

Alcune osservazioni interessanti emergono infine osservando la resa di segni combinati, in particolare la combinazione di <.> o <,> con <–>, molto frequente in tedesco nella prosa giornalistica, scientifica e lettera- ria. In questi casi si osserva per l’italiano la tendenza a ridurre la sequenza di segni a un unico segno. In (16), tratto da un testo letterario, il segno <–> è cumulato al punto:

(16) Und auch ich kann Ihnen bestätigen, dass sogar wir im Staatsorchester gelegentlich vollständig am Dirigenten vorbeispielen. Oder über ihn hinweg. […] Lassen den da vorn hinpinseln, was er mag und rumpeln unseren Stiefel runter. Nicht bei GMD. Aber bei einem Kapellmeister jederzeit. Das sind ge- heimste Freuden. Kaum mitzuteilen. – Aber das am Rande. (Ko, 2)

(16’) E anch’io le posso confermare che persino noi, nell’orchestra di stato, qualche volta rispetto al direttore facciamo di testa nostra. Oppure lo ignoria- mo. A volte ignoriamo persino il direttore senza che lui se ne accorga. Lo la- sciamo sbacchettare lì davanti quanto vuole e strimpelliamo come al solito. Non con il direttore stabile. Ma con un direttore straordinario, sempre. Sono le gioie più segrete. Da non dirsi. Ma questo a parte. (Co, 4)

Il punto e il trattino assommano qui le loro funzioni. Il trattino in funzione pausativa e cataforica assume un ulteriore significato come an- ticipatore di contenuti lessicali in un sottile gioco di rimando fra livelli linguistici (Aber das am Rande, commento inserito a margine, isolato dal fluire del discorso anche a livello grafico tramite il trattino), che in tradu- zione va perso. Qui in particolare esso viene sostituito con un punto semplice, con valore pausativo e non solo demarcativo, dunque diverso dai precedenti; un valore che tuttavia emerge solo a lettura conclusa, a differenza di quanto accade in tedesco con il <–>, che ha valore bidire- zionale: dal punto di vista dello scrittore esso funge da spia del processo di pianificazione del testo, dal punto di vista del lettore come istruzione di lettura con valore cataforico.

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Uno sguardo a esempi di traduzioni di testi dall’italiano al tedesco mostra infine l’utilità del <–> come risorsa per risolvere problemi tradut- tivi determinati da divergenze sintattiche o lessicali tra le due lingue. Ri- porto qui due esempi tratti da un testo pubblicitario aziendale, disponibi- le in traduzione tedesca e inglese. Nella stessa porzione di testo il tedesco usa due volte il Gedankenstrich, l’inglese una, l’italiano, lingua del testo di partenza, non lo usa mai.

(17) Olio a impatto zero

Nel nostro frantoio usiamo un metodo innovativo chiamato “estrazione a due fasi”. Le olive portate al frantoio sono lavorate nella stessa giornata, ga- rantendo così un olio a bassissima acidità. (Aa)

(17’) Olivenölherstellung – Vollkommen ohne Umweltbelastung.

Unsere Ölmühle arbeitet mit einer innovativen Methode, die sich „Extraktion in zwei Phasen“ nennt. Die zur Ölmühle gebrachten Oliven werden am sel- ben Tag verarbeitet – dies garantiert für das gewonnene Öl einen sehr niedri- gen Säuregehalt. (Aa)

Il carattere promozionale e esplicativo del testo emerge nella versione in tedesco anche attraverso l’uso marcato dell’interpunzione, usata, oltre che per segmentare le unità comunicative, anche per attirare l’attenzione del lettore tramite cesure più marcate. Nel titolo tedesco la comparsa del Gedankenstrich sembra dovuta alla difficoltà di reperire un traducente al- trettanto compatto e efficace dell’it. a impatto zero. La marcatezza lessicale dell’italiano viene compensata a livello interpuntivo, scegliendo un segno che ha fra le sue funzioni quella di marcare la separazione tra tema e re- ma. Il <–> si configura qui come segno multiplanare: esso indica il nesso sintattico fra testa nominale e attributo posposto inserito come aggiunta, istituisce a livello della struttura informativa un doppio fuoco e sembra rappresentare anche iconicamente il nesso fra processo produttivo e qua- lità del prodotto. Interessante in ottica contrastiva è anche la presenza del <–> per la resa del nesso <,> + gerundio (garantendo). Al gerundio con valore coordinativo corrisponde solitamente in tedesco una coordi- nata sindetica introdotta da und, ma la tipologia testuale in questione po- trebbe essere responsabile della scelta interpuntiva.

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4. Per concludere

Siamo ormai lontani dall’epoca in cui Swift considerava negativamen- te l’uso inflazionario di questo segno; oggi, per lo meno in tedesco, il trattino lungo si è ricavato un posto stabile e autonomo all’interno del sistema interpuntivo, con funzioni ben precise e in un ampio spettro di generi testuali che vanno dalle scritture informali a quelle più sorvegliate. In queste poche pagine ho tentato di rendere conto dell’importanza er- meneutica di questo segno in tedesco e delle difficoltà che emergono nel suo trasferimento in italiano. La lacuna relativa evidenziata è però prov- visoria: uno sguardo alle traduzioni dall’inglese all’italiano (Serafini 2012) sembra indicare che, proprio grazie alle sollecitazioni provenienti da si- stemi interpuntivi più diversificati, questo segno si stia facendo strada anche in italiano.

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2012.

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M

UNRO

,

E

LIODORO

,

TEATRO

Daniela Dalla Valle

Nel volume Runaway, pubblicato da Alice Munro nel 20041, tre novelle consecutive hanno la stessa protagonista, Juliet, colta in momenti diversi della sua vita. Le novelle s’intitolano Chance, Soon, Silence, e una caratteri- stica di Juliet, ripetutamente evocata, concerne la sua formazione intellet- tuale e di lavoro: Juliet è “the possessor of a B.A. and an M.A. in Clas- sics”, su questo argomento sta ancora lavorando e prepara una “Ph.D. Thesis” e insegna in varie scuole discipline collegate alle lettere classiche (Munro 2006: 52). Fin dall’inizio viene segnalata “the oddity” di questa scelta fatta da Juliet (Munro 2006: 53).

Tuttavia, in tutte e tre le novelle non viene mai segnalato nè un auto- re, nè un’opera o una tematica prediletti da Juliet; non sappiamo qual è