SITUAZIONE DELLE RIFORME ECONOMICHE
1. Liberalizzazione dei prezzi
Per la maggior parte, i prezzi sono stati liberalizzati in una delle prime fasi della transizione. I prezzi amministrati sono ormai pochissimi.
2. Liberalizzazione degli scambi
Il regime degli scambi ha carattere molto liberistico. Le tariffe sono strutturate in tre bande di aliquote (5, 10 e 15%); l'aliquota media semplice è soltanto del 7%. La Moldova è divenuta membro dell'OMC nel 2001.
3. Regime valutario
Libera fluttuazione del tasso di cambio; piena convertibilità dei conti correnti.
4. Investimenti esteri diretti
Il regime degli IED è aperto e non discriminatorio.
5. Politica monetaria
Politiche conservatrici, miranti alla stabilità dei prezzi mediante l'impiego di aggregati monetari come ancoraggi nominali.
6. Finanze pubbliche
Nel 1999 e nel 2000 si era conseguita un'ingentissima, e necessaria, riduzione del disavanzo di bilancio, soprattutto diminuendo le spese per l'assistenza sanitaria, l'istruzione e il settore pubblico. Nel 2001 non si sono compiuti altri progressi. La sostenibilità del debito estero è critica.
7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese
Le riforme strutturali si erano accelerate in misura considerevole nel 2000. Si erano registrati progressi sostanziali nel settore dell'energia, era in programma la riforma fondiaria e la privatizzazione dei settori del vino e del tabacco, molto importanti per l'economia, che era la questione più delicata, era stata infine approvata nell'ottobre 2000.
Nel 2001 non vi sono stati altri progressi e addirittura vi sono state proposte intese a revocare le riforme e tornare al passato.
8. Riforma del settore finanziario
La Banca centrale ha attuato con successo il consolidamento del settore bancario. Il sistema bancario è sano. Sui mercati continua a registrarsi insufficienza di capitali.
1. Compendio
Secondo dati preliminari, nel 2001 il PIL è cresciuto, in termini reali, del 6,1% su base annuale. Nonostante la lentezza nelle riforme e la relativa debolezza nei confronti dell'estero, si prevede che l'economia continuerà a crescere nel 2002-2003 a un tasso annuo di circa il 4-5%. In ciò si riflettono una base iniziale quanto mai esigua, dopo anni di gravissimo declino economico, ma anche gli effetti accumulati di graduali progressi nelle riforme. All'economia della Moldova gioveranno anche la relativa stabilità macroeconomica e la domanda d'importazioni, piuttosto sostanziosa, da parte della Russia.
L'inflazione ha proseguito nel suo drastico calo, sino al 6,4% a fine 2001, rispetto al 18,4% nel 2000 e al 43,8% nel 1999. L'aumento mensile dei prezzi è stato in media di soltanto lo 0,5%, un record, nonostante una moderata ascesa dell'inflazione mensile verso l'ultima parte dell'anno.
Gli sviluppi politici hanno provocato ancora un ristagno delle riforme nel 2001, in particolare nel settore delle privatizzazioni e nella riforma delle imprese.
Il 1° dicembre 2000 il governo ha firmato con l'FMI un Memorandum triennale d'intesa nell'ambito di una PRGF. Tuttavia, dopo l'insediamento del nuovo governo nel febbraio 2001, di continuo le condizioni del programma non venivano rispettate e quindi non vi sono stati finanziamenti esterni.
L'erogazione della prima quota del prestito di 15 milioni di EUR a titolo di assistenza macrofinanziaria a favore della Moldova (approvato dal Consiglio dell'Unione europea nel luglio 2000) era subordinata all'attuazione soddisfacente, da parte del paese, dell'accordo concluso con l'FMI. Di conseguenza, nell'ambito del pacchetto di assistenza comunitaria non sono ancora stati effettuati versamenti.
2. Risultati macroeconomici
I risultati relativamente solidi registrati nel 2001 sono dovuti soprattutto alla forte ripresa del settore industriale, ma anche all'arresto del declino nel settore agricolo. Per quanto riguarda il PIL, sono disponibili dati disaggregati relativi soltanto alla prima metà del 2001. Tali dati confermano la funzione dominante del settore manifatturiero, che ha generato quasi il 20%
del PIL nel periodo suddetto e stava crescendo a un tasso a due cifre nel secondo trimestre dell'anno. I dati relativi alla produzione industriale nel terzo trimestre indicano ancora un tasso di crescita a due cifre, ma a ritmo più moderato. Invece il settore dei servizi, che è molto più ampio e genera attualmente oltre la metà del totale del PIL, ha registrato una crescita solo marginale nella prima metà dell'anno ed ha apportato un contributo trascurabile alla crescita in tale periodo. Per quanto riguarda le spese, la domanda interna, in particolare quella delle famiglie, ha contribuito in massima parte alla crescita del PIL nella prima metà del 2001, soprattutto nel primo trimestre.
L'inflazione dei prezzi al consumo è scesa al 6,4% a fine 2001, rispetto al 18,4% nel 2000 e al 43,8% nel 1999. L'aumento mensile dei prezzi è stato in media soltanto dello 0,5%, un record, nonostante un moderato aumento dell'inflazione mensile verso l'ultima parte dell'anno, dovuto soprattutto a fattori stagionali che hanno provocato il rincaro dei prodotti alimentari (del 3%
in dicembre). L'inflazione mensile registrata a dicembre, l'1,9%, è stata la massima in quasi due anni. Il tasso elevato d'inflazione e il ristagno nell'incremento delle retribuzioni in termini nominali avevano portato a un continuo calo delle retribuzioni in termini reali per tutto il 1999 e la prima metà del 2000. Da allora, il drastico rivolgimento economico e la forte disinflazione hanno portato a un nuovo incremento delle retribuzioni in termini reali in tutto il 2001, in particolare poiché il governo si è mostrato molto deciso a rialzare i livelli retributivi minimi, secondo le tendenze economiche, entro il settembre 2001.
Si temeva che il nuovo governo rallentasse di molto la disciplina finanziaria, ma i timori non si sono concretati: verso fine novembre 2001, il governo ha ottenuto l'approvazione da parte del Parlamento del bilancio per il 2002, al quale l'FMI ha concesso il suo sostegno. È improbabile un'inversione di tendenza nei miglioramenti finanziari conseguiti sotto i due governi precedenti. L'FMI esige che il bilancio statale sia in pareggio: se, per esempio, la nuova riforma amministrativo-territoriale richiedesse spese supplementari, sarà necessario determinare la fonte delle risorse necessarie, indicando se tali spese saranno coperte mediante incremento delle entrate di bilancio oppure riduzione di altre spese.
Il bilancio per il 2002 adottato dal Parlamento, come si è detto, verso la fine di novembre prevede un disavanzo consolidato di 320 milioni di lei (pari a 24 milioni di USD), pari a circa l'1,4% dell'obiettivo stabilito per il PIL. Nel primo esame del bilancio definitivo, il Parlamento ha respinto le richieste di un ulteriore rialzo delle proiezioni relativo al tempo stesso alle entrate e alle spese.
Il governo ha finanziato il proprio disavanzo di bilancio del 2001 mediante nuovi prestiti della Banca centrale, per un totale di circa 145 milioni di lei tra gennaio e settembre, e vendite di titoli di Stato, per il totale di 119 milioni di lei nel medesimo periodo. Nella prima stesura del bilancio di previsione per il 2001, il governo aveva programmato di finanziare il proprio disavanzo mediante i proventi delle privatizzazioni e afflussi multilaterali, ma né gli uni né gli altri si sono concretati come previsto.
Il disavanzo delle partite correnti per il terzo trimestre del 2001 è salito a 49 milioni di USD, rispetto a 35 milioni di USD nel terzo trimestre del 2000. Le cause sono state l'aggravarsi del
delle esportazioni nel corso del 2001, e il persistere di un alto livello di spese nelle importazioni. L'accentuarsi del disavanzo delle partite correnti riflette inoltre un calo delle eccedenze derivanti dai trasferimenti, a causa dei modesti importi delle sovvenzioni e del peggioramento del disavanzo nel settore dei servizi, dovuto a sua volta a un calo delle esportazioni di servizi di viaggio e di trasporto. Questi fattori sono risultati ampiamente superiori al pur considerevole incremento dell'eccedenza nella voce dei redditi, risultante dall'aumentato importo delle rimesse dei Moldovi che lavorano fuori della CSI (la Banca nazionale della Moldova contabilizza le rimesse come reddito). Tuttavia, grazie al considerevole ridursi del disavanzo nel secondo trimestre, il disavanzo cumulativo nel periodo gennaio-settembre è risultato lievemente inferiore a quello del medesimo periodo nell'anno precedente.
Le riserve ufficiali in valuta estera sono rimaste più o meno costanti negli ultimi due anni, appena al di sopra di 200 milioni di USD, pari a circa 2,5-3 mesi d'importazioni.
3. Riforme strutturali
Privatizzare il settore vinicolo, le piantagioni di tabacco ed i servizi pubblici erano condizioni imposte già da tempo dall'FMI e dalla Banca mondiale. Il Partito comunista, coerentemente, aveva votato contro le vendite quando si trovava all'opposizione, ma una volta giunto al potere è stato costretto invece a favorire le vendite, poiché era divenuto più urgente ristabilire le relazioni con i partner multilaterali.
La Moldova non ha più effettuato nessuna grande privatizzazione dal febbraio 2000, con il risultato che nel 2001 sono stati modesti i proventi del governo da tale fonte: soltanto 32,6 milioni di lei (pari a 2,5 milioni di USD), risultanti da privatizzazioni di piccole imprese.
Il governo ha già rinunciato a fine 2001 alla vendita di due delle maggiori imprese vinicole, la Vismos e la Nis-Struguras, poiché le offerte, da parte di società locali e russe, erano troppo basse.
Il governo ha piani più ambiziosi per il 2002, quando saranno poste in vendita circa 350 imprese. Infatti, il governo progetta di vendere nel 2002, dopo due precedenti tentativi falliti, le azioni di maggioranza di due delle cinque aziende moldove di distribuzione dell'elettricità.
L'Union Fenosa (spagnola) ha acquistato le altre tre aziende per 25,2 milioni di USD nel 2000 e ha promesso d'investire altri 67 milioni di USD.
Per quanto riguarda il progetto di vendere il 51% della società telefonica statale, la MoldTelecom, la banca austriaca d'investimenti Raifeissen, che funge da consulente per la vendita, dovrà preparare la documentazione d'appalto per il marzo 2002. Il governo considera questa vendita la più rilevante del prossimo anno, d'importanza cruciale per poter onorare gli obblighi di servizio del debito nel 2002. Nel 1997 il governo aveva respinto l'offerta di 46 milioni di USD da parte della società greca OTE, che intendeva acquisire il 40% della MoldTelecom. Questa volta, il governo avrà difficoltà ad attirare persino un simile grado d'interesse, poiché gli investitori sono poco propensi a nuove acquisizioni nelle telecomunicazioni. La Moldova si trova di fronte a un dilemma: le manifestazioni più serie d'interesse per i beni del paese saranno manifestati da investitori russi od ucraini, ed è meno probabile che questi investitori sappiano apportare, nel settore degli investimenti e del governo societario, quei miglioramenti che si sperava venissero da investitori strategici occidentali. Nel Memorandum concluso con l'FMI è prescritto che il governo proceda ad azioni concrete verso la privatizzazione della Moldtelecom, non necessariamente per privatizzarla subito in misura integrale, ma per compiere progressi in tale contesto.
4. Assistenza macrofinanziaria
Il 10 luglio 2000 il Consiglio aveva deciso di concedere alla Moldova un pacchetto di assistenza macrofinanziaria dell'importo massimo di 15 milioni di EUR. Tuttavia, poiché con l'insediamento del nuovo governo all'inizio del 2001 non risultavano più rispettate le condizioni correlate con il programma dell'FMI, la Commissione ha sospeso i preparativi per l'attuazione dell'assistenza comunitaria.