• Non ci sono risultati.

MERCATO FONDIARIO Durante il 2011 il mercato fondiario

campano ha mostrato una sostanziale stabilità rispetto all'anno precedente. Fanno eccezione alcune situazioni spe- cifiche a livello locale dove si registrano leggere flessioni legate all’andamento economico-finanziario generale che ha manifestato i suoi effetti anche sul si- stema produttivo regionale.

In generale, si rileva una modesta flessione dei prezzi medi dei seminativi irrigui (-0,2%) e non irrigui (-0,4%); mentre cala in maniera più consistente il valore dei frutteti (-1%). Le varia- zioni positive più significative a livello locale hanno riguardato gli agrumi ed i vigneti DOC della penisola sor- rentina (+2%) ed i vigneti DOC delle Colline di Montemaggiore (+3%) nel casertano.

Differenze poco significative si riscon- trano per gli oliveti (-0,2%). Nel com- plesso i prezzi dei terreni continuano ad essere fortemente influenzati dalle suscettività d'uso extragricole, con quo-

tazioni maggiori per i terreni localizzati in prossimità dei centri urbani più densamente popolati.

In provincia di Napoli, rispetto al 2010, sono diminuiti i prezzi medi delle colture ortofloricole (-0,6%) e dei fondi coltivati a frutteto (-2,6%) specie nelle aree gravate da problemi ambientali. Solo in alcune regioni agrarie si rilevano variazioni positive. Questo vale in par- ticolare per agrumeti e vigneti DOC delle colline litoranee della Penisola Sorrentina (+2%).

Nel complesso il livello degli scambi si presenta meno attivo rispetto all’anno precedente soprattutto a causa della crisi economica generale che si riper- cuote anche sul settore agricolo. In ogni caso, essendo un territorio forte- mente urbanizzato, il livello delle quo- tazioni dei terreni è quasi completa- mente scollegato dalle effettive poten- zialità agricole del suolo. Persiste, anche se in maniera meno accentuata, il fe- nomeno degli spostamenti degli im-

prenditori ortofloricoli del napoletano verso altre province.

In provincia di Caserta si registra una lieve diminuzione dei valori fondiari ad eccezione dei vigneti di qualità e dei frutteti, ma limitatamente alla re- gione agraria delle Colline di Monte- maggiore. Modeste flessioni hanno in- teressato i seminativi, sia irrigui che in asciutto (-0,3%), destinati a soddisfare la domanda da parte degli allevatori di bufale. La decrescita dei valori negli ultimi anni è causata dai problemi d'inquinamento dell'area e dal rischio sanitario connesso all’elevata diffusione della brucellosi negli allevamenti bu- falini. I valori degli oliveti sono rimasti sostanzialmente invariati. Rallenta nel complesso la crescita dei terreni destinati alla frutticoltura (-0,3%) che fino al- l’anno precedente avevano registrato, limitatamente ad alcune aree, un au- mento di valore. Si assesta anche il prezzo medio di castagneti e noccioleti ubicati sulle colline di Roccamonfina,

mentre aumenta nelle colline di Mon- temaggiore (+1,5%).

Sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente il mercato fondiario nella provincia di Salerno. Il valore dei se- minativi irrigui è pressoché invariato rispetto al 2010, salvo un modesto de- cremento dei prezzi nell’area delle colline interne del medio Sele (-0,5%). Continua a diminuire il prezzo dei seminativi non irrigui specie nelle aree di montagna interna tra alto Sele e Platano (-1,5%). Gli oliveti hanno registrato nel complesso quotazioni piuttosto stabili, ad eccezione del calo rilevato nelle aree dei Monti Picentini (-1,5%) e delle colline litoranee di Salerno (-1,5%). Sostanziale stabilità anche per quanto riguarda i terreni destinati all’orticoltura. In calo, invece, i terreni destinati a vini DOC nel Cilento (-2%) e nelle colline interne del medio Calore (-2%).

Nel Beneventano il mercato si presenta meno attivo rispetto all’anno precedente con prezzi pressoché invariati, ad ec-

cezione degli oliveti che registrano una leggera flessione (-0,4%).

Le quotazioni dei terreni in provincia di Avellino sono rimaste stabili per quasi tutte le tipologie colturali ad ec- cezione dei seminativi non irrigui che mostrano una certa flessione (-0,8%). Anche il settore vitivinicolo di qualità, fino al 2010 trainante per l’economia locale, ha subito una battuta di arresto, con prezzi medi dei terreni invariati rispetto all’anno precedente.

Nel corso del 2011 si presenta piuttosto equilibrato il rapporto tra domanda e offerta ad eccezione di alcune particolari aree. Nel beneventano si registra una prevalenza di domanda per i terreni ubicati in aree di produzione ricono- sciute da denominazioni di origine e ben collegati alle reti stradali. In pro- vincia di Caserta la domanda è rivolta, prevalentemente, verso i terreni destinati alla coltivazione di di seminativi, alle orticole nelle zone litoranee, ai noccioleti e castagneti delle colline di Roccamon-

fina e ai noccioleti e meleti delle colline di Montemaggiore.

Nel napoletano a causa della crisi del settore agricolo e dei problemi am- bientali prevale l’offerta, specialmente per i terreni marginali, mentre per i terreni della penisola sorrentina ed in particolare per gli agrumeti prevale la domanda.

Nel salernitano, ad eccezione di alcune aree, si riscontra una generalizzata prevalenza dell’offerta, con i seminativi che risultano tra i terreni più richiesti. Anche in provincia di Avellino prevale l’offerta, mentre i terreni più richiesti continuano ad essere quelli destinati a vigneti DOCG. In calo le richieste dei castagneti nelle due regioni agrarie dell’Alto Sabato e delle Colline avellinesi anche a causa dei problemi fitosanitari della coltura sempre più infestata dal cinipide galligeno (Dryocosmus kuri- philus Yasumatsu). I noccioleti al con- trario continuano ad essere tra i più richiesti.

In ogni caso la domanda dei fondi agricoli è costituita prevalentemente da imprenditori e coltivatori che desi- derano ampliare la propria azienda. È relativamente frequente anche la ri- chiesta di terra da parte di imprenditori agricoli intenzionati a raggiungere i requisiti necessari per poter accedere agli aiuti strutturali offerti dall'Unione Europea.

L'offerta è costituita perlopiù da ex coltivatori in pensione che non hanno eredi disposti a svolgere la loro stessa attività, da proprietari fondiari che svolgono attività diverse da quella agri- cola (e poco propensi ad accollarsi le elevate imposte che gravano sui fondi) e da proprietari di aziende di piccole dimensioni. Nell'ultimo periodo è au- mentata la richiesta di terreni localizzati in zone interne e marginali, soprattutto se ricadenti nelle aree protette, da parte di soggetti extragricoli attratti dal mon- do rurale e dalle caratteristiche am- bientali e paesaggistiche del territorio.

La richiesta di terreni è indirizzata prevalentemente verso quelli serviti da infrastrutture adeguate, anche se il prezzo risente sempre più dell'anda- mento dei mercati agricoli e delle misure di politica agraria piuttosto che della localizzazione del fondo. I terreni situati nei pressi dei centri abitati, delle grandi vie di comunicazione e delle zone turi- stiche spuntano prezzi più alti, risen- tendo della suscettività per usi extra- gricoli.

Nel territorio campano secondo il 6° Censimento Generale dell’Agricoltura dell’ISTAT relativo al 2010, la superficie in affitto si estende su 157.200 ettari. Tale superficie, non include quella con- cessa in uso gratuito per la quale sono stati rilevati quasi 41.200 ettari. La crescita della superficie in affitto rispetto al 2000 è stata di circa il 116%. Questo fenomeno, diffuso in maniera piuttosto generalizzata nelle aree centro meridionali, deriva dalla consistente diminuzione del numero di

aziende avvenuta nell’ultimo decennio. In Campania dal 2000 al 2010 il nu- mero di aziende si è ridotto di circa 98.000 unità. Nel complesso le aziende che utilizzano l’affitto e forme miste sono circa 27.000, il 20% del totale regionale. Continua, inoltre, la tendenza alla regolarizzazione dei contratti d'af- fitto stagionali e/o verbali in pluriennali e scritti.

Nella provincia di Caserta continua a ridursi il divario tra i canoni per i terreni situati nelle zone ad agricoltura intensiva e quelli delle zone marginali. La riconversione degli allevamenti bo- vini in bufalini ha sensibilmente au- mentato la richiesta di seminativi (irrigui e asciutti) in affitto. È aumentata anche la richiesta per i terreni ricadenti nelle zone caratterizzate da produzioni di pregio (noccioleti, castagneti, meleti e vigneti) poiché assicurano un reddito maggiore. Il numero di contratti e il li- vello dei canoni sono invece in flessione per le colture orticole e i frutteti. Si

Fonte: INEA, Banca dati dei valori fondiari

Valori fondiari medi per qualità di coltura e per province (migliaia di euro/ha), 2011

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Avellino

Noccioleto nelle colline di Avella e del Vallo di Lauro 45,0 45,0 47,5 47,5 - - - - -

Oliveti nell’Irpinia Centrale e nel Sabato 17,0 18,0 19,0 19,0 20,0 20,0 21,0 21,0 20,0

Vigneti DOC nelle colline dell’Irpinia centrale 31,0 31,5 33,0 33,0 34,5 34,5 34,5 34,5 34,5

Oliveti nelle colline dell'Irpinia Centrale 13,5 13,5 14,5 14,5 16,0 15,5 16,5 16,5 16,5

Benevento

Seminativi collinari nella zona del Taburno 16,0 17,0 18,0 19,5 19,5 19,0 19,0 19,0 19,0

Vigneti DOC nelle colline del Calore − 34,5 34,5 34,5 34,5 35,0 35,0 35,0 35,0

Vigneti DOC nelle colline del Taburno 23,0 25,0 25,0 27,5 28,5 29,5 30,0 30,0 30,0

Frutteti nel fondovalle dei Monti del Taburno e del Camposauro − − 37,5 39,0 40,0 39,0 39,0 39,0 39,0

Seminativi arborati nelle colline del Calore Irpinio Inferiore − − 25,0 28,5 29,5 29,0 28,5 28,5 28,5

Caserta

Frutteti specializzati irrigui nell’Agro Aversano 45,0 46,0 46,0 43,0 43,5 43,5 43,5 42,5 42,5

Vigneti della zona di Galluccio − − 21,5 22,0 22,5 22,5 22,5 24,0 24,0

Seminativi irrigui nell’Agro Aversano 35,0 37,0 38,0 33,5 33,5 34,5 33,5 34,5 33,5

Oliveti collinari nel Matese 15,0 16,5 17,5 15,5 16,0 16,5 18,0 19,0 19,0

Napoli

Azienda ortofloricola nella zona litoranea della provincia di Napoli 91,5 96,0 96,0 100,0 100,0 105,0 100,0 100,0 100,0

Frutteti specializzati irrigui nell’Agro giuglianese 50,0 53,5 53,5 51,5 51,5 51,5 51,5 52,0 52,5

Azienda con colture ortive sottoserra nel Piano Campano sud-occidentale 92,5 95,0 95,0 101,0 103,5 103,5 103,5 100,0 100,0

Salerno

Frutteti specializzati irrigui nella Piana del Sele 56,0 59,0 59,0 59,0 60,0 60,0 60,0 61,0 61,0

Seminativi irrigui nella Piana del Sele 51,5 53,0 54,5 56,0 56,0 56,0 56,0 57,0 57,0

rileva una scarsa vivacità anche nelle aree dove prevale una dimensione azien- dale piccola.

A Benevento i canoni sono generalmente più accessibili che nel casertano. Nel complesso si riscontra una generalizzata prevalenza dell’offerta, con qualche eccezione per determinate colture. I canoni sono piuttosto elevati per i vigneti DOC, per i quali si registra anche un mercato degli affitti più vivace, attribuibile alla possibilità di usufruire dei contributi comunitari. Un certo interesse si registra per il

prato pascolo nella zona del Fortore. A Napoli il mercato continua ad essere fortemente influenzato dalle suscettività d'uso extragricole tipiche delle aree fortemente urbanizzate (edilizia, par- cheggi e centri sportivi). Persiste per- tanto la tendenza dei proprietari a non rinnovare i contratti in scadenza. Ad Avellino si riscontra la prevalenza dell’offerta nelle aree più marginali della provincia caratterizzate da un'agri- coltura estensiva di tipo cerealicolo- zootecnica. Nonostante ciò si riscontra un certo interesse per i seminativi a

causa delle esigenze di spandimento dei reflui zootecnici. Sono in aumento i canoni per i terreni destinati alla frutta in guscio, in particolare per i noccioleti.

Nelle aree pianeggianti e litoranee del salernitano è in aumento la domanda per i seminativi irrigui e per i terreni interessati dall'ortofloricoltura (soprat- tutto se protetta) grazie alla presenza ormai consolidata sul territorio di grandi organizzazioni dei produttori caratte- rizzate da elevati volumi di produzione e di commercializzazione.

Secondo gli ultimi dati Istat disponibili, l’ammontare degli investimenti fissi lordi in agricoltura, nel 2010, è pari a 626 milioni di euro. È confermato il trend negativo degli ultimi tre anni, con una flessione equivalente ad un punto percentuale rispetto al 2009. Tale andamento non è in linea con quanto accade nei settori dell’industria e dei servizi che, nel biennio 2009- 2010, mostrano una flessione positiva, rispettivamente del 12% e del 6%. Certamente la crescente difficoltà di accesso al credito da parte degli agri- coltori influisce sull’attività di investi- mento del settore primario e condiziona la scelta degli imprenditori di destinare le risorse in favore della gestione ordi- naria dell’impresa piuttosto che degli investimenti.

In calo anche l’incidenza dell’agricoltura

sul totale degli investimenti fissi lordi che, invece, nel triennio 2008-2010 era rimasta stabile al 4%, avvicinandosi alla media nazionale, pari al 3,4%. Resta stabile l’incidenza degli investi- menti fissi lordi sul valore aggiunto agricolo (24%), valore che se parago- nato al dato nazionale (33,4%) risulta chiaramente inferiore.

INVESTIMENTI

Andamento degli investimenti fissi lordi agricoli

Anni Valori Valori % su valori concatenati

correnti concatenati Totale VA agricolo

(mln euro) (mln euro) investimenti

2005 910 910 4,45 38,35 2006 939 910 4,22 39,54 2007 942 886 3,99 37,55 2008 689 627 3,61 26,58 2009 635 562 3,60 23,78 2010 626 550 3,33 23,65

Fonte: elaborazioni su dati ISTAT

Investimenti fissi lordi per branca proprieta- ria per settore di attività economica (milioni di euro;valori a prezzi correnti), 2008-2010

2008 2009 2010 Agricoltura, silvicoltura e pesca 688 634 626 Industria 3.823 3.357 3.768 Servizi 14.373 13.164 13.970 Totale 18.884 17.155 18.364

CREDITO ALL’AGRICOLTURA