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Metodo 1. Partecipanti

Nel documento RicercAzione - Volume 2 Numero 2 (pagine 141-153)

Daniela Barni Sonia Ranieri

3. Metodo 1. Partecipanti

Alla ricerca hanno partecipato 381 triadi fa-miliari (figlio adolescente ed entrambi i suoi genitori), contattate attraverso la collaborazio-ne di 15 istituti di istruziocollaborazio-ne superiore situati nel nord Italia (Lombardia e Veneto). Per 257 nuclei familiari sono stati raccolti anche i dati di una delle nonne dell’adolescente.1 In totale i

1 Si è preferito coinvolgere nella ricerca un solo nonno per famiglia, dato che l’impegno richiesto a ciascun nucleo familiare era già considerevole. Dal momento che studi precedenti hanno chiaramente indicato come le nonne, più dei nonni, siano presenti nella socializzazione dei nipoti (Boon & Brussoni, 1996) si è scelto di richiedere la partecipazione di una delle nonne. Questo ha con-sentito di avere un gruppo sufficientemente numeroso e omogeneo.

soggetti che hanno partecipato alla ricerca sono stati 1.400.

Gli adolescenti, di cui il 46,2% è maschio (N

= 176) e il 53,8% è femmina (N = 205), hanno un’età compresa tra i 15 e i 19 anni (M = 17,01 anni; deviazione standard (DS) = 1,27).

I padri hanno un’età che oscilla tra i 34 e i 66 anni (M = 49,46 anni; DS = 5,32), mentre le madri hanno un’età compresa tra i 36 e i 61 anni (M = 46,33 anni; DS = 4,76). Il 95% dei genitori è coniugato in media da 21,9 anni (DS

= 4,47); il 3,7% di essi è separato o divorziato e il restante 1,3% è celibe o nubile.

Le nonne, di cui il 39,7% paterne e il 60,3%

materne, hanno un’età compresa tra i 56 e i 94 anni (M = 74,44 anni; DS = 6,78). Nel 52,1% dei casi le nonne sono vedove; il 46,7% è coniugato, mediamente da 47,9 anni (DS = 4,53), mentre soltanto l’1,2% è divorziato.

Per quanto concerne il titolo di studio, il 4,5%

dei padri non ha conseguito alcun titolo o ha la sola licenza elementare, il 37,2% ha ottenuto la licenza media inferiore, il 43,5% un diploma di scuola secondaria e il restante 14,8% un di-ploma universitario o la laurea. Un andamento simile si riscontra per le madri, le quali non hanno conseguito alcun titolo o la sola licenza elementare nel 3,2% dei casi, hanno ottenuto la licenza media inferiore nel 33% dei casi, un diploma di scuola secondaria nel 53% dei casi e un diploma universitario o la laurea nel restante 10,8%.

Le nonne non hanno conseguito alcun titolo o hanno la sola licenza elementare nel 76,3%

dei casi; il 13,2% ha ottenuto la licenza media inferiore e il rimanente 10,5% ha concluso la scuola secondaria.

Infine, relativamente alla posizione profes-sionale, la maggior parte dei padri (93,7%) è occupata a tempo pieno, mentre il rimanente 6,3% è occupato a tempo parziale, disoccupato o pensionato. Le madri si distribuiscono preva-lentemente tra un lavoro a tempo pieno (39,4%) o a tempo parziale (29,6%) e l’attività di casa-linga (26,7%); una minima percentuale (4,3%) delle madri è disoccupata o pensionata.

La quasi totalità delle nonne è attualmente pensionata (78,5%) o casalinga (16,8%);

con-values genitoriali è richiesto a ciascun figlio di indicare il grado in cui ritiene che suo padre/sua madre vorrebbe che lui fosse simile alle persone descritte.

La consistenza interna, misurata nel presente studio attraverso il calcolo dell’Alpha di Cron-bach, è risultata compresa tra un minimo di 0,55 (Tradizione che, nella percezione del figlio, il padre vorrebbe trasmettere) e un massimo di 0,84 (Universalismo che il padre desidererebbe trasmettere).

3.3. Analisi dei dati

Nella descrizione dei valori, come suggerito da Schwartz (2005a, 2005b), per ciascun do-minio valoriale sono stati calcolati i punteggi centrati rispetto alla media individuale ottenuta dal soggetto su tutti i 40 item del PVQ. Pun-teggi positivi corrispondono a domini valoriali considerati prioritari all’interno del sistema di valori, mentre punteggi negativi indicano valori non prioritari.2

Per la misura dell’accuratezza (congruenza tra i socialization values di ciascun genitore e la percezione che ne ha il figlio) e dell’accet-tazione (congruenza tra i socialization values genitoriali percepiti dal figlio e i valori perso-nali di quest’ultimo) è stato utilizzato l’indice di correlazione diadica (within-dyad correlations across values).3

2 La centratura, che dà luogo a punteggi che sono espres-sione di scostamenti verso l’alto o verso il basso rispetto a una tendenza centrale di risposta, deriva da considera-zioni sia di metodo che teoriche. Da un lato, essa con-sente di controllare differenze idiosincratiche nell’uti-lizzo della scala di risposta, in altre parole la tendenza da parte di ciascun soggetto a utilizzare in prevalenza alcune modalità di risposta piuttosto che altre. Dall’altro lato, la centratura operazionalizza in maniera efficace quello che è uno degli assunti alla base del modello di Schwartz: i valori sono inseriti in un sistema di priorità, in cui l’importanza di ognuno si definisce in termini relativi, più che assoluti, sulla base dell’importanza ri-conosciuta anche agli altri valori.

3 Il calcolo dell’indice di correlazione diadica si basa sulla nota formula del coefficiente r di Pearson con la differenza che il grado di associazione non riguarda due variabili misurate su un set di soggetti, ma un set di punteggi misurato su due soggetti. L’unità di analisi è dunque la singola diade familiare e il focus è

sull’anda-tenuta è invece la percentuale di nonne profes-sionalmente ancora occupate a tempo pieno o parziale (4,7%).

3.2. Procedura e strumenti

Ai soggetti partecipanti all’indagine è stato somministrato individualmente un questionario autocompilato. Previo consenso dei genitori, la somministrazione agli adolescenti è avvenuta a scuola, alla presenza di un insegnante e di un membro dell’équipe di ricerca. I genitori e le nonne hanno invece ricevuto a casa il questio-nario, restituendolo al ricercatore attraverso la scuola frequentata dall’adolescente (response rate = 65,3%).

Il questionario è composto da una prima parte volta a raccogliere i dati socio-strutturali del soggetto e del nucleo familiare di appartenenza e da una seconda parte in cui sono comprese alcune scale per la misurazione delle variabili oggetto di interesse della ricerca.

Nello specifico, per misurare i valori è sta-to utilizzasta-to il Portrait Values Questionnaire (PVQ), nella versione validata in Italia da Ca-panna et al. (2005). Questo strumento è com-posto da 40 item, ciascuno dei quali fornisce una breve descrizione di una persona-tipo e dei suoi obiettivi, aspirazioni e desideri, in modo da descrivere tutti i dieci domini valoriali previsti dalla teoria di Schwartz. Esempi di item sono:

«Pensa sia importante che ogni persona al mon-do venga trattata allo stesso momon-do. Crede che ognuno dovrebbe avere le stesse opportunità nella vita»; «È importante per lui/lei essere a capo degli altri e dire loro cosa fare. Vuole che la gente faccia ciò che lui/lei dice».

Per la misurazione dei valori personali, al sog-getto è chiesto di indicare, utilizzando una scala a 6 punti (da 1 = «per niente simile a me» a 6 =

«molto simile a me»), il grado in cui considera le persone descritte come simili a lui. Per la rilevazione dei valori che il genitore desidera riscontrare nel figlio (socialization values), al genitore è chiesto di segnalare il grado in cui vorrebbe che suo figlio fosse simile a ciascu-na delle 40 persone descritte. Per misurare le percezioni dell’adolescente dei socialization

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Per rilevare eventuali differenze nel livello di accuratezza e di accettazione in funzione del genere del genitore e del figlio, sono state con-dotte delle analisi della varianza miste con un fattore within (2 livelli: congruenza con il pa-dre e congruenza con la mapa-dre) e con il genere del figlio (2 livelli: maschio e femmina) come fattore between.

4. Risultati

4.1. Le priorità valoriali della giovane gene-razione: apertura al nuovo e relazione con l’altro

Come emerge dalla Tabella 1, gli adolescenti, nel loro insieme, tendono ad attribuire priorità ai valori che rimandano al divertimento, allo stare con gli amici, al fare ciò che dà piacere (Edonismo), seguiti dalla libertà, dalla creati-vità, dall’innovazione, dall’indipendenza (Au-todirezione) e dalla ricerca di novità e di sfide stimolanti (Stimolazione).

Edonismo, Autodirezione e Stimolazione rientrano tutti nella dimensione sovraordina-ta dell’Apertura al cambiamento, che risulsovraordina-ta dunque occupare un posto di primaria impor-tanza nel sistema valoriale degli adolescenti, tanto da precedere i valori di carattere univer-sale, quali la giustizia, l’uguaglianza sociale, la pace, la tolleranza (Universalismo) e, per i maschi, anche l’interesse per i legami in-terpersonali, l’aiuto, il perdono e l’amicizia (Benevolenza).

mento del profilo, cioè sull’importanza relativa dei valo-ri in relazione gli uni agli altvalo-ri. Il coefficiente di correla-zione diadica può assumere valori compresi tra -1 e +1:

alti indici indicano un’elevata congruenza; all’opposto, bassi indici di correlazione esprimono un basso livello di congruenza; una correlazione vicina allo 0 indica invece che i profili di risposta comparati non sono né particolarmente simili né dissimili. Non esistono criteri condivisi che consentano di definire in maniera univoca una correlazione come alta oppure bassa: in generale, coefficienti compresi tra 0,30 e 0,49 (in valore assoluto) sono considerati di media entità; coefficienti inferiori e superiori a tali cut-off sono considerabili rispettivamen-te di entità conrispettivamen-tenuta e di entità elevata (Cohen, 1988).

TABELLA 1

Valori personali degli adolescenti (maschi e femmine). Punteggi medi centrati (M) e

deviazioni standard (DS)

Valori Maschi Femmine

M DS M DS

potere -0,92 01,17 -01,33 01,20

successo 0,06 0,84 -0,28 0,91

edonismo 0,61 01,09 0,50 01,11

stimolazione 0,38 0,95 0,37 0,87

autodirezione 0,38 0,71 0,46 0,67

universalismo 0,01 0,72 0,37 0,76

benevolenza 0,05 0,76 0,41 0,74

tradizione -0,46 0,82 -0,59 0,79

conformismo -0,27 0,75 -0,27 0,76

sicurezza 0,00 0,77 -0,14 0,75

Universalismo e Benevolenza risultano anch’essi valorizzati più di quanto non lo siano i valori della Conservazione e dell’Autopromo-zione. Poca importanza hanno infatti la Tradi-zione (in cui rientra anche l’avere una fede reli-giosa), il Conformismo (che comprende valori quali il rispetto, l’obbedienza e l’educazione) e la Sicurezza (vale a dire la ricerca di stabilità e l’ordine sociale); in fondo alla loro «gradua-toria», gli adolescenti pongono il prestigio e l’affermazione sociale (Potere).

Da un confronto, a livello descrittivo, tra la gerarchia valoriale degli adolescenti maschi e quella delle femmine si colgono alcune diffe-renze di rilievo, perlopiù relative al continuum Autopromozione vs. Autotrascendenza: le ra-gazze privilegiano i valori universali e centra-ti sulla relazione con l’altro più di quanto non facciano i ragazzi, i quali sono più orientati, rispetto alle coetanee, verso l’autoaffermazione.

Al contrario, ragazzi e ragazze sono accomuna-ti dalla notevole rilevanza assegnata ai domini valoriali dell’Apertura al cambiamento a scapito di quelli della Conservazione.

4.2. Le priorità valoriali delle generazioni adulte: simili o dissimili da quelle degli ado-lescenti?

I padri e le madri privilegiano i valori dell’Auto-trascendenza e della Conservazione: come mostra

ti verso valori che rimandano alla ricerca del piacere, del divertimento, di nuove sfide e di indipendenza e le generazioni adulte più vicine al polo della Conservazione.

Lungo il secondo continuum risultano priori-tari per tutte le generazioni considerate i domini valoriali dell’Autotrascendenza rispetto a quel-li dell’Autopromozione (Figura 1): l’attenzione all’altro e alle relazioni interpersonali conser-vano, nel passaggio tra le tre generazioni, la priorità sull’affermazione personale.

N M A

Autotrascendenza Autopromozione

Apertura al cambiamento Conservazione

P

Fig. 1 Posizioni valoriali di adolescenti, genitori e nonne lungo gli assi Apertura al cambiamento vs. Conserva-zione e AutopromoConserva-zione vs. Autotrascendenza – A = Adolescenti, P = Padri, M = Madri, N = Nonne.

4.3. Genitori e figli in azione all’interno dello scambio intergenerazionale

4.3.1. I figli sanno riconoscere i valori che i genitori vorrebbero trasmettere loro?

Sono state fin qui descritte le priorità valoriali di adolescenti, genitori e nonne. Al fine di me-glio comprendere il passaggio del patrimonio

vs. Conservazione e il continuum Autopromozione vs.

Autotrascendenza. Adolescenti, genitori e nonne sono stati collocati nello spazio grafico, secondo coordinate ricavate sottraendo il punteggio di Conservazione (Con-formismo, Tradizione e Sicurezza) da quello di Apertura al cambiamento (Stimolazione, Autodirezione ed Edoni-smo) e il punteggio di Autotrascendenza (Universalismo e Benevolenza) da quello di Autopromozione (Successo e Potere).

la Tabella 2, essi pongono in cima alle loro prefe-renze l’Universalismo, la Sicurezza e il Confor-mismo. Per i padri seguono, nell’ordine: l’Auto-direzione, la Benevolenza e la Tradizione; poco valorizzati sono invece la Stimolazione, l’Edoni-smo, il Successo e, soprattutto, il Potere, domini valoriali che enfatizzano l’apertura al nuovo e l’autoaffermazione. Per le madri, a Universali-smo, Conformismo e Sicurezza, fanno seguito la Benevolenza, l’Autodirezione e la Tradizione;

similmente ai padri, non sono percepiti dalle ma-dri come prioritari i valori dell’Edonismo, della Stimolazione, del Successo e del Potere.

TABELLA 2

Valori personali dei genitori e delle nonne. Punteggi medi centrati (M)

e deviazioni standard (DS)

Valori Padri Madri Nonne

M DS M DS M DS

potere -01,22 01,09 -01,63 0,94 -01,76 01,07 successo -0,85 0,71 -01,13 0,70 -01,22 0,79 edonismo -0,77 0,82 -0,88 0,86 -01,31 0,90 stimolazione -0,70 0,87 -0,89 0,81 -01,22 0,78 autodirezione 0,32 0,64 0,21 0,72 -0,04 0,71 universalismo 0,76 0,65 0,98 0,60 0,79 0,56 benevolenza 0,16 0,60 0,46 0,64 0,54 0,73 tradizione 0,02 0,75 0,18 0,79 0,67 0,79 conformismo 0,46 0,57 0,57 0,63 0,83 0,56 sicurezza 0,56 0,72 0,52 0,68 0,89 0,67

Le nonne valorizzano fortemente la Sicurezza, il Conformismo, l’Universalismo, la Tradizione e la Benevolenza: si tratta dei domini valoriali che compongono le dimensioni sovraordinate della Conservazione e dell’Autotrascendenza. I domi-ni percepiti come non prioritari sono, nell’ordine (dal più al meno valorizzato): l’Autodirezione, il Successo, la Stimolazione, l’Edonismo e il Potere.

Dal confronto tra, da un lato, gli adolescenti e, dall’altro, le generazioni dei genitori e delle nonne, emerge come le maggiori differenze in-tergenerazionali si giochino lungo il continuum Apertura al cambiamento vs. Conservazione (Figura 1),4 con gli adolescenti più

orienta-4 Nella Figura 1 l’ascissa e l’ordinata rappresentano ri-spettivamente il continuum Apertura al cambiamento

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valoriale tra le generazioni, è necessario fare un passo ulteriore, analizzando quanto accade in famiglia. Come già accennato nella parte introduttiva, la famiglia rappresenta infatti la principale fonte valoriale per i figli e molto di quanto questi vengono ad acquisire, in termini di valori e modelli di riferimento, si costruisce nello scambio con i genitori.

Partiamo con il verificare quanto gli adole-scenti sono accurati nel riconoscere i valori che i genitori vorrebbero trasmettere (socialization values), non dando per scontato che essi sap-piano quello che i genitori si attendono da loro.

Ponendo a confronto, all’interno di ciascuna famiglia, i socialization values genitoriali e le percezioni che di tali valori ha il figlio, è emer-sa una corrispondenza medio-alta per tutte e quattro le diadi familiari:5 questo significa che gli adolescenti, maschi e femmine, sono abba-stanza accurati nel riconoscere i valori che i genitori, padri e madri, vorrebbero trasmettere e ritrovare nei figli.

Dalla Figura 2, in cui sono illustrati (in due grafici distinti per genere del genitore) i socia-lization values genitoriali e le percezioni che ne hanno i figli, è possibile cogliere come i profili comparati abbiano un andamento similare so-prattutto per quanto concerne i punti di mini-ma della distribuzione, ossia le non priorità; è invece sui punti di massima che si colgono i maggiori scostamenti tra le due distribuzioni.

In altre parole, gli adolescenti riconoscono con maggiore accuratezza i valori che i genitori vor-rebbero poco valorizzati dai figli, rispetto alle priorità: sanno perfettamente che i genitori si attendono da loro una limitata valorizzazione del Potere, dell’Edonismo, della Stimolazione e del Successo. Faticano invece a riconoscere quanto importante sarebbe per i genitori che essi fossero portatori di valori universali e so-pravvalutano, nella percezione delle attese geni-toriali, il Conformismo, tanto da porlo in cima alle gerarchie valoriali dei due genitori.

5 Il coefficiente di correlazione medio è di 0,46 (p <

0,001) per le diadi padre-figlio maschio, 0,52 (p < 0,001) per le diadi madre-figlio maschio, 0,58 (p < 0,001) per le diadi padre-figlia e 0,68 (p < 0,001) per le diadi madre-figlia.

Sul grado di accuratezza influiscono sia il ge-nere del figlio che quello del genitore: sono le adolescenti femmine a mostrare accuratezza, più dei coetanei di sesso maschile, nel ricono-scere i valori che i genitori vorrebbero trasmet-tere loro;6 inoltre, i socialization values materni sono riconosciuti, sia dai figli sia dalle figlie, più accuratamente di quelli paterni.

4.3.2. I figli accettano i valori che i genitori vorrebbero trasmettere loro?

Per quanto accurati possano essere gli adole-scenti nel percepire i valori genitoriali, un altro elemento di variabilità nel processo di trasmis-sione del patrimonio valoriale e che concorre a determinare, quindi, l’esito di maggiore o minore somiglianza tra i valori genitoriali e quelli dei figli, va rintracciato nella disponibi-lità di questi ultimi a riconoscere come propri i valori che ritengono i loro genitori vogliano trasmettere.

Calcolando le correlazioni diadiche tra le at-tese genitoriali percepite dal figlio e quello che quest’ultimo reputa importante per sé emerge una corrispondenza medio-alta per le quattro diadi familiari considerate,7 il che suggerisce che i figli sono abbastanza disposti ad accettare i valori genitoriali.

Il confronto tra i profili dei socialization va-lues percepiti e quelli dei valori personali degli adolescenti (Figura 3) mostra che lo scosta-mento più evidente si trova in corrispondenza dell’Edonismo e della Stimolazione: entrambi questi domini, tra i punti di flessione nel pro-filo dei socialization values percepiti, diven-gono i picchi nella distribuzione delle risposte relative ai valori personali. Allo stesso tempo, Conformismo e Sicurezza, punti di massima tra i socialization values percepiti, sono punti di flessione nel profilo valoriale dei figli. Vale

6 Effetto principale del genere del figlio: [F(1,379) = 16,28, p < 0,001; η2 = 0,04]; effetto principale del genere del genitore: [F(1,379) = 12,61, p < 0,001; η2 = 0,03].

7 Il coefficiente di correlazione medio è pari a 0,42 (p <

0,001) per le diadi padre-figlio maschio, 0,35 (p < 0,001) per le diadi madre-figlio maschio, 0,49 (p < 0,001) per le diadi padre-figlia e 0,50 (p < 0,001) per le diadi madre-figlia.

a dire che, nonostante ritengano che i genitori si aspettino da loro obbedienza e stabilità, gli adolescenti sono portati al divertimento e aperti al nuovo.

Una maggiore corrispondenza tra i profili si riscontra lungo l’asse Autopromozione vs Au-totrascendenza: i figli percepiscono se stessi e i propri genitori come interessati ai domini dell’Autotrascendenza più che a quelli dell’Au-topromozione. Ragionando in termini di accet-tazione, questo significa che i figli accettano di

attribuire più importanza a domini quali l’Uni-versalismo e la Benevolenza e di riconoscere minore valore al Potere e al Successo.

Anche per l’accettazione torna a essere si-gnificativa l’appartenenza di genere: sono le ragazze che accettano di più i socialization values materni rispetto ai coetanei di sesso maschile.8

8 Effetto di interazione genere del figlio x genere del ge-nitore: [F(1,379) = 4,82, p < 0,05; η2 = 0,01].

soc. values paterni

soc. values paterni percezione figli maschi soc. values paterni percezione figlie

soc. values materni

soc. values materni percezione figli maschi soc. values materni percezione figlie 1

0,5

0

-0,5

-1

-1,5

1,5 1

0,5 0 -0,5

-1 -1,5 -2

po

po

Diadi padre-adolescente

Diadi madre-adolescente st

st

be

be su

su

au

au

tR

tR ed

ed

un

un

co

co si

si

Fig. 2 Confronto tra i socialization values genitoriali e questi nella percezione dei figli (maschi e femmine). Punteggi medi centrati – PO = Potere, SU = Successo, ED = Edonismo, ST = Stimolazione, AU = Autodirezione, UN = Universalismo, BE = Benevolenza, TR = Tradizione, CO = Conformismo, SI = Sicurezza.

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soc. values paterni percezione figli maschi soc. values paterni percezione figlie valori personali figli maschi

valori personali figlie

soc. values materni percezione figli maschi soc. values materni percezione figlie valori personali figli maschi

valori personali figlie 1

0,5

0

-0,5

-1

-1,5

1

0,5

0

-0,5

-1

-1,5

-2 po

po

Diadi padre-adolescente

Diadi madre-adolescente st

st

be

be su

su

au

au

tR

tR ed

ed

un

un

co

co si

si

Fig. 3 Confronto tra i socialization values genitoriali nella percezione dei figli e i valori personali di questi ultimi (maschi e fem-mine). Punteggi medi centrati – PO = Potere, SU = Successo, ED = Edonismo, ST = Stimolazione, AU = Autodirezione, UN = Universalismo, BE = Benevolenza, TR = Tradizione, CO = Conformismo, SI = Sicurezza.

5. Conclusioni

Il presente contributo si è focalizzato sui valo-ri e sulla loro trasmissione in famiglie con figli adolescenti. Si tratta di temi centrali all’inter-no della riflessione sui giovani e sulle politiche giovanili, fondamentali per il futuro stesso delle nostre comunità (Grassi, 2007). Infatti, cono-scere meglio il mondo giovanile, i modelli va-loriali prevalenti tra i giovani, le loro capacità

nel percepire i valori che i genitori intendono trasmettere e la disponibilità a farli propri, ma anche far luce su eventuali fatiche e mancanze, può consentire di meglio progettare interventi e percorsi di accompagnamento a favore delle giovani generazioni, riuscendo a intercettarne risorse e bisogni (Buzzi, 2007).

Nell’intento di ottenere un quadro che rispec-chiasse il più possibile la complessità del feno-meno indagato e coerentemente con la

prospet-tiva relazionale-intergenerazionale adottata, si è data voce a più membri del corpo familiare appartenenti a diverse generazioni e il livello di analisi utilizzato può dirsi propriamente «rela-zionale». Particolarmente innovativa è risultata la strategia di analisi scelta per mettere a con-fronto i profili valoriali di ciascun genitore con il proprio figlio, che ha consentito di affiancare all’analisi delle tendenze medie riscontrate all’in-terno di ciascuna delle generazioni considerate, anche un’analisi più puntuale della trasmissione all’interno di ciascuna diade familiare.

Ci si è innanzitutto soffermati sulle preferenze valoriali degli adolescenti d’oggi, mettendole a confronto con quelle delle generazioni adulte di genitori e nonne, esaminando poi alcune condi-zioni (accuratezza e accettazione), frutto degli scambi familiari, che concorrono a determinare gli esiti della trasmissione.

Dai risultati ottenuti è emerso come gli ado-lescenti attribuiscano particolare importanza a valori quali il divertimento (Edonismo),

Dai risultati ottenuti è emerso come gli ado-lescenti attribuiscano particolare importanza a valori quali il divertimento (Edonismo),

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